Dokument-Nr. 683

I segreti dell'Intesa, vor dem 30. Dezember 1917

Dal giorno in cui lo Zar Nicola fu sbalzato dal trono, fa veramente pietà assistere agli erculei e disperati sforzi che le Potenze occidentali fanno per impedire che il pubblico venga a conoscenza del gran libro delle colpe dell'Intesa; di quel libro pericoloso di cui qualche pagina sembra sia stata già sfogliata dal Governo provvisorio russo. Attualmente si sta sudando sette camice perché riesca, più è che possibile, l'opera di abbuiamento. Tutte le cattive coscienze sono, ovunque, in movimento. Ausiliari benevoli e volontari si offrono per secondare i rappresentanti ufficiali dell'Intesa, pur di puntellare alla meglio l'edificio che minaccia rovina; per sostenere il sistema delle menzogne e degli inganni mediante il quale – abracadabra! – il più grande ladroneggio della storia mondiale ai danni di un popolo che doveva essere cancellato dalla faccia della terra è stato abilmente cambiato "in una lotta a favore della giustizia, della libertà e della democrazia".
Col placet del loro Governo alcuni socialisti inglesi, fra i quali il signor Ramsay Macdonald, sono in viaggio per Pietroburgo. Ramsay Macdonald tenterà, di concerto con i suoi camerati – come ha dichiarato ultimamente – di realizzare nella capitale russa un accordo riguardo ai trattati segreti e gli impegni non ancora resi di pubblica ragione. I suoi amici russi potranno constatare con tutta facilità fino a che punto il Governo britannico lo ha messo a parte di documenti segreti e quanto ha invece creduto utile di tacergli.
Se si pensa al gioco del rimpiattino, praticato dalla Commissione del Governo inglese col Parlamento e persino cogli altri membri del Gabinetto in tutte le questioni delle convenzioni diplomatiche, militari e navali, non si potranno certo riporre ancor oggi troppo grandi aspettative sulla sincerità degli uomini di Stato britannici. Durante i giorni decisivi che precedettero lo scoppio della conflagrazione, lord Grey tacque semplicemente e puramente agli altri suoi colleghi di Gabinetto l'offerta, che pure rivestiva un'enorme importanza, relativa al Belgio fatta dalla Germania in cambio della promessa della neutralità inglese. Questo è ormai un fatto storico irrefragabilmente assodato.
Il Governo inglese ha fatto dare dall'agenzia Reuter ai suoi messaggeri socialisti, mentre si trovavano per via, una specie di commendatizia la quale, in fondo, non è che un grossolano tentativo per stonare l'attenzione dal punto principale. Il nocciolo di questa commendatizia consiste tutto nell'affermazione che gli alleati furono sorpresi dalla guerra in uno stato di assoluta impreparazione.
Che documento pietosamente misero e ridicolo mette avanti l'Intesa! Cose proprio da destar compassione anche nell'animo più duro. Una guerra, preparata con tutti i mezzi diplomatici fin nei più minimi particolari, dovrebbe, dunque, aver trovato gli alleati impreparati militarmente? Se questa fosse la verità, gli stessi provocatori del grande conflitto avrebbero pronunciato la propria sentenza di morte davanti al tribunale dei loro stessi popoli. In verità essi sono perfettamente convinti d'aver fatto tutto quello che credevano d'umanamente possibile per la buona riuscita del loro progetto: lo sterminio della Germania. Le prove abbondano, anzi piovono da tutte le parti.
La Francia era pervasa da un unico pensiero: quello di preparare tutte le sue forze militari per la famosa rivincita. È inutile insistere su questo punto, il fatto essendo troppo noto. Il Governo francese era certissimo del successo. Il 9 gennaio 1913 il direttore politico al Ministero degli Affari esteri del Belgio, barone van der Elst, estese un rapporto su un colloquio avuto con un uomo di Stato francese: rapporto nel quale si legge fra l'altro:
"Il est certain, m'a-t-il dit, que la supériorité du canon français est telle que dans un combat d'artillerie, les Allemands devraient bientôt arrêter leur feu. Ils seraient écrasés par la rapidité de notre tir. Ils sont entrés dans une mauvaise voie et s'y entêtent.
