Dokument-Nr. 6103
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 29. Oktober 19171

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Sulla prop Progetto di autonomia dell'Alsazia-Lorena.
Col venerato Dispaccio N. 45728 in data del 13 corrente l'E. V. R., mi ordinava di as nel trasmettermi copia di una lettera di Monsignor Vescovo di Metz sul progetto di autonomia dell'Alsazia-Lorena, mi ordinava di informarmi se tale proposta ha abbia probabilità di successo e, nel caso affermativo, quali siano le dinastie che potrebbero aspirare alla sovranità di un tale Stato autonomo. In esecuzione pertanto di tali ordini, ho l'onore di riferire all'E. V. quanto segue:
I) Breve cenno sui precedenti storici della Costituzione dell'Alsazia-Lorena. – L'Alsazia-Lorena nei primi anni dell'annessione all'Impero tedesco germanico fu governata quasi esclusivamentedal potere militaresebbene vicino ad esso venisse fosse in seguito istituita, prima con voto puramente consultivo , poi con facoltà legislative (1877), una Commissione del paese (Landesausschuss), composta di notabili del luogo. Fin dal 1904 il partito del Centro nel Reichstag si studiò di migliorare la situazione di quelle due provincie, ot e di ottenere a tale scopo che l'Alsa-
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zia-Lorena avesse 1°) i suoi rappresentanti nel Consiglio federale o Bundesrat, 2°) una Dieta indipendente, da eleggersi mediante diritto di voto generale, eguale, diretto e segreto. Questi sforzi ebbero pieno successo nel 1911. Infatti colla legge dell'Impero di quell'anno l'Alsazia-Lorena ottenne 1°) tre voti nel Consiglio Federale, i quali, però, non devono essere contati, se con essi una mozione della Prussia raggiungerebbe la maggioranza. La ragione è perché i voti della Prussia nel Consiglio Federale vengono ispirati dal Re di Prussia e quelli dell'Alsazia-Lorena dall'Imperatore germanico, ossia dalla medesima persona. 2°) l'istituzione della rappresentanza popolare o Landtag, formata dalla prima e dalla seconda Camera. La prima Camera consta di rappresentanti delle Chiese ( cattolica, protestante, [cioè] luterana, delle città, dei ceti professionali e commerciali, e di membri nominati dall'Imperatore; la seconda di sessanta deputati scelti secondo la legge elettorale del Reichstag.
Questa legge tuttavia Tuttavia, Sebbene la legge summenzionata del 1911 rappresenti un passo assai importante nello svolgimento della Costituzione dell'Alsazia-Lorena, essa non impartì
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tuttavia la completa autonomia di quella provincia. L'Alsazia-Lorena, infatti, non è ancora uno Stato autonomo, come gli altri Stati confederati, ma costituisce sempre una provincia dell'Impero, sulla quale la sovranità è esercitata tuttora dall'Imperatore a nome dei principi confederati. Inoltre, sebbene essa sia prevalentemente cattolica, i funzionari governativi, come osserva giustamente lo stesso Mons. Vescovo di Metz nella citata sua lettera, vengono per la maggior parte scelti nella Prussia protestante. Tale LoBen a ragione quindi il prelato medesimo afferma che l'attuale stato di cose è provvisorio ed incompleto
Ora, per dare all' Alsazia-Lorena un carattere definitivo, sono stati presi in considerazione due modi:
1°) che incorporazione dell'Alsazia-Lorena ad uno o più Stati della Confederazione; 2°) elevazione dell'Alsazia-Lorena al rango di Stato federato confederato autonomo (come la Baviera, il Württemberg, ecc.).
2°) Progetto d'incorporazione dell'Alsazia-Lorena ad uno o più Stati della Confederazione. – Come accenna anche lo stesso Mons. Benzler, non mancano uomini di Stato prussiano, i quali vorrebbero
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l'incorporazione dell'Alsazia-Lorena alla Prussia. Tale progetto, però, sembra inattuabile. Invero gli Stati della Germania meridionale si oppongono ad un ingrandimento del primo Stato confederato, ed anche nel Reichstag non sarebbe possibile di trovare la maggioranza necessaria.
