Dokument-Nr. 699

Pourtalès, Friedrich Graf von: Sull'attitudine dell'Inghilterra nella crisi bosniaca, Mai 1916

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La crisi bosniaca.
Sir Edward Grey ha profittato delle dichiarazioni del Cancelliere riguardo all'attitudine del Governo britannico nella questione bosniaca per pretendere che il popolo tedesco sia nutrito di racconti menzogneri. Pubblichiamo, a questo riguardo, due rapporti dell'Ambasciatore imperiale a Pietroburgo che permettono al popolo inglese di formarsi un giudizio sul vero stato di cose.
Ambasciata Imperiale tedesca in Russia.
Pietroburgo, 1.°° aprile 1909.
Già molti giorni prima della notificazione che la Russia riconosceva l'annessione della Bosnia Erzegovina, il mio collega austro-ungarico ed io abbiamo costatato segni manifesti di inquietudine all'ambasciata d'Inghilterra dove avevano subodorato un'azione tedesca in corso, senza però conoscere nulla di positivo al riguardo. A questo proposito devo anzi riconoscere che il signor Iswolsky ha mantenuto fedelmente la promessa fattami di non far trapelare nulla a nessuno della mia démarche.
Il signor Arthur Nicolson, anche dopo aver conosciuto le decisioni russe, non nascose un sol momento il suo malumore per avere il signor Iswolsky agito senza consultare prima gli ambasciatori dell'Intesa.
Del resto questo s'accorda perfettamente coll'attitudine del mio collega britannico il quale, durante tutto il corso della crisi bosniaca ha tenuto nei saloni di Pietroburgo un linguaggio che tradiva chiaramente i suoi sforzi intesi ad aggravare il conflitto fra la Russia e l'Austria-Ungheria. Il modo con cui l'ambasciatore si esprimeva riguardo alle pretese serbe, mi fu descritto come provocante, tanto da certi miei amici russi come da diplomatici di mia conoscenza.
Qualche giorno fa, poco dopo l'accettazione del nostro progetto di mediazione da parte del Governo russo e la notizia della soluzione pacifica del conflitto, diedi all'ambasciata un pranzo al quale intervenne anche il signor Arthur Nicolson. Dopo il pranzo un gruppo dei convitati si intrattenne a parlare della situazione politica ed una delle signore presenti espresse la sua gioia che la guerra fosse scongiurata. Il mio collega inglese, che durante la conversazione si era avvicinato al gruppo, azzardò allora l'osservazione che tutto questo era una gran bella cosa ma che l'onore nazionale aveva un valore ben più grande della stessa pace. All'uscita inaspettata uno dei presenti, un membro dell'entourage dello Zar, osservò di rimando "sembrare che al signor Nicolson dispiacesse quasi la soluzione pacifica della controversia". Nella sera istessa espressi anch'io all'ambasciatore inglese la mia viva soddisfazione che si fosse riusciti a trovare una formula accettabile per la Russia e che in tal modo fossero composte pacificamente le divergenze austro-russe. Il signor Nicolson rispose freddamente non essere ancora del tutto certo che il suo Governo si sarebbe dichiarato contento di questa soluzione.
Sennonché il giorno dopo e in quelli seguenti correva la voce a Pietroburgo " che la soluzione della crisi si era avuta a causa di una banale minaccia della Germania alla Russia, minaccia implicante persino un ultimatum. Che alla Russia, non in grado di addossarsi un'altra guerra dopo quella recente giapponese e dopo la rivoluzione, non era rimasta altra alternativa che quella di cedere alla minaccia tedesca. "
Se anche la mia prima idea fu quella di attribuire, senza il menomo dubbio, all'ambasciata inglese la paternità di questa voce, la mia supposizione è stata confermata, fino alla certezza, dal linguaggio di quei giornali russi noti per le loro relazioni coll'ambasciata britannica. Si aggiungano a ciò certe riflessioni lanciate da qualche membro di questa ambasciata inglese nel Yacht-Club, insinuanti, per esempio, che "la Germania ha scalpitato con gli stivali dei suoi corazzieri, minacciando di mobilitare più corpi d'armata alla sua frontiera orientale ", ecc. ecc.
