Dokument-Nr. 6735
Pacelli, Eugenio: 10° Congresso dei Sindacati cristiani in Essen, vor dem 26. November 1920
Vennero quindi esposti alcuni dati circa l'incremento e l'attività dell'associazione; fu notato come all'ultimo Congresso, il quale si tenne appunto nel 1912, erano iscritti all'associazione 350.900 membri, saliti oggi alla cifra di 1.950.000.
Importante fu il discorso del Ministro del lavoro, Dr. Brauns, il quale, dopo aver portato i saluti e gli auguri del Cancelliere Fehrenbach, impedito dagli affari del Governo di intervenire al Congresso, disse che il miglioramento della classe operaia si deve ottenere avendo riguardo a tutta quanta la collettività, e quindi non colla lotta di classe, ma in collaborazione con altre classi, spe-
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cialmente col numeroso nuovo proletariato al di fuori della classe operaia. Soprattutto si deve mirare a risollevar la Germania dalle attuali condizioni e nel tendere a ciò, non vi devono essere confini né di religione né di classe.Sul ceto operaio cristiano-nazionale e sulle questioni vitali per il popolo tedesco parlò a lungo il Ministro Stegerwald, il quale nel suo discorso, che è stato il più commentato del Congresso, chiese la revisione del Trattato di Versailles, il quale costituisce, a suo avviso, una barriera insormontabile all'aumento della produzione in tutto il mondo. L'oratore protestò contro i tentativi di spezzamento della Prussia, poiché con ciò sarebbe messa in pericolo l'unità tedesca; raccomandò il più rigoroso risparmio, considerato da lui come il più grave precetto per la restaurazione economica del paese. Quanto alla politica estera, lo Stegerwald auspicava la formazione di un unico forte ed attivo blocco parlamentare, il quale garantisca un costante indirizzo; circa la politica interna si augurava che tutta la vita pubblica fosse penetrata da un vero spirito cristiano; a ciò soprattutto devono tendere gli operai cristiani per la rigenerazione del popolo tedesco, soggiungeva il Ministro; questo compito non deve essere abbandonato al partito social-democratico, ma deve costituire il programma degli operai cristiani. Un forte partito cristiano-nazionale, conchiuse l'oratore fra applausi fragorosi, l'unione delle forze politiche nel campo cattolico ed evangelico, è il precetto dell'ora presente.
Nelle diverse decisioni adottate all'unanimità sin dalle prime riunioni, venne chiesta innanzi tutto la revisione del trattato di pace di Versailles, facendo appello alla coscienza dell'intiera umanità, per unirsi contro le disposizioni "immorali ed anticristiane"
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(così furono esse chiamate) del trattato medesimo. Si protestò quindi contro la ulteriore occupazione di territori tedeschi, specialmente delle regioni industriali renano-westfaliche. In terzo luogo il Congresso chiese dal Governo che si opponga energicamente alla consegna delle 800.000 vacche da latte domandate dell'Intesa. Infine si chiese, in conformità colle idee svolte dallo Stegerwald, la formazione di un comitato parlamentare, di un proprio giornale quotidiano per il movimento cristiano-nazionale e l'istituzione di una banca popolare. Del Comitato parlamentare, il cui compito dovrebbe essere di coordinare e riunire tutte le forze tedesche, cristiane, democratiche e sociali, furono designati immediatamente i membri, fra i quali i Ministri Stegerwald e Giesberts, la Signorina Behm, il deputato Imbusch, ecc.Nella seduta di chiusura, che si tenne il 23 Novembre, venne letto un telegramma del Segretario generale dei Sindacati cristiani italiani, che inviava al Congresso saluti ed auguri fraterni e terminava colle parole: "Viva l'Internazionale bianca!"
