Dokument-Nr. 14714

[Beyer, Maximilian]: Osservazioni che il "Der Arbeiter", il bullettino della Federazione delle società cattoliche operaie di Germania con sede in Berlino, fa seguire alla lettera della S. Congregazione del Concilio in data 5 luglio 1929 al Vescovo di Lilla. (Vedi "Der Arbeiter", num. 16, 8 settembre 1929. [Berlin], vor dem 19. Oktober 1929

1. La Chiesa è competente nella questione operaia, e le organizzazioni hanno il dovere di seguire le sue decisioni dottrinali e le direttive pratiche.
2. La Chiesa ravvisa nella organizzazione cattolica la più adatta sia per gli operai cattolici sia per i padroni cattolici. Il documento, è vero, più volte usa il termine di "organizzazioni cristiane". Non è lecito però di tirarne la conseguenza, che quel termine intenda organizzazioni interconfessionali o tali che, come organizzazioni, si ritengono indipendenti dalla autorità ecclesiastica. Una tale interpretazione è contraddetta dai "moniti agli operai" nella seconda parte del documento in cui si dice espressamente: "Dopo questi rilievi, la S. Congregazione dichiara ch'essa vede favorevolmente la formazione di questi sindacati operai veramente cattolici nello spirito e nell'azione". Anche ai padroni, la cui associazione, quantunque individualmente i dirigenti facciano aperta professione di fede cattolica, è costituita di fatto sul terreno della neutralità, la S. Congregazione ricorda le parole di Leone XIII: "I cattolici debbono associarsi di preferenza con cattolici, a meno che la necessità non li costringa ad agire differentemente. Questo è un punto importantissimo per la difesa della fede". Ugualmente il punto 6 dei "principi della dottrina sociale cattolica" riguarda tanto le associazioni degli operai quanto quelle dei padroni: "La Chiesa vuole
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che le associazioni sindacali suscitate da cattolici per dei cattolici si costituiscano tra cattolici, senza tuttavia misconoscere che necessità particolari possano obbligare ad agire differentemente". Dunque, la Chiesa vuole le organizzazioni cattoliche e le preferisce a tutte le altre. L'organizzazione cattolica è la regola, e soltanto ragioni impellenti giustificano eccezioni da questa regola. La lettere [sic] della S. Congregazione del Concilio sostiene la tesi della Enciclica "Singulari quadam", in cui Pio X anch'esso aveva detto che i sindacati cattolici erano la regola e che essi si debbono in tutti i modi aiutare.
3. La lettera disapprova quelli che considerano la questione operaia solamente al [sic] punto di vista economico, come disapprova il carattere puramente economico dei sindacati. Essa applica ai sindacati le parole della Enciclica "Rerum novarum": "Ma è evidente che occorre prima di tutto, tene [sic] presente l'oggetto precipuo ch'è quello del perfezionamento morale e religioso; è sopra tutto questo scopo che deve servire di norma alle finalità di queste società".
4. La Chiesa disapprova la lotta delle classi e sostiene il programma della pace economica. Questo programma di pace lo debbono adottare le organizzazioni professionali dei padroni e degli operai cattolici. Con Leone XIII la S. Congregazione è del parere che padroni e operai possono organizzarsi in una associazione comune per metter d'accordo i mutui diritti e obblighi. D'altra parte si riconosce agli operai anche il diritto di "costituirsi in sindacati indipendenti, distinti dai sindacati dei datori di lavoro, senza tuttavia costituirne un'antitesi". Con questa idea sulla natura e le finalità dei sindacati ai quali gli operai cattolici ed i padroni cattolici si possono associare, difficilmente si conciliano e lo sciopero e la serrata. I sindacati degli operai
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non debbono costituirsi in antitesi di quelli dei datori di lavoro. Siccome però la S. Congregazione tratta alla pari le organizzazioni degli operai e quelle dei datori di lavoro, possiamo ben a diritto supporre che neanche i sindacati dei padroni cattolici debbono stare in antitesi con quelli degli operai. Sul terreno cattolico, certamente, non crescono gli antagonismi di classe. Perciò ben si comprende quello che la S. Congregazione dice, che cioè le organizzazioni operaie non debbono costituire un'antitesi di quelle dei datori di lavoro "più particolarmente ... quando tali sindacati sono voluti dall'autorità ecclesiastica".
La lettera della S. Congregazione del Concilio è, quindi, un documento della massima importanza. Che essa sia diretta in Francia, al Vescovo di Lilla, questa circostanza non ne scema la portata generale. Essa merita di esser conosciuta e notificata anche in Germania. Non abbiamo finora potuto verificare se altri giornali, oltre la "Germania" e la "Märkische Volkszeitung", la abbiano riportata nella stessa ampiezza. Invece abbiamo notato che alcuni giornali cattolici in tutta brevità riferirono che la Congregazione del Concilio avesse scritto a certi industriali francesi, i quali avevano fatto ricorso a Roma contro le tendenze marxiste dei sindacati cristiani; la lettera darebbe una decisione favorevole ai sindacati, respingendo il ricorso degli industriali.
La "Reichspost" che si pubblica in Vienna, dedica al documento una trentina di righe col titolo "La necessità dei sindacati cristiani. Una decisione della Congregazione del Concilio", e conclude così: "Il documento termina con un monito al Clero di dedicare le sue cure ai sindacati cristiani". Giudichi il lettore, se un simile modo di riferire corrisponda al contenuto della lettera Romana. In questo modo il lettore è addirittura indotto in errore. I nostri soci, invece, troveranno in questa recentissima
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voce della Chiesa una conferma dei principi e della prassi della loro Federazione, e con nuova lena si accingeranno al lavoro e al combattimento per i medesimi.
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Empfohlene Zitierweise
[Beyer, Maximilian], Osservazioni che il "Der Arbeiter", il bullettino della Federazione delle società cattoliche operaie di Germania con sede in Berlino, fa seguire alla lettera della S.Congregazione del Concilio in data 5luglio 1929 al Vescovo di Lilla. (Vedi "Der Arbeiter", num. 16, 8settembre 1929, [Berlin] vom vor dem 19. Oktober 1929, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 14714, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/14714. Letzter Zugriff am: 27.04.2024.
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