Dokument-Nr. 9295
Schioppa, Lorenzo an Gasparri, Pietro
[München], 29. Januar 1919
Schreiber (Textgenese)
SchioppaMörnerMörnerSchioppaBetreff
Note di politica estera germanica
La situazione politica estera della Germania guadagna lentamente , ma continuamente e con evidenza, in forza e sicurezza, in seguito all'innegabile isolamento della Francia, alla para-
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lisi dell'attività polacca e czeca, alla discordia degli Alleati nel trattare il problema tedesco e russo, alla diffusione del Bolcevismo in alcuni paesi dell'Intesa, alla necessità urgente della demobilizzazione presso l'Intesa medesima ed infine – ma
non meno – in seguito ai chiari tentativi di avvicinamento inglesi americani, i quali permettono alla Germania non solo un nuovo orientamento; ma anche un
parlare
più forte di fronte alla Francia. La Francia è e rimane oggi il nemico principale
della Germania, si potrebbe dire, l'unico vero nemico. Con
essa la 25r
Germania conta di fare a [meno] se e quando migliorerà la sua situazione interna. Questa però è attualmente la peggiore che possa immaginarsi
. L'unica speranza a tale riguardo è l'Assemblea Nazionale. Ma intanto anche in questa situazione interna, che pare senza speranza
, e nella comune insicurezza vi è un raggio di luce. All'Est la Germania si mostra capace di agire e perciò agli occhi dell'Inghilterra e dell'America capace di un'alleanza. L'amicizia della Germania è desiderata di nuovo dall'Italia e da varie parti si cerca di lusingare la
Germania stessa, la 25v
quale non ha da temere i desideri di conquiste né dei Francesi né dei Polacchi. Essi dovranno restituire così all'est come all'ovest gran parte delle facili vittoriose conquiste. La Germania chiederà ciò come condizione preliminare per accettare le pretese dell'Inghilterra, dell'America e dell'Italia e spera di riuscirvi. La costellazione delle Potenze ci permettono 26r
minacciava immediatamente prima di Natale. Oggi il bacillo bolcevico è temuto in Francia, così che una gran parte dei prigionieri, che
ritornano dalla Germania non sono rilasciati, ma severamente custoditi in campi di concentrazione e spesso su territori della sinistra del Reno per evitare infezioni.