Dokument-Nr. 453

Erzberger, Matthias: Il vittorioso proseguimento dell'offensiva tedesca, vor dem 13. April 1918

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Della pausa subentrata nello scacchiere occidentale dopo le vittoriose operazioni delle truppe tedesche avevano approfittato i Governi dell'Intesa per far diffondere dalla loro stampa che l'offensiva tedesca era venuta meno, che l'iniziativa era ormai passata alla direzione degli eserciti alleati. Gli avvenimenti che si stanno maturando e de' quali già si scorge il profilo, dimostrano però che soltanto il desiderio ha spinto l'Intesa a una simile rappresentazione dello stato delle cose. È vero che si ebbe un periodo di tre giorni diverso dal precedente pieno di fatti memorabili. Ma esso non significò la fine della grande offensiva tedesca, ma unicamente una presa di fiato prima di nuove gesta, necessario per preparare a queste la base. La prima parte dell'offensiva tedesca ebbe per scopo il conseguimento di un vasto campo di operazione, che servisse di base all'effettuazione delle idee strategiche del Comando Supremo.
Questo scopo fu pienamente raggiunto. L'epilogo della prima parte si ebbe principalmente col forzato ripiegamento dell'esercito di riserva francese comandato dal generale Foch, la cui entrata in azione si era fatta sentire il 30°maggio. Già in questo giorno l'esercito di riserva non era più intatto. Esso aveva dovuto cedere parecchie divisioni per venire in diretto soccorso degl'Inglesi. Le forze che Foch, che comanda dal 29°marzo le truppe anglo-francesi, condusse, egli le lanciò contro il fianco meridionale dell'esercito Hutier, nei dintorni di Moreuil sino a Noyon. Ma le sue truppe, già durante la marcia, vennero attaccate dalle avanguardie tedesche, battute e sloggiate dai villaggi di Fontaine e Mesnil. Fra Montdidier e Noyon le truppe tedesche, controbattendo gli attac-
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chi nemici, conquistarono il forte Renaud a sudovest di Noyon, e che domina tutta la valle dell'Oise sino a Compiègne ed oltre. Al tempo stesso i Tedeschi avanzarono ancora nel territorio a sudest di Amiens, fra Luce e Avre, passarono l'Avre e si avvicinarono, combattendo, ad Amiens. In questo modo l'attacco tedesco in dieci giorni aveva dato per risultato un guadagno territoriale di quasi 75°chilometri di profondità. Le truppe tedesche si trovavano a circa 16°chilometri da Amiens.
Si trattava, adesso, di consolidare la propria posizione nella zona di operazione conquistatasi e di stabilire le comunicazioni alle spalle. Bisognava assicurare i rifornimenti di munizioni, di materiale bellico e di viveri. I ponti fra le vecchie fonti d'energia e il fronte dovevano essere costruiti. Ma tutti questi ponti dovevano essere gettati sopra uno spazio di oltre sessanta chilometri con un difficile lavoro di strade carreggiabili e ferrate. Era pure giocoforza conceder un paio di giornate di riposo alle truppe per metterle in grado di compiere un nuovo sforzo. Così era accaduto, nel 1915, dopo la battaglia di Gorlice; così nelle campagne contro la Rumenia e la Serbia, così in Italia sulle sponde del Tagliamento.
Non per questo, però, la lotta fu interrotta del tutto. Francesi ed Inglesi, in accaniti contrattacchi, cercarono di riconquistare il terreno perduto e alcuni punti per essi importanti. Questi contrattacchi vennero però respinti dalle truppe tedesche, che s'impadronirono di altre alture e raddrizzarono opportunamente le loro linee. I combattimenti che ebbero luogo furono gravi, ma, in complesso, su tutto il fronte non si ebbe l'impressione di operazioni in grande. La linea tedesca si spinse in-
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nanzi continuamente. Ingenti masse di truppe inglesi furono tenute in scacco sull'ala settentrionale del fronte di battaglia, presso Arras, che venne accerchiata. Al centro e sul fronte meridionale i Francesi concentrarono sempre nuovi rinforzi, soprattutto a difesa di Amiens, nel trilatero fra la Somme e l'Avre. Ma proprio qui le truppe tedesche progredirono notevolmente. Specialmente degni di nota sono i progressi fatti nella valle della Luce e la conquista delle alture a sudovest di Moreuil.
Dal 4°aprile la calma relativa principia ad aver fine. Noi siamo spettatori di combattimenti che possono considerarsi il prologo immediato dell'occupazione di Amiens. A sud e a nord della Somme nuovi progressi delle truppe tedesche annunziano i prossimi grandi avvenimenti. Lungo la Somme è stata conquistata Hamel; a ponente dell'Avre Castel e Mailly; a nord della Somme, a destra e a sinistra di Albert si è guadagnato terreno. Inglesi e Francesi operano invano, con truppe in formazione compatta tolta da altri settori del fronte, attacchi contro questi punti, caduti in mano dei Tedeschi. Con la presa di Castel i Tedeschi si sono spinti sino a 13 chilometri da Amiens.
