Dokument-Nr. 698

L'Inghilterra e la neutralità belga, August 1917

Nella sua Nota ai Neutrali in data 11 gennaio 1917, il Governo Imperiale tedesco ricordava la maniera di vedere del Governo britannico sui suoi doveri rispetto alla neutralità belga al tempo della tensione tedesco-francese, nel 1887. La "Norddeutsche Allgemeine Zeitung" del 21 gennaio 1917, si riferì alle dichiarazioni ufficiose del 4 febbraio 1887 dell'organo londinese "Standard", nelle quali si diceva che l'Inghilterra non era obbligata contrattualmente all'intervento a favore del Belgio e che, senza nessunissimo danno degli interessi inglesi, avrebbe ben potuto tollerare la marcia attraverso il Belgio di una Potenza belligerante, purché questa Potenza garantisse lo sgombro successivo e l'indipendenza del paese attraversato.
Il Governo britannico, in una dichiarazione del 19 gennaio 1917, protestò anzitutto contro una tale asserzione. In una seconda dichiarazione del 14 marzo 1917 il "Foreign Office" pretese che le parole dello "Standard" del 4 febbraio 1887 non corrispondessero affatto al concetto del Governo inglese. L'allora ambasciatore a Bruxelles, lord Vivian, avrebbe comunicato al Governo belga coll'approvazione del suo Governo che non c'era da annettere importanza veruna agli sfoghi della stampa sulla neutralità belga, poiché essa stampa non sarebbe stata inspirata né dal Governo inglese né avrebbe riprodotto le sue vedute. Lord Vivian avrebbe comunicato oltre a ciò al ministro belga degli affari esteri, principe Chimay, che se il Governo belga avesse ritenuto corrisponder gli sfoghi della stampa alle opinioni del Governo inglese, questi lo avrebbe seriamente deplorato.
Accurate ricerche negli archivi del ministero belga degli esteri, – almeno per quanto questi archivi soni rimasti a Bruxelles, – non hanno portato alla conferma di queste dichiarazioni interessanti e significantissime di lord Vivian, sebbene la questione del contegno delle Potenze garanti in caso di conflitto, abbia occupato in modo tutto speciale il Governo belga nell'anno 1887. È stato impossibile trovare i volumi contenenti i documenti dettagliati relativi a quest'affare; tuttavia il materiale esistente, per quanto scarso, è sufficiente per provare che le succitate dichiarazioni dello "Standard" riproducono di fatto ed esattamente il punto di vista del Governo inglese nell'anno 1887.
Il contenuto del trattato d'indipendenza del Belgio del 1831 e 1839, poterono giudicarlo meglio di tutti quelli che, a suo tempo, lo sottoscrissero. Lord Palmerston, che, come è noto, negoziò e sottoscrisse, in qualità segretario di Stato, quel trattato, dichiarò in pieno Parlamento l'8 giugno 1855, rispondendo al deputato Disraeli che proponeva di neutralizzare i Principati danubiani: " Esistono certamente in Europa precedenti in questo campo: il Belgio e la Svizzera sono stati dichiarati neutrali in forza di un trattato in piena regola fra le Potenze. Io, però, non annetto eccessiva importanza a certi accordi, perché la storia del mondo insegna che quando nasce una contesa ed un paese entra in guerra non osserva, di solito, con troppa cura le cosiddette dichiarazioni di neutralità, allorché s c orge un vantaggio nel far traversar il s uolo neutrale da una sua armata. "
L'opinione di Palmerston che i trattati del 1831 e del 1839 erano insufficienti a garantire l'inviolabilità del Belgio, fu condivisa dall'Inghilterra anche nel 1870 quando concluse colla Francia e colla Confederazione della Germania del Nord convenzioni speciali per la durata della guerra franco-tedesca. È pure noto che Gladstone, nella sua qualità di primo ministro, dichiarò alla Camera dei Comuni durante la discussione di questo trattato, non esistere un obbligo contrattuale dell'Inghilterra d'intervenire in ogni caso a favore del Belgio. Due anni più tardi, nel medesimo luogo, dimostrò di essere delle medesime opinioni difese a suo tempo da Palmerston; che, cioè, le garanzie assunte verso il Belgio davano il diritto ma non implicavano affatto il dovere dell'intervento. Nel 1870 l'Inghilterra credette tener sufficientemente conto dei suoi propri interessi quanto alla garanzia del Belgio, concludendo colla Confederazione della Germania del Nord e colla Francia convenzioni identiche, assicurando il concorso armato della Gran Bretagna contro quello dei due belligeranti che avesse marciato per il primo contro il Belgio. La situazione d'allora rendeva poco verosimile la necessità d'un intervento inglese in base alle convenzioni.
