Dokument-Nr. 679
Un ultimo tentativo francese per giustificare i Russi responsabili della guerra, vor dem 30. Dezember 1917
Il 21 settembre Lione diramò ai quattro venti il radiotelegramma che segue:
"Il 29 luglio l'ambasciatore di Germania conte Pourtalès pose alla Russia un vero e propri o ultimatum (Libro arancione N. ° 58): 'Se tutte le misure di mobilitazione non saranno revocate e l'egemonia della Germania riconosciuta, (!) la guerra sarà inevitabile.' – Questo passo è la cosa principale. Esso mostra esattamente che la Germania ha provocato la guerra e che ne porta, quindi, la responsabilità. Giammai un radiotelegramma tedesco ha nemmen tentato di rispondere precisamente a questo punto. Noi domandiamo al direttore della stazione radiotelegrafica di Nauen di volersi giustificare a tal riguardo. Finché la Germania non avrà risposto a questo punto, tutte le sue deboli dimostrazioni rimarranno puramente e semplicemente tentativi del Governo tedesco per scaricarsi della sua responsabilità. Il gener ale Januschkewic dichiarò il 29 luglio alle 4 pomeridiane all'addetto militare francese che la mobilitazione generale della Russia non era ancora iniziata, ma che però non poteva dare garanzie per il futuro. Questa dichiarazione era realissima. Essa era la chiara e semplice conseguenza della manovra con l' " ultimatum " , da parte del conte Pourtalès il 29 luglio. "
Altri radiotelegrammi, in parte appoggiati dalle dichiarazioni del "Temps", furono lanciati anche il giorno seguente per insistere più esattamente sul carattere minaccioso della comunicazione fatta il 29 luglio dal conte Pourtalès a Sasonoff; la quale esigendo l'arresto immediato di tutte le misure di mobilitazione, avrebbe costituito realmente l'"ultimatum" al quale il Governo russo rispose colla mobilitazione generale. Risultar questo chiaramente dal telegramma di Sasonoff nel numero 58 del Libro arancione russo: "Non potendo noi adempiere il desiderio della Germania, non ci rimane altro che affrettare i nostri propri armamenti e calcolare sulla probabile i nevitabilità della guerra. " Il "Temps" specialmente opina essere stata messa la Russia, con questo "ultimatum", dinanzi ad un tormentoso dilemma. La Russia non avrebbe avuto più nemmeno la scelta; non le rimaneva altro che armarsi in tutta fretta per la guerra. Il telegramma del Cancelliere tedesco contenente l'incarico al conte Pourtalès di fare la suddetta dichiarazione a Sasonoff, sarebbe stato quello che avrebbe reso la catastrofe inevitabile. Ed ipocritamente esclama: " Che ne dicono gli eletti del popolo tedesco di un Governo che decise un tal crimine a porte chiuse, lo consumò e lo ha tenuto insistentemente segreto per ben 37 mesi di guerra? Infatti, il telegramma del Cancelliere al conte Pourtalès, non è stato mai pubblicato. "
Il servizio radio-telegrafico tedesco ha risposto come segue al primo radio-telegramma francese:
"Noi siamo prontissimi a dare la risposta desiderata. Anzitutto la citazione del radio-telegramma è falsa. Nel Libro arancione N.° 58 non vien fatto verbo sulla egemonia della Germania. Possiamo dichiarare poi che il 29 luglio non fu posto ultimatum alcuno. Il conte Pourtalès ricevette in quei giorni semplicemente l'incarico di richiamare ancora una volta, come era stato fatto altre, (confrontasi il memoriale a pagina 9 del Libro bianco, e il Libro rosso N.° 46) l'attenzione di Sasonoff sul fatto che la mobilitazione russa avrebbe costretto ancora noi alla mobilitazione. Che non si trattava affatto di "ultimatum" lo dimostra meglio di tutto la relazione dell'ambasciatore sull'incarico eseguito, nella quale si legge: " Ho fatto in questo momento al Ministro degli Est e ri la comunicazione ar d inatami, ed osservato che non si tratta affatto di una minaccia, ma di un semplice avvertimento amichevole. Il Ministro rispose che ne avrebbe riferito allo Zar. "
Se il radio telegramma francese continua a presentare la mobilitazione generale russa come una conseguenza della dichiarazione del conte Pourtalès del 29 luglio, compie un'altra falsificazione, perché questa dichiarazione fu fatta verso sera, mentre il generale Januschkevic aveva in tasca l'ukase sulla mobilitazione generale già sin dalle ore 3 pomeridiane. Che cosa rimane dunque di vero?"
