Betreff
Sulla collaborazione dei cattolici coi socialisti in Germania – Crisi
governativa – Trattative per il Concordato col Reich
Mi è regolarmente pervenuto il venerato Dispaccio N.
confidenziale N. 34408 del 12 Settembre p. p., col quale l'E. V. R.
mi chiedeva informazioni sull'asserita collaborazione dei cattolici coi socialisti in
Germania.
Ess<Av>endo int nel frattempo il Cancelliere
del Reich, Sig. Marx, iniziato, come è noto, trattative sia coi socialisti
coi partiti tedesco-nazionale e socialista per una estensione delle base dell'attuale
Ministero, mi è parso indispensabile di attendere lo svolgimento e l'esito delle
medesime, per affine di poter rispondere adeguatamente al proposto
quesito.
Innanzi tutto può affermarsi che detta collaborazione non ha avuto mai luogosi è <finora> mai avuta né nella fase preparatoria alle elezioni
né nel durante il periodo elettorale. Il partito del Centro,
il quale raccoglie il maggior numero dei cattolici in Germania,Per non parlare dei cattolici aderenti al partito tedesco-nazionale, i
quali sono strettamente conservatori e quindi irriducibilmente avversi al socialismo, lo
stesso partito del Centro ha sempre per sé combattuto la dottrinale teorie socialistae, e sostenuto
sostenendola inconciliabilità della dottrina cattolica colla
medesima.
Mai nella lotta elettorale esso non si è unito e quindi in nessun caso essosi
è nella lotta elettorale unito ai
ai socialisti. alla socialdemocrazia. Ciò appariscesi manifestò soprattutto nelle prime elezioni
17v
dopo la rivoluzione del Novembre 1918, durante le quali la
parte cattolica della popolazione in Germania, mostrò, a differenza della
protestante, dimostrò la
ilpiù ammirevole spirito di resistenza e
di combattività contro il
socialismo,l'allora straripante socialismo, riuscendo cosìin tal modo ad impedire che questo ottenesse la maggioranza assoluta nell'Assemblea Nazionale e si costituisse in tal guisacosì un Governo puramente socialista.di sinistra. Le statistiche dei risultati di quelle elezioni provano
che l nei collegi elettorali cattolici od a maggioranza cattolica i socialisti riportaronoriportarono un numero assai esiguoinferiore di voti in confronto al che in quelli protestanti
od a maggioranza protestante. Nelle posteriori elezioni degli anni 1920 e 1924 i soc
il partito socialista subì perdite anche in questi ultimi,queste ultime regioni; <regioni;> ma rimane pur sempre
vero che le popolazioni cattoliche nel loro complesso hanno reagito
con molto maggiore energia ed [animo] efficacia contro la infiltrazione delle
dottrine socialiste che non le protestanti. Né ciò
18r
può arrecare meraviglia, se si consideri che, mentre la
forza di resistenza dei cattolici contro l'infezionele teorie socialistae si fonda sulla convinzione della inconciliabilità delle medesime coi principi
della loro fede, i protestanti invece si lasciano almeno prevalentemente guidare piuttosto
da punti di vista politici, quali sono, ad es., il rinvigorimento del sentimento monarchico, la tendenza
verso il ristabilimento dell'antica Prussia colla sua modinastia protestante,
ecc.
Se peròtuttavia i cattolici hanno evitato qualsiasi collaborazione dei
go
coi coi socialisti nel periodo elettorale, è però vero, d'altra parte, che essiil Centro dopo la rivoluzione hannoha più volte fatto parte di Ministeri, nei quali erano rappresentati altresì membri di quel partito. – La questione
della partecipazione del Centro al Governo [risale]
si presentò per la prima volta, allorché si aprì nel Febbraio
1919 l'Assemblea Nazionale costituente, come mi feci allora un
dovere di riferire allora all'E. V. particolarmente nei
rispettosi Rapporti N. 12140, 12210 18v
e 12315. Le
elezioni, come si è già sopra accennato, avevano avuto per risultato un notevolissimo
aumento dei deputati socialisti, sebbene, grazie alla resistenza dei cattolici, essi non
avessero raggiunto la maggioranza.assoluta. Dei 241421 deputati 163 appartenevano ai socialisti maggioritari,
90 al Centro, 74 ai democratici, 43 ai tedesco-nazionali, 22 al partito
popolare tedesco e 22 al partito dei socialisti indipendenti o minoritari;
7 deputati non appartenevano a frazione alcuna. Le due frazioni socialiste
contav contavano così insieme 185 seggi. La frazione del Centro ebbe quindi
subito a discutere il difficile problema della partecipazione o meno
al Governo coi socialisti maggioritari. Un numero non esiguo di membri della frazione
medesima sollevò difficoltàobbiezioni
di varia natura. Si fece invero osservare che soltanto la socialdemocrazia era colpevole
delle calamità, nelle quali si dibatteva la Germania; che il popolo ingannato sarebbe
tornato alla ragione invano il Centro tenterebbe di influire beneficamente
19r
sul corso degli avvenimenti, poiché questi
precipitavanopitavano irrimediabilmente per la loro
china e potrebbe quindi
e che verso lo sfacelo finanziario ed economico, e quindi al Centro verrebbe
attribuita la sua parte di responsabilità e di colpa per aver esso partecipato alla responsabilità del Governo; e che infine molti aderenti al
partito non avrebbero compreso ed approvato un [aus] appoggio dato al
socialismo.
