Dokument-Nr. 7193

Erzberger, Matthias: Il tentativo inglese di attaccare Zeebrügge ed Ostenda, 29. April 1918

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Nella notte dal 22 al 23 aprile forze navali britanniche attaccarono le basi dei subacquei tedeschi Zeebrügge e Ostende lungo la costa fiamminga. L'attacco fallì completamente e la condotta della guerra navale tedesca non è venuta a soffrirne menomamente.
Mentre ci si domanda che cosa voglia significare una tale impresa navale inglese, ci ritorna in memoria che negli anni scorsi si parlò più volte della possibilità di un tentativo da parte dell'Inghilterra di risolvere il problema strategico dello scacchiere occidentale con un fiancheggiamento del fronte. Un colpo simile l'Inghilterra lo tentò col suo attacco a Costantinopoli, miseramente naufragato, come ognuno sa, con grande scorno degli Inglesi; cioè a dire veder, se era possibile, di aggirare il fianco sudest delle Potenze centrali. In quanto all'Occidente si discusse la questione del come l'Inghilterra avrebbe potuto compiere quest'aggiramento; con un potente attacco navale, cioè, lungo la costa fiamminga sulle coste tedesche lungo il Mar del Nord, oppure con uno sbarco in grande stile nell'Olanda e in Danimarca. Appropinquarsi alle coste del Mar del Nord gli Inglesi non debbono averlo mai preso sul serio in considerazione, a causa delle formidabili difese di questa costa. In quanto a un tentativo di sbarco in Danimarca, è probabile che il risultato della battaglia navale davanti allo Skagerak abbia tolto agli Inglesi qualsiasi velleità di dilettarsi con un tale pensiero. La questione olandese deve aver perduto molto del
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suo valore nelle combinazioni inglesi, specialmente dopo le gravi disfatti subite dall'Inghilterra in quest'anno nella guerra terrestre. Infatti, coinvolgere pure l'Olanda nella guerra mondiale, non contribuirebbe a migliorare oggi la posizione inglese, anche astrazion del fatto che l'Olanda non è più da considerarsi come paese neutrale che possa introdurre merci in Germania. Non rimane dunque che la costa fiamminga. Il "Manchester Guardian" infatti non aveva fatto altro che raccomandare durante il 1917 uno sbarco specialmente durante le battaglie nella Fiandra. Ma da quando le truppe tedesche colle loro grandiose vittorie di quest'anno hanno infranto per sempre le speranze britanniche di penetrare nel Belgio sfondando colla violenza il fronte avversario o ributtandone l'estrema ala destra – il pensiero più accarezzato del maresciallo Haigh – l'idea strategica di uno sbarco nelle Fiandre ha perduto tutto il suo valore intrinseco.
È quindi assolutamente escluso che gli Inglesi, operando colla loro flotta su quelle coste, abbiano inteso di procedere ad un attacco in grande stile nel senso di una strategia mirante all'aggiramento dell'avversario. Sebbene l'impresa fosse stata preparata con grandi mezzi, tuttavia, dal complesso di essa risulta che gli Inglesi avevano di mira soltanto un colpo di mano di breve durata, e non un attacco generale mirante ad impossessarsi durevolmente di una testa di ponte alle coste fiamminghe. Gli intenti militari dell'impresa entro le linee strategiche della guerra, non si spingevano troppo lontano. La flotta britannica aveva l'intenzione di distruggere con un ardito colpo di mano il gran molo di Zeebrügge con i suoi impianti militari; di sbarrare i porti di Ostenda e di Zee-
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brügge nei quali sboccano quegli importanti canali che congiungono Bruges col mare; e di sbarrare le foci dei canali stessi. I subacquei tedeschi aventi la loro base nelle Fiandre, dovevano esser tagliati fuori dai loro ricoveri o là dentro rinchiusi. Nel peggiore dei casi il colpo progettato avrebbe potuto recare serie molestie ma giammai aver conseguenze decisive per la condotta della guerra navale tedesca. Infatti con un po' di lavoro persino le navi da guerra ripiene di calcestruzzo indurito dall'acqua si possono infrangere; ed anche una completa distruzione dei punti d'appoggio fiamminghi non avrebbe certo tolto di mezzo la guerra dei sottomarini.
