Betreff
Sulla educazione del clero in Germania - Sul Sac. Prof.
Wittig
Mi è pervenuto regolarmente il venerato Dispaccio dell'E.V.R. in data
del 13 corrente
giugno p.p. insieme all'allegato
al
"Pro-Memoria"
circa
ivi allegato circa "la libera educazione del clero in Germania". Le
sapienti osservazioni dell'E.V., ispirate dal Suo costante zelo per la retta formazione del
clero in questa Nazione, mi danno motivo di sottometterLe una sommaria relazione di ciò che
l'umile sottoscritto ha cercato in questi ultimi anni di compiere in tale
delicata
materia, per quanto glielo hanno permesso
la
le sue deboli forze e le innumerevoli
altre continue ed assorbenti occupazioni, da cui si è trovato
massime a causa delle trattative concordatarie.
Innanzi tutto lo scrivente ha procurato
di cogliere ogni opportuna [occasione] occasione per richiamare delicatamente alla mente
memoria dei Revmi Arcivescovi e Vescovi della Germania la Lettera
di333v
cotesta S. Congregazione del 9 Ottobre 1921,
citata nel sullodato Dispaccio dell'E.V. In un colloquio avuto recentemente
coll'Eminentissimo Sig. Cardinale Bertram, Vescovo di Breslavia, l'ho pregato di ricordare
nuovamente quell'importantissimo Documento nella prossima Conferenza epi episcopale
di Fulda, di cui egli è Presidente. Ma inoltre, poiché ogni
anche le più saggiae
e salutari
Istruzionei non
producecono tutti
i risultati che se ne attendono, se coloro, i quali sono chiamati a portarle ad esecuzione,
non possiedono essi stessi una piena comprensione della necessità ed utilità delle medesime
ed in particolare, per ciò che riguarda le direttive della S. Sede, un profondo
sentire cum Ecclesia Romana, - nel fare alla
S. Sede
al Superiore
subordinate proposte per la scelta di nuovi
Vescovi in Germania, ho avuto sempre riguardo soprattutto al punto di vista della educazione
del cClero e così sono
stati preposti dalla medesima
334r
S. Sede alla diocesi di Magonza il
Revmo Mons. Hugo, a quella di Meissen il Revmo Mons. Schreiber, ed a quella di
Würzburg (importante specialmente per la Facoltà teologica esistente presso quella
l'Università dello Stato) il Revmo Mons. Ehrenfried,
tutti alunni del Pont.ificio Collegio Germanico, sicurissimi nella dottrina ed esperti nei veri
e sani metodi romani dell'insegnamento filosofico e teologico.
Nella visita da essi fattami dopo la loro nomina, ed in ogni altra favorevole occasione
circostanza, ho raccomandato loro
ai detti Prelati in prima
issimaa linea questo
gravissimo argomento, e soprattutto a Mons. Ehrenfried indicai i nomi di alcuni pProfessori
di
dell'anzidetta
della menzionata Facoltà, sui quali è necessaria una particolare
vigilanza. Nell'ultima vacanza della diocesi di Treviri sarebbe stato, a mio umilissimo
parere, per lo stesso motivo sommamente desiderabile che
la334v
scelta cadesse sul Canonico Bares, ma, avendo la
S. Sede giudicato per le peculiari circostanze del caso conveniente di lasciare per
quella volta al Capitolo cattedrale libera elezione, tale disegno non poté essere portato ad
effetto. È stato quindi provvidenziale che il Regnante Pontefice, malgrado le vive e
ripetute insistenze del Governo, siasi con apostolica fermezza rifiutato di concedere nel
nuovo Concordato colla Baviera ai Capitoli cattedrali in Baviera il diritto di eleggere i Vescovi, e giova sperare
che lo stesso possa ottenersi altresì per la Prussia.
