Dokument-Nr. 433

Delegation des litauischen Staatsrats: [Kein Betreff], vor dem 25. März 1918

La dichiarazione d'indipendenza della Lituania e il suo riconoscimento da parte dell'imperiale Governo germanico, che il popolo lituano e i suoi legittimi rappresentanti chiedono, e il popolo tedesco e il Reichstag giudicano giusta esigenza, come quella che corrisponde al principio del diritto dei popoli a disporre di sé stessi, formulato nel trattato di pace Brest-Litowsk, e molti stimano la soluzione migliore, urta ancora, purtroppo, in una serie di timori che in parte hanno origine in una conoscenza inesatta delle condizioni del nostro paese, in parte sono da attribuirsi al desiderio di congiungere la Lituania con l'Impero germanico per mezzo di un'unione personale.
Da questi avversari dell'indipendenza della Lituania con un proprio sovrano cattolico si oppone soprattutto che questo sovrano soggiacerebbe ben presto all'influenza polacca, giacché non potrebbe appoggiarsi esclusivamente sul clero, per quanto il grado di cultura di esso lo faccia apparire destinato e adatto a questa funzione. Per evitare il sopravvento non desiderabile dell'influenza polacca devesi mirare ad ottenere un'unione personale con la Germania, sicché un luogotenente imperiale eserciti il vero potere governativo.
Le premesse da cui muovono i sostenitori di questo punto di vista sono false; le conseguenze di una tale soluzione si dimostrerebbero dannose, in egual misura, per la Germania e per la Lituania.
Soprattutto l'asserzione che il numero delle persone rappresentanti in Lituania la cosiddetta intelligenza sia piccolo è vero solamente per il momento presente, ma non sarà più sostenibile appena il riassetto delle condizioni agevolerà il ritorno in patria alle numerose persone colte che sotto la dominazione russa poteron svolgere solo lontano dal paese la loro attività. Il Governo russo, − cosa, forse, in Germania non conosciuta abbastanza, – ha scacciato sistematicamente dal paese ogni persona colta costringendola a
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guadagnarsi la vita lungi dalla Lituania. Un cattolico lituano non poté mai divenire impiegato del Governo russo nella sua patria, ma dovette accettare un ufficio in un'altra parte dell'Impero russo. I funzionari cattolici, lituani d'origine, appena nel paese sarà ristabilito l'ordine, faranno ritorno in Lituania da tutte le province della Russia per dedicare le loro energie al proprio popolo.
Si tratta di circa 600 impiegati amministrativi, 400 insegnanti delle scuole medie, 1.000 maestri elementari e 800 impiegati delle ferrovie. Inoltre devesi attendere il ritorno di molti lituani dagli Stati Uniti e dalla Svizzera. In breve spazio di tempo il nuovo Governo avrà, quindi, a sua disposizione, un nucleo d'impiegati lituani e maestri capaci, nucleo che dovrà essere sua cura precipua sviluppare con sagacia e metodo, mediante la fondazione di propri istituti d'istruzione superiori.
Gli avversari dell'indipendenza della Lituania sostengono, poi, che tutto il ceto <nobile> 1 lituano è guadagnato all'idea polacca. Ma anche questa asserzione è falsa e in parte si spiega [sic] con l'ignoranza delle nostre condizioni, in parte con preconcetti. Molti lituani polonizzati, che appartengono all'alta aristocrazia, come i Radziwill, i Tyschkiewicz ecc. si sono già schierati di nuovo per la nazionalità lituana. Una corte lituana, con la sua forza attrattiva, con i rapporti che, fin dal principio, la legherebbero con il ceto aristocratico, affretterebbe, come l'esperienza in altri paesi insegna, questo processo di riconversione alla nazionalità lituana. Né deve trascurarsi, per quel che concerne l'atteggiamento dell'aristocrazia, che alla proprietà fondiaria lituana sarebbe assicurata una durata notevolmente più lunga che non negli altri nuovi Stati marginali nei quali, in contrasto con le tendenze conservatrici, proprie del popolo lituano, esiste una pericolosa propensione alla spartizione delle terre e all'attuazione delle idee comunistiche ed anarchiche propagate dalla Russia. Ciò
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eserciterà un'attrattiva non piccola su coloro che, come i nobili possidenti, in conformità di tutte le loro tradizioni, sono spiccatamente conservatori.
Inoltre devesi pure tener conto del fatto che, secondo le intenzioni sin qui manifestate dalla Dieta nazionale, sarà fondata in Vilna una Università, alla quale saranno chiamati ad insegnare solo professori lituani e tedeschi. Non passerà, quindi, lungo tempo che anche questa Università contribuirà a rafforzare il nucleo dell'intelligenza paesana, e in Germania, la maestra e la patria della istruzione superiore, il valore di ciò non sarà sicuramente disconosciuto.
