Dokument-Nr. 680

La mediazione della Germania prima dello scoppio della guerra, vor dem 30. Dezember 1917

La stampa inglese e francese e tutti i radiotelegrammi nemici, continuano a sostenere accanitamente, e si capisce perché, che durante i giorni critici del mese di luglio 1914, il Governo tedesco avrebbe intercettato un telegramma da Vienna, il quale, se comunicato a Londra in tempo opportuno, avrebbe potuto impedire l'esplosione della guerra mondiale.
Nessun telegramma è stato né intercettato né trattenuto in Germania. Gli archivi del Ministero degli Affari esteri a Berlino non nascondono nessuna sorpresa di questo genere. I tratti fondamentali degli avvenimenti d'allora furon subito fermati nel Libro bianco e spiegati dalla stampa autorizzata. Tuttativa le losche manovre dei nostri avversari sembrano esser riuscite a gettare alquanta confusione anche sui negoziati di quel tempo. La condotta della Germania è stata sempre franca e logica, mentre non si può dire altrettanto delle azioni di parte avversa. È vero che Ribot promise il 1.° giugno di quest'anno di far conoscere le convenzioni segrete franco-russe, di capitalissima importanza per la conoscenza delle cause determinanti la conflagrazione; ma è poi venuto Painlevé a dichiaraci recentemente che questa pubblicazione ha dovuto essere abbandonata per desiderio del nuovo Governo repubblicano russo, ciò che questi invece contesta.
L'insensata accusa sollevata contro il Governo germanico aver questi, cioè, trattenuto un telegramma da Vienna di grandissima importanza, vien dedotta dalle stesse dichiarazioni dell'Imperatore di Germania all'ambasciatore degli Stati Uniti, il 10 agosto 1914. L'Imperatore disse allora al signor Gerard la medesima cosa che il 21 luglio aveva telegrafato, come si sa, al Re Giorgio; che, cioè, simultaneamente colla proposta del Re d'Inghilterra, – "doversi contentare l'Austria-Ungheria dell'occupazione di Belgrado e d'una zona di territorio serbo come garanzia dell'esecuzione delle sue domande", – arrivò un telegramma da Vienna dal quale risultava esser l'Austria pronta ad accettare la proposta che sopra. Questo telegramma fu inoltrato immediatamente a Londra, come quello del Re Giorgio fu trasmesso a Vienna. Prima di questo momento Pietroburgo era già stato avvisato nel medesimo senso. Stando così le cose, si poteva ben supporre la sera del 30 luglio che la crisi fosse superata.
Per spazzar via una buona volta tutti i dubbi artificiosamente sollevati dai nostri avversari sul vero stato di cose, riproduciamo qui appresso il testo dei telegrammi citati da Sua Maestà l'Imperatore.
Quando il 28 luglio 1914 si vide che le onde degli ardori bellici montavano in Russia, la mediazione tedesca raddoppiò di attività. Come si sa dal Libro bianco, Pietroburgo fu informato da Berlino che la Germania, nonostante lo stato di guerra fra l'Austria e la Serbia, si sforzava ininterrottamente di indurre Vienna a esporre a Pietroburgo lo scopo e la misura della sua azione contro la Serbia in un modo indiscutibile e tale, si sperava, da soddisfare la Russia. Inoltre il Governo germanico, senza nemmeno attendere il suggerimento partito da Londra, indirizzò il giorno stesso a Vienna proposte riguardanti una base d'accordo colla Russia. Il telegramma del Cancelliere all'ambasciatore tedesco a Vienna, spedito la sera del 28 luglio, diceva:
" La risposta del Governo serbo all'ultimatum austriaco, pervenutaci in questo momento, lascia intendere che la Serbia si è mostrata arrendevole dinanzi alle richieste austriache. Il Governo imperiale e reale non potrà, quindi, osservar più la sua riserva, come ha fatto sin qui, dinanzi alle nostre proposte di mediazione e quelle degli altri Gabinetti.
D'altra parte, nel suo ultimo colloquio col conte Pourtalès, il signor Sasonoff ha già amm esso che la Serbia debba avere 'la meritata lezione' . Il ministro non mostrava più, del resto, un'attitudine così radicalmente ostile davanti al punto di vista austriaco. È quindi molto facile concludere che il Governo russo non si rifiuterà di riconoscere che, una volta cominciata la mobilitazione dell'armata austro-ungarica, l'onore delle armi esige la marcia in Serbia. Ma tanto più dovrà accettare questo pensiero se il Governo austro-ungarico ripete a Pietroburgo la sua dichiarazione di no n progettare nessun acquisto territoriale in Serbia, e che le sue misure militari mirano unicamente all'occupazione di Belgrado e di altri punti determinati del territorio serbo affine di costringere il Governo serbo a soddisfare completamente le ingiunzioni domandate e ad assicurare le garanzie future di buon vicinato, assolutamente indispensabili all'Austria-Ungheria dopo le tristi esperienze già fatte colla Serbia. L'occupazione sarebbe del medesimo genere dell'occupazione tedesca in Francia dopo la pace di Francoforte per assicurare il pagamento dell'indennità di guerra. Appena le domande dell'Austria saranno soddisfatte avrà luogo l'evacuazione dei territori occupati.
