Dokument-Nr. 18552

Pacelli, Eugenio: [Kein Betreff]. [Berlin], 26. August 1925

Riferendosi alla Nota (St. M. I 4242), che il 2 Aprile u.s. S.E. il Sig. Marx, allora Presidente del Consiglio dei Ministri in Prussia, indirizzava a Mons. Pacelli, Nunzio Apostolico in Germania, intorno al Concordato recentemente concluso colla Polonia, la Santa Sede, dopo aver attentamente esaminato le rimostranze del Governo Prussiano contenute nella suaccennata Nota, si onora di rispondere quanto segue:
In primo luogo è bene di rilevare che tutta la Nota si basa sopra la seguente asserzione: "Il nuovo Concordato polacco non sta in armonia cogli accordi esistenti tra la Santa Sede ed il Governo Prussiano e fondati sulla Bolla De salute animarum del 16 Luglio 1921".
Lasciando da parte la questione riguardante il valore della Bolla De salute animarum nei territori della Prussia (sulla quale questione la Santa Sede non vuole entrare in merito), reca non poca meraviglia il fatto che il Governo Prussiano muova in base alla detta Bolla rimostranze per territori, che non fanno più parte dello Stato Prussiano, ma appartengono oggi politicamente alla Repubblica Polacca.
E tanto più forte è la meraviglia della Santa Sede, perché nella Nota G II Nr. 432.1 del 28 Aprile 1922 il Signor Ministro Prussiano per la Scienza, l'Arte e l'Istruzione pubblica asseriva che "il Governo Prussiano riguarda come rimaste completamente in vigore per l'attuale territorio dello Stato (für das jetzige Staatsgebiet) la Bolla De salute animarum e le altre Convenzioni concluse colla Santa Sede circa la circoscri-
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zione delle diocesi e la provvista delle Sedi vescovili, delle Dignità e dei Canonicati entro la Prussia (innerhalb Preussens)". Ora le disposizioni del Concordato colla Polonia toccano esclusivamente regioni, le quali si trovano al di fuori dell'attuale territorio dello Stato Prussiano; dunque il Governo Prussiano non può muovere eccezioni contro una modificazione della circoscrizione diocesana nelle regioni medesime.
Ed è precisamente per questa ragione che la Santa Sede non vedeva perché, concludendo col Governo Polacco un Concordato che riguarda i territori polacchi, si sarebbe dovuta rivolgere al Governo Prussiano.
Ma quello che la Santa Sede tiene assolutamente a far rilevare è che essa si è data la più grande premura, superando non lievi difficoltà, di tutelare gl'interessi religiosi delle minoranze tedesche, come pure delle altre minoranze.
Infatti, per tacere degli altri Articoli, con la clausola dell'Art. 26, comma ultimo, si stabilisce che ai beni ecclesiastici posti in Polonia, ma appartenenti a personalità giuridiche ecclesiastiche e religiose aventi la loro sede fuori delle frontiere dello Stato Polacco, non si applicano le disposizioni del Concordato e perciò essi restano nello stato giuridico in cui si trovavano prima del Concordato. Non si vede perciò come cotesto Governo possa dire che con tale clausola "gl'interessi della Prussia vengono nella materia più considerevole colpiti". Anzi la Santa Sede, a giusto titolo, si sarebbe aspettata per tale sua sollecitudine un plauso piuttosto che
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una protesta da parte del Governo Prussiano.
Né si vorrà dire che la Santa Sede non avrebbe dovuto addivenire ad una nuova circoscrizione diocesana (circoscrizione che, per quanto riguarda il nome delle diocesi, sarà fissata da una Bolla) fino a che la Polonia non avesse regolato la questione dei beni della diocesi di Breslavia. È evidente infatti che la Santa Sede in vista delle improrogabili necessità e degli importanti interessi da tutelare nella Chiesa di Polonia, per esempio il sostentamento di tutto il Clero, dei Seminari, l'amministrazione organica ed effettiva delle diocesi e in generale il bene di circa trenta milioni di anime, ha considerato come suo dovere la conclusione di un accordo colla polonia.
La Santa Sede si augura che le date spiegazioni siano per dissipare qualsiasi malinteso e non mancherà, come del resto ha fatto finora, di insistere presso il Governo di Polonia per la pronta e definitiva soluzione della vertenza dei beni e delle rendite del Capitolo di Breslavia.
23r, rechts oberhalb des Textkörpers hds. vermutlich vom Empfänger notiert: "vedi numero 1556/26".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio, [Kein Betreff], [Berlin] vom 26. August 1925, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18552, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18552. Letzter Zugriff am: 26.04.2024.
Online seit 29.01.2018.