Quando, poi, un nuovo conflitto tedesco-francese minacciava di uscir fuori dall'ebbrezza di rivincita suscitato in Francia da Boulanger, l'Inghilterra cambiò il suo modo di vedere ed agì in modo diverso. Al principio del 1887, il Governo di Londra si formò la persuasione che sarebbe stato meglio starsene da parte in caso d'una guerra tedesco-francese, fintanto che gli interessi inglesi fossero assicurati colla garanzia dell'integrità completa del Belgio dopo la guerra. Questo cambiamento d'opinioni si operò, apparentemente, quasi d'improvviso.
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Negli archivi belgi trovasi, fra le carte del barone Lambermont, ministro e segretario generale al Ministro degli affari esteri del Belgio, un rapporto su una conversazione col ministro della Gran Bretagna, Lord Vivian, in data 27 gennaio 1887, cioè a dire prima che fosse pubblicato l'articolo dello "Standard" del 4 febbraio 1887. Il ministro inglese, Lord Vivian, dichiarò allora che, in caso di guerra, il Belgio avrebbe potuto contare sull'assistenza dell'Inghilterra.
Il testo di questo rapporto, tradotto letteralmente in italiano, è del seguente tenore:
"27 gennaio 1887.
Ho avuto con Lord Vivian, in casa sua, dopo cena, un colloquio sulla situazione politica.
Dovendo essere accettato in questi giorni il progetto di legge sull'acquisto dell'edificio della Legazione da parte del Governo britannico, gli ho detto, scherzando, che nelle circostanze attuali bisognerebbe, in verità, informare l'Agenzia Havas di questo avvenimento. 'Allora bisognerebbe notificarle ancora, – mi ha risposto nel medesimo tono scherzevole Lord Vivian, – che l'altro giorno, in casa del conte di Fiandra, il ballo fu aperto dall'Inghilterra a braccetto col Belgio.'
Più tardi la conversazione prese un carattere più serio. Lord Vivian, di solito ottimista, m'ha dichiarato che, in caso di guerra, il Belgio può contare sulla Gran Bretagna; ed ha aggiunto sapere io benissimo che le forze di cui noi disponiamo non sono considerevoli e che dovremmo, al principio, difenderci da soli.
Anche il signor Mitilineu (il ministro di Rumania) si mostrò egualmente rassicurato in quanto alla soluzione della questione bulgara. La Rumenia, dice egli, può mettere in piede di guerra, in soli 8 giorni, 150.000 uomini dotati di eccellente artiglieria."
Alcuni giorni dopo questo colloquio apparve nell'organo ufficioso "Standard" la lettera firmata "Diplomaticus" il cui autore era, si dice, Alfred Austin ben conosciuto in Inghilterra per le sue relazioni con Lord Salisbury. Un articolo di fondo dello stesso "Standard" metteva in rilievo le dichiarazioni di "Diplomaticus". Poco dopo, il principe di Chimay, Ministro degli affari esteri del Belgio, ebbe con Lord Vivian una conversazione, nella quale il ministro della Gran Bretagna, espresse opinioni essenzialmente differenti da quelle attribuitegli col comunicato ufficiale del 14 marzo 1917.
Una nota del principe Chimay sul resultato di questo colloquio non si trova più a Bruxelles. Le ricerche fatte hanno, però, portato alla luce un quaderno contenente appunti d'inventario, col titolo "Garanties de la neutralit ", alcune delle quali, per esempio quelle del 1887, suonano, in lingua italiana letteralmente tradotta, così:
"Ministero degli affari esteri. Sezione politica. N°. 5522.
