Betreff
Mons. Arcivescovo di Monaco-Frisinga Mons. Vescovo di Rottenburg
Confidenziale e personale
Il monastero dei
Nel mio rispettoso Rapporto confidenziale del 22 Ottobre p. p. riferì ebbi l'onore di riferire segnalare all'E. V. R. le inimicizie e gli attacchi, di
cui era fatto segno il Signor Deputato Erzberger, anchespecialmente da parte di ragguardevoli cattolici e membri del Centro. Tali opposizioni non sono cessate né diminuite; ché anzi varialcuni personaggi politici cattolici di parte conservatrice, fra i quali il Barone Frankenstein, notonoto membro del Reichstag, sono venuti a visitarmi, pregandomi di far conoscere alla S. Sede che il Sig. Erzberger, il quale è ritenuto come l'uomo da molti come l'uomo di fiducia <il quale è ritenuto da molti come la principale fonte d'informazioni della Nunziatura e della stessa S. Sede,> non rappresenta,
sia dal punto di vista sia della politica estera che delle riforme interne, (soprattutto per ciò che concerne la riforma elettorale in Prussia e il cosidetto parlamentarismo) l'intiera frazione del Centro nel Reichstag medesimo, e molto meno l'intiero partito .del Centro germanico. Io risposi che senza dubbio il Sig. Erzberger forniva lefornisce spontaneamente e senza interruzione molte ed importanti notizie, ed anzi è forse l'unico uomo politico cattolico che spontaneamente
ed ininterrottamente
e senza interruzionerende tale servizio alla Nunziatura;
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ma che egli non è né l'unico né il più importante informatore, e che, del resto, io sarei stato riconoscentissimo anche ai membri della minoranza del Reichstag, alla quale i detti Signori appartengono, se con visite a voce od in iscritto volessero anch'essi darmi notiziefavorirmi sicuri ragguaglideglisui vari avvenimenti politici della Germania ed espormi intorno ad essi il loro punto di vista, giacchè soltanto dalla conoscenza e dal confronto delle varie tendenze è possibile trarre un giudizio esatto e completo della situazione.
Il malcontento dei menzionati Signori contro il Sig. Erzberger fu provocato specialmente dalla famosa risoluzionedichiarazione per la pace votataapprovata dal Reichstag il 19 luglio scorso. Votò contro unContro di essa votòDiede voto contrario una minoranza composta, deioltre che dei conservatori, deie dei nazionali liberali, e didi cinque membri del Centro; due deputati di questo pa altri si astennero, giacché, non ostante la loro oppo avversione
contro di verso di essa, non volevano porsi,assumere, in un cosi importante momento, in un troppo aspro atteggiamentoatteggiamento troppo aspro
contro di fronte alla pace. La maggioranza del partito era divisa in due gruppi, dei quali l'uno approvava pienamente il pensiero di Erzberger, men-21r
tre l'altro aveva al riguardo più o meno gravi preoccupazioni, e probabilmente si sarebbe schierato contro la proposta, se non fosse stato sorpreso colto di sorpresa ed impressionato dai discorsi dell'Erzberger medesimo nella Commissione del Bilancio.
Una tale divisione della frazione del Centro corrisponde alla divergenza di vedutediversità di opinioni, che da lungo tempo esiste in seno ad essa circa la questione deglidei cosidetti [sic] scopi di guerra o Kriegsziele. Tutti son d'accordo in ciò che l'integrità territoriale della Germania è inviolabile e per essa deve essere difesa fino all'estremo; tutti però sono pure, d'altra parteod almeno dicono di essere uniti nel più vivo desiderio di una sollecita pace; tutti ammettono del pari che deve essere in ogni caso garantito il libero futuro sviluppo economico della Germania e<d> messa il più possibile tutelata la sicurezza della patria. Piani di conquista, brame di annessioni, umiliazione e annientamento dei nemici, non trovano come scopi a se stessi, non trovano aperti seguaci nelle file del Centro.