28r
Prego Vostra Eccellenza di volersi esprimere senza ritardo in questo senso col conte Berchtold e di suggerire a Pietrogrado un passo corrispondente. Si tratta ora di trovare una via che permetta di realizzare l'intento perseguito dall'Austria-Ungheria, metter fine, cioè, alla propaganda panserba, e impedire lo scatenamento d'una guerra mondiale."

Più tardi si vide che Berlino e Londra si trovavano d'accordo nel loro modo di giudicare la situazione. La sera del 29 luglio l'ambasciatore di Germania a Londra trasmise telegraficamente le proposte di mediazione di sir Edward Grey, analoghe ai suggerimenti tedeschi mandati a Vienna. Queste proposte inglesi furono immediatamente trasmesse a Vienna, come lo conferma il telegramma dell'ambasciatore inglese a Berlino in data 30 luglio (Libro azzurro, N.° 98). La forma urgente con cui fu raccomandata l'accettazione della proposta inglese, fu resa nota il 9 novembre 1916 col discorso del Cancelliere, nel quale questi si richiamò egualmente alla risposta arrendevole data dall'Austria (Libro rosso austriaco, N°. 51).
Il 29 luglio a Berlino si riconobbe che la mobilitazione russa contro l'Austria comprometteva gravemente il successo dell'azione mediatrice tedesca. Il Governo tedesco, rivolgendo un serio avvertimento a Pietroburgo sui danni di misure precipitate e gravide di conseguenze, richiamò, quindi, ancora una volta, la sua attenzione sui propri passi fatti a Vienna per cercar di comporre il conflitto austro-russo.
Il telegramma del Cancelliere dell'Impero all'ambasciatore di Germania a Pietroburgo, in data 29 luglio, sera, era del seguente tenore:
"La mobilitazione russa alla frontiera austriaca avrà per conseguenza, suppongo, una misura corrispondente dell'Austria. È difficile dire per quanto tempo si potrà ancora trattenere la pietra che sta precipitando, e temo che le intenzioni paci fiche del signor Sasonoff non po ssano, allora, essere più effettuate. Per scongiurare ancora, se è possibile,la catastrofe minacciante, noi ci adoperiamo a Vienna perché il Governo austro-ungarico, confermando le sue passate assicurazioni, dichiari ancora una volta e formalmente alla Russia che non medita alcuna acquisizione territoriale in Serbia, e che le sue misure militari hanno unicamente per scopo un'occupazione provvisoria per obbligare la Serbia ad un'attitudine amichevole nell'avvenire.
Se l'Austria-Ungheria farà una simile dichiarazione, la Russia avrà ottenuto ciò che vuole. Infatti, lo stesso Sasonoff ha ammesso dinanzi a Vostra Eccel lenza che la Serbia deve avere 'la meritata lezione'. Ne l caso che il nostro passo a Vienna abbia successo, ci aspettiamo che la Russia non provochi un conflitto armato coll'Austria.
Prego Vostra Eccellenza di volersi esprimere subito in questo senso col signor Sasonoff. "
La risposta ufficiale russa a questa proposta tedesca, fu la nota "formula di Sasonoff" che manteneva le presuntuose pretese della Russia d'immischiarsi nel conflitto austro-serbo e rifiutava di sospendere le misure militari. L'attitudine irreconciliabile e funesta della Russia si dovette alle istigazioni di sir George Buchanan, come risulta dal rapporto dell'ambasciatore francese (Libro giallo francese N.° 113). Persino Grey, che nulla fece per trattenere la Russia dalla sua risoluzione di venire alla guerra, riconobbe la necessità di modificare la formula nel senso dei suggerimenti tedeschi. Ma Sasonoff non era più accessibile alla conciliazione. La vera risposta della Russia alle proposte di mediazione partite da Berlino fu la mobilitazione generale.
Il 29 luglio arrivò a Berlino una risposta provvisoria del Governo austriaco alla proposta tedesca del 28. Questo telegramma dell'ambasciatore imperiale a Vienna diceva:
"Ho eseguito la mia missione. Il conte Berchtold ringrazia per il suggerimento. Il Ministro è pronto a ripetere ancora una volta la dichiarazione concernente il disinteressamento territoriale che ha già fatto a Pietroburgo e trasmesso per il tramite dell'ambasciatore di Russia. Quanto all'altra dichiarazione relativa alle misure militari, il conte Berchtold ha detto di non essere in grado di darmi una risposta immediata."
Nel medesimo giorno (29 luglio) Sasonoff aveva dichiarato a Pietroburgo che Vienna rifiutava qualsiasi conversazione diretta colla capitale russa. Prima che lo scambio dei telegrammi immediatamente iniziato da Berlino avesse potuto chiarire questo evidente malinteso, come si poteva ancora credere allora, la sera del 30 luglio giunse la risposta definitiva dell'Austria al progetto tedesco; risposta che teneva conto in larga misura dei desideri della Germania e creava la desiderata base per una composizione pacifica del conflitto austro-russo.