Che gli Inglesi abbiano ritenuto oltremodo importante anche un passeggero e leggero disturbo della guerra subacquea per giustificare il gran rischio di un ardito colpo di mano sui punti d'appoggio tedeschi fortemente muniti, è una prova di quanto sia grave la pressione esercitata su tutta l'Inghilterra dalla guerra subacquea tedesca. Indubbiamente la complessiva situazione bellica deve avere influenzato non poco la loro decisione. Nel momento in cui la base nuovamente eretta dell'Impero mondiale britannico, – l'esercito di milioni sul Continente – sta per traballare, il popolo inglese si ricorda con speciale calore del vero e storico rappresentante della sua potenza: gli sguardi dell'Inghilterra si rivolgono alla flotta, il cui lavoro di pure difesa dalla guerra subacquea tedesca e di sorveglianza delle vie mercantili, non basta più; e si domanda da essa un lavoro più attivo. L'umore generale in Inghilterra ha gravemente sofferto sotto l'impressione delle disfatte progressive, e la flotta britannica era destinata ad infondere, con un ardito colpo di mano, nuova fidu-
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cia negli stanchi cuori degli Inglesi. Nessuno negherà l'arditezza dell'operazione, ma nemmeno che il successo militare è stato, per gli Inglesi, del tutto negativo. Ciò non impedisce ad essi, naturalmente, di sfruttare l'operazione per far della reclame e inalare nuovo ossigeno di guerra al popolo britannico.
Si è potuta ricostruire con sufficiente esattezza l'impresa avversaria. A notte oscura e con densa nebbia un visibilio di navi speciali (monitori, barconi a motore, cacciatorpediniere e piccoli incrociatori) scelte apposta ed adattate per le coste paludose di Ostenda e Zeebrügge, precedettero contro i punti d'appoggio tedeschi; appoggiate evidentemente da una flotta di grandi navi da battaglia. Favorite dalla nebbia riuscì loro di oltrepassare, non viste, le navi di vedetta tedesche. La densa cortina di nebbia naturale fu accresciuta con nebbia artificiale. Un sommergibile carico di esplosivo iniziò l'attacco, avvicinandosi inosservato fino al molo di Zeebrügge e incastrandosi in un piccolo settore del molo stesso avente ossatura di ferro e non molto lontano dalla costa. La maggior parte del molo lungo molti chilometri è di granito e di calcestruzzo. L'equipaggio abbandonò allora il sommergibile e diede fuoco all'esplosivo con una miccia. L'esplosione aprì nel molo una breccia di 25 metri. In tal modo la parte principale del molo stesso veniva a trovarsi staccata dal continente. A questo punto si avvicinò l'incrociatore "Vindictif" carico di truppe di sbarco le quali avevano il compito di distruggere tutti gli impianti militari sul molo isolato. Protetto dalla nebbia l'incrociatore si era già avvicinato al molo e cominciato a sbarcare soldati di marina. Il presidio tedesco del molo isolato attaccò i
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soldati sbarcati, impegnò con essi una lotta corpo a corpo ed ebbe ben presto ragione di loro. Altre truppe di sorveglianza aprirono il fuoco sull'incrociatore validamente appoggiate da una torpediniera tedesca lì presso ancorata. Tre ufficiali servirono i cannoni, perché gli uomini addetti ai pezzi erano stati mandati poco prima nei rifugi sotterranei per ripararsi dagli aeroplani nemici poco prima avvistati. Il micidialissimo fuoco tedesco costrinse a recedere dal suo tentativo di sbarco l'incrociatore inglese che si ritirò alquanto avariato, e l'orribile lotta corpo a corpo, nella notte oscura e nella nebbia, cessò.