Alle sufferite difficoltà si rispose dagli altri, e specialmente dai veterani del partito (Spahn, Trimborn, Gröber,
Burlage, Hitze, Marx, ecc.), che, in vista delladi fronte alla immane sciagura, in cui era precipitato lo Stato ed
il popolo tedesco, qualsiasi interesse di partito doveva essere posposto al bene della
patria. A questo scopo dovevano convergere tutte le energie ed ognuno doveva fare quanto era
in suo potere per risparmiare al Paese maggiori rovine. Ora non vi era dubbio che sarebbe di
grandissimo vantaggio per il ristabilimento dell'ordine e della sicurezza dello Stato, se il
Centro avesse partecipato al Governo. In 19v
tal caso infatti il
Governo medesimo, essendo composto dei socialisti maggioritari, del Centro e dei
democratici, avrebbe disposto di una maggioranza schiacciante (327 voti su 421)
nell'Assemblea Nazionale, e ciò avrebbe rinforzato validamente la sua posizione interna. Ma
anche le Potenze estere sarebbero state meglio disposte ad entrare in negoziati di pace con
un Gabinetto, che si basasse incontestabilmente sulla stragrandegrande maggioranza del popolo germanico. Infine si notò che nelle
questioni religiose sarebbe nelle questioni, allora così acute, riguardanti i
rapporti dello Stato e della scuola colla Chiesa il Centro eserci avrebbe potuto
esercitare una ben più efficace influenza, partecipando al Governo, anziché rimanendo
nella o restandoneone fuori
del medesimo e costringendo così i socialisti ad
appoggiarsi esclusivamente sul partito democratico., anche esso a tendenze antireligiose. In questo
tal <questo> caso, infatti,invero, socialisti e democratici, insieme uniti, avrebbero senza
ritegno
20r
freno alcuno perseguito i loro scopi comuni e ne
sarebberocivi sarebbe stato quindi da temere fortemente
che ne sarebbero venu derivate conseguenze irrimediabili per la Chiesa cattolica in
Germania.
Questa seconda tendenza finì col prevalere in seno alla frazione, ed in
seguito a ciò nel Gabinetto presieduto dal Cancelliere Scheidemann, socialista, entrarono a
far parte tre Ministri del Centro (Erzberger, Giesberts e Bell).
Occorre riconoscere che
una simile partecipazione al Governo distolse allora il
gravissimo pericolo della formazione di una maggioranza socialista e democratica, la quale,
come si è detto, avrebbe an svolto un programma
nettamente ostile alla Chiesa.religione. Solo in quella guisa fu possibile di ottenere che la
nuova Costituzione repubblicana del Reich
, malgrado
non riuscisse troppo sfavorevole alla Chiesa, la quale anzi sotto molti aspetti ottenneacquistò una maggiore libertà ed
20v
indipendenza ben maggiore che non
sotto l'antico regime monarchico.