Nel Concordato colla Baviera si è
potuto assicurare ai Vescovi, malgrado le assai ardue difficoltà incontra incontrate
circa tal punto nelle trattative, almeno il minimum
di
dietta
de influenza e dei diritti indispensabile nella nomina e rimozione dei
professori delle Facoltà teologiche e nella direzione dell'insegnamento teologico
(articoli 3 e 4); si è inoltre ottenuto che lo Stato riconoscesse
l'ob-335r
bligo, da esso contestato sino ad ora, di dare
convenienti sussidi ai Seminari, se ordinati a norma
delle
secondo le prescrizioni del Codice di
diritto canonico (art. 10 § 1 lett. h), rimanendo così
incontestabilmente
compresi il biennio filosofico ed il quadriennio
teologico prescritti dal canone 1365. Occorrerà, a mio subordinato parere,
che il nuovo Nunzio vigili sulla effettiva osservanza di questo obbligo
assolutossunto dallo Stato ed
e, richiedendolo ai
l caso,
insista sia presso il Governo che
come presso l'Episcopato per la pratica
effettiva esecuzione del medesimo, affinché non si
costituisca
venga formando una contraria prassi, la quale
eliminaerebbe di fatto il vantaggio
della conseguita concessione. - Del pari l'art. 13 § 1
lett. b ammette espressamente per i chierici il valore dell'attestato di maturità
conseguito anche
dopo studi privati e presso Ginnasi
[ein Wort unlesbar] Ginnasi privati
riconosciuti dallo Stato (quali sono quelli dei RR.PP. Benedettini di Ettal, di
Augsburg e di Metten,
), ed anche dopo studi privati;
dei RR.PP. Gesuiti di Feldkirch, ecc.); non vi è quindi in
per sé obbligo per i futuri studenti di teologia di frequentare i
Ginnasi dello Stato. Lo stesso si procurerà di ottenere anche in Prussia nei negoziati per
un Concordato o Convenzione colla S. Sede. Che in generale nei
Ginnasi sia pur troppo insufficiente lo studio
talmente trascurato l'insegnamento
delle335v
lingue latina e greca, come afferma
l'Autore del Pro-memoria,
è cosa ben risaputa, e perciò contemplata già nella succitata
Lettera di cotesta S. Congregazione;
i
n alcune
diocesi, per es. in quella di Treviri, i
Revmi Ordinari si studiano di
supplire
rimediare
a tale deficienza mediante lezioni supplementari nei Seminari.
parmi
una
esagera
to
zione,
sembra alquanto
esageratoa accusa,
dell'Autore del Pro-memoria;
, sebbene sia
vero che per mancanza di esercizio molti fra gli stessi professori di
teologia non sarebbero
capaci
in grado di tenere in latino le loro lezioni:
.
l
Lo studio del latino nei Ginnasi
dura nove anni con otto ore settimanali di lezione nelle classi inferiori e sette
nelle superiori; lo studio del greco comprende sei abbraccia sei anni con sei ore
nelle classi medie e cinque nelle superiori. La insufficiente conoscenza delle lingue in
discorso, spesso lamentata, deriva soprattutto dalle anormali
condizioni delle scuole durante il conflitto mondiale e nei primi anni del dopoguerra;
ma ora la situazione viene man mano riordinandosi, ed i tentativi di togliere
o di restringere
togliere nel nuovo ordinamento scolastico ai Ginnasi il loro
carattere classico con conseguente diminuzione dello studio del latino e del greco hanno
incontrato viva opposizione massime da parte dell'Episcopato, di guisa che non può dirsi
che vi sia, almeno per ora, un pericolo di attuazione di tale disegno. Così pure
riguardo alle "letture" filosofiche nei Ginnasi dello Stato
l'Episcopato prussiano non ha mancato
omesso di elevare energiche e pubbliche rimostranze nell'Esposto
indirizzato in data del 2 Maggio 1924 al Signor Ministro per la scienza, l'arte e la
pubblica istruzione, di cui inviai già alla S. Sede copia e traduzione italiana col mio
ossequioso Rapporto N. 30748. È pur troppo da riconoscersi che in non
pochi - non però tutti - i Ginnasi (interconfessionali) dello
Stato, frequentati anche da futuri studenti di teologia, l'insegnamento di alcune
materie (storia, letteratura, filosofia) viene impartito in massima con spirito e
tendenze non conformi alla dottrina della Chiesa, massime
particolarmente nei territori della Diaspora, ove i maestri
cattolici sono una piccola minoranza; tuttavia,
malgrado ciò, l'istruzione religiosa, la quale comprende
dura nei Ginnasi medesimi nove anni con almeno due ore
settimanali, se sia
venga data da sacerdoti veramente idonei, costituisce, già come prova l'esperienza, un potente antidoto contro gli
errori l'influenza perniciosa
dannosa di altri professori. Occorre pure promuovere
tuttavia tendere ad
ciò
ottenere che anche i Ginnasi dello Stato abbiano, al pari
delle scuole elementari, carattere confessionale, ed in particolare
promuovere, per quanto è possibile, la fondazione
erezione di Ginnasi tenuti
tenuti da oOrdini e Congregazioni religiose e
riconosciuti dallo Stato, come è quello recentemente fondato dai RR.PP. della Compagnia
di Gesù presso
in Berlino.
-Charlottenburg.
