Dokument-Nr. 9620

[Erzberger, Matthias]: L'Articolo 15 nell'accordo segreto dell'Intesa con l'Italia e la pubblica opinione in Germania, 08. Dezember 1917

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Fra i documenti segreti pubblicati dal Governo dei Massimalisti in Russia e il cui contenuto si riferisce ai trattati conclusi fra le Potenze dell'Intesa e i loro rapporti fra di sé, ce n'è uno che ha prodotto nell'opinione pubblica tedesca un'impressione tutta speciale, ed è precisamente quello sottoscritto dall'Inghilterra, dalla Francia, dalla Russia e dall'Italia per assicurare l'aiuto di quest'ultima all'Intesa. In quanto alle condizioni alle quali l'Italia passò dalla parte dell'Intesa, il documento non portava, – specialmente riguardo ai vantaggi territoriali, politici e finanziari promessi e garantiti dall'Intesa all'alleata degli Imperi Centrali, – grandi sorprese. Solo un punto era di straordinario interesse; un punto toccato, sin qui di sfuggita e messo in forse, ma oggi apertamente ed autenticamente venuto a conoscenza di tutto il mondo. È questo l'articolo 15 nel quale Francia, Inghilterra e Russia si impegnarono di appoggiare l'Italia per impedire alla Santa Sede di procedere a qualsiasi passo diplomatico per il raggiungimento della pace o per regolare le questioni in rapporto colla guerra mondiale. Finora si sapeva soltanto di accordi fra le suddette Potenze, intesi ad impedire che il Papa partecipasse al Congresso della Pace e che si toccasse la questione romana. Ma anche su ciò non vi era tanta chiarezza. Indubbiamente lo spirito e la lettera del summentovato articolo 15 implicano anche questi due punti; comunque era assolutamente ignoto che essi, come dice l'articolo 15, sian conseguenze logiche degli accordi generali stretti fra le Potenze dell'Intesa, miranti ad impedire che la
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Santa Sede intraprendesse qualsiasi passo per il raggiungimento della pace.
Nei commenti della stampa si legge che l'articolo 15 rivela lo spirito guerraiolo dell'Intesa in tutta la sua brutalità e avidità di conquiste; e che, finalmente, si è entrati in possesso della chiave che spiega il contegno assunto dall'Intesa dinanzi a tutte le azioni di pace del Pontefice. Si rileva, inoltre, la grande dose di disprezzo e di animosità dell'Intesa contro il Papa e la Chiesa, rivelatosi colla pubblicazione dei documenti segreti.
Diamo qui appresso, letteralmente e integralmente tradotti, i principali commenti dei giornali tedeschi:
La liberale "Vossische Zeitung" scrive nel No. 617 del 3.12.17:
"È caratteristico come l'Intesa abbia fin dal principio, fatto ogni sforzo per paralizzare qualsiasi azione di pace del Vaticano; di questa grande Potenza neutrale. Una tale circostanza ci dice quanto sia giusto l'appellativo di "guerra di conquista" che l'Intesa fa, contrariamente alle sue disoneste ed opposte affermazioni."
La democratica "Frankfurter Zeitung" scrive, sotto il titolo "I1 tradimento dell'Italia" (No. 336 del 5.6.1917):
"Fra i documenti tolti dall'archivio segreto russo e messi in luce nei giorni scorsi, il trattato d'alleanza concluso dall'Italia nel primo anno della guerra mondiale coll'Intesa, merita un interesse tutto speciale, poiché si tratta di un formale accordo statale e della testimo-
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nianza storica del tradimento perpetrato dalla ex-alleata dei due Imperi dell'Europa centrale. Peccato che i redattori del "Prawda" abbiano dimenticato la data del trattato stesso, la quale avrebbe contribuito certamente a gettar luce sull'antefatto della guerra italiana. Si può, tuttavia, ammettere che la firma della [sic] Potenze partecipanti sia stata fatta poco dopo la conclusione dell'accordo, il quale stabilisce espressamente che l'Italia debba entrare in guerra "non più tardi di un mese dal giorno della firma." Il documento risalirà, a un dipresso, alla seconda metà dell'aprile 1915. Il contenuto di questo documento non presenta sorprese speciali. Il programma imperialistico di conquiste dell'Italia, esposto