Il Gabinetto Scheidemann cadde il 20 Giugno 1919
nei critici ed angosciosi giorni, i quali precedettero la firma del
trattato di pace di Versailles. Di fronte all'atteggiamento intransigente dei democratici il
Centro credette di dover acconsentire a formare una coalizione coi soli socialisti nel
Ministero presieduto dal Cancelliere Bauer. Il capo della frazione Sig. Gröber spiegò così nella seduta del 21 di quello stesso mese <così> spiegò tale attitudine nei seguenti
termini:<del partito:> dicendo: "Che cosa sarà del popolo tedesco,
se noi ci rifiutiamoritiriamo e
l'Assemblea Nazionale non riesce più a formare un Governo? Noi abbiamo il dovere morale, la
responsabilità dinanzi a Dio ed al popolo tedesco, lae cui sortei ci
èsono affidatae, di sostenere questo popolo nei giorni della più profonda umiliazione e di salvare
ciò che è ancora si può.possibile. Perciò, se altri vengono meno, noi dobbiamo cercar di
formare un governo coi soli socialisti." 21r
Lo stesso punto di vistaatteggiamento fu mantenuto dal Centro, allorché feceentrò di nuovo a far parte del Gabinetto
formato il 29 Marzo 1920 dal Cancelliere socialista Müller. Il capo della
frazione, Sig. Trimborn, spiegòsi espresse al riguardo espose il punto di
vista del partito nel primo Congresso nazionale del partito medesimo nei seguenti
termini:nella prima Assemblea del partito come
appresso:
"La nostra entrata e la nostra permanenza nella coalizione non significa alcuna
alleanza di idee colla socialdemocrazia; si tratta, né più e
né meno, cheche di una collaborazione provvisoria pratica per salvare
l'esistenza stessa della patria. Noi siamo, ora come prima, pienamente coscienti del
profondo abisso, che separa il Centro dal socialismo. Il Centro si
basaNoi ci basiamo sulla concezione cristiana del mondo, il socialismo
sulla dottrina storica materialistica. Il socialismo proclama la
lotta di classe, noi la conciliazione degli interessi tra tutte le classi e professioni… Nel
campo della scuola, 21v
così importante per il bene temporale ed
eterno degli individui, come per l'avvenire del popolo e della patria, la socialdemocrazia
vuole la scuola obbligatoria di Stato areligiosa senza religione. Noi proclamiamo il
diritto dei genitori e degli altri aventi diritto
all'educazione dei fanciulli".
E pParimenti così si espresse nella stessa occasione il deputato Herold:
"Molti
sono malcontenti che il Centro haabbia formato il Governo colla socialdemocrazia, ma ciò è stata una
necessità politica. Per il Centro rimarrà sempre un fatto di altissima importanza
nazionale il fatto che essoessodopo un'aspra campagna elettorale contro il
socialismo
partito socialista si è deciso a costituire il Ministero insieme con esso".questo".
E l'Tali dichiarazioni vennero confermate dall'attuale Cancelliere del
Reich, Sig. Marxnell'Assembleanel Congresso del
partito del Centro 1922: "Ha forse il Centro 22r
(egli
esclamò) rinnegato il suo carattere di partito popolare cristiano, allorché subito dopo la
riunione dell'Assemblea Nazionale entrò nella coalizione con socialisti e democratici,
rimanendo poi in essa almeno di fatto sino ad oggi? Di che si
trattava in detta coalizione? Non di una alleanza, non di una fusione, non della unione
estintiva di un partito nell'altro; non di una comunanza di idee, ma semplicemente di una
comunanza di lavoro, acconsentita allo scopo affine di dare al nuovo Governo del nuovoReich germanico all'interno ed all'estero la forza ed il
vigore necessari per poter adempiere i suoi gravi compiti di fronte alla interna
ancora assai incertamalsicura situazione interna. Mai non è stato richiesto dal partito
del Centro un cambiamento qualsiasi delle sue opinioni, in modo particolare delle sue
convinzioni religiose. Qualora fosse stato fatto il più lieve tentativo in questo senso, il
Centro lo avrebbe con indignazione energicamente
respinto".22v
La coalizione dell'Assemblea Nazionale,
composta, come si è accennato, dei socialisti maggioritari, del Centro e dei democratici,
venne colle elezioni a perdere la sua maggioranza colle elezioni del Giugno 1920,
in seguito alle quali non disposenon disponendo più se non di 225 su 466 mandati, ed in seguito a ciò
cadde il Gabinetto Müller.dovette dimettersi. Il Centro sarebbe stato favorevole ad ad
una estensione dell'antica coalizione colla inclusione del partito popolare tedesco, ma questa soluzionequesto pianodella crisi naufragò a causa della insuperabile avversione dei
socialisti ad entrare ina far parte di un Governo, di cui facesse
partein cui entrasse pure il partito anzidetto. In tal guisa altro non
restò che di costituire un Ministero di minoranza, compostocui entrarono a far parte ilcui parteciparono il Centro col Cancelliere Fehrenbach, il partito
popolare tedesco ed i democratici (Cfr. Rapporto N. 17150 del 26 Giugno
1920).
