Dokument-Nr. 677

Suchomlinoff, vor dem 30. Dezember 1917

Le rivelazioni dell'ex-ministro della guerra russo Suchomlinoff e del suo ex-capo di Stato maggiore generale, Januschkewic, son destinate a cambiare di colpo il corso della storia della guerra mondiale. Mentre in tutti i fronti l'Intesa andava scatenando le più feroci offensive, la verità sulle responsabilità della guerra improvvisamente ed inattesamente è venuta alla luce. È stato qualche cosa di così subitaneo, di cui nessuno predeveva ancora la venuta; qualche cosa che sembrava riservato a un avvenire lontano, forse a un'epoca in cui nessuno degli attori del terribile dramma sarebbe stato più in vita; quando, cioè, si fossero aperti i vari archivi segreti degli Stati belligeranti. Invece, ecco che un semplice dibattito giudiziario ha prodotto il medesimo effetto storico-mondiale. I responsabili della guerra han parlato. Hanno parlato confessandosi rei; uomini che al tempo dello scoppio della guerra erano bene addentro alle segrete cose come pochi mortali in questo mondo. Hanno confessato con una certa ingenuità, sotto la pressione dell'accusa e dietro consiglio dei loro stessi difensori.
Orbene: appunto questa specie d'ingenuità, aumenta il valore delle loro confessioni.
La storia politica di tutta quest'epoca si dividerà in due capitoli ben distinti: prima e dopo le rivelazioni russe. Prima, sono i tre anni di guerra durante i quali l'Intesa s'è sforzata con tutti i mezzi possibili e immaginabili di rovesciare sulla Germania la responsabilità della guerra; dopo, l'èra nuova, aperta dalle testimonianze inattese dell'ex-ministro russo della guerra, Suchomlinoff, e del suo capo di Stato maggiore, Januschkewic; entrambi incoscienti dell'immensa portata politica delle loro confessioni, che assolvono la Germania dalle gravi accuse ed equivalgono ad una netta e terribile condanna della Russia.
L'esposizione del Libro Bianco tedesco viene così ad esser confermata punto per punto dalle deposizioni di questi due ufficiali russi, dei quali l'uno era aiutante generale di campo dello Zar allo scoppio della guerra. È ormai ribadito: la politica tedesca cercò di impedire la guerra con ogni sua forza. Il partito militare russo, invece, fece sforzi erculei perchè scoppiasse. L'Europa e la storia non potranno che emettere il loro giudizio in questo senso, malgrado l'attiva opera di tanti gufi notturni, intesi a soffiar sulla luce della verità vittoriosa.
La personalità di Suchomlinoff, smascherato improvvisamente quale autore principale e responsabile della guerra mondiale, non è caratteristica soltanto per i sentimenti bellici della Russia; ma viene a rivestire un'importanza particolare dal fatto che Suchomlinoff, ministro della guerra, era il docile strumento nelle mani dei due veri istigatori del formidabile conflitto: la Francia e l'Inghilterra.
Suchomlinoff fu l'uomo di cui queste due Potenze si servirono in Russia per realizzare i loro progetti.
