Dokument-Nr. 7195

Erzberger, Matthias: La guerra subacquea tedesca, 19. April 1918

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Nelle sedute sul bilancio della Marina nella Commissione principale del Reichstag, svoltesi il 17 e il 18 aprile, tutti i Partiti furon d'accordo nel rilevare che la guerra subacquea senza restrizioni ha portato fin qui buoni risultati. Deliberarono poscia che essa debba esser continuata colla massima energia e che tutto sia fatto, grazie alla intensificata costruzione di subacquei più che sia possibile autonomi, per ingrandire la loro base d'azione. Nessun dubbio fu sollevato sulla opportunità e necessità della guerra sottomarina; e se dubbi e diversità d'opinioni vi furono in Germania, – quando a datare dal 1 febbraio 1917 la guerra subacquea divenne illimitata, – essi non si riferirono mai alla questione se avrebbe avuto o no efficacia militare, economica e morale sull'Inghilterra e le sue alleate, perché tutti furon sempre concordi su questo punto e persuasi che la guerra sottomarina non avrebbe tralasciato di produrre i suoi effetti. Solo alla questione della durata, necessaria per indurre l'Intesa, grazie alla guerra sottomarina a cessare le ostilità, si rispose in varie guise; la questione, cioè, se e su quale base si poteva far calcolo sin dal principio che sarebbe subentrato un momento di impossibilità per l'Intesa di continuare la lotta. In tale questione tutti quanti i partiti hanno adottato nella Commissione principale il punto di vista che non è assolutamente possibile risolversi nel senso di una data precisa.
Certi circoli che a suo tempo fecero di tutto per-
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ché la guerra subacquea senza restrizioni fosse decisa, avevano creduto di poter predire un'epoca prossima (6 mesi) necessaria per superare vari dubbi (da parte dell'America) riguardo all'effetto politico dei subacquei, includendo nei loro calcoli il solo tonnellaggio inglese e quello di altre Potenze, messo a servizio dell'Intesa. Son quei medesimi circoli che, nella loro giustificata fiducia nella abilità dell'arma subacquea, dimenticavano che siffatti calcoli erano, in certo qual modo, fittizi, per i tantissimi imponderabili; quei medesimi circoli che colle loro profezie sul tempo più o meno prossimo nel quale la mancanza di tonnellaggio avrebbe resa impossibile all'Inghilterra la prosecuzione della lotta, destarono esagerate speranze. L'errore di questi signori consisteva in questo: nei loro calcoli essi non pensarono che la Gran Bretagna, quando si fosse venuta a trovare in una grave situazione determinata dalla guerra subacquea, avrebbe allungato, senza riguardo alcuno, gli artigli sul tonnellaggio straniero, per tappare più che fosse stato possibile le falle aperte nel suo tonnellaggio e in quello dei suoi alleati, per l'ulteriore proseguimento della guerra e il suo approvvigionamento. Si mancò inoltre di tenere conto sufficiente della resa che un avversario, messo alle strette, avrebbe potuto ancora sviluppare.
Senza dubbio gli affondamenti operati dai Tedeschi superano di gran lunga le nuove costruzioni dell'Inghilterra e delle sue alleate; e, senza dubbio, l'Inghilterra, ad onta dei sequestri operati colla violenza sui navigli neutrali, si avvicina sempre più all'epoca nella quale il tonnellaggio natante che trovasi o può ancora trovarsi a sua disposizione per il proseguimento della
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guerra e per il suo approvvigionamento, non basterà più. Ma il calcolo di quest'epoca avrebbe avuto soltanto speranza di probabilità se fosse stato fatto sulla base del tonnellaggio mondiale, poiché ci si doveva attendere che l'Inghilterra, quante più precarie fossero state le sue circostanze, tanto più avrebbe proceduto a sequestri senza riguardo a chicchessia; come ha già fatto insieme agli Stati Uniti dell'America per le navi olandesi e una gran parte di quelle scandinave. Giustizia storica domanda si rilevi che fu il deputato Erzberger quegli che insisté doversi tener conto del tonnellaggio mondiale nel calcolo dell'effetto finale e catastrofico determinato dai sottomarini; ed è notevole che, oggi, anche il segretario di Stato all'Ufficio della Marina condivida questo punto di vista.
La discussione non ha oggi, è vero, che un valore di principio e nient'affatto pratico; o ne ha uno pratico solo in quanto che determinerà una prosecuzione ancora più intensiva della guerra subacquea. Certo, il tonnellaggio di cui gl'Inglesi possono ancora impadronirsi e quello che i cantieri di cui dispongono possono ancora costruire, dopo le grandi razzie che l'Inghilterra ha già operato nelle flotte mercantili del mondo, (si rifletta, poi, che la produzione dei cantieri non può più aumentare e che nonostante la massima intensità di lavoro raggiunta non fu in grado, sinora, di colmare i vuoti avveratisi) non è tanto che basti a compensare, neppure relativamente, la perdita di circa seicentomila tonnellate al mese originata dagli affondamenti dei sottomarini tedeschi.