Tuttavia,
pure entro questi limiti si manifesta una profonda divergenza di vedute. Non pochi, infatti, ritengono che senza ingrandimenti di 21v
territorio e corrispon relative indennità di guerra è impossibile assicurare alla Germania la sicurezza politica ed il necessario sviluppo economico; ed in particolare nella questione del Belgio stimano inammissibile per gl'interessi la restaurazione di questo quel paese nella sua piena indipendenza. Per questo motivo la formula di Scheidemann "senza annessioni, senza contribuzioni" incontrò anche in alcuni circoli del Centro la più viva disapprovazione; e così pure nella risoluzione del 19 Reichstag del 19 luglio fu soprattutto la rinunzia alle annessioni ("erzwungene Gebietserweiterungen") che suscitò la maggior opposizione, opposizione divenuta poi sempre più viva dopo i recenti successi degli Imperi Centrali e che la quale assai probabilmente aumenterà ancora, se, liberato il fronte orientale, essi potranno svolgere (come qui già si attende) una grande offensiva in occidente contro l'Inghilterra e la Francia.
L'azione di Erzberger ebbe come necessaria conseguenza la formazione nel Reichstag di una maggioranza composta del Centro, dei progressisti e dei socialisti. La comunanza di lavoro fra questi tre partiti è divenuta sempre più stretta; tutte le questioni importanti sono ris discusse e risolte dai loro capi,(il più delle volte colla partecipazione dei nazionali liberali,) in riunioni, nelle quali il Centro è rappresentato da Erzberger con Trimborn o Fehrenbach. Il risultato è che i detti partiti d presentemente decidono e determinano d'accordo la politica estera ed interna della Germania.
Ora il Barone Franckenstein ed i suoi amici 22r
profondamente deplorano tale intima alleanza , del Centro,– non perper modum actus ossia in vista di uno scopo speciale, ma in viamodo
permaabitualeper modum habitus, – del Centro con gli altri due sunnominati partiti di sinistra, i quali vogliono la parlamentarizzazione e la centralizzazione della Germania, due tendenze che il Centro aveva fino ad ora fondamentalmente combattute. Né basta; il Centro (osservano pure i detti Signori) si è unito in un lavoro comune con quei partiti, che vogliono eliminare dallo Stato l'idea cristiana e più o meno volgono i loro sforzi a separare la la scuola e lo Stato dalla Chiesa, ed anzi si oppongono persino alla adozione di provvedimenti legislativi perdiretti a proteggere la gioventù dalla letteratura irreligiosa ed immorale.
A
q<Q>uesto
A qQuesto gruppo del Centro di tendenze strettamente conservatrici nella politica interna ee pangermanistiche nella politica estera pangermanista, ee che perciò [aderente] inclina versoail nuovo partito della Patria (Vaterlandspartei) capitanato dal famoso Ammiraglio von Tirpitz, è sostenuto da
aderisce è favorito e sostenuto da una notevole parte del clero sia secolare che regolare, ed anchesoprattutto(come mi si assicura ed ebbi già occasione di accennare all'E. V. nel mio succitato Rapporto)
dall <dal>l'Eminentissimo Sig. Cardinale von Hartmann, Arcivescovo di Colonia. Ai quali tutti, nat per naturale conseguenza, non è potuta riescire accetta l'opera di questa Nunziatura, diretta
la quale
che
era indirizzata ad appoggiare con doveroso zelo l'azione del S. Padre 22v
a favore della pace in armoniaconformità delle basi proposte nell'venerabile Appello Pontificio, e chela quale quindi coincideva piuttosto col programma di Erzberger e colla risoluzione del Reichstag che coi postulati del partito della Patria. I cattolici suddetti di tendenzevedute conservatrici e pangermanisti che accolsero senza dubbio il sullodato Appello col dovuto rispetto; tuttavia, in realtà, ne furono malcontenti, giacché era apparso ad essi comesembrò loro ad essi contrario alle loro aspirazioni e come favorevole all'Intesa. Perciò tennero a dichiarare che la Nota Pontificia non costituiva una questione di coscienza, né una risoluzione in materia di fede o di [valo] morale, né un provvedimento di regime ecclesiastico interno; ed anche quanto ai singoli punti della Nota medesima espressero le loro riserve , specialmente per ciò che riguardao alla questione del Belgio. (Cfr. anche P. Ehrle S. J., "Die päpstliche Friedensnote an die Häupter der Kriegsführenden Völker vom I. August 1917" in Stimmen der Zeit, 94. Band, I. Heft, October 1917). Quanto all'Alsazia-Lorena, una tale questione, secondo essi, loro, non esiste nemmeno per la Germania.
