Dokument-Nr. 4857
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 15. November 1918
Schreiber (Textgenese)
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La rivoluzione in Baviera
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inauditi sacrifizi. I soldati potevano essere il
braccio forte della rivoluzione. Sotto il peso di una disciplina resa anche più ferrea per
le esigenze della guerra, anch'essi, tormentati da lunghe e penose privazioni, erano esca
facile al terribile incendio. A queste condizioni psicologiche deve aggiungersi l'esempio della Russia e la propaganda socialistica nell'esercito. Queste possono indicarsi come le cause remote della rivoluzione. Fu un calcolo sbagliato quello di credere che gli eccessi, in cui aveva degenerato la rivoluzione russa, fossero un esempio salutare
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pei rivoluzionari degli altri paesi. Quelli che per gli
uomini d'ordine erano stragi, rapine e massacri, per gli uomini che sognavano e lavoravano per la rivoluzione erano avvenimenti che li incoraggiavano e li spingevano verso la
realizzazione dei loro truci ideali. La propaganda socialistica poi nelle file dell'armata
era stata così larga e continua, che non poteva mancare di portare i suoi
effetti.Tuttavia che in Baviera così presto scoppiasse
Per le ore 3 del giovedì 7 corr.
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il partito
socialista e le Associazioni libere operaie avevano preparata una grande dimostrazione perla pace, ricorrendo in quel giorno l'anniversario
della Rivoluzione russa. Per celebrare in questa occasione la unione dei socialisti
con gli indipendenti (sinistra dei socialisti) parlarono in quel giorno oratori dei due
partiti. Naturalmente gli indipendenti proposero un ordine del giorno radicale, che andava
dalle provvidenze sociali per gli operai e soldati all'abdicazione del Kaiser ed alla
rinunzia del Kronprinz.Già durante i discorsi e la dimostrazione che ne seguì i soldati si agitavano fra la folla (che fu computata a parecchie centinaia di mi-
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gliaia di persone), e tale agitazione militare era
capitanata dal pubblicista Kurt Eisner e dal Deputato Gandorfer. Gli animi si erano accesi,
la calma si andava perdendo, i tumulti minacciavano. Dopo avere urlato abbasso al Re ed al Kaiser sotto la Residenza, fino a tarda ora, i capi
rivoluzionari vollero tentare il colpo. Soldati e folla si avviarono verso le caserme.
Quello che ivi successe non è descrivibile. Tutto fu devastato, rubato fra la sommossa senza
freni e senza limiti della soldataglia. Gli ufficiali costretti a fuggire, disarmati e
percossi, ob-15v
bligati a strappare dal berretto la coccarda
nazionale, che già tutti i soldati avevano strappata e buttata via. Nessun battaglione, nessuna compagnia,
nessun soldato della guarnigione (come mi disse il giorno dopo 16r
di mitragliatrici, di bombe a mano, delle quali i soldati
si erano impadroniti nelle caserme, saccheggiando tutti i depositi di munizioni. La lotta
più tragica si svolse all'Hôtel "Bayerischer Hof" in vicinanza del Ministero dellaguerra. I soldati dimostranti nelle strade credettero che dalle finestre dell'albergo fosse partito un
colpo sparato da un ufficiale. In preda alla pazzia più bestiale cominciarono a tirare colpi
di mitragliatrici sull'albergo ed ad invaderlo nella maniera più minacciosa. Si dovette al
sangue freddo del proprietario dell'Albergo stesso se non 16v
successe una carneficina. Nondimeno la popolazione in quella notte se non aveva potuto dormire tranquillamente credette in generale che
Infatti nella storica notte i rivoluzionari si impadronirono del Landag ed ivi proclamarono un Consiglio provvisorio di operai, soldati e contadini, proclamando la Baviera repubblica democratica e sociale
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e decaduta la Dinastia dei Wittelsbach. Nella mattinata, nella gran sala delle sedute del Landag fu tenuto il parlamento provvisorio e costituito il Ministero, di cui Kurt Eisner si proclamò Presidente e Ministro degli Esteri; Vice Presidente e Ministro dei culti il deputato Hoffmann, mentre gli altri portafogli furono assegnati per acclamazione ad altri fra i più noti rivoluzionari e la direzione della polizia all'operaio e semplice soldato Steiner
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uscito due settimane innanzi dal carcere per delitti
politici. Quando Kurt Eisner ritenne per sé la presidenza del
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e che la minaccia la vita religiosa, politica e sociale. Si racconta
che nella prima seduta segreta l'Eisner abbia esclamato: "Adesso bisogna finirla con preti". Gli altri Ministri trovarono che il momento non è
ancora arrivato. Ed infatti la tattica dei rivoluzionari si esplica per ora col non urtare
il sentimento della popolazione. Fanno credere che daranno piena libertà di culto, che non
vi sarà un altro Kulturkampf, che le coscienze saranno rispettate. E frattanto il nuovo
Ministro dei culti è un Protestante e noto anticlericale. Grazie a Dio, i cattolici ba-
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varesi già hanno preso posizione. L'organo dei cattolici
di Monaco il Bayerischer Kurier in un articolo chiaro ed energico ha dichiarato che i cattolici non
provocheranno disordini, ma, fidando nelle promesse di liberta del Governo rivoluzionario, pretendono questa libertà
per la religione, per le scuole, per l'esercizio del culto e difenderanno a spada tratta i
diritti ed i beni della Chiesa. Le associazioni operaie cattoliche in una solenne riunione ha affermato lo stesso programma. L'Episcopato si consulta a vicenda per stabilire una linea di condotta unica ed energica. Il
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Centro non dorme. Il clero, gli ordini religiosi cercano di salvarsi e salvare i loro diritti e
le loro proprietà. La catastrofe è però immensa e tutto fa temere che giorni tristi si avvicinano per la Chiesa cattolica in Baviera. L'opinione generale è che
gli uomini che stanno al potere non
potranno rimanervi a lungo. Tutti sperano nelle elezioni per l'Assemblea Nazionale, tutti vi
si preparano. Ma chi non sa che le elezioni son fatte dal Governo, che ha nelle mani il potere? La Monarchia – a pareredei più, è
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tramontata per sempre, tanto più che il Re ha abdicato e sciolto gli ufficiali dal giuramento e che con la Monarchia bavarese sono tramontate l'una dopo l'altra
tutte le Case Regnanti in Germania, cominciando da quella degli Hohenzollern. Il Centro, il partito liberale, il progressista, un nuovo partito
cattolico e popolare 20r
queste elezioni? L'avvenire Per completare questo rapporto scritto con cuore addolorato, e
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commosso, dirò che all'indomani della proclamazione della
Repubblica il Corpo diplomatico (formato di soli tedeschi e del Ministro d'Austria) si
radunò presso di me per una conferenza circa l'atteggiamento da tenere verso il nuovo
Governo. Dopo lunga discussione fu deciso unanimamente di astenersi da qualunque atto che potesse
apparire come un riconoscimento del Governo medesimo. Il giorno dopo, l'Uditore Mgr. Schioppa si recò presso il Ministro Presidente e non senza difficoltà poté ottenere il permesso della corrispondenza cifrata e per la corrispondenza chiusa indirizzata al Rappresentante Pontificio a Berna