in tutti i suoi particolari, corrisponde esattamente a quello che Sonnino espose nel suo ultimatum all'Austria-Ungheria; vi si aggiunga soltanto il diritto di signoria illimitata sul Dodecaneso (il quale comprova che l'Italia, già prima di dichiarar guerra alla Turchia, era decisa a violare i doveri da essa assunti col trattato di pace di Losanna) e la enumerazione precisa dei particolari sull'allargamento dei possessi italiani nell'Africa, qualora Francia e Inghilterra avessero ingrandito i propri ai danni della Germania. L'accordo non contiene nulla delle pretese sulla Siria e l'Asia minore, stabilite dettagliatamente solo più tardi. Completamente sconosciuto era, sin qui, soltanto un accordo; quello destinato a proteggere l'Italia da un accrescimento della potenza diplomatica del Vaticano, e ciò imponendo alle alleate l'obbligo di impedire qualsiasi passo diplomatico del Papa inteso al raggiungimento della pace. Sonnino, dunque, previde già, fin dalla primavera del 1915, che Benedetto XV, in un momento
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che sarebbe apparso a lui adattato, avrebbe proceduto ad un tentativo di mediazione di pace; e soltanto questa possibilità gli era insopportabile. Ma gli accordi dell'Intesa non sono riusciti ad impedire l'appello di pace del Pontefice; appello che ha grandemente accresciuto la considerazione del Vaticano. Gli alleati dell'Italia hanno, però, adempiuto ai loro obblighi contrattuali non rispondendo affatto alla Nota di pace del Papa. Con questo loro contegno, il cui motivo era rimasto fin qui ignoto, si misero, però, dalla parte del torto dinanzi a tutto il mondo, e persino dinanzi ai loro alleati americani. L'intento del Governo italiano non è stato menomamente raggiunto ad onta della fedeltà degli Alleati, imperocché la scortesia dell'Intesa non poteva influenzare il significato morale del nobile passo deciso dal Pontefice."
L'organo berlinese "Germania" (Centro) scrive nel No. 562 del 5 decembre:
"Fra gli accordi segreti conclusi fra le singole Potenze dell'Intesa e oggi pubblicati ve ne è uno specialmente caratteristico ed istruttivo: quello concluso dall'Italia coll'Inghilterra, la Francia e la Russia, e che doveva assicurare agli Italiani la loro parte allo sperato bottino e deciderli a dichiarare la guerra. L'articolo 15 stabilisce nel modo che segue il rapporto fra alleati e Santa Sede: "Francia, Inghilterra e Russia si impegnano di appoggiare l'Italia per impedire alla Santa Sede di imprendere qualsiasi passo diplomatico inteso al raggiungimento di una pace e a regolare le questioni in rapporto colla guerra attuale."
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La primissima di tali questioni nel senso del Governo italiano non poteva essere altro che quella romana. Ripetutamente è stato detto che le Potenze dell'Intesa avrebbero escluso in forza di accordi, stretti fra di sé, la Santa Sede da qualsiasi negoziato di pace. Ma era una troppo ardita affermazione e poteva, quindi, esser facilmente negata. Comunque era evidente che fra le Potenze dell'Intesa erano stati presi accordi poco amichevoli riguardo al Papa. Nulla si poteva dire di positivo, e tutti non facevano che richiamarsi ad allusioni di carattere generale e a supposizioni apparse in fogli inglesi e francesi. Oggi, finalmente, il testo esatto dell'accordo è noto: il patto segreto coll'Italia per lo strozzamento della Santa Sede si spinge molto più innanzi di quello che si poteva generalmente ammettere. A ragione l'"Osservatore Romano" scrive che a nessuno può sfuggire la gravità di questa misura la quale spiega molte cose. Presentemente si astiene da qualsiasi commento, ma non mancherà di esprimersi al riguardo a tempo più opportuno. Lo stesso scrivono altri giornali in Francia e in Italia. Il testo dell'accordo dice, né più e né meno, che tutta l'Intesa avrebbe impedito alla Santa Sede di procedere a qualsiasi passo diplomatico mirante a una conclusione della pace. Il Papa avrebbe dovuto essere escluso a limine quale fautore e mediatore di pace. Il compito principale di questo maneggio poco pulito ricadeva, naturalmente, sull'Italia; la quale considera ancor oggi il Papa come un concorrente. Le altre Potenze avrebbero dovuto soltanto appoggiarla nei suoi sforzi. L'accordo autorizzava, dunque, il Governo italiano di fermare qualsiasi corriere vaticano che potesse portare le note diplo-