Infine non devesi trascurare che la creazione di una Lituania indipendente, condurrà pure, necessariamente, al riordinamento delle condizioni ecclesiastiche del paese. Uno dei punti principali sarà quello della provvista delle sedi vescovili per le quali, naturalmente, non può pensarsi che ad ecclesiastici lituani. Data l'importanza che la persona di un vescovo ha per l'educazione e la formazione di tutto il clero della diocesi, la supposizione che in questo modo si contrasteranno efficacemente eventuali simpatie polacche nel clero, è fondata e confermata da quanto è accaduto in altri paesi.
Così stando le cose, ogni possibilità che un sovrano lituano possa appoggiarsi sulla ristretta classe dell'aristocrazia simpatizzante con la Polonia, è esclusa, e cade, quindi, l'argomento principale degli avversari di una Lituania indipendente con un proprio sovrano.
Il diritto di darsi un proprio sovrano non potrà contestarsi al popolo lituano come non fu potuto contestare al bulgaro, che si diede un proprio monarca sulla base della autorizzazione accordatagli dal trattato del 1878. Pure i principi della Bulgaria non si sono appoggiati sul piccolo nucleo ottomano della popolazione, ma sulla stragrande maggioranza del popolo, conducendo, con questa saggia politica, la Bulgaria al suo odierno splendore.
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L'unione personale con l'Imperatore di Germania, che si proporrebbe per la Lituania, deve essere respinta dal popolo lituano, sia nel suo proprio interesse, sia in quello della Germania. I Lituani esigono un sovrano cattolico, persuasi che il vincolo che unisce una dinastia cattolica con un popolo cattolico è, come la storia insegna, assai più stretto ed intimo del vincolo con una dinastia che non confessi la medesima religione del paese, sicché rimane straniera e incompresa al popolo in un campo importantissimo della vita pubblica: in quello della religione e dell'esercizio del culto. A torto si citano gli Stati confederati tedeschi nei quali la dinastia non professa la medesima religione del popolo, perché in essi esistono rapporti consolidati da una lunga tradizione, mentre in Lituania lo Stato deve essere fondato sopra basi affatto nuove. Le esperienze che la Lituania ha fatto già due volte col sistema dell'unione personale (1569-1795 e 1795-1915) non sono tali da invogliare ad un nuovo tentativo. La Lituania, sotto questo sistema, ha subito nel campo religioso una deplorevole oppressione. Siccome i funzionari tedeschi assegnati alla Lituania, in conseguenza dell'unione personale, sarebbero, secondo le consuetudini, in prevalenza protestanti, è difficile negar fondamento al timore di molti Lituani che questi funzionari si dimostrerebbero senza intelletto per la peculiarità religiosa del nostro popolo e prenderebbero misure sbagliate, che la popolazione sentirebbe come un'oppressione. Le cattive esperienze già fatte con una parte dei funzionari protestanti in Lituania corroborano questi timori. A ciò si aggiunge che l'istituzione del luogotenente imperiale, in considerazione dello stato di cose nell'Alsazia-Lorena, deve apparire tutt'altro che desiderabile al popolo lituano, tanto più che se l'Alsazia-Lorena è un paese tedesco, la Lituania, invece, è un paese di lingua straniera. Infine, i Lituani temono assai che con l'unione personale venga attuata in Lituania, mediante leggi speciali, l'espropriazione forzata della grande proprietà fondiaria polacca, e che il passaggio dei beni liberi a Tedeschi e
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protestanti divenga sistema, onde il sorgere di nuovi e pericolosi motivi d'attrito.
Per tutte queste ragioni è chiaro che l'opposizione del popolo lituano all'unione personale è giustificata dalle speciali condizioni del nostro paese. Una Lituania autonoma ed indipendente si assumerà volentieri e si manterrà fedele alle obbligazioni di carattere internazionale che contrarrà con la Germania. Ma come la Germania respinge, a ragione, ogni intrusione di Stati stranieri nelle sue faccende interne, così pure la Lituania esige di dare alle sue faccende interne l'assetto conforme alle sue peculiarità storiche e di opporsi ad ogni ingerenza esterna. Il diritto dei popoli a disporre di sé stessi implica che il popolo lituano possa scegliersi liberamente la forma di Governo e il capo dello Stato. La parola della Germania e le sue ripetute dichiarazioni escludono ogni altra soluzione. Noi attendiamo, perciò, con fiducia la decisione del Governo germanico, convinti che essa sarà ispirata alle norme del diritto e della giustizia.
1Masch. eingefügt.
Empfohlene Zitierweise
Delegation des litauischen Staatsrats, [Kein Betreff] vom vor dem 25. März 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 433, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/433. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 17.06.2011.