Nel suo paese, prima della guerra, Suchomlinoff era ritenuto per un grande organizzatore, riuscito nel tempo relativamente breve di dieci anni, a datare dalla guerra russo-giapponese, a rinnovare l'armata russa ed a farne uno strumento bellico più formidabile che non nel tempo passato. I suoi meriti a tale riguardo sono certamente incontestabili, perchè possedeva un talento organizzatorio non tanto facile a trovarsi in Russia. Tutto ciò, del resto, non cambia assolutamente nulla all'accusa sotto la quale si trova: la quale, astrazion fatta dai suoi difetti personali, corruzione, ambizione, sete di danaro, ecc., ecc., si riferisce solo a questo: che Suchomlinoff avrebbe messo l'armata in grado di affrontare una campagna di un solo anno, ma non di resistere ad una campagna di tre anni. L'importanza politica delle accuse mosse all'ex-ministro della guerra sta in questo: che esse ci rivelano un uomo fortemente interessato agli armamenti russi. Ambizione smodata e sete di guadagno si mescolano e si compenetrano in questa losca figura. Ed ambizione e brama di lauti profitti lo buttarono fra le braccia della Francia e dell'Inghilterra, dove trovò, e vero, un facile appoggio ai suoi piani, ma dovette assecondare, in contraccambio, i desideri dei guerrafondai scalmanati francesi ed inglesi. Più Francia Inghilterra facevan pressione per determinare la guerra e più gli armamenti russi aumentavano, più si impinguiva la borsa dell'uomo che risolveva le questioni degli armamenti e dava le commissioni. Le spese della Russia crescevano, a causa di Suchomlinoff, del 100 per cento; ma del 100 per cento aumentava il patrimonio di quest'ultimo. Spese e guadagni eran però soltanto possibili se procedendo d'accordo, specialmente colle intenzioni francesi e quindi coi prestiti francesi.
Ecco perchè nel 1912 troviamo Suchomlinoff a Parigi, dove sostenne a spada tratta l'elezione di Poincaré. Il nome di Poincaré rappresentava allora un programma per la Francia. Poincaré impersonificava lo "spirito nuovo", la rivincita in prospettiva, il trionfo dell'offensiva sulla difensiva pura, la rinuncia allo stato di rassegnazione che precedette il periodo del Marocco. E fu egualmente Suchomlinoff, che colla sua influenza personale e coll'appoggio della stampa, fece accettare alla Francia il servizio dei tre anni. La Russia, ancora indolenzita dalle batoste riportate contro il Giappone, fu presentata persino come esempio alla Francia. Come la Russia
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aveva aumentato i suoi armamenti, così anche la Francia avrebbe dovuto aumentare i propri.
Naturalmente, grazie alle sue strette relazioni colle fonderie di cannoni e le fabbriche di munizioni francesi, alle quali non si dimenticava di impartire ordinazioni da parte della Russia, Suchomlinoff veniva a trarne emolumenti vistosissimi. Fu lui che si rivolse alla Francia col famoso articolo fatto pubblicare al principio della primavera del 1914 nel "Birshewija Wjedomosti"; articolo divenuto oggi un capo d'accusa contro di lui a causa del fiasco patito; e nel quale Suchomlinoff scriveva: "Noi siamo arcipronti e ci aspettiamo lo stesso dai nostri alleati!"
Colla mancanza di modestia a lui caratteristica, l'ex-ministro lodava lo stato di preparazione della Russia, e sopratutto "i sacrifici enormi fatti per dare all'alleanza franco-russa una forza veramente imponente". In quest'articolo si leggeva fra l'altro:
"Le riforme eseguite dal ministero della Guerra nell'organizz az ione della potenza militare russa, sorpassano tutto quanto può esser stato fatto sin qui altrove a questo riguardo. Il nostro contingente annuale di reclute , dopo l'ultimo ukas e imperi ale, è stato portato da 450.000 a 580 .000 uomini. Un semplice calcolo aritmetico permette di stabilire le cifre degli effettivi della nostra armata, tanto alti che mai uno Stato ha potuto presentare simili: 580 . 000 x 4 = 2.300.000 uomini. Cifre che dispensan o da qualsiasi commento … De v esi ancora osservare che tutti questi aumenti dell'armata in tempo di pace, hanno esclusivamente per scopo di portare questa più rapidamente che è possibile in piede di guerra; in altre parole, sono state prese nell'interesse d'una pronta mobilitazione. "
E la "Nowoje Wremja" di rimando, in quello stesso tempo, scrisse: "L'ora si avvicina! Bisogna lavorare giorno e notte all'armata!"
