Dokument-Nr. 9061
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 11. Januar 1920
Schreiber (Textgenese)
StenotypistSchioppaPacelliPacelliBetreff
Scissione del partito popolare bavarese dal Centro
Malgrado però tali sintomi di una scissione futura, vicina o lontana secondo le circostanze, il separatismo del partito popolare bavarese dovette assopirsi,
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giacché premevano questioni più gravi e di vitale interesse per la Baviera e per l'Impero, sia in ordine alla liquidazione della guerra ed alle condizioni draconiane imposte dal nemico, sia in ordine al movimento spartachiano, che, come si sa, ebbe un effimero ma spaventoso successo proprio in Baviera.Durante infatti tale periodo di sosta delle tendenze particolariste del partito popolare bavarese fu possibile all'Assemblea Nazionale di Weimar di far passare le leggi concernenti la cessione delle ferrovie, delle poste, delle finanze, dell'armata, dell'amministrazione della giustizia e di altri servizi pubblici da parte dei singoli Stati federati al Reich, cessione alla quale, di buona o di mala voglia, dovettero votareaderire anche i deputati del partito suddetto al Reichstag.
Ogni tanto però la tendenza separatista del partito popolare bavarese faceva capolino sui giornali, che ne interpretano il pensiero, e nelle assemblee radunate per discutere di varie questioni politiche.
Ma quando un mese fa il Landtag prussiano pubblicò una proposta, sottoscritta dai socialisti maggioritari, dai democratici e dal Centro, con cui si progettava la discussione sulla possibilità e convenienza che tutti gli Stati cedessero la loro autonomia politica in favore dell'Impero, ritenendo la sola autonomia amministrativa, allora il partito popolare bavarese, allarmato e ferito direttamente nelle sue più care aspirazioni particolariste, cominciò ad agitarsi, a protestare, a minacciare e finalmente convocò per la mattina del 9 corrente una generale assemblea allo scopo di prender posizione netta e precisa di fronte alla gravissima proposta fatta dalla Prussia.
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Non era difficile prevedere quale sarebbe stata la decisione dell'adunanza. Infatti l'Assemblea ad unanimità votò un ordine del giorno del Dr. Heim, in cui si respingeva qualunque proposta circa l'unità dell'Impero e si dichiarava che il partito popolare bavarese si scindeva dal Centro.
Non è mancato qualche oratore, che ha prospettato le conseguenze che derivanonecessariamente da tale scissione, come, per esempio, il ritiro dei membri del partito dalle varie Commissioni del Reichstag, le dimissioni del Ministro del Tesoro, che è membro del partito, la difficoltà di lavorare per la soluzione di interessanti questioni culturali ecc. Ciò nondimeno il Dr. Heim ha mantenuto il suo punto di vista e l'Assemblea lo ha fortemente sostenuto, assicurando decisamenteperò che nelle questioni di indole culturale il partito popolare bavarese sarebbe andato di pienissimo accordo col Centro.
Quali saranno, oltre quelle di sopra indicate, le conseguenze di tale scissione del partito popolare bavarese dal Centro, non è facile prevedere. Non si può davvero dire che l'orizzonte politico in Germania, e particolarmente in Baviera, sia chiaro. Gli uomini, che reggono la cosa pubblica, non sono preparati al Governo e brancolano nel buio. I partiti sono ancora incerti nel loro programma definitivo. Le masse, più che di politica, si occupano e preoccupano del pane e del carbone, nonché di divertirsi in tutti i modi leciti ed illeciti. Sicché voler dire oggi quale contributo nelle elezioni, che si dicono prossime in Baviera, possa portare la scissione del partito popolare bavarese dal Centro, non èpossibile oggi.Ma è certo che la politica del Governo centrale, che si afferma essere maneggia-
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ta o condotta in massima parte dal Ministro Erzberger, il cui programma finanziario specialmente, sebbene approvato dal Reichstag, incontra le avversioni della maggioranza del popolo non trova alcuna simpatia in Baviera. Ieri sera vi è stata una numerosa e tumultuosa assemblea collo scopo e programma preciso del "Los von Berlin!"Anche la questione monarchica è diversamente imposta qui che a Berlino. In un'altra assemblea ieri sera,ancheil Ministro delle Finanze del governo socialistico, Dr. Speck hafattotenutoun solenne elogio della Casa Wittelsbach ed ha fatto abbastanza chiaramente capire che soltanto ragioni di opportunità politica vietano ora di condurre una campagna monarchica in Baviera, e che, tutto sommato, si dovrebbe al riguardo tentare un plebiscito.
Nell'assicurare V. E. R. che non mancherò, come è mio dovere, di tenerLa informata sull'ulteriore svolgimento della grave questione, mi chino ecc.