Il Gabinetto Fehrenbach cadde il 5 Maggio del seguente anno 1921, allorché
si rifiutò di accettare l'Ultimatum
23r
di Londra. Il 10
dello stesso mese si formò dopo in mezzo ai piùa forti contrasti un nuovo Governo composto del Centro e dei
socialisti, il quale
(cui aderirono in seguito anche i democratici), e che
ebbe come programma la "politica di esecuzione" del Trat degli obblighi assunti dalla
Germania di fronte all'Intesa.(Cfr. Rapporto N. 20616 dell'11 Maggio 1921). Il
Capo di detto Minis Governo fu il Cancelliere Wirth, appartenente all'ala sinistra
del Centro, la quale,
e
e che,
che,
la qualepur professando i principi cattolici, si studiatende praticamente, nel campo soprattutto delle riforme sociali,
dia fare il maggior numero possibile di conf concessioni ai
socialisti. (Cfr. Rapporti NN. 20616 e 20933 rispettivamente dell'11 Maggio e del
18 Giugno 1921).
Nel secondo Gabinetto Wirth, il quale si formòcostituì dopo la decisione della questione dell'Alta Slesia ed in
seguito alla uscita dei democratici dal Gabinetto, Governo (sebbene vi rimanesse come
"Fach-
23v
minister" il Gessler) vi erano duequattro Ministri socialisti.(cfr. Rapporto N. 22353 del 16 Novembre 1921). Avvenne
tuttavia che nel corso
deldell'annoSettembre del 1922 i due partiti socialisti, maggioritario ed
indipendente, vennero ad unirsi,si unirono,accrescendo perci ciò stesso la loro forza e rendendo così al
Centro più difficile una collaborazione politica coi medesimi. Si pensò quindi nuovamente ad una estensione dellapiù grande ampia coalizione col colla inclusione del
partito popolare tedesco; ma, poiché il partito socialista vianche questa volta, sotto la influenza della sua ala sinistra, vi si
rifiutò, il Wirth diedesi vide costretto a dare le sue dimissioni il 14 Novembre
192 di quello stesso anno.
Succedette il Ministero Cuno, di cui non fece
parte alcun socialista, maed il quale era anzi appoggiato anche dai tedesco-nazionali, ma che
dovette dimettersiritirarsi dopo il crollo della
sua
politica della "resistenza passiva".nella Ruhr. Nell'aAgosto 1923 Stresemann, appartenentecapoadel partito popolare tedesco, costituìriuscì a costituire il Ministero della "grande
coali-24r
zione", nel quale entrarono, oltre il Centro, anche i
socialisti, che ebbero quattro portafogli. Tale Ministero però, formato di elementi così
eterogenei, non aveva alcuna stabile coesione intrinseca; onde i socialisti, sotto la pressione della sinistra radicale del partito, ben presto ne uscirono
(6 Ottobre 1923) e furono sostituiti da Ministri borghesi, finché il 23 Novembre
cadde l'intiero Gabinetto. Dopo vari inutili tentativi l'attuale Cancelliere Sig. Marx
creò un Governo di minoranza, composto dei partiti borghesi di mezzo (partito popolare
tedesco, Centro e democratici).
Così, dopo la rivoluzione, il Centro, mosso da motivi
senza dubbio gravi di politica interna ed estera, ha più volte fatto parte del Governo
insieme ai socialisti. Una simile collaborazione – ed in genere la orientazione politico-sociale del partito – piuttosto verso sinistra – ha
provocato sempre più vivo malcontento nei cattolici a tendenza
conservatrice,24v
molti dei quali, come è ben noto alla
S. Sede (cfr. Dispaccio N. 34510 del 20 Settembre scorso e Rapporto
N. 31358 del 3 corrente), sono passati ai tedesco-nazionali; essa è stata anzi, insieme alle rivendicazioni federaliste, la causa principale,una delle ragioni principali per cui il partito popolare
bavarese si staccò ed è rimasto sino ad oggi separato dal Centro. Al quale riguardo tuttavia
devesi deve per un giudizio obbiettivo tenersi presente che la situazione in
Baviera, paese prevalentemente agricolo, è ben diversa da quella della Prussia e del
Reich, ove, a causa delloasviluppo dell'grande industria e quindi delle grandi
masse lavoratrici, è ben più arduo di governare contro i socialisti, senza esporsi, massime
in periodi critici, al pericolo di gravi turbamenti sociali.