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Uno di questi giorni feci anche una visita al mio collega francese, l'ammiraglio Touchard; un vecchio signore d'una lealtà perfetta e di sentimenti cavallereschi. La discussione cadde, naturalmente, sulla soluzione della crisi bosniaca. Gli manifestai la mia gioia tutta particolare che la soluzione avesse condotto ad uno scambio di idee amichevoli col gabinetto di Pietroburgo. L'ammiraglio mi guardò allora con alta meraviglia e con una cert'aria d'incredulità e replicò che si parlava invece di una scena violentissima che sarebbe avvenuta una sera fra l'ambasciatore tedesco ed il ministro Iswolsky. Riconobbi subito in questa informazione lo zampino del collega britannico e raccontai all'ammiraglio, ridendo, che anch'io ne avevo sentito parlare e mi erano giunte all'orecchio persino diverse versioni riguardo ad una scena violenta avvenuta col signor Iswolsky. Ma lo potevo assicurare, e lo stesso Iswolsky glielo avrebbe potuto confermare, che in questa storia non c'era una sola parola di vero. Al contrario, i miei ultimi negoziati col ministro non avevan cessato d'essere improntati dal tono della più franca amicizia.
In tutto questo maneggio si riconosce chiaramente che sir Arthur Nicolson, indispettito dalla soluzione della crisi bosniaca, si sforza adesso di rifarsi dello scacco mettendo in giro la storiella della minaccia germanica allo scopo evidente di intorbidare così le relazioni russo-tedesche. Egli spera di ottenere con mezzi subdoli che la crisi bosniaca superata, lasci almeno in Russia un profondo rancore contro la Germania.
(Firmato) F. Pourtalès
A Sua Altezza il Cancelliere. Principe di Bülow. Ambasciata di Germania in Russia. Pietroburgo, 5 aprile 1909.
Apprendo da fonte sicura e confidenziale che il signor Arthur Nicolson ha fatto al signor Iswolsky severi rimproveri riguardo alla sua accettazione del nostro progetto di mediazione in vista di una soluzione pacifica della questione d'annessione, senza essersi prima inteso coll'alleato francese o col Governo britannico. L'ambasciatore ha pregato il ministro di differire la risposta a me finché il Governo inglese non avrà preso un'attitudine decisa a questo riguardo. Il signor Iswolsky non ha accettato.
Dalla medesima fonte confidenziale mi vien riferito che anche sir Edward Grey ha espresso all'incaricato d'affari in Russia il suo malcontento nei riguardi della politica russa così conciliante, ed ha qualificato precipitosa la condotta di Iswolsky. Il Ministro inglese degli Affari esteri si sarebbe spinto tanto innanzi fino a discutere quale attitudine avrebbe preso l'Inghilterra nel caso fosse scoppiata una guerra tra la Russia da una parte e l'Austria-Ungheria e la Germania dell'altra. A una domanda relativa del signor Poklewski, sir Edward Grey ha risposto che in Inghilterra le decisioni sulla guerra e sulla pace non dipendono dal Governo, ma esclusivamente dall'opinione pubblica. Esser però egli persuaso che l'opinione pubblica inglese è sufficientemente preparata per permettere al Governo una cooperazione dell'Inghilterra colla Russia in caso di conflitto armato.
(Firmato) F. Pourtalès
A Sua Altezza il Cancelliere, Principe di Bülow.
Empfohlene Zitierweise
Pourtalès, Friedrich Graf von, Sull'attitudine dell'Inghilterra nella crisi bosniaca vom Mai 1916, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 699, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/699. Letzter Zugriff am: 02.05.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 10.03.2014.