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matiche per la pace. Ciò significa di fatto: "impedire qualsiasi libertà di movimento alla Santa Sede, messa, cosi, in balìa della violenza brutale di un malintenzionato avversaria [sic]." Ma più ancora: la Santa Sede doveva essere impedita persino di intraprendere qualsiasi passo diplomatico nel senso che sopra. Secondo il testo dell'accordo l'Italia avrebbe potuto occupare persino il Vaticano e vigilarlo. Questo, naturalmente, non è avvenuto né avverrà giammai; avendoci mésso il dito la divina Provvidenza. Voler non solo ostacolare il Papa nei suoi sforzi per la pace, ma escluderlo ancora dal consesso che regolerà tutte le questioni aventi relazione con la guerra, è una nuova testimonianza dell'odio e del malanimo anticattolico, che va degnamente a fare il paio con tante altre. Secondo i paragrafi dell'accordo segreto il Papa non potrebbe oggi nemmeno regolare i rapporti della Chiesa in Russia e in Polonia, mutati completamente durante la guerra. L'Osservatore Romano saprà bene perché ha scritto che "l'accordo segreto spiega molte cose." Spiega, comunque e anzitutto, il silenzio opposto dalle Potenze dell'Intesa alla Nota pontificia di mediazione. Ben a ragione si può esser preparati ad altre scoperte e ad altre conseguenze del suddetto accordo segreto. Come se lo erano immaginato diverso gli Italiani lo sviluppo delle cose; e non solo gli Italiani ma anche i loro alleati! È proprio vero che l'uomo propone e Dio dispone! Involontariamente vien fatto di pensare al famoso motto francese: "Qui mange du pape, en crève."
Naturalmente la pubblicazione dell'articolo 15 dell'accordo segreto dell'Italia coll'Inghilterra, Francia e
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Russia, produrrà la più profonda impressione nei circoli cattolici dei vari paesi e specialmente nell'Italia. Strani contrasti! Nel medesimo giorno in cui Sonnino respingeva, con iattanza di frase, nella Camera italiana la Nota di pace del Pontefice, cominciava nell'Isonzo quella fortunata offensiva delle Potenze Centrali che condusse gli eserciti austro-tedeschi ben addentro in terra italiana. La coincidenza sorprese non poco alcuni Italiani, i quali oggi dopo la pubblicazione dei documenti segreti dell'Intesa, possono non comprender meglio tutto il nesso degli avvenimenti, ma pensare ancora al volere divino. Per gli Italiani cattolici è terribile il momento che attraversano. Il paese è occupato in parte dalle truppe avversarie; e la colpa del Governo, inoppugnabilmente provata dai documenti segreti, nonché lo sconfinato odio per il Papa che essi documenti rivelano, debbono paralizzare i sentimenti patriottici e l'entusiasmo bellico dei cittadini. Lo stesso dicasi degli altri cattolici dell'Intesa se anche in misura minore. È vero che i principi della Chiesa italiana si sforzano di compiere il loro dovere verso la patria e di incoraggiare i diocesani perché non si sgomentino dinanzi alla "invasione nemica". Persino in un rescritto del cardinal Vicario di Roma si legge: "Oggi ognuno di noi deve nel cerchio della sua azione far tutti i suoi sforzi per il bene e per la elevazione morale e materiale del nostro paese." Questa è l'intonazione di tutte le pastorali italiane di data recente. Le associazioni cattoliche, invece, prendono decisioni ispirate al più ardente patriottismo. Pure, fra tutto quest'entusiasmo, non mancano le stridenti dissonanze. Speriamo che i cattolici dell'Italia e degli altri paesi firmatari esplichino tutta la loro
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energia ed ottengano che l'articolo 15 dell'accordo segreto concluso dai rispettivi Governi sia abrogato, e ridata alla Santa Sede tutta quanta la sua libertà."
