Dokument-Nr. 10432
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 27. Juni 1923
Regest
Pacelli leitet die Frage des Präsidenten der Generalversammlung der deutschen Katholiken Löwenstein nach der Behandlung der Römischen Fragen auf dem bevorstehenden Katholikentag in Köln weiter. Löwenstein beschuldigt die französische Regierung, Druck auf die deutsche auszuüben, damit diese den Katholikentag untersagt, doch Löwenstein geht nicht davon aus, dass diese nachgeben werde, und auch das Generalkomitee möchte den Katholikentag durchführen. Lediglich ein Verbot durch die Interalliierte Rheinlandkommission könnte die Versammlung in den Augen Löwensteins verhindern, was selbstverständlich in Deutschland große Empörung hervorrufen würde. Pacelli bittet um entsprechende Instruktionen für eine Antwort.Betreff
Il prossimo Congresso generale dei cattolici della Germania e la questione romana
Il Sig. Principe Luigi zu Löwenstein mi ha anche quest'anno richiesto con foglio in data del 25 corrente, se nel Congresso generale dei cattolici della Germania, che si terrà prossimamente in Colonia, "la questione romana dovrà essere trattata nello stesso modo come lo scorso anno (1), ovvero se debba tenersi conto di speciali circostanze". Egli spera che il Consigliere intimo Dr. Porsch accetterà anche questa volta di svolgere quell'argomento.
Il Sig. Principe aggiunge nella lettera succitata quanto segue: "Ho preso testé parte in Colonia alle riunioni del Comitato locale e delle Sottocommissioni. I preparativi sono bene avviati e speriamo che il prossimo Congresso generale in detta città riuscirà degno dei precedenti, sebbene probabilmente il concorso dal territorio non occupato non sarà grande. Difficoltà interne possono essere
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agevolmente
superate. Invece il Governo francese cerca ora già per la seconda
volta di esercitare per la via di Londra una pressione sul Governo del Reich
, affinché questo impedisca il Congresso. Credo tuttavia certo che il Governo del
Reich non cederà a tale pretesa, e noi siamo fermamente risoluti a tenere il
Congresso in discorso dal 26 al 28 Agosto. La sola cosa, che potrebbe render nulla
questa decisione, sarebbe uno stretto divieto della Commissione
(interalleata) della Renania. Esso verrebbe probabilmente deliberato contro il
voto del solo rappresentante dell'Inghilterra, ma dovrebbe poi
egualmente essere eseguito dal Comando inglese in Colonia. Poiché non sembra escluso che il
Governo francese tenti di appoggiarsi su qualche apparente consenso della S. Sede, ho
creduto necessario di portare quanto sopra a cognizione di V. E. Non ho bisogno di
rilevare che un simile divieto dell'anzidetta Commissione sarebbe considerato dai cattolici
della Germania come uno schiaffo, le cui ripercussioni potrebbero forse soltanto giovare
alla causa tedesca, ma che renderebbe pur troppo ancor più profondo il funesto dissidio tra
la Germania e la Francia".Nel pregare pertanto l'Eminenza Vostra a volersi
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degnare di significarmi quale risposta debba dare al summenzionato Sig. Principe, m'inchino umilmente al
bacio della sacra Porpora e con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di
confermarmiDi Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
(1)↑Cfr. Dispaccio N. 6340 in data
del 29 Luglio 1922 e
Osservatore Romano
N. 207 del 3 Settembre 1922.