Dokument-Nr. 7202

[Erzberger, Matthias]: Una sentenza del Tribunale di guerra italiano contro Tedeschi, e misure delle Autorità italiane contro stabilimenti scientifici tedeschi in Italia discusse al Reichstag germanico, 06. Juli 1918

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Il deputato al Reichstag on. Südekum aveva presentato al Cancelliere la seguente piccola mozione sulla sentenza emessa da un Tribunale di guerra italiano contro tre Tedeschi, e sulle misure prese dalle autorità italiane contro stabilimenti scientifici tedeschi in Italia:
"È noto al signor Cancelliere,
1. Che a Genova un Tribunale di guerra italiano ha condannato a morte in contumacia, insieme ad altri accusati, anche tre Tedeschi, in un processo evidentemente tendenzioso, imbastito sull'accusa di alto tradimento ed in base a prove assolutamente insufficienti?
2. Che le autorità italiane non solo hanno sequestrato stabilimenti scientifici tedeschi che servivano alla civiltà di tutto il mondo, come l'Istituto Archeologico a Roma, l'Istituto Storico Prussiano a Roma, l'Istituto della Storia dell'Arte a Firenze, l'Istituto Vulcanico al Vomero a Napoli, ecc. ma hanno anche manifestato l'intenzione di inviare le pregevoli collezioni in essi contenute nonché il materiale per le indagini, ad istituti italiani?
Che cosa pensa di fare il signor Cancelliere dell'Impero per proteggere i sudditi tedeschi condannati, non-
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ché contro la violazione schernente qualsiasi diritto internazionale e l'annientamento di beni culturali insostituibili?
A questa interpellanza il Direttore al Ministero degli Esteri, Dr. Kriege, rispose il 21 giugno come appresso.
Al numero 1.) Il ministero degli Esteri è in possesso di una sentenza del Tribunale di guerra di Genova in data 29 marzo 1918, secondo la quale, tra gli altri, tre impiegati tedeschi delle Officine Elettriche Genovesi, fondate colà dalla Allgemeinen Elektrizitätsgesellschaft di Berlino, sono stati condannati a morte in contumacia per spionaggio, ed una donna d'origine tedesca a 20 anni dire reclusione per cooperazione al delitto di intelligenze col nemico.
Il voluminoso incartamento di tutto il processo non offre nemmeno la più lontana ombra di una prova anche tenue, per il grave reato addebitato ai condannati.
(Impressione e vivissime esclamazioni: Udite! Udite!)
La sentenza si basa soprattutto su questa asserzione: che i Tedeschi colla loro condotta della guerra avrebbero provato di non osservare i principi fondamentali del diritto; per tale ragione si può ritenere senza altro come certo l'uso ai danni dell'Italia
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da parte degli accusati tedeschi delle cognizioni da essi acquisite colla loro posizione.
(Nuove esclamazioni. Movimento.)
Laddove la sentenza cita fatti che avrebbero dovuto provare la colpa degli accusati è stato possibile dimostrarne la insostenibilità con deposizioni davanti alle autorità tedesche. Da queste deposizioni, nonché da altre testimonianze, risulta in modo indubbio che se il Tribunale militare italiano si fosse data anche la lieve pena di interrogare testimoni italiani e di gettare uno sguardo sui documenti a disposizione delle autorità italiane, si sarebbe potuto facilmente persuadere dell'innocenza degli accusati. Il processo imbastito contro i Tedeschi non può essere altrimenti considerato, come è scritto nella stessa mozione, che come un perfido processo tendenzioso, e la sentenza deve esser qualificata insostenibile per motivi di diritto e di fatto.