Oggetto: Garanzia di neutralità.
1887. Voci di guerra.
I. Inghilterra.
Articolo di Sir Charles Dilke sulla neutralità belga. Commento della stampa inglese, specialmente un articolo di "Diplomaticus" nello "Standard".
Tesi, secondo la quale l'obbligo assunto dall'Inghilterra non ha più ragione d'essere. L'Inghilterra potrebbe tollerare il passaggio a condizione che i belligeranti si impegnino a ritirare le truppe dopo la guerra.
Conversazioni del Ministro col legato britannico.
Nel Belgio si desidera di assicurarsi se l'Inghilterra agirà o no come nel 1870. A Londra si evita di dare assicurazioni dinanzi ad una semplice eventualità. Il meglio di tutto sarebbe, dice Lord Vivian, di prepararci come se dovessimo agire da soli. Sua Eccellenza ha potuto rilevare dagli atti di quel tempo, che la Francia considererebbe come una violazione del trattato l'occupazione d'Anversa da parte degli Inglesi."
La ricusa opposta da Lord Vivian al principe Chimay, è di una chiarezza tale che non lascia nulla a desiderare. Il Governo belga l'ha compresa benissimo e cerca di prendere misure corrispondenti. Se ne trova una prova manifesta negli archivi di Bruxelles e precisamente in una lettera autografa del Re Leopoldo al barone Lambermont in data 13 febbraio 1887. In questa lettera si dice che non c'è da far conto sulla protezione dell'Inghilterra, nemmeno alle condizioni del 1870. Per questo motivo il Re si occupò delle misure diplomatiche di sicurezza da prendersi, e sviluppò, in questo senso, le sue idee. La sua lettera è del seguente tenore:
"13 febbraio 1887.
Mio caro barone!
Nel 1870 la Francia e la Germania ci fecero sapere, ciascuna separatamente, che la nostra neutralità sarebbe stata rispettata. Io non mi ricordo più esattamente di tutti i dettagli, e La prego, quindi, di fare ricerche e di scrivermi come andarono le cose.
Sarebbe vano sperare che gli Inglesi concludano adesso un nuovo trattato per garantire la nostra neutralità; ma non sarebbe impossibile che i Francesi si obblighino dinanzi, a noi rispettarla se noi sappiamo difenderla.
E nemmeno mi meraviglierei se essi volessero ancora di più; cioè: la promessa che il Belgio si allei alla Francia nel caso che i Tedeschi violino la sua neutralità.
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Se le cose arriveranno a questo punto, noi dovremo manovrare per evitare il peggio, e per ottenere dalla Francia una dichiarazione, più formale che sia possibile, di rinuncia a favore della nostra neutralità. Una volta mossi i Francesi a ciò fare, domanderemo ai Tedeschi di darci assicurazioni identiche.
Tutto ciò, mio caro barone, è strettamente confidenziale e rimane fra di noi. Il mio scopo è quello di tracciare con Lei le linee fondamentali del nostro piano di campagna diplomatica.
Spero, come Lei sa, che i Russi facciano il nostro gioco. Mi creda, caro barone, Suo affezionatissimo
Leopold."