Così il fronte di battaglia dinanzi Amiens è divenuto, adesso, il settore più interessante del fronte d'attacco tedesco. Uno sguardo all'indietro dimostra che tutte le mosse conversero a questa meta. Cinque corsi d'acqua scorrono verso Amiens, da sud a nord; la Noye, l'Avre, la Luce, la Somme e l'Ancre. Nelle valli di tutti questi fiumi si aveva l'avanzata tedesca. Quattro grandi strade militari conducono concentricamente ad Amiens: da Montdidier e Moreuil l'una; da Royon e Roye un'altra; da Saint Quentin e Estrée-Varfusée una terza; da Cambrai per Bapaume-Albert una quarta. Le prime tre strade menzionate
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corrono fra l'Ancre e l'Avre, l'ultima a nord dell'Avre e della Somme. Su tutte le quattro strade le truppe tedesche si sono avanzate di 75°chilometri dai loro punti di partenza. Il fronte, da principio di 80°chilometri, si è accorciato di 40 chilometri fra Montdidier e Albert. Entrambi i fianchi degli eserciti sono stati ripiegati indietro, a nord presso Arras, sulla Scarpe, a sud presso Noyon sull'Oise.
Amiens è divenuta la meta del Comando tedesco non soltanto perché è un importante nodo ferroviario, un luogo di tappa ed un arsenale di prim'ordine per l'esercito inglese, ma anche perché, in un semicerchio di circa 15°chilometri di raggio, è schierato intorno ad essa il grosso dell'esercito inglese. Una volta che questo sia definitivamente sconfitto e Amiens presa, tutto il fronte anglo-francese, che sin qui aveva assunta la figura di un angolo, verrà ad essere spezzato proprio nel punto d'incontro dei due lati. A ciò mira evidentemente il Comando tedesco. Al movimento d'avanzata concentrico nulla più si oppose dopoché il tanto decantato grande esercito francese di riserva sotto il generale Foch, si era impegnato a difesa di Amiens con un attacco di fianco e stremato inutilmente in lotta contro l'ala meridionale tedesca. Amiens è bombardata già da vari giorni da cannoni di grosso calibro. È da aspettarsi che la prossima decisione della sorte di Amiens darà origine pure ad altri avvenimenti. Degno di nota è che giornal'Inglesi, che, come i francesi, tradiscono gravi ansie per la situazione, pubblicano notizie stando alle quali il Comando tedesco disporrebbe ancora di enormi riserve e avrebbe posto in azione soltanto la metà delle sue forze.
A ragione l'Intesa conta, perciò, con ogni sorta di
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sorprese su altri punti del fronte originario. Essa si adopera quindi a concentrare sul fronte tutte le riserve disponibili, cosa oltremodo urgente specie se sono esatte le notizie giunte via Hull, in Olanda e secondo le quali gl'Inglesi hanno perduto, dal 21°marzo al 5°aprile, fra morti, prigionieri e feriti circa mezzo milione di uomini! Per accrescere le riserve si pensa, in Inghilterra, ad estendere il servizio militare obbligatorio sino al cinquantesimo anno di età. Pure in Francia si meditano provvedimenti simili. E più che dubbio, però, che essi avranno il successo sperato. Del resto molto più che il numero dei combattenti è la loro qualità e l'abilità del comando il fattore decisivo. Dai racconti dei prigionieri risulta che il Comando inglese ha dato prova di una inquietudine nervosa, lanciando alla spicciolata, nella gigantesca battaglia così come giungevano, i rinforzi, invece di impiegarli in compatte omogenee unità. La conseguenza fu una confusione inestricabile fra le truppe inglesi. In un gruppo di 18 prigionieri inglesi vennero trovati soldati di cinque divisioni diverse. E che poi il morale dei soldati nei reggimenti inglesi lasci molto a desiderare; che avvengano ribellioni cruente lo ha dimostrato una lista di condanne a morte, per disubbidienza o viltà di fronte al nemico, caduta in mano dei Tedeschi. Per rinfocolare l'ardore battagliero si è dovuto ricorrere all'alcool e a false notizie di vittorie.
I Francesi si battono, invece, con slancio e intrepidezza. Essi hanno appoggiato dappertutto senza risparmiarsi, i loro compagni d'armi ed han fatto con rara abnegazione i più gravi sacrifici di sangue. Ma negli ultimi combattimenti si sono notati, anche fra loro, gl'indizi di abbattimento morale, spiegabile, in gran parte, con la brutalità
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del loro comando e con l'ira crescente verso gl'Inglesi.
La stampa dell'Intesa osa parlare ancor oggi di successi franco-inglesi e predire la prossima fine catastrofica dell'avanzata tedesca: ma il bottino fatto dai Tedeschi dovrebbe, da solo, indurla a smettere con simili vantazioni. Il bottino fatto dal 21°marzo sino al 5°aprile si compendia nelle cifre di 90.000°prigionieri e 1.300°cannoni.
Un bottino simile si è avuto o è stato superato solo in pochi episodi di questa guerra. Adesso piogge dirotte hanno convertito i campi di battaglia della Piccardia in un immenso pantano, come quelli delle Fiandre. Ciò nonostante le colonne tedesche d'attacco si sono spinte ancora avanti. L'artiglieria tien loro dietro e come essa sarà riuscita a sormontare le difficoltà del terreno, l'ultimo atto del gran dramma di Amiens non tarderà più troppo a svolgersi.
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, Il vittorioso proseguimento dell'offensiva tedesca vom vor dem 13. April 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 453, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/453. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 02.03.2011.