Dokument-Nr. 9825
Müller, Fanny an Pacelli, Eugenio
Immenstadt, 23. Oktober 1918
Il caso che mi costringe a farmi così ardita di rivolgermi a Vossignoria Illma e Revma è di tal genere che non vedo altro espediente che d'invocare con umile istanza la Sua autorevole mediazione.
Ho tentato tutti gli altri mezzi per mettermi in comunicazione con l'Italia e più strettamente con Roma ove sono stata istitutrice della figlia del fu Ministro Prinetti, ora Principessa di Piombino, Nicoletta Boncompagni-Ludovisi. Dei vincoli di stretta affezione e di profonda gratitudine mi legano a questa mia allieva ed alla
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sua pregma famiglia e sono desolata
di non averne notizie da un anno e mezzo; prego il Signore tutti i giorni che specialmente
in questi tempi sinistri protegga quei che amo e che mi hanno fatto del bene in tutti modi.
Ma il bene che prevale gli altri fu il conferirmi il fu Marchese Prinetti dopo il matrimonio
della figlia una pensione mensile di £. 100 che mi è stata consegnata regolarmente fino
allo scoppio della guerra con l'Italia e poi con intervalli per la mediazione della
Svizzera. L'ultima occasione favorevole fu un viaggio di una cugina della Principessa
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che si recava da Roma in Svizzera e che fu incaricata di
farmi pervenire £. 200 le quali ricevetti esattamente nel Marzo 1917; ed era questa
somma per mesi arretrati così che Novembre 1916 sarebbe l'ultimo pagato; resterebbero cioè
con Ottobre di quest'anno 23 mesi che non ricevo più nulla. Dalle lettere ricevute
durante il tempo di questa funesta guerra non posso rilevare nissun dubbio che non fossero
più disposti a continuare il loro beneficio, anzi suppongo la migliore volontà da parte
loro. E come dubitare avendo da fare con persone di altissima stima e di rettissimi modi di
pensare, che certo non si farebbero influenzare dalla 133v
politica che divide i nostri paesi.Ricorro dunque umilmente a Vossignoria Illma e Revma domandando se forse si potrebbe trovare una via aperta per mettermi in relazione colla Principessa, affinché almeno io sappia le sue intenzioni a mio riguardo. In tutto questo tempo ho dovuto rimettere dai miei risparmi per fornirmi i mezzi di vivere ed ormai non posso andare oltre senza mettermi in pericolo di dover lasciare questo "Heim" che mi sono formata col beneficio della pensione, e di ritrovarmi in condizioni di vita più che modesta, direi quasi miserabile nei tempi di carestia che corrono. Non so se la Principessa trovasi ora a Roma nella sua dimora
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Villa Aurora Via Lombardia 42 (il Principe è in
guerra) ma le lettere le perverrebbero con questo indirizzo. Un modo più spedito sarebbe di chiedere informazioni all'Amministrazione del Principe Piombino Via della Scrofa 39 Roma nella persona del Cav. Rocchi che sempre si è incaricato della spedizione della mia pensione. Lui certo saprebbe se posso sperare non solo nella continuazione della medesima, ma pure riavere la somma arretrata colla quale dovrò pagare il debito contratto colla Banca che tiene in garanzia il mio deposito di risparmi, il quale consistendo in valute cedute in ribasso, non si potrebbe vendere senza perdita rilevante.
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Voglia V. S. Illma e Revma
scusare tanta libertà ed aggradire in anticipazione i miei ringraziamenti per il possibile
sostenimento della mia causa. Con profonda venerazione, Monsignore, mi
professoumilma devma
Fanny Müller.