Vengo ora più particolarmente in me alla persona dell'Emo del prelodato Emo Card. von Hartmann. – Già prima che io venissigiungessi in Germania, 23r
l'Eminentissimo Arcivescovo di Colonia mi onorava, come all'<l'>Eminenza Vostra senza dubbio ricorda, di una continuafrequente e fre larga corrispondenza; e questa è continuata ininterrottamente dopo il mio arrivo qui, mantenendosi sempre cortesissima ed anzi, se la parola da parte mia non è troppo ardita, cordiale. L'Emo mi ha più volte interrogato su questioni di diritto (cfr., ad esempio, il mio Rapporto N. 1762 in data del 9 ottobre scorso); ed io, alla mia volta, gli ho testè sottoposto un miomio progetto di CircolareIstruzione ai Vescovi della Germania ed ai Superiori religiosi della Germania intorno al Clero militarizzato, che egli mi ha con sollecitudine restituito, dichiarando allora averla tenuta coi più altri
insieme facendo della medesima amplissimi elogi e chiamandola("vortreffliche, höchst begrüssenswerte Instruktion"). – In occasione del mio primo viaggio a Berlino ed al Quartier Generale, avevo deciso stabilito di recarmi anche a Colonia, come annunziai col mio rispettosoossequioso cifrato del 19 Giugno scorso, e della mia visita preavvisai di ciò avevo dato rispettosamente preavviso a quell'Eminentissimo; ma all'ul all'ultimo momento, essendo giunto invenuto a Monaco per alcune ore S. M. l'Imperatore d'Austria, che vi ricevette anche il Corpo diplomatico, fui obbligato a rimandare quella 23v
visita a tempo più opportuno (Cfr. Rapporto N. 440 del 30 Giugno p. p.). Ed infatti, ai primi di Settembre, prevedendo forse per qualche giorno una piccola sosta nel sempcontinuo lavoro di questa Nunziatura, mi affrettai di comunicare al Card. von Hartmann il mio proposito di effettuare la miail desiderato visita,viaggio;masenonché mi fu risposto che l'Eminentissimo
(il quale pur avevando vivo interesse di parlarmi, si trovava <però> in quel momento lontano da Colonia per una cura di bagni. D'allora in poi, a causa del sempre più incalzante lavoro cui devo attendere in questa Nunziatura, non ho creduto di potere in coscienza allontanarmi, anche per breveissimo tempo, da Monaco, se si eccettuino le quattro mezze giornate da me consacrate alle visite dei campi di prigionieri di Puchheim e di Ingolstadt. Ma anche di tale impossibilità ho dato con lettera ossequiosissima <conveniente> avviso al più volte lodato Arcivescovo, pregandoLo di scusare l'involontario ritardo ed assicurandoLo della mia costante brama di esprimergli personalmente i sensi della mioa profondissimoaossequiovenerazione e d'ascoltare da Lui quelle importanti informazioni e quel sapienti consigli, che Gli piacesse impartirmi. 24r
Malgrado tutto ciò, mi è giuntasecondo quanto mi è stato testè notizia dariferito, l'Emo von Hartmann si sarebbe lamentato di non avere avuto finora al Nunzio con me nessun abboccamento ed avrebbe deplorato che, che non ho ancora parlato con lui, mentre io sto tratto continuamente coll'Erzberger, non ho ancora parlato con lui, cheil qualeche potrebbe, assai meglio del detto Deputato e dei suoi seguaci, informarmi sui veri sentimenti della parte intelligente ed assennata dei cattolici della Germania. Sebbene, dopo quanto mi sono permesso di esporre più sopra tali
sulle intorno alle opinioni politiche dell'Arcivescovo di Colonia, tali sue manifestazioni, dell'Arcivescovo di Colonia, se pure rispondenti pienamente a verità, non debbono
mi abbianoreca
retosorpresa,non sembrami non debbano recare sorpresa, tuttavia ho creduto mio dovere di segnalarsile all'E. V., innprimariamenteinnanzi tutto per chiedere, qualora Ella lo giudichi opportuno,utile, il permesso di allontanarmi per qualche giorno da Monaco e recarmi a Colonia, ed in secondo luogo per implorare al riguardo dall'E. V. quelle istruzioni, che stimasse del caso.
Dopo di ciò, mentre colgo questa occasione per umiliare fin da ora all'E. V. i più vivi auguri di 24v
ogni bene nella ormai prossima ricorrenza delle SS. Feste Natalizie, mi inchino al bacio
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 08. Dezember 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 4785, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/4785. Letzter Zugriff am: 27.12.2024.