Ma anche questo non era che un episodio. Il compito principale l'aveva una forte squadra di unità inglesi da battaglia, la quale, aggirando la testa del molo, tentò di penetrare nel porto. Uno dei grandi barconi, che alla testa del molo fungevano da barconi di sbarramento e chiudevano il porto, era stato affondato con un colpo di torpedine. Tre piccoli incrociatori inglesi, accerchiati da navi incaricate di produrre nubi di densa nebbia artificiale, si diressero verso lo sbocco del canale di Bruges per raggiungere la cateratta. Ma usciti dalla nebbia furono presi sotto un fuoco addirittura annientante che riuscì a colarli a picco prima che potessero raggiungere il punto agognato. Quei tre incrociatori erano ripieni di cemento e dovevano fungere da enormi blocchi di calcestruzzo capaci di sbarrare il canale. Il quale ha subito, è vero, una strozzatura, ma lo spazio che rimane è sempre largo abbastanza per permettere il transito a qualsiasi torpediniera e ai più grandi sommergibili tedeschi. – I lavori di sgombero cominciarono subito. Gli incrociatori affondati sono stati ridotti in bricioli mediante esplosivi,
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e la falla aperta nel molo è stata richiusa. Questo è tutto quanto si può narrare sul decorso del colpo di mano su Zeebrügge.
A Ostenda, il tentativo di portare due incrociatori fino allo sbocco del canale, fallì in un,odo ancor più radicale. Questi incrociatori inglesi furono completamente sopraffatti dal fuoco di sbarramento tedesco, che per la Mancanza del molo poteva esser colà ben più efficace; subirono subito gravissime avarie e affondarono poco dopo davanti alla spiaggia lontane dallo sbocco del Canale.
Se ci si limita a prendere in considerazione i bollettini ufficiali degli Inglesi, si vede subito come essi vadano d'accordo coi comunicati tedeschi in quanto al decorso dell'impresa. Riguardo al successo della medesima i bollettini ufficiali britannici si contentano della parola "probabilità".
È questa la prima volta che gli Inglesi hanno approfittato della loro favorevolissima situazione strategica dinanzi alla costa fiamminga così esposta. Per condurre l'impresa a termine occorreva non solo molto ardire, ma ancor più fortuna, la quale, in questo caso, deve ricercarsi nella nebbia naturale, rinforzata da quella artificiale. Comunque gli Inglesi, pur coi loro inauditi sacrifici di sangue e di materiale, non sono riusciti a distruggere le basi dei sommergibili tedeschi, e la guerra subacquea non ha subito l'arresto nemmeno di un'ora. Già il 24 aprile torpediniere tedesche uscirono da quella base, e il 25 vi fu il solito movimento di sommergibili. Che assalti aventi per scopo dì bloccare un porto riescano quasi sempre quando non si fa a risparmio di mezzi, quando si opera di notte, colla nebbia e contro una costa aperta come è quel-
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la fiamminga, lo provano le tante esperienze storiche della guerra navale e di costa. Contro essi non vi è un rimedio infallibile. Ciò che meraviglia è che gli Inglesi abbiano aspettato fino ad oggi a fare un tal tentativo. È questo un segno che la situazione in Inghilterra è gravissima. Ma l'intento perseguito, gli Inglesi, ripetiamo, non l'hanno raggiunto. Gli impianti portuali tedeschi e le batterie da costa sono intatti e la guerra subacquea, non interrotta un solo minuto, proseguirà anche in avvenire in tutta la sua piena efficienza e con rinnovato vigore.
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[Kartenzeichnung des Hafens von Zeebrügge mit Darstellung der Absperrung durch deutsche Schiffe und der Orte, an denen die englischen Schiffe versenkt wurden]
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, Il tentativo inglese di attaccare Zeebrügge ed Ostenda vom 29. April 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 7193, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/7193. Letzter Zugriff am: 28.12.2024.
Online seit 02.03.2011.