Dopo le prime vittorie della Germania nell'Agosto del 1914, molti circoli politici credettero che la Prussia avrebbe grandemente aumentato il suo territorio mediante annessioni così in oriente come in occidente; dal che sarebbe risultata una situazione difficile per tutti gli altri Stati della Confederazione. Si affacciò allora la seguente proposta di ripartizione dell'Alsazia-Lorena: la Lorena sarebbe stata riunita alla Prussia, e l'Alsazia divisa fra la Baviera ed il Baden, in guisa che la Baviera avrebbe avuto l'Alsazia inferiore confinante col Palatinato bavarese e il Baden l'Alsazia superiore. Contro questo progetto sorsero però varie difficoltà di carattere confessionale. Il Baden, infatti, che chche ha già oggi una debole maggioranza cattolica avrebbe ricevuto, annettendo l' Alsazia superiore, un considerevole rinforzo; dall'altra, non si voleva affidare alla
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cattolica Baviera Strasburgo, il quale trovasi nell'Alsazia inferiore ed ha una Facoltà protestante. Il Governo del Baden rifiutò espressamente l'acquisto dell'Alsazia superiore cattolica. Allora venne automaticamente innanzi quest'altro progetto: dare, cioè, tutta l'Alsazia alla Baviera ed incorporare la Lorena alla Prussia. Vari deputati dell'Alsazia-Lorena al Reichstag, temendo che il loro paese passasse tutto alla Prussia, si misero in rapporto col Governo bavarese per dichiarare che, se l'Alsazia-Lorena dovesse essere ripartita, desideravano che l'Alsazia fosse unita alla Baviera. Il Governo bavarese accolse con molta simpatia e soddisfazione una tale proposta; ed infatti il Sig. Conte von Hertling me ne parlò con vivo interesse fin dalla prima volta che io ebbi a fargli visita qui in Monaco, come mi feci riferii all'E. V. nel mio rispettoso Rapporto N. 18 in data del 28 Maggio scorso.
Tuttavia sembra che la ripartizione dell'Alsazia-Lorena debba nel momento attuale considerarsi come assolutamente esclusa, e ciò non <di assai difficile, per non dire impossibile> attuazione, e ciò non soltanto per ragioni di ordine internazionale, ma anche per motivi di politica interna. Innanzi tutto, infatti, contro
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un tale ingrandimento della Baviera il Württemberg solleva energiche proteste. In secondo luogo, tutti son d'accordo che un simile cambiamento non possa essere effettuato se non con deliberazione unanime del Consiglio Federale; e questa potre <non pare> impossibile <di> ottenere. Finalmente difficoltà non meno grandi s'incontrerebbero nel Reichstag. Invero, alla ripartizione dell'Alsazia-Lorena si oppongono oggi i seguenti partiti: il partito socialista con 110 voti, il partito democratico progressista con 46 voti, i Polacchi con 19 voti, gli Alsaziani con 9 voti e i Guelfi con 5: totale 189 voti. I liberali-nazionali non sono unanimi: una parte considerevole di voti è contro l'annessione dell'Alsazia alla Baviera. Ora, siccome la maggioranza del Reichstag deve avere per lo meno 199 voti, non vi è, oggi, speranza che possa essere accettato un relativo progetto di legge, anche se tutta la destra ed il Centro votassero compatti per la ripartizione; mentre che, inoltre, nella frazione del Centro vi sono molti deputati contrarissimi alla ripartizione suddetta. Sembra dunque impossibile raggiungere l'unanimità nel Consiglio Federale e
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la maggioranza nel Reichstag.
III) Progetto di elevazione dell'Alsazia-Lorena al grado di Stato confederato autonomo. – Votata il 19 Luglio scorso dal Reichstag la "risoluzione di pace", si cominciò a parlare nei circoli parlamentari intorno ai passi che avrebbe dovuto e potuto fare il Reichstag medesimo per assicurare ad essa il più ampio successo, cioè a dire per avvicinare la pace. La maggioranza parlamentare considerò la conformazione attuale dell'Alsazia-Lorena come una un ostacolo a tale scopo; e pensò che, se l'Alsazia-Lorena divenisse uno Stato autonomo confederato, ciò favor avrebbe grandemente favorito il [ein Wort unlesbar] l'avvento della pace sia quanto alla politica interna che nei rapporti internazionali. I desideri del popolo alsaziano-lorenese (si pensò) verrebbero così del tutto soddisfatti: la popolazione delle due provincie dichiarerebbe di voler rimanere confederata all'Impero germanico e respingerebbe da sé qualsiasi piano annessionistico francese. D'altra parte si getterebbe in tal guisa un ponte agli elementi moderati della Francia, af-
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i quali avrebbero potuto proclamare la necessità di cessare finalmente lo spargimento di sangue, ora che le due provincie avevano raggiunto una completa autonomia. Molti si ripromettevano anche una ripercussione a favore della pace nelle file del Governo russo. La maggioranza del Reichstag (come ebbi già l'onore di significare all'E. V. nel mio ossequioso Rapporto N°. 757 del 27 Luglio scorso) comunicò allora tale suo pensiero al Cancelliere , il quale dichiarò allora di condividere tale punto di vista; in realtà però tralasciò di fare nel Consiglio Federale le necessarie dichiarazioni e di determinarne la relativa risoluzione. Il Reichstag continuò ad esercitare più volte pressioni su di lui la promessa che prima della sua riconvocazione in Dicembre la questione sarebbe stata definitivamente chiarita.
