Dokument-Nr. 5288
Gasparri, Pietro an Maglione, Luigi
Vatikan, 25. März 1918
In riscontro al Rapporto N°. 2041 del 5 corrente, riguardante una comunicazione di S. E. il Signor Dr. De Mühlberg, circa la provvista di Vilna, mi do premura di significarLe quanto appresso affinché Ella ne voglia dar conoscenza allo stesso Signor Ministro:
La Santa Sede, nonostante le insistenti domande dei Comitati Lituani nella Svizzera, i quali per motivi di nazionalità chiedevano l'amozione di Mons. Michalkiewicz e la sua sostituzione con un Prelato appartenente ai partiti militanti lituani, aveva deciso di nulla mutare, fino alla conclusione della pace, dello stato di cose esistente a Vilna dal 1908.
Tale decisione non era soltanto motivata dall'assenza di sufficienti ragioni canoniche, per tale provvedimento; ma anche dal fondato pericolo di maggiormente eccitare in tempo di guerra, le gravi contese di nazionalità, nella città e diocesi di Vilna, ove, secondo le statistiche indicate dagli stessi Lituani gli abitanti che parlano tale lingua
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sono di numero inferiore a quelli di lingua polacca o di lingua bianco russa.Nonostante siffatta decisione la Santa Sede, in seguito ai reclami presentati dall'Imperiale Governo Tedesco contro detto Prelato, ha consentito ad invitarlo a dare le sue dimissioni dall'Ufficio di Amministratore Apostolico, ed infatti egli le trasmetteva a Mgr. Nunzio Apostolico di Monaco con lettera diretta al Santo Padre.
Ora il Governo Imperiale sembra ritenere che l'allontanamento duraturo di Mons. Michalkiewicz dai territori occupati in Oriente sia assolutamente necessario, altrimenti non si potrebbe evitare il suo arresto ed il suo trasporto fuori del paese.
Non isfuggirà però al Governo Imperiale che per allontanare in modo duraturo un Membro del Capitolo Cattedrale qual è Mons. Michalkiewicz dal luogo della sua residenza si esigono, secondo la procedura ecclesiastica, proporzionate ragioni canoniche.
Se il Governo Imperiale, da parte sua, ha sufficienti e fondati motivi per ritenere che la volontaria partenza di Mons. Michalkiewicz eviterebbe al medesimo Prelato gravi provvedimenti, il Governo stesso potrà certamente trovar modo di fargli comprendere le sue attuali difficoltà e la convenienza che egli si allontani spontaneamente dai territori suindicati. Per conto suo la Santa Sede non mancherebbe di adoperarsi per addolcire la penosa situazione in cui il medesimo
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Mons. Michalkiewicz verrebbe a trovarsi ed a procurargli un conveniente soggiorno.Per ciò che concerne la designazione di un Prelato per Vilna, circa la quale il Governo Imperiale mostra ritenere di essere subentrato nei diritti del Governo Russo, la Santa Sede fa osservare:
In linea di diritto:
1) È comune dottrina canonica che i privilegi politici-religiosi, di origine Concordataria, concessi ad un Sovrano, non passano, senza un nuovo accordo colla S. Sede, al Governo che gli succede. Ciò vale a più forte ragione per un Governo Occupante, e per ciò stesso provvisorio;
2) L'Articolo 12 del Concordato colla Russia, così concepito: designatio episcoporum pro dioecesibus et pro suffraganeatibus imperii russiarum et poloniae regni per singulas vices locum habe b it , consiliis ante habitis inter imperatorem et S. Sedem . Institut io canonica ipsis a romano ponti fice dabitur iuxta consuetum morem , riguarda soltanto la designazione dei Vescovi (non quella degli Amministratori Apostolici) e stabilisce che essa sia fatta dalla S. Sede, previa intesa coll'Imperatore.
3) Per la Santa Sede non hanno alcun valore le indebite ingerenze, o arbitrarie disposizioni, introdotte al riguardo dal Governo Russo, perché esse, essendo state prese unilateralmente, non furono
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mai riconosciute dalla Santa Sede medesima.In linea di fatto, poi, la Santa Sede per cortese deferenza verso l'Autorità occupante, Gli ha indicato fin dal 21 dello scorso mese di Gennaio due candidati all'Ufficio di Amministratore Apostolico: il Rev. Giovanni Uszyllo, di nazionalità bianco russa, ed il Rev. Giorgio Matulewicz, di nazionalità lituana, che la Santa Sede medesima ebbe cura di scegliere tra gli ecclesiastici idonei non immischiati nelle contese nazionalistiche che lacerano la diocesi di Vilna, e che quindi possono dare affidamento di agire con equità e di svolgere la loro azione ecclesiastica a bene delle anime.
Com'è ben noto al Governo Imperiale e come è stato accennato in precedenza, la diocesi e specialmente la città di Vilna è abitata da una maggioranza di lingua polacca, e quindi non si potrebbe nominare Amministratore Apostolico un ecclesiastico militante nel partito nazionalista lituano o compromesso per le sue idee politiche, perché ciò sarebbe un grave impedimento al disimpegno dell'alto ufficio ecclesiastico affidatogli e si ecciterebbero inoltre le gravi lotte di nazionalità che turbano quella regione.
La Santa Sede quindi è obbligata ad insistere sui nomi suindicati anche nell'interesse della pacificazione degli animi in Vilna che sta certamente a cuore dell'Imperiale Governo tedesco.
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Nel renderla di ciò intesa, profitto dell'incontro per raffermarmi con sensi di sincera e distinta stimaDi V. S. Ill.ma
Aff.mo per servirla
(fir.) P. Card. Gasparri