Secondo le statistiche del Lloyd, prima dello scoppio della guerra, il tonnellaggio delle flotte neutrali
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era il seguente:
Norvegia 2.500.000 tonnellate
Olanda 1.490.000 "
Svezia 1.110.000 "
Danimarca 802.000 "

Ad eccezione di una piccolissima quota, la flotta norvegese è già da un pezzo entrata a far parte integrante del tonnellaggio inglese. Per ciò che riguarda gli altri Stati neutrali occorre far subito una grande sottrazione per gli affondamenti delle navi entrate a servizio dell'Intesa – prima del 1 febbraio 1917 perché trasportanti merci di contrabbando; dopo questa data perché sorprese nella zona vietata – pur prescindendo dalle perdite normali. Riguardo al tonnellaggio danese sembra che, in considerazione delle abbondanti derrate della Danimarca, sia stato trattato discretamente dall'Inghilterra; invece l'olandese e lo svedese sono divenuti oggetti preferiti di sequestro. Dall'Olanda l'Inghilterra e gli Stati Uniti si sono prese sinora dalle 400 alle 500.000 tonnellate. La Svezia ha rilasciato già all'Intesa 117.000 tonnellate e sta per cedergliene, suo malgrado, altre 400.000. Dopo queste razzie non rimarranno più molte navi neutrali su cui stender la mano. L'Inghilterra non potrà spogliare interamente i neutrali delle loro navi dopoché ha visto gli effetti di simili violenze in Olanda. Il tonnellaggio che ancora rimane nel mondo non si può, com'è chiaro, accertare con assoluta precisione. Le opinioni non concordano. L'Ammiragliato germanico si attiene alla cifra di 27 milioni di tonnellate. L'Ufficio di navigazione americano lo calcola, invece, di 21 milioni di cui 17 nell'Oceano Atlantico. Di quanto tonnellaggio l'Inghilterra ancora disponga è pa-
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rimenti incerto.
Che però di giorno in giorno l'Inghilterra abbia meno navi di quelle che le occorrerebbero lo dimostrano le brutte condizioni in cui si trova, e ciò è l'essenziale, che toglie ogni peso ad ogni altra considerazione. Niun dubbio che queste cattive condizioni siano la conseguenza della guerra sottomarina, la quale ha già compiuto la parte principale del suo lavoro: ha, cioè, messo l'Inghilterra in vero pericolo. La guerra sottomarina seguita ad agire efficacemente e rende sempre più difficile all'Intesa la condotta della guerra, né si può dubitare che essa condurrà al risultato voluto sebbene non sia possibile predire con esattezza quando la crisi del tonnellaggio si trasformerà in una vera catastrofe. La guerra dei sottomarini e le sconfitte dell'Inghilterra sul continente cooperano al medesimo scopo, s'integrano a vicenda per fiaccare la volontà di combattere dell'Inghilterra e strapparle le basi su cui fa più assegnamento per insistere nella lotta. E pur che sia raggiunto lo scopo finale è indifferente che la decisione sia originata da una catastrofe militare sul continente o dalla impossibilità di approvvigionare più oltre l'Inghilterra.
In quel che segue riferiamo le dichiarazioni del Segretario di Stato von Capelle nella seduta della Commissione principale del Reichstag del 7 aprile, dichiarazioni che gettano una notevole luce sulla condizione dell'Inghilterra e specialmente sulle nuove costruzioni navali in Inghilterra e negli Stati Uniti.
I calcoli concernenti il tonnellaggio sono calcoli di approssimazione, nei quali rientrano molti fattori incerti. Le indebite appropriazioni dell'Inghilterra non si
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potevano valutare con esattezza, ma non vennero neppure valutate al disotto della realtà. È un fatto, tuttavia, che dalla fine del 1917 la penuria del tonnellaggio è in notevole aumento, di guisa che l'Intesa non ha più le navi che le occorrono per combattere la guerra e per vincere. Mentre il bisogno è cresciuto, il tonnellaggio è diminuito assai, non solo per gli affondamenti, ma anche per il logoramento. Inoltre i sinistri marittimi sono triplicati, come dichiarò, recentemente, lord Ellermann nella Camera di navigazione inglese. Le nuove costruzioni bastano appena a colmare le perdite originate dai sinistri. Le Potenze occidentali costringono adesso le navi neutrali a viaggiare nella zona interdetta. Con il tonnellaggio neutrale l'Intesa si è procurata dalle 500 alle 600.000 tonnellate, la qual cosa, certo, ha portato un miglioramento nella sua condizione, ma questo miglioramento è stato da lei con intenzione esagerato, giacché molte navi facevano già servizio per l'Intesa. Appropriandosi il tonnellaggio neutrale gl'Inglesi vogliono risparmiare le loro navi e disfarsi, al tempo stesso, dei concorrenti. I neutrali verranno, quindi, a trovarsi, dopo la guerra, in grave dipendenza dall'Inghilterra e dall'America. Con la rapina delle navi olandesi questi Stati si sono attirati per decenni un odio profondo.