La "Kölnische Volkszeitung" (Centro), scrive sotto il titolo "Gli atti segreti russi e la Sede Pontificia" No. 950 del 4 decembre 1917:
"Quello che i documenti segreti, resi di pubblica ragione del Governo russo, ci hanno appreso sugli accordi conclusi fra le Potenze della Quadruplice Intesa, ha messo a nudo le intenzioni conquistatrici di queste Potenze in modo così sorprendente che tutti gli uomini in tutto il mondo, capaci ancora di un sereno giudizio, debbono riconoscere i piani egoistici perseguiti segretamente dall'Intesa a danno degli altri Stati e, specialmente, di quelli neutrali. Un esempio segnatamente ardito lo abbiamo nell'accordo stretto dalla Quadruplice coll'Italia e pubblicato quest'oggi. In esso sono enumerate e specificate tutte le promesse di territori coi quali l'Intesa si comprò l'Italia e la indusse a staccarsi dalle sue alleate. Da esso si riconosce ancora il perché del contegno ostile dell'Intesa contro la Santa Sede. L'articolo 15 dell'accordo concluso dalla Quadruplice coll'Italia dice: "Francia, Inghilterra e Russia si impegnano di appoggiare l'Italia per impedire alla Santa Sede di imprendere qualsiasi passo diplomatico inteso al raggiungimento di una pace e a regolare le questioni in rapporto colla guerra attuali."
Questo accordo dell'Intesa coll'Italia mostra la vera faccia dei nostri nemici. La Francia dominata dai frammassoni avversari della Chiesa, l'Inghilterra penetrata fino ai
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midolli di spirito antipapale e la Russia scismatica, si alleano all'Italia guidata da istinti bassi, egoistici ed affamata di potenza, per paralizzare fin dal principio tutti gli sforzi del Papa per la pace e renderli inefficaci nell'ambito della loro sfera di azione! Se, ora, si pensa ai mezzi grandiosi di cui dispone l'Intesa in tutto il mondo – all'infuori delle Potenze Centrali – per influenzare l'opinione pubblica dei singoli Stati nel loro senso, si può ben comprendere che difficoltà quasi insuperabili dovevano incontrare gli sforzi per la pace di Benedetto XV.
L'accordo segreto della Quadruplice coll'Italia scopre dinanzi a tutto il mondo e senza riguardi la brutalissima mania guerresca e l'avidità di conquiste dei nostri nemici. I nemici del Papa nei paesi della Quadruplice Intesa, hanno avuto la sfrontatezza, ogni volta che il Papa faceva un nuovo tentativo per spianar la via alla pace, di insinuar sospetti sulle intenzioni della Santa Sede, di muoverle rimproveri per una presunta inclinazione del Papa verso le Potenze Centrali, e mettere in dubbio la sua neutralità e imparzialità. Ora, l'accordo segreto coll'Italia portato alla luce del giorno, ci dà la prova irreparabile che la Quadruplice non vuole assolutamente la pace e che è risoluta di ostacolare fin dal suo inizio qualsiasi nobile sforzo inteso a raggiungerla. Grazie ai documenti segreti russi resi di pubblica ragione sappiamo perché le Potenze della Quadruplice han lasciato senza risposta la Nota di pace del Santo Padre.
Il giuoco ipocrita di queste Potenze è una offesa per tutto il mondo cattolico. L'Intesa farà di tutto,
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certamente, per impedire che il vergognoso accordo concluso coll'Italia venga pubblicato; perché divulgarlo nei paesi cattolici vorrebbe dire strappare la maschera dal volto dei nemici della Chiesa e dei dirigenti della politica guerraiola, nonché smentire i loro discorsi a doppio fondo. A maggior ragione, dunque, i cattolici fedeli al Papa si daranno cura in tutti gli Stati, perché appunto quel passo del trattato segreto che si riferisce alla Santa Sede venga a conoscenza di tutti, perché i cattolici apprendano con quali mezzi indegni l'Intesa combatte e mette in dubbio gli sforzi del Pontefice tendenti alla pace e ispirati dal più puro e dal più nobile amore per il prossimo.
Fra le "Questioni in rapporto colla guerra attuale" si deve comprendere anche la soluzione della "Questione romana". Anche questo vuole impedire la Quadruplice Intesa col suo accordo segreto. Mentre la soluzione di tale questione vien dichiarata in Germania e in Austria-Ungheria da rappresentanti di tutti i partiti, confessioni e gradi sociali un bisogno urgentissimo, (lo stesso Grand'Ammiraglio von Tirpitz la disse recentemente a Monaco di Baviera un atto di giustizia) e mentre le simpatie per la composizione della questione romana hanno messo profonde radici nei più ampi strati del popolo tedesco, – simpatie che possono valere come una premessa per una fruttuosa soluzione del problema – i guerrafondaioli nei paesi dell'Intesa si impegnano reciprocamente di opporsi uniti a qualsiasi tentativo di assicurare al Papa la sua posizione sovrana.