La questione della
collaborazione del Centro col partito socialista è stata dibattuta in modo speciale in questi giorni, allorché
presentemente, in questi giorni, vale a dire dopoché il
Cancelliere Marx propose al principio del corrente mese un
al-25r
largamento dell'attuale Gabinetto di minoranza,
rivolgendosi al tempo stesso ai socialisti ed ai tedesco-nazionali. Egli espresse
così il suo pensiero ad un redattore della Germania nei seguenti termini,
riprodotti nel N° 423 (1° Ottobre c. a.) di detto giornale:
"Io ho sempre
ritenuto come che l'allar
la questione
dell'l'allargamento dell'attuale coalizione governativa si imporrebbe, non appena
sarebbero
fosserovenissero iniziati gli urgenti provvedimenti per il
risanamento finanziario ed economico all'interno e si fosse raggiunta una soluzione
provvisoria della questione delle riparazioni. I problemi, che debbono ora essere risolti
all'interno per non compromettere nuovamente il risanamento economico, esigono assolutamente
la unione di tutte le forze nazionali, economiche e sociali. Ora è venuto il tempo di
effettuare tale unione, ed io per conseguenza mi studierò nei prossimi giorni di raccogliere
sul terreno di un pro-25v
gramma ben definito tutti i partiti
del popolo tedesco, i quali vogliano cooperare perad un migliore avvenire della Nazione.
Il Governo del
Reich, cui mi trovo a capo dalla fine dello scorso anno, è un GovernoMinistero di minoranza,
costretto ad appoggiarsi sugli altri su partiti al di fuori del Governo in tutte le
decisioni di politica interna ed estera, nelle quali erano è stata necessaria
l'approvazione del Reichstag. Questo appoggio è stato sempre dato al Governo, ed è
quindi naturale che io mi rivolga ora a quei partiti, grazie al coll'aiuto dei quali
il Governo medesimo ha potuto attuare il suo programma. Sono perciò
risoluto a mettermi in rapporto coi partiti così socialista come tedesco-nazionale, per
conoscere se sono pronti a collaborare alla soluzione degli importanti compiti, che dovranno
essere assolti nei mesi prossimi, entrando a far parte del Governo
in unione coi partiti dell'attuale coalizione. In ciò mi guida
26r
il pensiero di una comunanza popolare
o
solidarietà nazionale (Volksgemeinschaft), abbracciante tutte le
forze e tutte le classi del popolo tedesco, le quali hanno dimostrato col fatto di voler
lavorare alla salvezza della Nazione ed alla ricostruzione della patria sul terreno
dell'attuale ordine statale e sociale ora esistente.
Non si può negare che
non sarebbe stato possibile in questi ultimi anni di salvare la Germania dal caos economico
e sociale e di assicurare la politica del Governo relativamente al rapporto dei periti ed
agli accordi di Londra senza l'appoggio decisivo della frazione socialista. Considero perciò
come mio dovere di rivolgermi al partito socialista per invitarlo a partecipare al Governo.
D'altra parte, l'interesse patrio esige egualmente che le forti energie nazionali ed
economiche, rappresentate dal partito tedesco-nazionale possano essere guadagnate
ad una positiva collaborazione nel Governo. Esso èI tedesco-nazionali sono statoi fi-26v
nora un partito di opposizione
di fronte a tutti i Ministeri,Governi, che hanno governatoretto la cosa pubblica in Germania dopo Weimar. Con tanto maggior
soddisfazione saluto quindi la decisione presa da circoli competenti di questo partito di
non tenersi più in disparte, ma di percorrere insieme a noi la via, che sola, a mio avviso,
può salvare la Germania. Comprendo che forti ostacoli e tenaci resistenze dovranno essere
vinti per poter far trionfare questal'idea della comunanza popolare. Un'altra specie di vera comunanza
popolare è però per me inconcepibile, ed io confido che in vista delle impellenti necessità
dell'ora presente sarà dovrà essere possibile di unire tutte le forze del paese per
far la Germania di nuovo grande e libera".