Importanti furono le dichiarazioni fatte dal Königbauer, Presidente del Landtag bavarese, circa le pretese aspirazioni separatiste della Baviera. Come membro del movimento operaio cristiano, il Königbauer affermò esplicitamente che fra gli operai cristiani in Baviera non esiste alcuna tendenza alla separazione; come Presidente del Landtag bavarese, aggiunse che su tale questione questo aveva preso ripetutamente ed anche di recente chiara posizione, cioè che qualsiasi tentativo di scissione dell'unità germanica sarebbe respinto con tutta l'energia. Anche il Governo bavarese per mezzo del suo Presidente, Sig. v. Kahr, si è pronunziato esplicitamente al riguardo. Tuttavia, concluse, il Königbauer, nell'interesse stesso dell'unità del Reich e per render possibile la sua ricostruzione, è necessario che
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sia lasciata ai singoli Stati federati una conveniente libertà di movimento.Il discorso di chiusura venne tenuto dal Dr. Brauer di Colonia ed ebbe per tema: Cristianesimo e socialismo.
Il Cristianesimo, egli disse, sta in opposizione al socialismo sul terreno della rinnovazione della vita individuale e dello sviluppo armonico della vita sociale. Il Brauer rilevava quindi le disastrose conseguenze del socialismo nell'economia dello Stato e nella vita delle famiglie, non risparmiando però severe critiche anche al capitalismo. Il socialismo rappresenta il principio della violenza, il cristianesimo quello della libertà. Questo principio della violenza si manifesta specialmente nella posizione, che prende il socialismo di fronte al problema della socializzazione. Il Congresso di Essen (concluse) deve chiamare a raccolta tutti i sindacati cristiani, affine di combattere per il nostro ideale, e non cessare dalla lotta se non quando si possa intonare di nuovo con diritto l'inno del trionfo: "O Germania, alta nell'onore, santa terra della fedeltà!"
Come appendice al Congresso si tenne il giorno seguente 24 corrente una seduta dei consigli d'azienda (Betriebsräte) della Confederazione dei Sindacati tedeschi, alla quale presero parte circa mille persone, con intervento anche di rappresentanti del partito popolare tedesco-nazionale, del partito popolare tedesco, del partito democratico e del Centro, nonché di vari rappresentanti dei Sindacati cristiani austriaci e svizzeri e dell'ufficio internazionale del lavoro di Ginevra. Il Presidente Thiel di Berlino tenne innanzi tutto a far rilevare la differenza, che corre fra i consigli di azienda socialisti e quelli cristiani, i quali hanno un concetto assolutamente diverso dei loro doveri e del loro ufficio e tendono in un modo particolare alla
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risollevazione del Paese.Dopo una relazione del Ministro del lavoro Dr. Brauns sullo stato dell'economia tedesca e sulle condizioni per il miglioramento della medesima, parlò il Bredemann sul tema: che cosa dobbiamo attenderci dai consigli di azienda? L'oratore fece rilevare, fra l'altro, come, mentre il radicalismo tende a fare di essi un mezzo per arrivare alla dittatura del proletariato, i consigli cristiani respingono invece una tale follia. I consigli di azienda, aggiunse il Ministro delle Poste Giesberts, hanno per scopo principale di accrescere l'amore al lavoro di aumentare la produzione.
Nel pomeriggio venne infine approvato all'unanimità un ordine del giorno, nel quale i consigli cristiani di azienda dichiararono di reputare loro missione e dovere di agire in conformità colla legge sui consigli di azienda (Betriebsrätegesetz), ed in vista della disastrosa situazione economica della pace, considerano come un pericolo grandissimo l'assecondare le esigenze ultra-radicali di taluni circoli di lavoratori. Soprattutto respingono la tendenza di porre i detti consigli sul terreno della lotta di classe. Dagli industriali e dai capi delle aziende chiedono la piena osservanza e la leale esecuzione di tutte le disposizioni della legge sui consigli anzidetti, da questi una coscienziosa visione degli interessi degli operai di fronte agli imprenditori.