Alle moltissime disfatte militari e politiche che recentemente hanno ferito fino all'osso i Governi dell'Intesa, vi si aggiunge oggi questa terribile disfatta mo-
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rale. Essa aprirà gli occhi ai popoli bramosi di pace e mostrerà loro ancora una volta quali sono, dunque, quelle Potenze che portano dinanzi alla storia la responsabilità di prolungare la guerra e di frustrare i nobili sforzi intesi alla pace."
Il medesimo giornale, nel suo numero 952 del 5.11.1917 sotto il titolo: "Che ne dicono i cattolici di tutto il mondo?" scrisse:
"Come comunica la "Vossische Zeitung" togliendo la notizia dalla "Stampa" del 2 decembre, la pretesa dell'Italia pubblicata dal nuovo Governo russo, dover essere il Papa escluso da qualsiasi trattativa di pace, ha prodotto una grande impressione in Vaticano e grande agitazione fra i cattolici d'Italia. In più giornali italiani sono stati fortemente censurati e, in molti casi completamente soppressi, articoli che commentavano la notizia. La "Stampa" dice, inoltre, che in tutta l'Italia si attende con ansia il risultato dell'abboccamento fra i plenipotenziari tedeschi e russi.
Già da lungo tempo era, per i cattolici del mondo, grande il dolore di vedere che i Governi dell'Intesa, ad eccezione dell'America, fingevano di ignorare il Santo Padre e la sua proposta di pace che tanto aveva scosso i popoli della terra, alla quale si astenevano, affettatamente, di rispondere. Soltanto il Presidente degli Stati Uniti ha risposto al Pontefice. Il silenzio delle Potenze dell'Intesa fu interpretato sin qui come un imbarazzo delle medesime a dare alle proposte di pace del Papa una giusta risposta. Tuttavia, imbarazzo o non imbarazzo, già il fatto
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della mancata risposta, significava una grande mancanza di rispetto alla persona del Santo Padre. Oggi, grazie alla pubblicazione dei documenti segreti russi, tutto il monodo [sic] è venuto a sapere che la mancata risposta all'Appello pontificio non si doveva presupposto all'imbarazzo, ma doveva rivestire il carattere di un cosciente maltrattamento del Papa e di un'intenzionale violazione dei diritti di sovranità della Santa Sede; e questo perché così voleva il piccolo vanaglorioso sul trono d'Italia e il suo Governo frammassonico. La pubblicazione del documento segreto russo ci svela la pretesa dell'Italia che il Papa venga escluso a priori e completamente da qualsiasi negoziato di pace; e ci svela ancora che è riuscito al Governo italiano di ottenere che i Governi dell'Intesa trattassero come hanno fatto la magnanima offerta del Santo Padre. L'"Osservatore Romano" ha ragione quando dice che le Potenze dell'Intesa sono avverse per principio a qualsiasi azione del Papa, e che per questo rigettarono l'Appello di pace del Pontefice, passando, quindi, all'ordine del giorno senza degnarlo nemmeno di una risposta.
Ma che cosa dicono i cattolici dell'Italia e della Francia di una tale violazione cosciente e voluta dei diritti di sovranità del Santo Padre? Approvano i cattolici del Canadà e degli Stati Uniti la volgarissima offesa all'indirizzo del Papa? Abbiamo appreso che al principio della guerra italiana il piccolo vanaglorioso che siede in Quirinale passò colla sua carrozza davanti a San Pietro, e, pronunciando maledizioni contro il Vaticano e il Santo Padre alzò il pugno chiuso in atto di minaccia. Lo spirito che animava allora il re d'Italia anima ancor oggi i
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Governi dell'Intesa nei paesi cattolici Francia ed Italia. Orbene: sta ai cattolici di questi paesi pure cattolici, domandare ai loro Governi per qual ragione essi ignorano la magnanima offerta di pace della Santa Sede; costringere i loro Governi a tener conto del Papa e riconoscerlo come un sovrano; esigere che questi partecipi alla conferenza di pace; che siano ascolte [sic] le sue parole come fanno da molto tempo Germania, Austria-Ungheria, Bulgaria e persino la Turchia."