Lae
dis appassionatae
discussionei, che
la qualesi èiniziata
si
risollevatasisuscitatesi dopo questa dichiarazione del
Cancelliere e durante le discussioni,trattative, che sono ad essa seguite,seguirono, hanno
mostrato
27r
messo ancor più al vivo le due opposte correnti, che
dividono i cattolici, anche in seno al partito stesso del Centro. Nella evidente impossibilità,difficoltà, infatti, di attuare praticamente il pensiero, proposto
dal Cancelliere, della "comunanza popolare" abbracciante tutti i partiti dai
tedesco-nazionali ai socialisti, alcuni (von Guérard, Lammers,
Stegerwald)membri del Centro hanno sostenutonnero la tesi della
essersi essere ormai giunto il momento della
formazione di un "blocco borghese",(includente i tedesco-nazionali,) contro la socialdemocrazia; questa tesi è stata seguita da anche dal partito pol popolare bavarese e fued era anzi già
già pronu <già> stata apertamente affermataenunciata dal Ministro Presidente di Baviera Dr. Held innelnel discorso da lui tenuto ad a
Tunten Tuntenhausen il 21 Settembre scorso: "Noi in Baviera (egli disse)
abbiamo la convinzione che la politica tedesca non può essere che borghese ed orientata
verso destra. Il Deve formarsi il blocco borghese. Io asserisco ciò con piena
coscienza dell'opposizione, in cui mi trovo al riguardo, per esempio, col deputato al
Reichstag Dr.27v
Wirth. In ogni caso la propensione
verso i socialisti non sarà di vantaggio per il popolo tedesco. La vera politica borghese di
destra può imperare soltanto se anche i tedesco-nazionali partecipano al governo". E parimenti nel Congresso dello stesso partito popolare bavarese, tenutosi
il 12 corrente, <in Würzburg,> dopo una relazione del Presidente della
frazione al Reichstag, Can. Leicht, a favore del blocco borghese e contro le
tendenze verso il socialismo, l'Assemblea adottò una analoga risoluzione chiedente
l'entrata dei tedesco-nazionali nella coalizione nel Governo ed affermante la
impossibilità, nelle attuali circostanze, di una collaborazione col
Centro.
Altri membri del Centro sisonodichiararono invece nemici dichiarati[essere] aspri nemici dell'entrata dei tedesco-nazionali nel
Ministero, e tendono
evanoinvecetendendo piuttosto a ricostituire l'antica cosiddetta "piccola
coalizione" (Centro-democratici-socialisti), affine di poter fare su questa base una
politica nettamente repubblicana. Un giornale (sebbene non dei
principali) del Centro,
in Baviera,anzi, il "Neues Reich" (4 Ottobre corrente) giunse
ansino a minacciareanzi sino a preannunziare una rottura del partito nel caso: "Se l'ala destra del Centro (esso scrisse) coopera
alalla formazione del blocco borghese, si avrà nel una
scissura, che potrebbe essere insanabile: vi sono persone, le quali pensano che dovrà
giungersi una buona volta a questo punto e formarsi in tutta la
Germania un partito sociale democratico repubblicano con inclusione dei democratici e dei
socialisti". Il più spiccato esponente 28r
di questa tendenza di
sinistra è l'ex-Cancelliere Dr. Wirth, il quale il 28 dello così avanzatotenace ed avanzato nelle sue afferma convinzioni so
democratico-repubblicane, per il trionfo delle quali cred
cerca volentieri l'appoggio dei socialisti, che il 28 dello scorso mese di Settembre prese
parte in Mannheim alla solenne inaugurazione
del m monumento del al leader capo della socialdemocrazia Ludovico
Frank, caduto in guerra, pronunziandovi un discorso, il quale, per essere stato il Frank un
fiero avversario della Chiesa e della idea cristiana, produsse
in vasti circolindel Centro stesso dolorosa sorpresa.
Aderiscono al Wirth particolar completamente alle idee radicali del Wirth in modo
particolare il deputato Joos di München-Gladbach [sic] (testé, de come mi è stato
riferito, decorato dalla S. Sede), la deputatessa Signorina Cristina Teusch (come si
dice, innamorata del Wirth), il deputato Ditz [sic] (il quale, amico dell'Erzberger, lo
accompagnava il giorno dell'del di lui
assassinio) di questo), il
deputato ed ex-Ministro Giesberts, ecc.il Sac. Ulitzka, deputato dell'Alta Slesia,
ecc.
