Dokument-Nr. 5452
Macinanti, Temistocle
an Pacelli, Eugenio
Como, 21. Dezember 1918
Si era in istato di rivoluzione, col campo demolito, invaso da borghesi, con oltre 1.300 prigionieri ancora distaccati ai comandi di lavoro o che dovean rientrare per partire, mentre i presenti al campo, città di Mannheim e dintorni, con i quali si era in relazione ammontavano a circa 2.000, tutti in preda all'entusiasmo per la partenza che non veniva mai, malgrado promessa giorno per giorno, ora per ora.
A questi ultimi (2.000 circa) venne distribuito il dono della prelodata S. S. mentre gli altri, non più rientrati al campo
118v
ne rimasero senza.Intanto, contro ogni previsione, alla sera del 6 corrente venne l'ordine di sgombrare in men che si dica [sic] il campo; le vettovaglie in potere dei prigionieri doveano essere caricate ed avviate su Strasburgo ove sarebbero rimaste a disposizione delle truppe dell'Intesa.
Lo scrivente, nell'impossibilità assoluta di rispedire a Vostra Eccellenza i doni rimasti e non ritenendo d'altra parte conforme ai desideri dell'illustre e benemerito donatore, la spedizione a Strasburgo, consegnò in fretta e furia i doni rimasti al molto Reverendo Signor Landolin Kiefer, parroco cattolico di Mannheim (Waldhof) persona di fiducia degli italiani, che si è volentieri sobbarcato all'onere di rispedire i doni non distribuiti.
Chi scrisse, ha avuto incarico di provvedere perché pervenga l'espressione della più viva gratitudine e riconoscenza al Sommo Pontefice, più che pel dono ricevuto, pel costante, paterno, amorevole interessamento in pro dei prigionieri che valse ad alleviare tante sventure, a mitigare tanti dolori.
Con tali sensi la prego, Eccellenza, di gradire gli omaggi devoti dell'umilissimo
Il Presidente del Comitato
Prigionieri Italiani del Campo di Mannheim
Macinanti Temistocle
Maresciallo Maggiore a cavallo dei Reali Carabinieri
Legione Allievi – Roma