Ecco il telegramma dell'ambasciatore imperiale a Vienna:
"Il conte Berchtold m'ha pregato di comunicarvi quanto appresso: In conseguenza del nostro suggerimento accertato con riconoscenza, è stata data istruzione al conte Scapary d'iniziare la conversazione con Sasonoff. Il conte Scapary è autorizzato di spiegarsi dinanzi al Ministro russo riguardo alla nota alla Serbia, per quanto questa sia ormai sorpassata dal già avvenuto stato di guerra, ad accettare qualsiasi suggerimento che potesse ancora venire da parte russa, nonché di trattare con Sasonoff tutte le questioni riguardanti direttamente le relazioni austro-russe.
29r
Se il Governo russo crede sse di dover scorgere nella mobilitazione di otto corpi d'armata una misura sorpassante di troppo le necessità di una campagna contro la Serbia, il conte Scapary ha la missione di dire, nel caso che Sasonoff tocchi lui stesso questa questione, che dinanzi ad un'armata serba di 400. 000 uomini lo spiegamento d'una forza avente questo effettivo corrisponde al concetto militare di qui.
Il conte Berchtold pregherà oggi l'ambasciatore russo di andare da lui e gli parlerà nel medesimo senso. Oltre a ciò il Ministro dirà al signor Schebeko che la Monarchia è ben lontana dal mirare ad acquisti territoriali in Serbia, e che essa tende esclusivamente ad una occupazione transitoria di territorio serbo per costringere il Governo serbo a soddisfare le sue domande e a creare garanzie future di buon vicinato. L'evacuazione del territorio serbo da parte della Monarchia, si effettuerà nella misura corrispondente all'adempimento delle condizioni di pace da parte della Serbia."
Alcune ore più tardi giunse il noto telegramma del Re d'Inghilterra confermante in termini più espliciti la proposta di sir Edward Grey. Questo telegramma fu inoltrato immediatamente a Vienna. La risposta austriaca alla proposta tedesca del 28 luglio fu ugualmente comunicata la sera del 30 luglio a Pietroburgo ed a Londra, e in quest'ultima capitale col seguente commento dal segretario di Stato degli Affari Esteri:
"Questo telegramma s i riferisce al nostro precedente suggerimento di conversazione diretta fra Vienna e Pietroburgo. Esso rivela tale arrendevolezza da parte dell'Austria da sperare che l'Inghilterra impiegherà a Pietroburgo tutte le sue buone mediazioni per ottenere una arrendevolezza simile, ed insisterà specialmente sull'arresto immediato delle misure militari della Russia. "
Nonostante le affermazioni contrarie della stampa inglese e francese, il telegramma in questione pervenne esattamente a destinazione, come comprova l o stesso Libro azzurro inglese il cui numero 110 contiene una riproduzione inesatta e incompleta della nota austriaca. È inconcepibile come si possa ancora negare aver la Germania fatto tutto quello che era nel suo potere di fare per evitare lo scoppio della guerra. Le varie fila di un capitolo dei negoziati di allora qui messe a nudo, comprovano di nuovo che nulla è stato omesso da parte tedesca a questo riguardo, e che soltanto la mobilitazione russa fu quella che impedì la soluzione pacifica della controversia. Il Cancelliere ne fece dichiarazione all'ambasciatore d'Inghilterra il 30 luglio, come lo conferma il N.° 108 del Libro azzurro. Mentre gli sforzi della Germania e il senno del Governo austro-ungarico avrebbero certamente impedito lo scoppio del conflitto mondiale minacciante, grazie ad un accomodamento pacifico, Londra, anche se i tentativi inglesi nel medesimo senso intrapresi a quell'epoca dal Governo britannico eran davvero seri, non riuscì ad arrestare la mobilitazione russa, la quale, come nessuno poteva dubitarne, significava la guerra, mentre il Governo francese, mosso dal suo spirito di rivincita, si divideva in quattro per soffiare nel fuoco. La Germania ha sostenuto calorosamente e con successo a Vienna le proposte di mediazione, analoghe alle proposte inglesi.
O vuole la stampa inglese pretendere avere il Governo di Londra esercitato una medesima pressione a Pietroburgo? I telegrammi a sir G. Buchanan del 30 luglio e del 1.° agosto (Libro azzurro, N.° 103 e 135) destano l'impressione che Grey provasse repulsione ad inviare a Pietroburgo le proposte di mediazione. Che cosa fece Buchanan in seguito a questi comunicati? Il telegramma che contiene la risposta russa alle proposte inglesi di mediazione manca nel Libro azzurro inglese, e non senza ragione.
Empfohlene Zitierweise
Anlage vom vor dem 30. Dezember 1917, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 680, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/680. Letzter Zugriff am: 09.05.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 10.03.2014.