L'" Augsburger Postzeitung" della Germania del sud, scrive sotto il titolo "L'esclusione del Papa" (6.12.1917):
"Ciò spiega molte cose" scrive l'"Osservatore Romano" riferendosi alla pubblicazione dell'accordo, ispirato alla rapina, della Quadruplice Intesa a favore dell'Italia, e nel quale fu stabilito di impedire qualsiasi passo del Papa per la pace. Questo spiega, infatti, molte cose. Spiega anzitutto perché Inghilterra Francia e Italia non abbiano risposto a tutt'oggi alla Nota della pace del Pontefice. Forse spiega ancora perchè l'Inghilterra creò di punto in bianco una sua rappresentanza presso il Vaticano; rappresentanza che nel passato non aveva ritenuto assolutamente necessaria. Se il mondo e specialmente i cattolici inglesi credettero che l'Inghilterra volesse in tal modo, astrazion fatta dalla tutela dei suoi interessi politici contro i quali non c'è nulla da obbiettare, manifestare una certa stima e rispetto davanti al Capo della Chiesa cattolica ed un certo riguardo ai cattolici dell'Impero mondiale britannico, essi si sono ingannati a partito. Il vero motivo era soltanto questo: "Appoggiare l'Italia per impedire alla
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Santa Sede..."
I moderni cavalieri predatori sapevano che i loro piani eran tanto indegni da non poter sperare giammai nell'approvazione del Papa. Ma eran tanto sicuri del fatto loro che non pensavano a nessun altra pace all'infuori di quella che essi avrebbero dettato. Una pace, naturalmente, a tutta loro immagine e somiglianza. Ora se si assicuravano così pingui partecipazioni sugli utili alla socia Italia, che cosa che non avrebbero preteso per sé i fondatori della Ditta?
Per buona fortuna tutta l'impresa ha preso una piega ben diversa. Invece degli enormi guadagni, hanno avuto un [sic] colossale bancarotta specialmente disastrosa per l'Italia. Al momento di liquidare tutta la guerra non si voleva dare la parola al Papa perché, come abbian detto, si aveva ragione di ritenere che il Pontefice non avrebbe approvato qual rappresentante dell'imparzialità e della giustizia, il "nuovo ordinamento" dell'Europa ideato dall'Intesa. In caso di vittoria si sarebbe potuto escludere (oh gioia!) dai negoziati di pace il più degno e il più venerato rappresentante della giustizia che ci sia sulla terra. Questi i piani. Senonché, chi così opinava non ha posseduto la forza di impedire che la giustizia divina operasse radicalmente sul corso degli avvenimenti bellici. E questa giustizia ha sventato i biechi piani dei suoi avversari e dato un tale aspetto alle cose che i caporioni dell'Intesa possono esser lieti oggi che i loro riproveroli [sic] sentimenti non siano divenuti ancora triste patrimo-
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nio dell'umanità che vi sia ancor oggi una fede nelle cose buone, ancora una fede nella giustizia. Forse verrà il tempo che nella Quadruplice Intesa, diventata oggi una Triplice, saranno contenti che vi sia ancora un Papa; un Papa che ha levato la sua voce a favore della giustizia e della riconciliazione, e che ha trovato altrove più ascolto e incontrato un più grande desiderio di conciliazione. Già nel fatto che l'Intesa è costretta a riconoscere esistere una morale migliore di quella che doveva dare, per volere dell'Intesa, nuova conformazione al mondo, si riscontrano gli estremi di una sentenza della giustizia. Una sentenza giusta che ha raggiunto le Potenze occidentali e più visibilmente l'Italia, ma che non risparmierà nemmeno le altre se non si affretteranno, sotto la terribile impressione della sentenza odierna, a calcare la via della pace.
L'accordo segreto di cui è stato pubblicato soltanto un estratto, mostra chiaramente quli [sic] erano i piani architettati contro l'Austria; e questo soltanto da parte dell'Italia. I piani contro di noi sono noti da un tempo più lungo. Essi danno non solo una pallida idea di quello che sarebbe divenuta la Germania dopo una pace conclusa nel senso dell'Intesa, ma che cosa ci avrebbe portato la stessa guerra se questi piani, per i quali non vi sono parole atte a qualificarli, fossero stati effettuati. Tanto più grande, dunque, deve essere la nostra soddisfazione che ai grandiosi progetti avversari abbiano corrisposto così poco le gesta; tanto maggiori i nostri sforzi perché quello che non è riuscito fin qui non riesca loro mai più. Noi abbiamo in mano, ormai, le carte migliori per la conclusione della pace, alla quale, si spera, il Papa non mancherà.
8.12.1917
Empfohlene Zitierweise
[Erzberger, Matthias], L'Articolo 15 nell'accordo segreto dell'Intesa con l'Italia e la pubblica opinione in Germania vom 08. Dezember 1917, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9620, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9620. Letzter Zugriff am: 27.12.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 12.01.2016.