Dokument-Nr. 9022
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 22. Februar 19181

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Lettera del Sig. Cancelliere dell'Impero a) Scambio dei prigionieri di guerra b) Domanda di grazia per il belga Sig. Smets c) Protezione dei cristiani sul confine persiano d) Iniziativa per la pace
Come ho ripetutamente as "Posso assicurare ancora una volta V. E. che sarà sempre mia premura cura di secondare gli sforzi ed i desideri di Sua Santità, ispirati alla carità ogni qualvolta io lo possa, ma V. E. sa pure che le mie forze e la mia influenza hanno i loro limiti e perciò quindi l'esito delle mie sollecitudini non corrisponderà sempre all'aspettazione della S. Sede.
Quanto allo scambio dei prigionieri di guerra spero di giungere ad un favorevole risultato. Come a V. E. è già noto, una iniziativa a tal riguardo è qui ora giunta da parte del Governo italiano; tuttavia non deve perciò in nessun modo restar diminuito il merito di Sua Santità di aver fatto in tal senso il primo passo. Per ciò poi che concerne la grazia per il condannato a morte, be è stato subito telegrafato a Bruxelles ed ora debbo attendere per vedere se e qual cosa sia possibile ottenere a di lui favore. Finalmente,
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per ciò che concerne la protezione dei cristiani nel confine persiano, mi son messo in rapporto colle Autorità competenti.
In questa occasione mi permetto inoltre di sottoporre a Vostra Eccellenza in modo strettamente confidenziale quanto segue: Sono stato recentemente in Homburg, ove ho potuto avere lunghe conversazioni con S. M. l'Imperatore. Durante le medesime, di mia propria iniziativa ho combattuto le accuse sorte qua e là contro a riguardo della S. Sede, come se Essa sembri quasi che Essa voglia ora abbandonare a svantaggio delle Potenze centrali la neutralità mantenuta in mezzo alle più gravi difficoltà. Inoltre ho rappresentato a Sua Maestà di quale straordinario valore la mediazione per la pace del S. Padre avrebbe di fronte al serio pericolo che porterebbe con sé una iniziativa so per la pace da parte del socialismo internazionale, e questo pensiero incontrò il pieno consenso dell'Imperatore. Vorrei perciò rimettere alla Sua considerazione se non sarebbe fin al S. Padre di ottenere che indurre gli Stati belligeranti ad una conversazione confidenziale
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ed innanzi tutto non impegnativa. Dovrebbero tuttavia a tal fine esser delegati deputati rappresentanti riconosciuti de i rispettivi Governi, e non agenti irresponsabili, come ve ne sono in Svizzera e altrove, e sarebbe oltre a ciò necessario di escludere qualsiasi sospetto che il S. Padre abbia per incitamento di una delle due parti compiuto un tal passo, il quale dovrebbe invece apparire come una iniziativa assolutamente propria e spontanea di Sua Santità. Non appena constasse che in un luogo da determinarsi – preferibilmente in Olanda – e in un dato tempo giungessero rappresentanti dei Governi nemici, anche la Germania e, non ne dubito ne dubito l'Austria-Ungheria invierebbero colà i loro delegati. Son convinto che una reciproca manifestazione delle proprie vedute in un cerchio ristretto sarebbe assai più utile ed efficace che i discorsi tenuti finora in pubblico dagli uomini di Stato.
Lasciando a V. E. di dare a questo mio suggerimento quel seguito che Le piacerà, con sensi ecc."
In questa lettera del Sig. Cancelliere
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mi sembra di vedere una risposta implicita all a due lettere da me speditegli in data del 6 e del 10 corrente, in conformità ai venerati telegrammi cifrati dell'E. V. R. NN. 62 e 63. Evidentemente la Germania non crede di poter scindere dalle altre la questione del Belgio, che viene considerata come facente parte di quel complesso di vertenze, che dovranno esser risolute nelle trattative di pace. Ad illustrazione di questo punto mi permetto richiamare l'attenzione di V. E. su quanto ebbi l'onore di riferire nel mio rispettoso Rapporto N. 1688 in data del 5 Ottobre dello scorso anno intorno ad una conversazione avuta col Sig. Conte von Hertling, allora Ministro degli Esteri in Baviera. La Germania, egli mi disse, naturalmente sgombrerà il Belgio, ma non può fin da ora impegnarvisi con una promessa formale e togliersi così dalle mani questo importantissimo pegno, giacché in tal caso nelle future trattative di pace non avrebbe più nulla da far valere o da concedere alle esigenze a suo giudizio inammissibili degli avversari. Se la Germania avrà già rinunciato al Belgio, che cosa potrà essa dare o concedere,
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allorché le Potenze dell'Intesa reclameranno, ad esempio, l'Alsazia-Lorena? È p erciò, che finché i nemici della Germania non riconosceranno assicureranno l'integrità del territorio dell'Impero, la Germania non potrà consentire a separare la questione belga dalla discussione generale.
Dopo di ciò, in attesa di quelle istruzioni che all'E. V. piacesse impartirmi circa la surriferita proposta del Sig. Conte von Hertling, m'inchino umilmente al bacio
58r unterhalb der Betreffzeile, hds. von Torricella: "N. B. Accusato ricev. il 27 Marzo 1918 N. 60602 conf. Posiz. XIII Iniziative, Scambio N. 4311".
1Ursprüngliche Angabe "Gennaio" hds. von Pacelli korrigiert.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 22. Februar 19181, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 9022, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/9022. Letzter Zugriff am: 29.05.2024.
Online seit 02.03.2011, letzte Änderung am 12.01.2016.