Suchomlinoff aveva già lavorato per questo esercito con un'intensità addirittura sconosciuta per la Russia, checché possano oggi dire contro di lui i suoi avversari attuali. L'effettivo di pace dell'armata russa sorpassava quello delle potenze della Triplice Alleanza riunite insieme. Per gli ultimi due miliardi e mezzo prestati dalla Francia nel mese di novembre 1913, Suchomlinoff s'era impegnato di sviluppare la rete ferroviaria verso i confini della frontiera tedesca. Egli fu, inoltre, l'inauguratore della mobilitazione di prova di intieri corpi d'armata; i quali, sotto il pretesto di istruzioni alle truppe, permettevano di mettere, quando meglio piacesse, l'armata in piede di guerra. Il suo vezzo di voler annebbiare le cose l'ha esercitato in ogni occasione; e soprattutto nei critici giorni nei quali il suo capo di Stato maggiore assicurava l'addetto militare tedesco, impegnando solennemente la parola d'onore, che non era stato dato nessun ordine di mobilitazione, mentre quest'ordine, già debitamente firmato dallo Zar, era nelle sue tasche; e sebbene fosse stata iniziata in segreto, e da molto tempo, la marcia delle truppe russe verso la frontiera, come dimostrarono anche i fatti successivi. Truppe russe poterono così irrompere oltre i confini tedeschi nel medesimo istante in cui venivano rotte le relazioni diplomatiche fra la Russia e la Germania. Le sfrontate menzogne di Suchomlinoff avevano ottenuto il desiderato effetto.
L'incaricato d'affari belga a Pietroburgo, barone de l'Escaille, aveva scritto al ministro Davignon il 30 luglio, ossia il medesimo giorno in cui l'Imperatore di Germania scongiurava lo Zar di mantenere la pace e d'arrestare la mobilitazione: " È incontestabile che qui, come a Vienna, la Germania si sforza di trovare un mezzo qualunque per evitare un conflitto generale. " Nel medesimo rapporto, il barone de l'Escaille assicura che, in contrasto all'azione pacificatrice dell'Imperatore, l'Intesa, e principalmente la Francia e l'Inghilterra, facevan di tutto per metter bastoni fra le gambe dell'Imperatore all'intento di frustarne i nobili sforzi. I telegrammi Reuter, portanti la data di quel medesimo giorno, producono l'identica impressione. "Oggi" – scrive testualmente l'incaricato d'affari belga – "si è fermamente convinti a Pietroburgo, anzi si ha l'assoluta certezza, che Inghilterra e Francia assisteranno la Russia. Questa assistenza pesa straordinariamente nelle bilancia delle decisioni, e ha contribuito non poco a mettere la pubblica cosa nelle mani del partito guerrafondaio."
E chi era il partito guerrafondaio della Russia? Lui, l'ineffabile Suchomlinoff!
Oggi questo signore ha confermato al barone de l'Escaille di aver veduto chiaro e giusto in quel tempo. La guerra atroce e cruentissima scoppiò perché Suchomlinoff mentì in faccia allo Zar. Ma la verità ha pazienza: e sebbene accuratamente nascosta attende per rivelarsi la sua ora, che prima o poi suonerà. Ben sovente quest'ora suona quando meno si crederebbe ed in seguito ad un caso imprevisto. Proprio come nelle inattese confessioni di Suchomlinoff.
Comprendiamo benissimo come la stampa dell'Intesa si arrabatti in un modo veramente compassionevole per tener eccelata la verità; che cerchi di sottrarre, più che è possibile, ai suoi lettori, le risultanze del processo Suchomlinoff e taccia completamente le deposizioni del ministro russo delle guerra e del suo capo di Stato maggiore. Ma la verità, una volta in cammino, non si lascia tanto facilmente arrestare. Intanto si può proclamare altamente che in questa guerra non esiste più una questione delle responsabilità.
Suchomlinoff ha confessato!
E i signori intesaioli arrabbiati, vomitatori d'ingiurie e di calunnie contro la Germania, sono serviti a dovere.
Empfohlene Zitierweise
Anlage vom vor dem 30. Dezember 1917, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 677, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/677. Letzter Zugriff am: 09.05.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 10.03.2014.