Ce personnage croit la guerre inévitable à bref délai, l'Allemagne voulant établir son hégémonie en Europe. Tout le monde en France désire une fin à la période déprimante d'inquiétude qui dure depuis trop longtemps et on se sent prêt. L'intervention anglaise, bien qu'il n'existe pas de convention écrite, est déjà réglé en pratique dans ses moindres détails, comme si un traité avait été conclu entre les deux pays. Les troupes anglaises débarqueront à Calais, à Dunkerque et à Boulogne.
La situation de la Russie est bien meilleure qu'on ne le pense. Son armée est en bon état et apportera un concours très important en cas de guerre."
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Traduzion e.
"È certo – mi disse – che la superiorità del cannone francese è tale che, in un combattimento d'artiglierie,i Tedeschi dovrebbero ben presto cessare il loro fuoco. Essi verrebbero annientati dalla rapidità del nostro tiro. Essi sono entrati in una falsa via e si irretiscono a rimanervi.
Questo personaggio crede la guerra inevitabile e a breve scadenza, perché la Germania vuole stabilire in Europa la sua egemonia. Ognuno, in Francia, desidera di metter fine al periodo deprimente d'inquietudine che perdura da troppo lungo tempo, e tutti si sentono pronti.
L'intervento inglese, per quanto non vi sieno ancora convenzioni scritte, è già regolato in pratica fin nei suoi minimi dettagli, come se un trattato fosse stato concluso fra i due paesi. Le truppe inglesi sbarcheranno a Calais, a Dunkerque ed a Boulogne.
La situazione in Russia è migliore di quel che si pensi. La sua armata è in buono stato e porterà in questa guerra un concorso importantissimo."
Cosi parlò un uomo di Stato francese a un collega belga, per testimonianza diretta di quest'ultimo. Anche il Governo dello Zar era più che sicuro d'aver saldamente in mano tutto il gioco militare. Basta ricordare, per sincerarsene, i famosi articoli di Suchomlinow, i quali, pervasi tutti da spirito eminentemente offensivo, dichiararono nel marzo e nel giugno, prima della decisione sulla guerra e sulla pace, che la Russia era pronta alla guerra e che era stato fatto tutto per essere in grado di poter prevenire la Germania nella mobilitazione. E nemmeno l'eco trionfale che i suddetti articoli trovarono nella stampa francese può essere dimenticato da chi tenne un po' dietro agli avvenimenti di quel tempo. Il Governo britannico, poi, credeva d'essere più che preparato per assolvere sul continente il suo compito militare. L'ex-ministro della guerra inglese, Haldane, fa, a questo soggetto, dichiarazioni esplicite nel suo noto libro sul Belgio. Ci limiteremo a riportare un passo solo, ma sufficientemente caratteristico. Già nel 1912, ossia nell'anno del carteggio Grey-Cambon, il confidente di Haldane scrive:
" La Gran Bretagna era completamente preparata per far fronte a tutti i suoi impegni. È quindi un voler capovolgere il buon senso a dire che il Governo inglese è stato preso alla sprovvista dagli avvenimenti. Non c'era altro da fare che attendere l'ora favorevole, coll'arme al piede … "
I preparativi per la lotta di sterminio contro la Germania e l'Austria-Ungheria erano stati completati, dunque, colla più grande minuzia. Gli avversari non si sono ingannati che sulla forza dell'armata germanica, su quella degli eserciti austro-ungarici e su quella, infine, che sarebbe stata generata dalla nostra causa giusta.
Il signor Ribot si è dichiarato pronto a pubblicare, quanto prima, tutti i documenti relativi agli avvenimenti che precedettero la guerra. Al presidente dei Ministri di Francia vadano le nostre più sincere congratulazioni per questa sua virile promessa; staremo a vedere, però, fino a che punto egli manterrà la parola e di quanto si discosterà dagli Inglesi nella messa in pratica del principio dell'ipocrisia. Da parte tedesca sono stati messi alla luce del sole alquanti documenti, nel corso della guerra. Anche in futuro ci sarà possibile di rinfrescare la memoria del signor Ribot, laddove rivelasse le sue caratteristiche lacune dovute alla solita labilità degli uomini di Stato dell'Intesa. Da quale data comincerà il suo lavoro penoso e redditizio? Vuole egli retrocedere nelle ricerche fino al momento in cui lo spirito di vendetta gallico, la brama di dominio moscovita e la verde invidia britannica si trovarono insieme d'accordo, e per la prima volta, nei riguardi della politica d'accerchiamento contro la Germania? Sarebbe davvero una raccolta di documenti, spaventosa per la sua mole. O vuole cominciare con quel viaggio di Poincaré a Pietroburgo nell'agosto del 1912, quando la Francia si obbligò, per bocca del suo presidente dei Ministri, a ristabilire in Francia il servizio militare di tre anni? Non sarebbe un cattivo punto di partenza, se si pensa che proprio il signor Poincaré fu chiamato, poco dopo, alla più alta dignità della Repubblica quale vessillifero di tutti i partigiani della rivincita, acclamato da tutti quelli che vedevano avvicinarsi l'ora della rottura della Russia e dell'Inghilterra colla Germania.
