Dokument-Nr. 2473
Brehm, August an Pacelli, Eugenio
Speyer, 15. Oktober 1918

Eccellenza!
Reverendissimo signor Arcivescovo!
Non appena giunto in possesso della pregiatissima lettera di codesta Nunziatura Apostolica, No. 9583 del 30 dello scorso mese, il sottoscritto proposto del capitolo del Duomo di Speyer, incaricato dal reverendissimo signor Vescovo, Dr.  Ludwig Sebastian, si recò il 9 c. m. nel campo di concentramento per i prigionieri di guerra Landau, Palatinato, per sottoporre sul luogo stesso ad un attento esame la cura d'anime di quel campo.
Furono interrogati:
1) Tutto il Clero della città di Landau al quale è affidata la cura d'anime dei prigionieri dal 4 febbraio 1916;
2) il Comandante del campo;
3) alcuni ufficiali e sottoufficiali tedeschi;
4) vari prigionieri francesi, fra cui candidati di Teologia.
Il risultato dell'inchiesta fu il seguente:
Quando fu impiantato il campo vi erano presenti, fra gli altri, tre sacerdoti della Lorena prigionieri civili, ai quali era stata affidata la cura delle anime per i prigionieri di guerra. L'Ordinariato concesse ad essi tutti gli arredi per l'erezione di una cappella in una delle baracche nelle quali si celebrava quotidianamente la Santa Messa e si impartivano i Santi Sacramenti. La Domenica e gli altri giorni festivi vi era predica. Questo stato di cose del tutto soddisfacente durò fino al 4 febbraio 1916; cioè un anno e mezzo; nel qual tempo i tre pregati
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sacerdoti furono rimandati alle loro case. Mancando altri sacerdoti, si dovette per disposizione del Comando generale affidare al Parroco e ai due cappellani di Landau, i quali presiedono ad una Parrocchia di 8.000 anime, anche la cura delle anime di un campo di prigionieri distante circa 20 minuti.
Era chiaro che, dato il sovraccarico, la cura delle anime non poteva esser più disimpegnata come per lo passato; ciò che doveva condurre a lagnanze da parte dei prigionieri. Allora, tenuto riguardo dei bisogni della Parrocchia e d'accordo col comando generale fu disposto:
1. che l'Uffizio divino per i prigionieri di guerra avesse luogo tutte le domeniche e giorni festivi alle ore 7 ½ (più tardi alle 10 ¼) nella Chiesa di S. Agostino riservata per i militari;
2. che prima della Santa Messa fosse dato modo di confessarsi, e, durante la Santa Messa, di comunicarsi, a chi voleva;
3. che nei giorni precedenti la Santa pasqua fosse fissato un giorno speciale per la Confessione e Comunione;
4. che per quei prigionieri che lo richiedessero i sacerdoti tenessero udienza nell'accampamento; e che malati e morenti fossero, dietro loro espresso desiderio, visitati e muniti dei Santi Sacramenti.
La Preghiera dell'Ordinariato di accordare ai sacerdoti libero ingresso nel campo ebbe dal Comando generale, II B. A. K., questa risposta: "Un permesso può esser rilasciato solo caso per caso, ed è stato incaricato di rilasciarlo il Comandante dell'accampamento."
Ora, purtroppo, occorre dire (ciò che non viene negato nemmeno dai prigionieri debitamente interrogati) che i prigionieri fanno scarso uso dell'occasione loro offerta di ascoltare la Santa Messa, di avvicinarsi ai Sacramenti e di approfittare delle ore d'udienze.
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Dei 5.000 Francesi, circa 600 risiedono sempre all'accampamento. Gli altri sono in distaccamento quà e là per lavorare. Di questi 600 soltanto 70 circa ascoltano le domeniche e nei giorni di festa la Santa Messa, circa 7 si avvicinano ai Santi Sacramenti ogni domenica e circa 10 ogni mese. Al massimo 50 / 60 prigionieri prendono la Santa Pasqua.
Caratteristiche sono le parole pronunciate da un francese al quale venivano impartiti i Santi Sacramenti. "Che cosa diranno i miei genitori quando apprenderanno che io mi sono comunicato!"; nonché l'esclamazione di un altro, il quale, rifiutandosi di comunicarsi, disse: "Iddio è soltanto in Francia!"
Prigionieri francesi interrogati sui loro desideri relativamente alla loro vita religiosa pregarono soprattutto che fosse inviato un prete francese che abitasse nel campo e si addossasse la cura delle anime. Gli indifferenti e i ricalcitranti seguirebbero più facilmente i suoi avvertimenti; un numero maggiore di prigionieri assisterebbe alla Santa Messa e si avvicinerebbe ai Sacramenti.
Il Clero della Parrocchia accondiscese ben volentieri a che fosse chiamato un sacerdote francese. Il comandante ha dichiarato che se il Ministero della guerra metterà a disposizione un tale sacerdote, non avrà nulla in contrario a che l'Uffizio divino sia tenuto di nuovo nell'accampamento. Questo Ordinariato ha rivolto, allora, oggi stesso, la preghiera al Ministero della guerra di voler disporre che un sacerdote francese prigioniero di guerra, sia mandato da un altro accampamento in questo di Landau quale curatore di anime. Riferiremo a suo tempo del risultato ottenuto.
Assicurando l'Eccellenza Vostra che a questa Sede vescovile sta molto a cuore la questione dei prigionieri come la cura delle anime dei medesimi, con i sensi della massima devozione mi protesto
della Eccellenza Vostra
devotissimo
(firmato) Brehm,
Proposto del Capitolo di Speyer.
Empfohlene Zitierweise
Brehm, August an Pacelli, Eugenio vom 15. Oktober 1918, Anlage, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2473, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2473. Letzter Zugriff am: 01.05.2024.
Online seit 20.12.2011.