Il Segretario di Stato si domanda: "La condizione dell'Intesa migliorerà o peggiorerà?" – La piega che saranno per prendere le cose dipende dagli affondamenti e dalla sostituzione delle navi affondate con navi di nuova costruzione.
Toccando, brevemente, dell'ultimo discorso di Geddes sul bilancio della marina, il Segretario di Stato di-
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chiara che l'asserzione del Ministro della marina che gli equipaggi dei sottomarini tedeschi s'imbarcano mal volentieri è una bassa calunnia.
Contrariamente poi alle affermazioni di uomini di Stato inglesi circa le perdite straordinarie di sottomarini, il Segretario di Stato dichiara che queste affermazioni, anche se si restringono a determinare una perdita del 20 %, si spingono molto al di là del vero. Le nuove costruzioni superano sempre le perdite: l'arma dei sottomarini è, sia qualitativamente che quantitativamente, in ascensione continua. Pure nell'avvenire si può essere sicuri che i sottomarini continueranno a dare il rendimento dato sin qui.
Il Segretario di Stato passa ad occuparsi della dichiarazione di Lloyd George che, terminata sul continente, la guerra non sarà per questo finita, perché verrà continuata sul mare. Non dipende dalla volontà di Lloyd George di poter continuare, con probabilità di successo, perduta quella sul continente, la guerra marittima, ma dalla gara dei sottomarini con le costruzioni navali. Secondo i dati del Lloyd, negli ultimi dieci anni prima della guerra, in tutto il mondo, compresa, quindi, la produzione dei cantieri tedeschi e di quelli dei loro alleati, come pure della Russia, sono state costruite, annualmente, poco più di due milioni di tonnellate di stazza lorda. Che la produzione, in guerra, sia divenuta maggiore di quella di prima è, per lo meno, dubbio, se si riflette alle difficoltà d'ogni sorta (deficienza di braccia e di materiale) che durante la guerra sono a dismisura aumentate. La perdita annua normale di navi è stata, nell'ultimo decennio di pace, di 800.000 tonnellate di stazza lorda. Adesso, in guerra, le perdi-
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te per sinistri marittimi e logoramento sono notevolmente maggiori. In tutto il mondo l'aumento annuo netto è stato, dunque, di circa 1.400.000 tonnellate. Questa cifra dà modo di farsi un'idea della realtà delle odierne condizioni. Le nuove costruzioni dell'America e del Giappone sono assorbite quasi tutte dai bisogni particolari di questi paesi. Rimane quindi a considerare principalmente l'attività dei cantieri inglesi.
Il programma di costruzioni navali dell'Inghilterra ha fatto fiasco. Verso la metà del 1917 si parlò ufficialmente, in Inghilterra, di tre milioni di tonnellate di nuove navi per ogni anno. Poi Lloyd George si contentò di due milioni e adesso Bonar Law ha dichiarato che realmente sono state costruite solo 1.160.000 tonnellate, cioè a dire circa 100.000 tonnellate al mese. Ma gli affondamenti mensili dei sottomarini tedeschi ascendono, in media, a 600.000 tonnellate, sono, ossia, il sestuplo delle nuove costruzioni. Anche se si ritiene che i dati citati siano troppo favorevoli e si suppone una produzione mensile dei cantieri di 150.000 tonnellate, superiore, ossia, del 50 %, e se si riducono anche gli affondamenti a 450.000 tonnellate si avrà sempre una perdita tripla della produzione.
Inoltre, per i mesi futuri, va considerata specialmente la circostanza che oggi l'affondamento di ogni nave dell'Intesa o nave neutrale da essa sequestrata colpisce l'Intesa assai più profondamente perché oggi, con le navi disponibili, è possibile trasportare soltanto le quantità di viveri e di materiale bellico assolutamente indispensabili. L'affondamento anche soltanto di una piccola na-
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ve è oggi una cosa ben diversa che al principio della guerra sottomarina. Inoltre la perdita di una nave significa pure la perdita di quattro o cinque carichi.
Stando così le cose, la condizione dell'Intesa peggiora in misura sempre crescente, la penuria del tonnellaggio, divenuta per l'Intesa minacciosa, lo diverrà sempre più. Nel successo finale della guerra sottomarina è impossibile dubitare.