Noi supponiamo che il signor Ribot ci potrebbe mettere al corrente di molti segreti del primo tempo della signoria del signor Poincaré. Fu infatti già nel novembre di quell'anno che si ebbe il famoso carteggio Grey-Cambon col quale fu gettata ufficialmente la base della cooperazione anglo-francese contro la Germania, dopo di che non vi è più modo di tornare indietro. Il rapporto col quale il Governo tedesco fu messo confidenzialmente a conoscenza qualche mese più tardi dei documenti segreti, terminava colle profetiche parole:
"Gli incoraggiamenti che il Governo inglese non cessa di prodigare direttamente o indirettamente allo sciovinismo francese può condurre, un
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bel giorno, alla catastrofe, nella quale i soldati inglesi e francesi pagheranno col loro sangue sui campi di battaglia della Francia la politica d'accerchiamento dell'Inghilterra. La semenza gettata dal Re Edoardo germoglia e non mancherà di portare i suoi frutti."

Fino a quale profondità il signor Ribot ficcherà le mani negli incartamenti dei documenti segreti per illuminare la visita che Joffre fece nell'agosto del 1914 a Pietroburgo, i negoziati con Grey a Parigi nell'aprile del 1914 – convenzione navale anglo-russa – noi lo vedremo con grande interesse, e attentamente lo seguiremo nella sua cernita. Tutte queste furono pietre militari nella via scelta dall'Intesa per lo scatenamento della guerra mondiale. Essa non attendeva ormai più che il momento propizio e l'occasione favorevole per dar fuoco alle polveri.
Ancor oggi è avvolto da una nube di speciale mistero il viaggio che il presidente Poincaré aveva impreso per Pietroburgo poco prima che scoppiasse la guerra mondiale. Era il tempo in cui, secondo la testimonianza del "Matin", il tono dei diplomatici russi, prima titubante dinanzi ai diplomatici tedeschi, divenne più fermo e più risoluto. Oltre alla spada d'argento che Poincaré depose, evidente simbolo, sul sarcofago del padre dell'allora regnante Zar Nicola, deve aver portato seco anche certe promesse che si riferivano sicuramente ai desideri russi sull'Oriente. Tutti gli indizi giustificano l'ipotesi che, in quei giorni precursori della tempesta, la cooperazione personale di Poincaré fu una condizione essenziale della partecipazione della Russia alla guerra.
Se tutto ciò, come ci fa prevedere la promessa del signor Ribot, sarà reso quanto prima di pubblica ragione, la parte di Poincaré, quale promotore della guerra, sarà prospettata ancor più chiaramente di quello che non lo sia stato sin qui. I documenti segreti verranno fuori a mucchi. Il signor Ribot si darà l'onesta pena di non passarne alcuno di vista, anche se dapprima non vuole affondare le mani nel gran viluppo delle convenzioni segrete strette con tutti gli altri piccoli soggetti di minore importanza, ma avidi di ricevere la loro parte di bottino – Italia, Rumenia, Venizelos, e chi più ha più metta – i quali, durante la guerra, hanno formato banda ai danni della Germania. Se il signor Ribot si limiterà a svelare al mondo la sola parte essenziale di tutti questi fardelli di documenti segreti, avrà contribuito validamente a depurare l'ammorbata atmosfera europea.
Ma qualunque sia per essere la sua decisione, il libro della colpevolezza dell'Intesa è ormai aperto: e in qualunque pagina di esso noi posiamo lo sguardo, scorgiamo, insieme ai tanti altri colpevoli, il nome del signor Raimondo Poincaré.
Empfohlene Zitierweise
Anlage vom vor dem 30. Dezember 1917, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 683, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/683. Letzter Zugriff am: 09.05.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 30.04.2012.