Dokument-Nr. 6515
Auswärtiges Amt an Reichsinnenministerium
Berlin, 09. März 1919

[Übersetzung]
Ministero degli Esteri
C. 572.
Decreto telegrafato del 17 febbraio 1919
Riferendomi al mio rapporto telegrafico del 18 febbraio a. c. in evasione al decreto che sopra sui casi del proprietario di tenuta signor Haza-Radlitz di Lewitz, circondario di Meseritz; del proprietario di tenuta e Ciamberlano pontificio Signor Hasche di Jeziorski, circondario di Lissa; e del Direttore delle Dogane signor Karthaus di Posen, ho da esporre anche i casi seguenti di violenze da parte dei polacchi contro cattolici tedeschi.
1) Circondario di M e seritz .
Nel giorno che fu arrestato il signor Haza-Radlitz, sul cui assassinio ho dato particolareggiate informazioni anche nel mio rapporto del 13 c. m., No. 666, i polacchi domandarono dal suo ispettore a Lewitz, signor Giuseppe Meschede, la consegna di armi. Per aver egli risposto che non ne possedeva, lo addossarono al muro e spianarono il revolver facendo atto di ucciderlo. Ristettero però dal malvagio proposito e si contentarono di maltrattarlo e di trasportarlo a Neutomischel dove, più tardi, fu rimesso in libertà. Esiste in atti una deposizione giurata sul caso.
2) Il vecchio veterano Andreas Kaldyk di Strese presso Bentschen, di anni 75, dimorante in casa del proprietario Limsch de Streese, fu portato via dalla sua abitazione nella notte dal 10 al 11 gennaio a. c. dai polacchi che vi irruppero a mano armata. Un soldato polacco gli
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diede, senza il benché menomo motivo, un colpo nella testa col calcio del fucile producendogli una grave ferita lunga molti centimetri, la cui cicatrice gli procura ancor oggi forti dolori, e gli vibrò altresì, pure col calcio del fucile, una tale violenta percossa alla nuca che il povero vecchio precipitò a capo fitto per le scale. I soldati polacchi allora non si curarono più di lui.
Anche su questo caso esiste deposizione giurata.
3) Circondario di Rawitsch.
Il 16 febbraio a. c. nelle prigioni giudiziarie di Rawitsch, l'agricoltore Karl Sommer di Zolednize dichiarò dinanzi all'ufficiale informatore tenente Schulz quanto appresso sulla fine di Giorgio Plesch, milite nella Guardia nazionale di Rawitsch, e figlio del Consigliere sanitario della località omonima Dr. Plesch:
Giorgio Plesch mi fu portato morto con una vettura che veniva da Laszcyn. Io ebbi l'ordine di ripulire il veicolo e di scaricare il cadavere. Il veicolo era talmente pieno di sangue che io con un succhiello operai un foro in mezzo al piano del medesimo dal quale scolò in un secchio una grande quantità di sangue. Il cadavere era ravvolto in un mantello e in una coperta; indossava ancora calzoni e stivali, ma non la giubba. Io avevo pensato di tener presso di me il cadavere per restituirlo alla prossima occasione ai genitori che si trovavano a Rawitsch, ma il 9 febbario mi venne l'ordine di trasportarlo a Görschen. Alla chiesa cattolica di Görschen una certa Szaniecki di Laszcyn si fece largo con una spinta attraverso il corteo e volle sapere chi era il
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morto. Appreso che ebbe trattarsi del giovane Plesch gridò: "Pleschik, Pleschik! Posso ben guardarmi un ferito polacco, ma non un tedesco puzzolente!"
Conviene qui aggiungere che il padre del giovane Plesch, il consigliere sanitario Plesch, era medico di famiglia in casa della prefata Szaniecki a Laszcyn.
La famiglia Plesch è tedesca e cattolica praticante. Le surriportate parole della Szaniecka, un'accanita e radicale tribuna dei polacchi, testimoniano davvero una rozzezza d'animo senza pari.
4) Circondario di Lissa.
Fra la popolazione tedesca del circondario di Lissa, 21 tedeschi cattolici hanno sofferto violenze dai polacchi.
Diciassette furono deportati e internati, gli altri soffrirono danni nella loro proprietà.
Fra queste persone trovasi una certa Wahlich di Brausewitz, moglie di un agricoltore (il marito e il figlio sono stati arrestati e deportati dai polacchi) alla quale i polacchi rubarono dal cassettone dai 1.000 ai 1.200 marchi, come ha riferito oralmente lo stesso sindaco del Comune di Brausewitz al Commissario del distretto. Quando la donna si accorse del rubamento e pregò i soldati polacchi di restituire la refurtiva, questi per tutta risposta puntarono il fucile al petto della poveretta e minacciarono di ucciderla se non la finiva.
5) Circondario di Bromberg.
Sono in grado di fare le seguenti comunica-
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zioni sul contegno dei polacchi verso i maestri cattolici tedeschi del circondario.
Dapprima i polacchi avevano domandato soltanto l'insegnamento religioso in lingua polacca, nonché in leggere e scrivere, ciò che fu loro concesso. Ben presto aumentarono però le loro richieste, e si proposero di ottenere per i bambini polacchi l'insegnamento in questa lingua per tutte le materie.
Ciò che non poteva esser loro concesso perché mancavano maestri che sapessero farsi intendere in lingua polacca e perché l'immediata esecuzione di una siffatta misura avrebbe portato il più grande scompiglio nei rapporti scolastici.
Appoggiati allora dai consigli degli operai e dei soldati i polacchi si misero subito all'opera per ottenere colla forza ciò che si proponevano di raggiungere. In questa loro azione non ebbero riguardo neanche ai maestri protestanti in iscuole puramente protestanti o in iscuole paritative [sic] con una buona parte di scolari protestanti. I maestri cattolici, poi, quando non parlavano polacco, furono cacciati via nel più breve tempo possibile. E questa cacciata avvenne in moltissimi comuni con una ruvidezza così bestiale che, in certi casi, toccò persino la crudeltà. Alcuni maestri furono destituiti e negato loro lo stipendio; altri cacciati dal comune in mezzo agli scherni e ai lazzi della loro scolaresca; i maestri che ritornavano dal campo o dalle vacanze furono impediti di riprendere le lezioni; altri vennero minacciati di morte e in alcuni casi si spararono persino fucilate nella dimora del maestro. Il Governo è venuto sin qui a conoscenza della morte di un maestro cattolico, che fu passato per le armi. È questi il maestro Menzel di Groß-Opok, cir-
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condario di Hohensalza.
Bromberg, 1° marzo 1919
Il Prefetto
(Segue la firma)

Al Ministero degli Interni, Berlino
Ci onoriamo di rimettere all'Eccellenza Vostra, secondo il Suo desiderio, copia del documento perché ne prenda visione e ne faccia l'uso che crederà più opportuno. Accludiamo ancora copia dei rapporti del signor Prefetto in data 18 e 13 c. m.
(Segue la firma)
Empfohlene Zitierweise
Auswärtiges Amt an Reichsinnenministerium vom 09. März 1919, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 6515, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/6515. Letzter Zugriff am: 25.04.2024.
Online seit 04.06.2012.