Dokument-Nr. 9346
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 23. Februar 1919

Schreiber (Textgenese)
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Betreff
La seconda rivoluzione in Baviera
Facendo seguito al mio rispettoso cifrato del 22 corr. N.
Facendo seguito al mio rispettoso cifrato N. 301 di ieri., hoHo l'onore di riferire a V. E. R. intorno agli ultimi tragici avvenimenti di Monaco, per quanto mi è possibile nelle attuali difficilissimi circostanze controllare le innumerevoli notizie che corrono, e che d'altronde non posso sonoin alcun modo assumere a fonteautenticadirettae che d'altronde non ho modo di attingere a fonte diretta.
Già il mercoledì precedente, 19 corr., vi era stato unil tentativo di una seconda rivoluzione, di cui però finora non si è arrivato a scoprire con esattezza lo scopo preciso e da chi fosse veramente diretta. Verso la sera di quel giorno parecchie centinaia di marinai armati occuparono la stazione ferroviale centrale, la Posta, il Telegrafo ed il Telefono, e si impadronirono anche dell'edificio del Landtag, dichiarando che avrebbero dovuto garantire la sicurezza dei lavori parlamentari,chei quali si dovevano inaugurare il venerdì. Più tardi imprigionarono ancheperfino il Presidente della Polizia. Però, quando tentarono di occupare anche la caserma del General Comando Generale e quella dei Pionieri, allora ne furono impediti dai soldati, che con mitragliatrici e fucili rioccuparono tutte le località cadute in mano dei marinai e liberarono il Presidente della Polizia. Così si potette organizzare un servizio di sicurezza pubblica, mentre il duce dei suddetti marinai veniva arrestato. Il Governo pubblicò un proclama stigmatiz-
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zando quanto era accaduto e promettendo la più ampia libertà e sicurezza pei lavori del prossimo Landtag. Fu detto questo tentativo di rivoluzioneQuesto tentativo di rivoluzione fu detto una manovra monarchica ed il Principe Gioacchino, figlio dell'ex-Kaiser Tedesco, che si trovava a Monaco in incognito, fu perquisito ed accompagnato militarmente alla frontiera, sebbene contro di lui non si potesse trovare alcuna prova di coreitàcorreità nel deplorevole avvenimento.
Era tornata una relativa calma, sebbenequantunque non tutti eranofossero tranquilli sulla possibilità di che il Landtag avesse svoltosvolgesse senza incidenti i propri lavori.
Il Giorno 21, in cui il Parlamento doveva inauguraresi,i suoi lavori fin dalle prime ore del mattino le strade, che ad esso conducono, erano militarmente occupate. Pareva che fossero state prese tutte le misure possibili per assicurare al Landtag la sicurezza protezione più assoluta. I Deputati e gli invitati per le tribune dovevano passare sotto un rigoroso controllo. Specialmente erano gremite erano le tribune dei giornalisti, fra cui moltissimi corrispondenti di giornali esteri. I Ministri ed i deputati avevano presi il loro posto. Mancava il solo Ministro Presidente Kurt Eisner. Quando ecco che, pallido come un cadavere, comparve nella sala il Signor Fechenbach, il giovane segretario di Kurt Eisner ed annunziò con voce commossa che il Ministro Presidente era stato assassinato. Un inaudito chiassoclamore successe allora nell'Aula. Grida di spavento si udirono dappertutto e soltanto dopo molti sforzi il Presidente dell'Assemblea poté riuscire a sedare alquanto il tumulto. Il Deputato Dr. Süsshueim [sic] propose di aggiornare la seduta ed a lui si associarono i capi di tutti i partiti. Nelle sale adiacenti e nei corridoi si incrociavano le grida di indignazione per l'attentato e si inveiva contro il Ministro degli interni Auer, riconosciuto avversario politico di Eisner. Le uscite del Parlamento furono ermeticamente chiuse ed occupate militarmente, e fu cominciata una rigorosa perquisizione su tutti per accertarsi se vi fossero armi.
Dopo circa un'ora la seduta fu riaperta. Prese subito la parola l'Auer, deplorando con commosse e vive espressioni l'assassinio del Ministro Presidente, tanto più che l'Eisner aveva già deciso di rassegnare nelle mani del Landtag le dimissioni dell'intiero Gabinetto. Il discorso del Ministro fu generalmente approvato ed interrotto da segni di soddisfazione. Ma mentre il Deputato Süssheim presentava la proposta di aggiornare a tempo indefinito il Landtag, si precipitò nella sala una figura di un individuo vestito da soldato ma con cappello da civile, si slanciò sul Ministro Auer e gli scaricò tre colpi di rivoltella in pieno petto. Si vide il Ministro mettersi le mani sul cuore e rovesciarsi sulla sedia. Si udirono allora colpi in tutta la sala ed una confusione spaventosa si impadronì della folla. Il deputato del Centro Osel, uno dei più reputati membri del partito, cadde colpito da una palla; altri deputati e spettatori furono feriti. Qualcuno si avvicinò all'Auer per vedere se ancora era in vita, ed accortosi chee poiché ancora respirava, fu lo si trasportatoò alla Clinica, dove ancora giace tuttora
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fra la vita e la morte.
Come è narrato generalmente, l'assassinio di Kurt Eisner avvenne così. Egli si recava a piedi e solo dal Ministero degli Esteri al Landtag, che è vicinissimo, quando un giovane dall'aspetto di studente alle spalle gli scaricò tre colpi di rivoltella alla nuca; Eisner alzò le braccia, barcollò, si rovesciò al suolo e morì immediatamente.