26r
In quanto agli altri radio-telegrammi francesi ci vien comunicato da fonte ufficiale quanto appresso: il carattere del passo tedesco qualificato dal "Temps" come un ultimatum, dovrebbe risultare, infatti, meglio di tutto, dal testo del telegramma al conte Pourtalès del 29 luglio, col quale egli riceveva incarico di fare la nota dichiarazione a Sasonoff. Questo telegramma, reclamato così tempestosamente dai Francesi, e del resto già pubblicato integralmente nella "Norddeutschen Allgemeinen Zeitung" già fin dal 26 febbraio 1916, è del seguente tenore: Germania (1). Pietroburgo.
" Faccia sapere di nuovo e molto seriamente al signor Sasonoff che continuando le misure russe di mobilitazione ci vedremo costretti a mobilitare noi stessi. La guerra europea diverrebbe allora quasi inevitabile. "
Firmato: Bethmann Hollweg.
Il dispaccio che sopra fu trasmesso da Berlino il 29 luglio 1914 alle ore 13.15 e giunse a Pietroburgo nel medesimo giorno alle ore 16.35.
Se questo telegramma non fu pubblicato nel Libro bianco tedesco, la ragione è semplicissima: esso non offriva nulla di nuovo. Infatti il conte Pourtalès aveva già richiamato un'altra volta il signor Sasonoff sulle necessarie conseguenze delle misure militari russe, e più precisamente il 26 luglio (confrontasi nel Libro bianco il memoriale a pagina 9, e il Libro rosso N.° 46). In quel tempo un tal richiamo non fu nient'affatto interpretato come un ultimatum. È curioso, dunque, che, se non fu interpretato così allora, gli si debba dare questa interpretazione oggi, a tanta distanza di tempo. Comunque, il processo Suchomlinoff ci ha dato la soluzione semplice dell'enigma.
Frattanto, e più precisamente il 29 nel corso della giornata, era stato impartito l'ordine di mobilitazione generale. Il signor Sasonoff, che in base alla deliberazione del Consiglio della Corona del 25 luglio che quella mobilitazione decise, doveva stabilire il momento preciso per ordinare la mobilitazione, e che scelse il 29 luglio, aveva bisogno di un argomento che la giustificasse, e fu così che il reiterato richiamo dell'ambasciatore venne sfruttato come giustificazione della mobilitazione. Ora, naturalmente, non rimaneva altro che armarsi per la guerra, senza perdere tempo. In questo hanno entrambi ragione, tanto il signor Sasonoff nel suo dispaccio riprodotto nel Libro arancione N . 58, quanto il "Temps". Infatti, una volta resa pubblica la mobilitazione, non si trattava che di avvantaggiarsi, raddoppiando di sveltezza, su quella tedesca più pronta e più fulminea.
Le deposizioni di Suchomlinoff e di Januschkewic e il diario di Suchomlinoff, han fatto cadere gli ultimi veli che nascondevano l'odiosa macchinazione dei maneggiatori russi, colpevoli della guerra. Tutto è chiaro e semplice nel suo concatenamento. I fini bellicosi degli imperialisti russi contro l'Austria-Ungheria attraverso la Serbia nel 1909 come nel 1912, erano falliti davanti alla coesione delle Potenze centrali; ma questa volta, dopo essersi assicurata maggior assistenza sotto molti rapporti, si voleva procedere avanti fino allo scopo desiderato. Fu così che il Consiglio della Corona decise il 25 luglio in precedenza la mobilitazione, e più precisamente la mobilitazione generale la quale, come si sapeva benissimo in Russia, significava la guerra, ed iniziarono gli armamenti. La cura di fissare la data della mobilitazione fu lasciata a Sasonoff. Egli la ordinò il 29, essendogli parso questo il giorno più favorevole. Gli scrupoli morali dello Zar suscitati dal dispaccio dell'Imperatore Guglielmo, furono ben presto messi da parte. La mobilitazione fu ordinata pubblicamente. Il 30 mobilitazione parziale contro l'Austria per salvare le apparenze, e il 31 mobilitazione generale, decisa in anticipo come abbiamo già veduto. Il dato era ormai tratto.
Il "Temps" termina le sue dichiarazioni con un appello al popolo germanico; appello tenuto sulla falsariga delle abitudini di Wilson. Ma avrà poca fortuna, proprio come il Presidente degli Stati Uniti, e meno ancora ne avrà il suo ultimo tentativo di imbiancare i mori Sasonoff, Suchomlinoff e Januschkewic.
26r
Indirizzo telegrafico dell'Ambasciata tedesca.