28v
Le numerose sedute della
frazione del Centro, in cui venne dibattuta la questione
dell'allargamento della coalizione, sono
èstate discusse
dibattuta,sono riusciteriuscirono estremamente agitate; il Wirth è giunto sinoha minacciato,minacciò, qualora si effettuasse l'estensione verso destra coi
tedesco-nazionali, di [provocare] consumare
<insieme ai> coisuoi seguaci la scissione del partito. Centro,
creando un nuovo partito.sociale. Sebbene poi la assoluta maggioranza dei membri della
frazione fosse apertamente per la anzidetta estensione, particolarmente a causa del
rischio che perché lo scioglimento del Reichstag, che sarebbe riuscito altrimenti seguito,inevitabile, e le nuove elezioni, che ne sarebbero seguite,
costituirebbero nelle presenti circostanze una pericolosa incognita,
il Cancelliere Marx erasi dichiarò egli pure ad essa nettamente contrario; egli riteneva
infatti che l'entrata dei tedesco-nazionali nel Ministero avrebbe sollevato all'estero le
più gravi diffidenze, – che i i medesimi avrebberovorrebberoavrebbero voluto mutare (come dimostravano le
affermazioni della loro stampa) l'indirizzo odierno
del
Gabinettodel Governo del Reich tendente
ad una politica di conciliazione verso l'Intesa, – che
il29r
Centro sarebbe ridotto in un
simile Gabinetto, addal quale i democratici sarebbero usciti, rimarrebbe come l'ala
l'ala <l'estrema ala> sinistra e sarebbe così ridotto allo stato di una
minoranza al servigio dei nazionalisti,prevalenti partiti nazionalisti, compromettendo così la sua situazione indipendente, – che il Gabinetto stesso,
qualoraperduto l'appoggio dei democratici,ne fossero usciti,avrebbe avutonon avrebbe [cred] avuto nel Reichstagse non una debolissima maggioranza di soli dieci o
al piùquindicinove voti e
ri
ed avrebbecondotto
e condurrebbe <e condurrebbero> quindi una vita stentata,
sempre esposto agli attacchi,dell'opposizione,degli avversari, – che infine i socialisti, i quali avevano tenuto
sinora una condotta moderata e conciliante, avrebbero mosso al nuovo Governo la più fiera
opposizione. Malgrado ciò, il Sig. Marx, mosso dalle premure dell'ala destra del Centro,
consentì ad un tentativo per includere i tedesco-nazionali, a condizione però che almeno il
Ministro della Reichswehr Sig. Gessler consentisse
d'accordo
intesa
col par (democratico) consentisse, d'intesa col suo partito, a rimanere nel
Ministero; ma, poiché questo ha rifiutato la suail partito democratico rifiutò qualsiasi collaborazione alad un siffatto blocco di destra e, d'altra parte, i
tedesco-nazionali hannoavevano avanzato pretese esorbitanti, esigendo quattro
por-29v
tafogli, e ppresentandocome candidati due
pre
fra i
fra i quali almeno due
avrebbero
dovrebbero
cofra i quali almeno due avrebbero dovuto essere conferiti a deputati,
i qualiche avevano votato contro le leggi per l'attuazio esecuzione
del piano Dawes, il Cancelliere ha finito col proporregiudicato fallito qualsiasi qualunque tentativo di soluzione della
crisi ed ha proposto la sera del 20 corrente al Presidente del Reich
lo scioglimento del Reichstag e le nuove elezioni. fissate per ilIl relativo decreto presidenziale è stato immediatamente emanato la sera
stessa.
30r
La mattina del 17 corrente alle
ore 11 antimeridiane fui ricevuto dal Signor Cancelliere, il quale mi espose le
seg considerazioni già soprasuaccennate, che lo avevano guidato la sua attitudinecondotta nella crisi attuale. Trattandosi di questione di
politica interna interna di partiti, mi parve opportuno di osservare un certoun'attitudine di riserbo; non mancandonon mancai tuttavia di far delicatamente rilevare al Sig. Marx il
rischiodanno che nuove elezioni potevano
rappresentare in un momento, in cui i cattolici trovansi pur troppo così profondamente
divisi; gli, anche in vista delle prossime elezioni, poteva
derivare ai cattolici dalle divisioni interne dalle loro così profonde
<attuali> divisioni interne, rese anche più profonde dagli eccessi, cui si
abbandonano <da qualche deviamento di> alcuni rappresentanti dell'ala
sinistra del Centro; gli ricordai anche checome, verso la fine dello scorso mese di g
Giugno
Luglio, avendo avuto occasione di parlare con lui della
questioneinterrogarlo sulla sulla possibilità della conclusione di un
Concordato col Reich, egli stesso aveva
miriconosciuto
detto <affermato> che un allargamento del Gabinetto verso
destra ne avrebbe, sotto vari punti di vista, e
soprattutto nella questione scolastica, reso più facileprobabile la riuscita. Questo fu anzidel Concordato col Reich fu del resto l'argomento, su cui