L'Intesa si è adoperata a tutt'uomo per escogitare e applicare misure di difesa contro i sottomarini ed ha in ciò, naturalmente, ottenuto qualche successo. Ma un'efficacia decisiva queste misure di difesa non l'hanno mai avuta, in nessuna fase della guerra sottomarina, e, secondo ogni probabilità, non l'avranno neppure in avvenire. Un mezzo di difesa infallibile non esiste. I sottomarini hanno continuato ad affondare, all'incirca, lo stesso numero di navi ogni mese. I cacciasottomarini americani hanno fatto fiasco. Il sistema dei convogli, che certo rappresenta per le navi una certa protezione, ha dimostrato pure grandi svantaggi. Principale fra essi la diminuzione della capacità di trasporto, in conseguenza della composizione del convoglio; la diminuzione della velocità, e simili. I dati di fonte inglese oscillarono tra il 25 e il 60 %. Del resto i comandanti dei sottomarini tedeschi vengono addestrati proprio ad eseguire attacchi contro convogli, sicché non passa giorno che una o più navi venga isolata da un convoglio e affondata.
Comandanti di sottomarini riescono, talvolta, a silurare sino a tre o quattro navi del medesimo convoglio.
L'importazione in Inghilterra di materiale per la costruzione di navi è assai diminuita. D'importanza deci-
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siva per la costruzione delle navi è la questione dell'acciaio. L'importazione d'acciaio, in Inghilterra, fu
nel 1916 di 763.000 tonnellate
nel 1917 di 497.000 tonnellate.
Ciò significa una diminuzione del 37 %, che nel 1918 aumenterà ancora assai. L'importazione di minerale ferrigno in Inghilterra è della medesima urgenza di quella di viveri, ma essa viene impedita dalla guerra sottomarina, e ciò influisce sulle costruzioni navali. In Norvegia esistono grandi quantità di materiale ferrigno che non possono venire esportate. È vero che sir Geddes nega la deficienza di materiale da costruzione, ma i competenti in Inghilterra additano la penuria d'acciaio come il motivo principale della modesta produzione dei cantieri.
Quanto alle costruzioni americane l'aiuto fornito dagli Stati Uniti in uomini ed aviplani [sic] nel primo anno della loro partecipazione alla guerra è stato relativamente assai debole. Le speranze dell'Inghilterra e della Francia sono rimaste assai deluse. Se col tempo gli Stati Uniti vorranno mantenere in Francia un esercito di 500.000 uomini, avranno bisogno di navi per circa due milioni di tonnellate, che verranno di conseguenza a mancare all'approvvigionamento dei loro alleati. Del resto, secondo dichiarazioni di uomini di Stato americani ed inglesi (Lloyd George), nella guerra odierna all'intervento di un esercito così forte non è più da pensare. Il Segretario di Stato si diffonde, quindi, sulle costruzioni navali americane. L'industria delle costruzioni navali dovette, per così dire, essere creata giacché, specie per la navigazione oceanica, sino alla guerra, era stata assai ristretta. L'attuazione del gigantesco programma schizzato sulla car-
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ta rese necessario innanzi tutto l'impianto di cantieri. Nel 1917, dopo tutte le grandiose promesse, gli Stati Uniti non hanno costruito che 750.000 tonnellate. Gli Stati Uniti non costruiscono la grande flotta mercantile, avuta in commissione, per la guerra, ma per il tempo dopo di essa, allo scopo di prendere il posto dell'Inghilterra, come armatori del mondo.
Il Segretario di Stato tocca, infine, della situazione economica originata dall'intervento dell'America nella guerra. Il rendimento economico degli Stati Uniti è stato esagerato. L'aiuto materiale fornito all'Intesa dopo l'intervento nella guerra non è cresciuto, ma notevolmente scemato. Gli Stati Uniti, poiché sono più vicini di tutti all'Intesa e poiché per la guerra sottomarina le loro enormi provviste non possono venir trasportate, sono soprattutto fornitori dell'Intesa. Ma per lo straordinario programma di armamenti di Wilson le difficoltà economiche, negli Stati Uniti, sono cresciute tanto, che essi, che erano già il paese dell'esportazione per eccellenza, devono cominciare a razionare, invece di aiutare in misura crescente l'Intesa, come si era sperato. Il bisogno di danaro degli Stati Uniti è infinitamente cresciuto. La penuria di carbone ha imposto la chiusura di molte fabbriche, né mancano difficoltà nei trasporti.
Empfohlene Zitierweise
Erzberger, Matthias, La guerra subacquea tedesca vom 19. April 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 7195, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/7195. Letzter Zugriff am: 28.12.2024.
Online seit 02.03.2011.