Betreff
Interpellanza dei socialisti al Reichstag contro il Concordato
bavarese
Ieri ebbe luogo al Reichstagin Berlino la discussione della interpellanza - già da tempo annunziata -del partitodeisocialistai contro il
Concordato bavarese.
(Cfr. Allegato).Oratore(cfr. l'allegato N. 278 della Germania). Oratoredel partitodiel
detto partito fu il deputato Sänger, il quale motivò la suaccennata interpellanza, sostenendo che il detto Concordato ha violato la
Costituzione del Reich. Egli affermò che il socialismo combatte il Concordato per
motiviragioni generali politicihe e nazionali, e non per ostilità contro il sentimento
religioso o contro la Chiesa in quantocome tale; ed a questo proposito, paragonando la situazione della
Chiesa cattolica nella'
attuale Repubblica e sotto il regime
mona la cessata Monarchia, ricordò - violentementevivamente interrotto dalla destra - varie manifestazioni anticattoliche di personaggi dell'antico regime, fra le quali [ein
Wort unlesbar] la famosa lettera dell'Im-781v
peratore
Guglielmo alla Principessa Anna di Prussia, Landgravia di Essen,Assia, la quale, per essersi convertita alla religione cattolica, si
trovò esposta alla collera di lui.del cCapo della Casa di
Hohenzollern.
Il Segretario di Stato Zweigert rispose a nome del Governo,all'interpellanzate,
ricordando che il Governo bavarese prima della firma delsottoposeConcordatolo sottoposeil Concordato al Governo del Reich. "Il Cancelliere d'allora
(egli soggiunse), dopo averlo fatto esaminare dai Ministeri dell'Interno e della Giustizia,
dichiarò a nome del Governo del Reich che contro il
Concordato non vi eranodava luogo a
obb obbiezioni in base alla Costituzione del Reich. La questione, se il
Concordato bavarese abbisognasse avesse bisogno del consenso del Reich, fu
risoluta negativamente. È ben vero infatti che secondo l'articolo 78 i trattati dei
Paesi degli Stati particolari della Germania con Stati esteri
abbiso-782r
gnano del consenso del Reich, ma il Papa non
deve essere considerato come uno Stato estero nel senso di questo articolo. Per conseguenza
la facoltà degli Stati particolari della Germania di concludere trattati con la Curia non è
limitata dalla Costituzione del Reich. Questo concetto fu affermato già nel 1920
sotto il Ministero dell'Interno del Reich, Koch. Il Governo del Reich non può
quindi immischiarsi nella questione della opportunità delle Convenzioni in
materiaecclesiastichea; esso
deve soltanto esaminare se sonosiano in contraddizione colla Costituzione del Reich. Ora,
dopo accurato esame, non si è riscontrata una tale contraddizione".
A favoredifesa del Concordato si espresseroespresseglil'oratorie del partito tedesco-nazionale, Sig. Wallraf, il quale anzi [sug] manifestò il voto "che quanto prima si
inizino trattative per un Concordato del782v
Reichnello spirito di
con sulla base della parità di fronte alle due
confessioni cristiane per la conservazione ed il rafforzamento della pace confessionale". In
senso favorevole si pronunziarono pure (com'è naturale), a nome dei rispettivi partiti,
il i deputati Dr Bell del Centro e Dr Pfleger del
partito popolare bavarese. Contro il Concordato parlarono invece l'oratore comunista, il
democratico Dr Schücking (pur riconoscendo la grande importanza del Papato nel tempo attuale), ed l'ultr il razzista o
voelkische Dr Fricke. Il deputato liberale
Prof. Kahl a nome della Deutsche Volkspartei dichiarò è be che il Concordato è
bensì in opposizione colla Costituzione bavarese, giacché esso impone allo Stato una nuova
prestazione, per la quale sarebbe stata necessaria l'approvazione delma che dal punto di vista del Reichper la quale sarebbe stata necessaria una la maggioranza parlamentare richiesta per i mutamenti della Costituzione,
stessa, ma che, dal punto di vista del Reich, non può contestarsi la
competenza della Baviera di concludere un Concordato e, d'altra
parte,né il testo del medesimo nonsitrovasi talmente in opposizione colla Costituzione
del R germanica, da783r
rendere, almeno per ora,
necessario un intervento del Reich. Egli, però, per motivi giuridici e politici
s sarebbe contrario a che il Concordato bavarese fosse preso per modello di un
Concordato per il Reich. Un tale Concordato per il Reich sarebbe ben desiderabile, ma dovrebbedovrebbe venire effettuato soltanto in questo modo,checioè
leguisa che i singoli Stati particolari o provincie ecclesiastiche
concludano i loro Concordati e questi vengano poi inquadrati in una legge complessiva (Mantelgesetz) del Reich.
La discussione, la quale
non ha condotto ad alcun risultato pratico ed ha così liquidato la inutile ed inopportuna
interpellanza, èsocialista, è stata tuttavia, a mio umile
avviso, istruttiva, per ciò che riguarda perché ha dimostratomanifestato la orientazione dei vari partiti di fronte alla
questione di un Concordato col Reich. È rimasto infatti Pur riconoscendo,
infatti, la collaborazione prestata già dal partito socialista
nell'Assemblea nazionale di Weimar (1919),783v
per romperespezzare molte delle catene, che vincolavano giàgià così duramente la libertà della Chiesa cattolica, sembra
tuttavia provatoancora una volta dimostrato checome anche in Berlino non può contarsi ora né su di essi né sui democratici per la conclusione di un Concordato
favorevole alla S. Sede, ma che questo potrà esseredivenire possibile soltanto cercando di intendersi coi
tedesco-nazionali, i quali, - malgrado il furor protestanticus anticattolico ed
antiromano, da cui moltinon pochi fra di loro sono dominati, - sono
tunondimeno, più
per motivi di conservazione religiosa e sociale,restano forse meno inaccessibili ad un simile regolamento sulla base della
parità.
Chinato
781r, unterhalb der Datumszeile hds. von unbekannter Hand,
vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 18. Juni 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18025, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18025. Letzter Zugriff am: 22.12.2024.