Stando così le cose il Governo tedesco, appena nota la sentenza, ha protestato energicamente presso il Governo italiano per mezzo di un Governo neutrale, e ha domandato la revisione della sentenza. Il Governo italiano ha rigettato la protesta colla motivazione che la discussione di una sentenza giudiziaria non può essere ammessa; sembra tutta-
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via che nello stesso Governo italiano comincino a sorgere dei dubbi sulla legalità della sentenza. Almeno secondo le notizie dei giornali la Suprema Cassazione di Roma avrebbe cassato la sentenza e rimondato il processo al Tribunale di guerra di Alessandria per un nuovo giudizio. Pur troppo non è stato possibile di procurarci sin qui una copia della sentenza di Revisione; dimodoché non si può dire se la Cassazione ha cancellato anche quella parte della sentenza del Tribunale di guerra che si riferisce ai tre Tedeschi. In ogni caso non si mancherà di rimettere al Governo italiano un memoriale nel quale verranno confutate una per una tutte le accuse contro i Tedeschi, munito del materiale probatorio giurato per uso delle autorità italiane.
Al numero 2.) Il procedimento delle autorità italiane contro istituti scientifici tedeschi, i quali esercitavano la loro attività nell'interesse scientifico di tutti i popoli, è noto al signor Cancelliere. Anche noi abbiamo ricevuto in quest'ultimo tempo una serie di notizie, secondo le quali il Governo italiano vien fatto segno a pressioni perché si decida a distribuire ad Istituti italiani del medesimo genere le pregevoli collezioni in materiale d'indagine di questi
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Stabilimenti tedeschi, specialmente dell'Istituto Vulcanologico del noto scienziato Friedländer presso Napoli, della Stazione Zoologica del professore dottor Dohrn a Napoli, dell'Istituto Archeologico di Roma, dell'Istituto per la Storia dell'Arte a Firenze e dell'Istituto Storico Prussiano a Roma. Il pericolo che il Governo italiano si lasci spingere, da un'opinione pubblica sobillata, contro i veri interessi del suo paese e contro la volontà della parte migliore del suo popolo, fino a commettere un'azione contraria al diritto internazionale, non è piccolo, poiché questa via consiste nella lotta che le Potenze alleate contro di noi e capitanate dall'Inghilterra conducono non soltanto contro l'Impero tedesco e contro le sue forze militari ma precipuamente contro il Germanesimo e contro la sua attività intellettuale ed economica nel mondo.
Il Governo tedesco ha protestato immediatamente ed espressamente anche contro un tal modo di procedere contro gli stabilimenti scientifici tedeschi, ed ha persino tentato di indurre il Governo italiano, colla mediazione e con altri mezzi, a derogare da misure dettate dall'odio e dall'astio.
Il Governo italiano non dovrà farsi illusione alcuna sul fatto che il Governo te-
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desco risponderà colle più energiche misure di rappresaglia nel caso che non fossero prese in considerazione le sue proteste relative alla condanna dei Tedeschi e alle violazioni schernenti diritto e civiltà contro gli Istituti scientifici tedeschi. Per queste rappresaglie offrono appiglio non solo gli ampi territori italiani conquistati dalle Potenze alleate, sibbene anche la circostanza che sta alla Germania rifiutare, fino a che non sieno adempiti i nostri desideri, la conclusione di un accordo sulla permuta dei prigionieri di guerra, simile a quello concluso colla Francia e discusso coll'Inghilterra; accordo desiderato dal Governo italiano e ormai già in ogni sua parte fissato. Ciò sembra tanto più ottenibile inquantoché l'accordo da concludersi è quasi nell'esclusivo interesse dell'Italia. La Germania lo sottoscrive solo per motivi umanitari.
Il Governo tedesco vorrebbe, però, esprimere per ora la speranza che il Governo italiano non ceda, con atto di debolezza, innanzi alla passione del suo popolo, scatenata dalla guerra, ma che corrisponda alle giuste esigenze tedesche perché si possano evitare, a questo modo, le contromisure progettate.
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[Erzberger, Matthias], Una sentenza del Tribunale di guerra italiano contro Tedeschi, e misure delle Autorità italiane contro stabilimenti scientifici tedeschi in Italia discusse al Reichstag germanico vom 06. Juli 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 7202, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/7202. Letzter Zugriff am: 25.04.2024.
Online seit 02.03.2011.