L'ideale sarebbe certamente che ovunque per i chieri futuri chierici si avessero Ginnasi propri;
ed a tale scopo deve tendersi con ogni cura;
l'attuazione
l'effettuazione di questo piano è nondimeno ben
più336r
difficile e complicata di quel che sembra supporre
l'autore del succitato
più volte citato Promemoria, Sac. Andrea Müller. Il quale,
- sia detto qui per incidentemente -,
(ecclesiastico, il
la cui vita passatoa
non è
sarebbe stata del tutto ineccepibile, onde dovette rinunziare
all al posto di maestro di religione in una scuola superiore di Colonia, come
risulterebbe dagli Atti di quella Curia arcivescovile,
)
può essere animato senza dubbio dalle migliori
intenzioni; è tuttavia noto per le sue esagerate querimonie. Negli Esposti, che egli invia
già da molti anni alla S. Sede, è solito di dipingere i mali, anche pur troppo reali,
che affliggono la Chiesa in Germania, con colori eccessivamente foschi e di muovere
muove contro i Revmi Vescovi accuse ben spesso infondate ed
ingiuste.
Per ciò che si riferisce al Sac. Wittig, professore di
di antichità cristiane ed arte cristiana nella Facoltà teologica
della Università di Breslavia, ha
lo scrivente ripetute volte (massime neigli risp
ossequiosi Rapporti N.N. 24192, 26745 e 28536, rispettivamente in
data del
del 26 Maggio 1922, 5 Marzo e del 12 Settembre 1923,
)
indirizzati all'Emo Sig. Cardinale Segretario di Stato) ha
richiamato rispettosamente l'attenzione della S. Sede non solo
sullo scritto
sull'articolo "Die Erlösten", ma anche su
due
altri lavori
scritti,
lavori, a suo
suo umile avviso, non meno
censurabili,, e
e
equivoci e per ciò
perniciosi. in rispettosi Rapporti da
me indirizzati all'Emo Signor Cardinale Segretario di Stato, Il menzionato articolo
"Die Erlösten" apparve nel periodico Hochland (19. Jahrg. - 1921/1922
7. Heft);336v
il volumetto "Meine 'Erlösten' in Busse,
Kampf und Wehr" pubblicato nel seguente anno 1923 (Frankes Buchhandlung, F. Wolf,
Habelschwert) rappresenta piuttosto una difesa dell'anzidetto scritto, in cui vari punti
vengono chiariti, sebbene contenga pur sempre oscurità ed equivoci. Su di esso ha scritto
testé nel numero di Maggio del corrente anno delle Stimmen der
Zeit
sotto il titolo "Erlösungsfreude" una rimarchevole
notevole ed oggettiva critica il
sotto il titolo "Erlösungsfreude" il R.P. Ludwig
Kösters S.J. - Avendo Non avendo in seguito ai miei suaccennati Rapporti
ricevuto dalla S. Sede sino ad oggi
ulteriori ulteriori istruzioni sull'argomento,
in proposito, non mi è rimasto che di attenderne il supremo
giudizio.
,
a me sino ad oggi non noto. Avendomi tuttavia l'Ordinario del Wittig,
di Breslavia, Emo Sig. Cardinale Bertram, scritto in proposito
sull'argomento nel Gennaio 1923, mi permisi di manifestargli come da
me (e di tutto feci
diedi poi relazione al sullodato Emo Sig. Cardinale Segretario di
Stato nel citato Rapporto N.
267545) lae
seriae
mie
preoccupazionei al
riguardo, suggereng suggerendogli altresì d'invitare almeno
intanto il Professore in parola ad esprimere in una non equivoca
dichiarazione il suo rincrescimento per gli scritti anzidetti e la sua piena soddisfa
sottomissione alla dottrina della Chiesa cattolica:.
ciò che egli fece.
Anche su altri Professori delle Facoltà teologiche,
delle Facoltà teologiche, a mio modesto avviso non immuni da
censura, ho in varie occasioni riferito alla S. Sede. Così sul Sac.
He
337r
fra i quali mi sia permesso di menzionare il Sac.
Dr
Arnoldo Rademacher, professore di apologetica nella Università di
Bonn, - a cui riguardo la Suprema Sacra Congregazione del Santo Officio ha recentemente
preso speciali provvedimenti -, ed il Sac. Dr
Giovanni Helm,
professore di esegesi dell'Antico Testamento e di lingue biblicheco-orientali in Würzburg, - le cui opere
sono state testé condannate dalla medesima Suprema Sacra Congregazione.
Posso assicurare
V.E. che continuerò, per quanto è da me e lo permettono le delicatissime e difficili
circostanze, a vigilare su questo argomento, sempre pronto ad eseguire quelle istruzioni e
quegli ordini, che all'E.V. piacesse d'impartirmi.
Intanto, chinato
333r,
oberhalb des Briefkopfes hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem
Nuntiaturangestellten, in roter Farbe notiert: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Bisleti, Gaetano vom 10. Juli 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18053, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18053. Letzter Zugriff am: 10.05.2024.
Online seit 24.06.2016, letzte Änderung am 29.01.2018.