Dokument-Nr. 6082
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 17. Oktober 1918

Regest
Die zweite Antwort Wilsons, die sich von der ersten nach Form und Inhalt stark unterscheidet, hinterließ in Deutschland einen niederschmetternden Eindruck. Die gesamte Bevölkerung war demoralisiert, besonders da man sich bis vor einigen Monaten in blinder Siegesgewissheit wähnte. In den Volksparteien wächst immer mehr die Stimmung gegen die militärischen Befehlshaber, die die Nation mit ihren Versprechungen getäuscht haben. General Ludendorff suchte sich damit zu entschuldigen, die gegenwärtigen Misserfolge gingen auf die Weigerung der Soldaten, an der Front zu kämpfen, zurück. Tatsächlich haben die sozialistische Propaganda und das durch Misserfolge, Leiden und Mangel hervorgerufene Misstrauen den Kampfgeist geschwächt. Die Situation werde noch alarmierender, wenn man bedenkt, dass Graf von Thurn und Valsássina Pacelli mitgeteilt hat, Österreich werde aufgrund der täglich immer unerträglicher werdenden inneren Lage notfalls auch ohne Deutschland gezwungen sein, einen Separatfrieden zu schließen, der nichts anderes sein kann als eine bedingungslose Kapitulation. Von einigen hohen Funktionären im Berliner Außenministerium wird inzwischen erneut die Idee erwogen, dass der Papst zugunsten des Friedens intervenieren solle. Da ein direkter Appell der Zentralmächte an den Papst aber schädliche Folgen hätte, sollte der belgische König den Papst darum bitten. Kardinal Mercier sollte ihn mit seiner großen Autorität dazu bewegen, der, falls er bei König Albert keinen Erfolg haben sollte, auch selber an den Papst appellieren könnte.
Betreff
Notizie politiche
Eminenza Reverendissima,
La seconda risposta del Presidente Wilson, così diversa dalla prima per il contenuto e per la forma, ha prodotto in Germania, come era ben da attendersi, la più penosa impressione. Tutta la popolazione si trova in uno stato di depressione morale tanto più profondo, per quanto maggiore era, fino a pochi mesi or sono, la cieca sicurezza della vittoria, e specialmente nei partiti popolari cresce sempre più il malcontento contro le Autorità soprattutto militari, che avrebbero ingannato la Nazione con fallaci promesse. Il Generale Ludendorff si scusa dicendo doversi gli attuali insuccessi attribuire al fatto che i soldati al fronte si rifiutano di combattere; ed invero la attivissima propaganda socialista, da un lato, e, dall'altro, la sfiducia provocata dalle sconfitte e le sofferenze delle truppe sprovviste di nutrimento e di vestiti ne han-
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no necessariamente diminuito lo spirito combattivo. La situazione diverrebbe ancor più allarmante, se si verificasse quanto quanto ebbe ieri ad annunziarmi senza ambagi questo Signor Ministro d'Austria-Ungheria, Conte Thurn e Valsassina (come non ho mancato di significare all'Eminenza Vostra Reverendissima col mio rispettoso cifrato N. 237), e cioè che, qualora la Germania non riesca a raggiungere la pace, l'Austria, le cui condizioni interne divengono ogni giorno più gravi ed insostenibili, si vedrebbe costretta, pur col rammarico di abbandonare la sua alleata, a fare una pace separata, la quale non sarebbe poi altro che una incondizionata capitolazione.
Intanto mi è giunta confidenzialmente notizia (ed io credo doverla riferire all'Eminenza Vostra, non fosse altro come cronaca) che da alcuni alti funzionari del Ministero degli Esteri di Berlino, forse in seguito alla delusione provata per l'atteggiamento del Signor Wilson, si è di nuovo ventilata l'idea di un intervento del Santo Padre a favore della pace. Essendosi tuttavia compreso che un diretto appello delle Potenze centrali a Sua Santità non avrebbe se non effetti dannosi, è stato discusso se non fosse possibile di ottenere che l'iniziativa parta da qualche Sovrano
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dell'Intesa. Si è pensato a tal riguardo al Re Alberto del Belgio, e vi è stato anche che <chi>1 ha proposto che sarebbe bene indirizzarsi al fine suddetto, per mezzo di persona sicura e grata, all'Eminentissimo Signor Cardinale Mercier, il quale 1°) sarebbe il migliore intermediario per agire sul Re, 2°) gode di una così grande autorità che, qualora il Sovrano non volesse intervenire, potrebbe egli stesso prendere l'iniziativa. Se la cosa avrà seguito, sarà naturalmente mio dovere di tenerne informata l'Eminenza Vostra.
Dopo di ciò, chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1Hds. gestrichen und eingefügt, vermutlich vom Absender.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 17. Oktober 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 6082, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/6082. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 02.03.2011, letzte Änderung am 29.09.2014.