Alcuni dicono cheL'l'uccisore siaèè un Conte Arco auf ValleyArco-Valley,studente ed ufficiale dell'esercito. Altri dicono che era uno studente che per camuffare la propria identità, e forse per far rovesciare tutto l'odio dell'attentato, contro la nobiltà aveva in tasca un biglietto da visita del detto Conte Arco. Per ora non è possibile conoscere con tutta sicurezza la verità.che immediatamentesubito fu da un soldato aggredito e ferito mortalmente, sebbene si speri ora di tenerloconservarlo in vita.
Il certo si è che il popolo ha accettata la versione che indica un nobile come assassino del Ministro ed è eccitatissimoEssendo egli nobile, ufficiale dell'esercito e cattolico, i socialisti non hanno trovato di meglio per eccitare il popolo contro i Signori, gli ufficiali ed il clero. L'agitazione in città è straordinaria. Tutti gli uffici ed i locali pubblici sono chiusi. I Tramways non camminano. Automobili con soldati e civili armati corrono velocemente per le strade. Le campane delle chiese sono obbligate a suonare per convocare il popolo ad unai Comizio, che si terràngono alla Theresienwiese. Aereoplani in gran numero volano rumorosamente a bassa quota sulla città, facendo cadere dall'alto migliaia di manifesti rivoluzionari. Le bandiere rosse rivoluzionarie, che già sventolavano dappertutto, si vedono a mezz'asta. Tutti i giornali cittadini sono stati occupati e soltanto l'indomaniieri è uscito un giornale intitolato "Nachrichtenblatt des Zentral-Rats", che supplisce gli altri fogli costretti a mano armata a cessare dal la-
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voro. Il Consiglio dei soldati, operai e contadini di Monaco si è radunato subito. È stato creato un Consiglio centrale della Repubblica Bavarese costituitosi in Comitato di salute e formato dagli elementi più accesi della rivoluzione. Il Levien, cCapo degli Spartachistiani e che fa parte di questo cConsiglio centrale, propugna a tutta forza un Ministero tipo Russia. Dei Ministri non sono presenti che quello delle Comunicazioni e quello per gli affari sociali. Il Ministro delle cose militari è stato arrestato. Timm, Ministro della Giustizia, èed Hoffmann,Ministrodei Culti, sono irreperibilei. Per ora il nuovo Governo non si è formato ed il Paese è sotto il comando del Consiglio centrale dei soldati. Questo ha proclamato lo sciopero generale per tre giorni ed ha ordinatoed che tutto il proletariato sia armato ed. Iinfatti il lavoro da due giorni è sospeso dappertutto ed oggi si sono affissi dei manifesti indicanti le norme, affinché gli operai possano avere le armi. Vari alberghi e casa private sono state perquisite e si trovano piantonate da militari armati. La notte si sentono dovunque colpi di mitragliatrici e di fucili da per tutto e soldati armati girano per la città. Varie vittime si hanno già a lamentare. Quello che potrà accadere non è prevedibile. Si preparano forse giorni di sangue e di terrore per l'infelice Baviera.; voglia Iddio scon risparmiare ad essa ta una così grave rovina!
Intanto comincia la guerra anche contro del [sic] Clero. È stato rigorosamente vietato l'ingresso ai sacerdoti negli Ospedali militari, dietro deliberazione del Consiglio dei soldati dei Lazzaretti medesimi. Il sacerdote può prestare la sua opera soltanto in caso di morte e se l'ammalato lo richiede. Del resto niente Messa e niente assistenza religiosa. È cominciato pure l'ar-
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resto dei principali personaggi dell'antica Corte. Sono stati catturati come ostaggi finora il Gran maestro di Cerimonie, il Capo del Gabinetto civile del RE [sic], parecchi membri del Senato, moltissimi ufficiali; parecchie case sono state perquisite e qualcuna svaligiatala loro incolumità è stata assicurata, se e fintantoché non avvengano nuovi attentati controrivoluzionari. Nessuno e più sicuro in casa propria. "Si parlaannunzia ora delil discioglimento dell'esercito e della creazione di una guardia repubblicana di sicurezza formata principalmente dal proletariato. Tutte le fatiche, i sacrifici, fatti daldalla "Bayerischen Volkspartei" e dai partiti dell'ordine per creare un Parlamento, che desse al Paese tranquillità e pace, sono stati miseramente distrutti dall'atto inconsulto dell'assassino di Eisner. Non vi è ora che una tenuissimae speranza, ed è che i socialisti della maggioranza non si mettano d'accordo cogli indipendenti e gli Spartachiani. In tale caso sarebbe impossibile la creazione di una repubblica diretta dai Consigli dei soldati, operai e contadini, giacché essi non avrebbero dietro di sé la maggioranza del popolo, che èalmeno finora è stata pei socialisti sunnominati. Ma la situazione è ancora oggi così oscura, che è impossibile fare alcuna previsione. Intanto il movimento comunistico si propaga in tutta la Baviera; a Norimberga, ad Augsburg si sono avuti movimenti rivoluzionari di eccezionale gravità (in quest'ultima città una parte dei dimostranti irruppe nel palazzo vescovile ), ed anche ivi e stato proclamato lo stato d'assedio.
Inchinato ecc.
88r Oben links vom Stenotypisten Masch.: "2".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 23. Februar 1919, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9346, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9346. Letzter Zugriff am: 27.12.2024.
Online seit 20.12.2011.