Dokument-Nr. 2163
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 13. Januar 1918

Regest
Aufgrund zahlreicher Beschwerden über die Misshandlung der italienischen Kriegsgefangenen im Lager Puchheim wandte sich Pacelli wiederholt und energisch an den bayerischen Kriegsminister Hellingrath und den Minister des Äußern Ritter von Dandl. Nunmehr erhielt er vom bayerischen Kriegsminister die Antwort, dass alle im Lager Puchheim die gleiche Ernährung erhalten, die Italiener nach Möglichkeit aber größere Portionen, da sie völlig entkräftet ins Lager gelangt und die Kälte nicht gewohnt seien. Arreststrafen seien wegen Ungehorsam und Vergehen der Italiener öfters nötig gewesen; nächtliche Lager im Freien gebe es als Strafe aber nicht mehr. Die Todesfälle seien ausnahmslos auf Durchfallerkrankungen und Lungenentzündungen zurückzuführen, die eine Folge der Strapazen des Transports von der Front und des ungewohnten Klimas seien. In einem weiteren Bericht erklärte Kriegsminister von Hellingrath, der Gesundheitszustand der Italiener bessere sich, doch sei es empfehlenswert, wenn das italienische Rote Kreuz jene Lebensmittel in großer Zahl schicke, die die Gefangenen gewohnt seien. Pacelli erklärt sich bereit, das Kriegsgefangenenlager in Puchheim so bald wie möglich zu besuchen.
Betreff
Per i prigionieri italiani internati a Puchheim (Baviera)
Eminenza Reverendissima,
Da varie parti erano pervenute a questa Nunziatura numerose e gravissime lagnanze contro il modo, col quale i prigionieri italiani sono trattati nel campo di Puchheim (presso Monaco). Si accusava il Comando locale di esporli per intiere giornate al freddo intenso, di farli lavorare come bestie, di maltrattarli in maniera disumana, e si parlava di parecchie dozzine di morti al giorno.
In seguito a tali denunzie mi rivolsi ripetutamente ed energicamente tanto a questo Ministero della Guerra quanto a Sua Eccellenza il Signor von Dandl, Ministro degli Esteri. Mi fu promesso da entrambi che si sarebbe fatta un'inchiesta e che, qualora i lamentati inconvenienti corrispondessero a verità, vi si sarebbe portato
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rimedio. Ora il Ministero della Guerra mi ha inviato in data dell'8 corrente la seguente comunicazione:
"L'alimentazione di tutti i prigionieri di guerra nel campo di Puchheim, compresi gli Italiani, è interamente uniforme. Per quanto è possibile, si assegnano alle cucine italiane anche maggiori porzioni, affine di ottenere che i prigionieri italiani conseguano un normale stato di salute. Questo provvedimento si è mostrato necessario, perché essi, in seguito agli strapazzi sofferti, sono arrivati al campo completamente esauriti ed affamati. Da dichiarazioni dei prigionieri medesimi risulta che gli italiani, allorché vennero trasportati dal fronte, rimasero per cinque giorni senza nutrimento.
Inoltre si richiede per la maggior parte dei prigionieri italiani, non abituati al freddo, una nutrizione più forte, che si dà loro nei limiti del possibile.
A causa della mancanza di disciplina e di ordine dei prigionieri italiani, la quale si manifesta in
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molteplici rifiuti di obbedienza, in furti di viveri, in danneggiamenti alle cose di proprietà militare, in lordare baracche ecc., si deve senza dubbio, in molti casi ricorrere a condanne agli arresti. Non vi sono stati mai, però, bivacchi di notte.
I casi di morte hanno senza eccezione come causa dissenterie e polmoniti gravi e sono, a giudizio dei medici, la conseguenza degli strapazzi sopportati al fronte e delle inusitate condizioni del clima."
In una posteriore relazione in data di oggi, lo stesso Signor Ministro della Guerra mi assicura che lo stato dei prigionieri italiani in Baviera è generalmente migliorato e migliorerà ancora grazie alle cura di cui saranno oggetto, ma tuttavia sarebbe da desiderarsi che la Croce Rossa italiana al più presto mandasse ai vari campi in grande quantità i viveri, ai quali i prigionieri stessi nel loro paese erano accostumati.1
Nel riferire quanto sopra a Vostra Eminenza Reverendissima per quelle opportune pratiche che stimas-
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se dal caso, ho l'onore altresì di prevenirLa che, appena sarà possibile, mi recherò personalmente al suddetto campo di Puchheim, affine di portare ai prigionieri italiani, ivi internati, dei pacchetti di viveri e la benedizione del Santo Padre. Intanto, chinato al bacio della Sacra Porpora, con sensi di profondissima venerazione mi pregio confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1"lo stato die prigionieri…loro paese erano accostumati" hds. am linken Rand markiert, vermutlich vom Empfänger, und vermerkt: "[ein Wort unlesbar]".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 13. Januar 1918, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 2163, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/2163. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 17.06.2011, letzte Änderung am 26.06.2019.