Dokument-Nr. 8020

[Erzberger, Matthias]: Chiesa "cattolico-romana" e "cattoli co-tedesca". Un episodio nella d ieta prussiana, 18. Juni 1918

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Nella seduta della Dieta prussiana del 6 giugno 1918, nella quale si discusse il bilancio dei Culti, l'ex-parroco protestante D. Traub si espresse come segue sul tema: Rapporto fra Stato e Chiesa:
"Dopoché noi, cittadini protestanti e cattolici del nostro Stato siamo cresciuti insieme non solo nei campi dell'onore, ma abbiamo imparato a conoscerci anche in Patria, molti hanno dimostrato il loro ardente desiderio che in Germania vi sia una Chiesa cattolica tedesca – come era il caso una volta nella vecchia Chiesa francese colle sue libertà gallicane, e come si sono avuti principi nella nostra storia tedesca. Nel momento in cui noi avessimo raggiunto di non inserire più la parola "römisch" (romana) fra le parole "deutsch" (tedesca) e "katholisch" (cattolica), sono certo che la Chiesa evangelica e la Chiesa cattolica tedesche si verrebbero a trovare in un rapporto ben più diretto e più stretto di gara intellettuale e di spirituale corrispondenza. Con più ingenuità e con minor ritegno vedremmo e riconosceremmo tante cose che vivono negli usi e nei costumi della Chiesa cattolica tedesca, e che ci richiamano alla mente tanti ricordi medievali pur nelle nostre cattedrali tedesche. Ma sempre di nuovo ci minaccia in qualche luogo il pericolo di un orientamento internazionale verso Roma. Per questo mi rallegro che nella nostra cara patria tedesca non vi sia
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separazione della Chiesa dallo Stato."
La Frazione del Centro nella Dieta prussiana si oppose nettamente alle elucubrazioni del prefato signore sul pensiero di una Chiesa tedesco-cattolica. Prese anzitutto la parola il deputato del centro, sacerdote e professore di Ginnasio R. Wildermann, il quale pronunciò le seguenti energiche parole di rigetto:
Il deputato Traub disse qui dentro, la settimana scorsa, che un accordo fra le confessioni cristiane in Germania sarebbe stato più facilmente raggiungibile se la Chiesa cattolica romana in Germania avesse abbandonato la parola "romana" e si fosse chiamata Chiesa cattolica tedesca; perché altrimenti vi sarebbe stato sempre il pericolo di un orientamento internazionale verso Roma.
Signori Deputati! Contro siffatte espressioni io debbo dichiarare, non solo per me, personalmente, qual cristiano romano cattolico – ed io pongo intenzionalmente la parola "romano" prima della parola "cattolico" – ma anche in nome di tutti i miei colleghi della Frazione pure romani-cattolici e per loro espresso desiderio, che, secondo la nostra più intima e più incrollabile persuasione, la sorte della Chiesa cattolica è legata strettamente al Papato. (Giustissimo! al Centro.) La nostra fede è che il Figlio di Dio abbia edificato la Sua Chiesa su San Pietro base indistruttibile; che Egli abbia dato alla Chiesa con San Pietro e i suoi successori, un capo infallibile; che la fedeltà ver-
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so Roma e verso il Papa sia la caratteristica necessaria e decisiva del cattolico cristiano. (Benissimo! Al Centro.) Una Chiesa cattolica tedesca costituirebbe una contraddizione in se stessa; imperocché "cattolico" vuol dire "universale" e non potrebbe, quindi, esservi una Chiesa tedesca universale. Che poi, o Signori, l'appartenenza a questa Chiesa universale, non domanda nessunissimo orientamento internazionale; che essa non impedisce di vivere e di mettere sane radici nella propria patria, ciò dovrebbe averlo comprovato a sufficienza questa guerra mondiale. (Bravo! Al Centro.)
Ma un altra cosa ha provato questa guerra: essa ha dimostrato luminosamente che il Pontefice romano si sente Padre dei Cattolici di tutto il mondo e tutti li circonda del medesimo amore. (Verissimo! Al Centro.) L'onorevole Traub, presentando come imitabile ai cattolici tedeschi la vecchia Chiesa francese colle sue libertà gallicane, non avrebbe potuto scegliere un esempio più disgraziato. (Approvazioni al Centro.)
Brevemente riassumendo: noialtri cattolici consideriamo la pace confessionale come un bene prezioso. Noi desideriamo che tutti i Tedeschi, senza distinzione di fede, collaborino insieme per il bene della Patria, sopportandosi, intendendosi ed amandosi reciprocamente. Noi siamo anche pronti a far dei sacrifici purché sia mantenuta la pace confessionale; ma questo sacrificio non sarà mai quello della nostra propria fede." (Vivi applausi al Centro.)
(Seduta del 13 giugno 1918)
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Nella seduta del 14 giugno, un altro deputato del Centro, l'on. Marx, consigliere di Corte d'Appello, ritornò sull'argomento e si associò senza riserve alle dichiarazioni dell'on. Wildermann, dicendo:
"Il deputato Traub ha detto che noi non ci dovremmo chiamare cattolici-romani; ma cattolici-tedeschi. L'on. Wildermann, sacerdote e teologo, rispose ieri in modo magistrale. A me sembra il caso di protestare energicamente contro una siffatta proposta del deputato Traub. Noi non possiamo assolutamente riconoscerla, non solo, ma avvertiamo anzi che bisogna guardarsi bene dal dare ulteriore pubblicità ad un tale pensiero. Il popolo cattolico si sentirebbe offeso se noi supponessimo soltanto che egli potesse cambiare la sua fede e derogare dalle basi della Chiesa in rapporto con Roma."
Dalle parole dei due deputati del Centro, ascoltate con grande serietà da parte di tutta la Camera, si rileva quanto interessi al Centro di soffocare in germe tali pensieri esposti dall'on. Traub, che, sia detto a conclusione, è un solitario, non appartenendo egli a nessun partito.
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], Chiesa "cattolico-romana" e "cattoli co-tedesca". Un episodio nella d ieta prussiana vom 18. Juni 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 8020, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/8020. Letzter Zugriff am: 21.12.2024.
Online seit 02.03.2011.