Il Sig. Conte von Hertling, da me recentemente interrogato in proposito, ha anch'egli ammesso che la maggioranza del Reichstag è favorevole all'autonomia; ha aggiunto però esser questione assai complessa, la quale richiederà notevole tempo per la sua soluzione. Tale opinione esposeegli anche nel menzionato discorso del 10 corrente
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al Landtag bavarese: il pensiero di fare dell'Alsazia-Lorena (Reichsland) uno Stato confederato autonomo non esser nuovo; stimava egli tuttavia un grave errore di dare sin da ora pubblicità all'esame di tale argomento, tanto più (ed in questo il Signor Ministro degli Esteri di Baviera aveva perfettamente ragione) che con ciò non si produrrà sulla Francia alcuna impressione; ad ogni modo una decisione non esser stata ancor presa una decisione sulla futura sorte dell'Alsazia-Lorena, né p doversi essa attendere da oggi a domani, giacché anche uno Stato confederato autonomo non si crea con una schioppettata
In quanto alla forma di governo, che avrebbe il futuro Stato autonomo, dell' mi è stato riferito che, specialmente nell'Alsazia, numerosi circoli preferirebbero la Repubblica alla forma monarchica (anche per un certo senso di affinità colla Francia) preferirebbero la Repubblica, verso la quale inclinerebbero anche i socialisti del Reichstag. Tuttavia i partiti della maggioranza del Reichstag sono concordi nel proposito di fare dell'Alsazia-Lorena una monarchia ereditaria, ed i socialisti hanno dichiarato di non opporvisi.
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Nel Consiglio Federale, poi, la forma di Monarchia ereditaria è una condizione assoluta per l'affermazione del progetto.
Se si domanda, in fine, quali sarebbero le dinastie sin da ora meglio quotate per aspirare alla sovranità di un tale Stato autonomo; sembra che in tutti esservi in tutti i partiti del Reichstag completo accordo che solo un principe cattolico, preferibilmente della Germania del Sud. Le dinastie, che possono essere prese in considerazione al riguardo, sarebbero le seguenti:
1°) La Casa Wittelsbach di Baviera. Considerato che, durante il corso della guerra, sono sorte (come si è già accennato) in Baviera speranze di annessione dell'Alsazia, si considera specialmente dalla frazione del Centro, come una soluzione favorevole, e quasi come un compenso, la nomina di un principe bavarese al trono di Strasburgo. Si crede che anche gli altri partiti l'accetterebbero senza difficoltà. – Fra i membri della Casa Wittelsbach sembra che la scelta probabilmente verrebbe designato il principe Adalberto (cfr. citato Rapporto N. 757); ma naturalmente nulla vi è ancora di determinato in proposito.
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2°) Il duca Guglielmo vonUrach di Württemberg, figlio della principessa Florestine di Monacobuon cattolico.
3°) Il principe Guglielmo vonHohenzollern. Questa candidatura, però, non è molto probabile, perché l'insediamento di un Hohenzollern, sebbene cattolico, a Strasburgo sarebbe mal visto dal popolo francese. Vi sarebbero inoltre anche difficoltà di carattere personale.
Da alcuni si è pensato pure di proporre qualche principe mediatizzato, come il principe Alois von Löwenstein ed il principe von Thurn e Taxis; ma ques tali proposte non sembra abbiano probabilità alcuna di successo.
Si dice che la lista civile del nuovo futuro monarca dovrà ascendere a un milione di marchi.
Dopo di ciò, chinato
1Datum hds. von Pacelli korrigiert aus "27 Ottobre 1917".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 29. Oktober 19171, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 6103, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/6103. Letzter Zugriff am: 27.12.2024.
Online seit 24.03.2010.