Questi pochi documenti bastano a illuminare sufficientemente la situazione, e fanno riconoscere all'evidenza che al principio del 1887, cioè a dire in un tempo in cui ampi circoli s'aspettavano una nuova guerra franco-tedesca, il Governo inglese s'era deciso nel senso della dichiarazione di Lord Palmerston e di Gladstone riguardo al trattato di garanzia del 1839, di non assumersi la difesa del Belgio. Altri due documenti belgi meritano di esser qui pubblicati, non per corroborare il precedente asserto che non ne ha affatto bisogno, ma per meglio illustrare l'opinione ufficiale inglese. Si tratta qui di relazioni del Ministro del Belgio a Vienna, il conte de Jonghe d'Ardoye, sui suoi colloqui coll'ambasciatore della Gran Bretagna, Sir Augustus Berkeley-Paget. Il primo colloquio ebbe luogo un poco avanti, il secondo un poco dopo la decisione del Gabinetto di Londra sulla sua attitudine riguardo alla questione belga. Secondo la relazione del 13 gennaio 1887, Sir Augustus s'espresse nel medesimo senso di Lord Vivian a Bruxelles il 27 gennaio, dichiarando al conte de Jonghe che l'Inghilterra avrebbe difeso la neutralità belga come nel 1870. Nel secondo colloquio, divenuto anch'esso oggetto di un rapporto del ministro del Belgio, in data 12 febbraio, l'ambasciatore d'Inghilterra negò qualsiasi obbligazione da parte della Gran Bretagna e diede al Belgio il consiglio di pensare esso stesso alla sua propria difesa. Il conte de Jonghe non mancò di richiamare l'attenzione del suo Governo su questo repentino cambiamento nell'opinione dell'ambasciatore inglese.
Dettagli più precisi sul contenuto dei due rapporti del 13 gennaio e 12 febbraio 1887, trovansi nel suddetto quaderno d'inventario. Le annotazioni suonano nella traduzione letterale italiana, come appresso:
"Colloquio del nostro ministro a Vienna coll'ambasciatore d'Inghilterra riguardo all'articolo di S ir Ch. Dilke nella "Fortnightly Review" (13 gennaio).
Sir Aug. Paget dichiarò che l'Inghilterra deve assolutamente difendere la neutralità belga come fece nel 1870, se non vuole rinunciare al prestigio goduto sin qui nell'Europa.
Idem, idem, riguardo all'articolo dello "Standard" firmato "Diplomaticus" (12 febbraio).
L'ambasciatore disse, anzitutto, parlando in senso generale, che articoli di giornali non hanno grande importanza; ed aggiunse che l'Inghilterra non ha obbligazioni differenti da quelle delle altre Potenze segnatarie del trattato di garanzia, e che non sarebbe affatto tenuta a difendere la nostra neutralità, se le altre grandi Potenze rimanessero inattive. Il meglio per il Belgio sarebbe pensasse esso stesso alla propria difesa. Questo linguaggio diametralmente opposto a quello della conversazione precedente, come fa notare il nostro ministro a Vienna, prova il cambiamento prodottosi nella politica dell'Inghilterra. Lo "Standard" aveva avuto, senza dubbio, la missione di preparare l'opinione pubblica."
La dichiarazione di Sir Augustus Paget "dover il Belgio pensare esso stesso alla sua neutralità", s'accorda tanto perfettamente con quella di Lord Vivian, "il Belgio farebbe meglio a prepararsi come se dovesse essere solo", che il linguaggio identico dei due diplomatici inglesi è certamente ispirato da istruzioni partite da Londra.
I documenti su riportati provano quanto grande risulti l'ipocrisia britannica quando il Governo inglese viene fuori a proclamare la marcia dei Tedeschi nel Belgio come motivo di guerra. Essi mettono sotto la sua vera luce l'affermazione del "Foreign Office" nella sua dichiarazione del 14 marzo 1917: "non aver mai e in nessun epoca l'Inghilterra pensato a tollerare una violazione della neutralità belga da parte di qualsiasi Potenza." È invece posto in sodo che l'Inghilterra era pronta nel 1887 a riconoscere ai belligeranti il diritto di passaggio attraverso il Belgio, purché l'indipendenza di questo paese fosse ristabilita dopo la conclusione della pace. Ma quando, al principio della guerra mondiale, la Germania si vide costretta a far marciare le sue truppe attraverso il Belgio ed offrì a questo paese tutto quello che l'Inghilterra aveva reputato conveniente nel 1887, ed offrì anche di più, allora il Governo inglese scatenò la tempesta d'indignazione di cui aveva bisogno per eccitare l'entusiasmo guerresco in Inghilterra e in virtù del quale le è riuscito, è vero, di ingannare il popolo inglese, ma non a sopprimere l'implacabile realtà dei fatti storici.
Empfohlene Zitierweise
Anlage vom August 1917, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 698, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/698. Letzter Zugriff am: 26.06.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 02.07.2012.