intratten-30v
ni più specialmente il Sig. Cancelliere. Gli
spiegai invece come il Concordato bavarese, già firmato,
attendeva la ratifical'approvazione del Landtag, la quale non potrà aver luogo, se
non dopoché il Sig. Ministro del Culto avrà terminato i negoziati pendenti coi protestanti;
questi infatti, per votare a favore del Concordato medesimostesso (ed il loro appoggio è necessario onde raggiungere la
maggioranza) esigono che sia contemporaneamente regolata altresì la loro situazione. D'altra
parte, il Württemberg ha già ordinato con speciale legge unilaterale del 3 Marzo c. a. (su cui compii già il doverenon omisi a suo tempo di riferire all'E. V.) i rapporti fra lo
Stato e le varie confessionisocietà religiose; la Sassonia sta p attualmente preparando
un simile progetto di legge; nell'Hessen parimenti vari partiti urgono per una sistemazione
di questa importante materia (alcuni31r
perper mezzo di un Concordato, altri, come i socialisti, nel senso
della separazione fra Chiesa e Stato) dello Stato dalla Chiesa); in Prussia lo stesso
Episcopato, e particolarmente l'Emo Sig. Cardinale Bertram, insiste,
ed a ragione, perché sia quanto prima ristabilitaristabilita una chiara situazione di diritto, massime per ciò che
concerne la provvista degli offici ecclesiastici, non essendo l'attuale stato transitorio
più a lungo tollerabile; cheed anzi lo stesso Ministero dell'Interno del Reich ha inviato
sin dalla fine dello del passato Luglio ai Governi degli Stati particolari per essere
discusso nel Reichsrat un disegno di legge relativo allo svincolo delle prestazioni
finanziarie dello Stato alle società religiose. In vista di tutto ciò, rappresentai al
Signor Cancelliere la impossibilità di rimandare ormai più oltre le trattative per il
Concordato anzidetto e la necessità che il Governo del Reich prenda una
decisio-31v
ne al riguardo, giacché una volta che gli
ognuno tutti od almeno la maggior parte degli Stati
particolari avranno, ognuno per suo conto, regolato per
da regolato la loro, in via concordataria o legislativa, tale
materia, verrà meno ogni fondamento per addivenire alla conclusione del Concordato in
questione. Il Sig. Cancelliere mi rispose che, [essendo]
spettando essendo,al Reich, a norma della
secondo <a norma del>la Costituzione germanica, il diritto di fissaredi competenza del Reich il determinare i principi relativi ai
diritti ed ai doveri delle società religiose, essoquesto ha interesse di impedire che i singoli Stati procedano per
conto loro, e mi promise quindi che avrebbe preso in mano la questione, sottoponendola senza indugio al Gabinetto.prima delle prossime sedute. Rammentai allora al Sig. Marx che
già sin dal Novembre 1921 avevo presentato al Dr. Wirth, allora Cancelliere e Ministro degli
Esteri del Reich, uno schema contenente i desideri della S. Sede in proposito. [ein Wort unlesbar] il e
previamente discusso adin una riunione confidenziale, cui anche l'attuale Cancelliere aveva
preso parte; detto schema ed il32r
testo già fissato del
Concordato bavarese potrebbero servire di base per le trattative, nelle quali sarebbe
altresì necessario di esaminare e di definire i limiti della competenza fra il Reich
e gli altri Stati particolari della Germania. Il Sig. Marx convenne pienamente in tali
concetti.
La questione del Concordato col Reich fu difatti proposta dal Sig.
Cancelliere all'intiero Gabinetto nella seduta del giorno seguente Sabato 18 corrente.
Tutti i Ministri si dichiararono favorevoli a che, prescindendo da qualsiasi considerazione
di crisi governativa, i lavori interni preparatori fossero immediatamente cominciati ed alacrementeattivamente proseguiti. Ciò mi venne confermato in occasione di un
déjeuner dato in mio onore Lunedì il
20 corrente dal Sig. Presidente del
Reichdella Repubblica tedesca Sig. Ebert, ed al
quale presero il parte il Cancelliere, e quasi tutti i
Ministri e vari Segretari di Stato del Reich, il Ministro
Presidente ed il Ministro del Culto della Prussia, l'Ambasciatore di Germania a Mosca Sig.
Conte Brockdorff-Rantzau,32v
il Ministro di Germania a Berna Dr.
Müller e il Revmo Mons. Ludovico Kaas, deputato al Reichstag.
Chinato
17r,
hds. oberhalb der Betreffzeile von unbekannter Hand notiert, vermutlich von einem
Nuntiaturangestellten: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 22. Oktober 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 1298, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/1298. Letzter Zugriff am: 27.12.2024.
Online seit 20.12.2011, letzte Änderung am 18.09.2015.