Dokument-Nr. 10798
Pacelli, Eugenio an [Pizzardo, Giuseppe]
München, 20. Dezember 1923

Regest
Pacelli sendet seine Weihnachtswünsche an Pizzardo und berichtet, dass der Apostolische Sondergesandte im Rheinland und im Saargebiet Testa die für ihn in der Nuntiatur eingegangenen Finanzmittel persönlich in München abholen wird. Mit Blick auf das Bayernkonkordat äußert sich Pacelli vertraulich, kritisiert das römische Nachgeben hinsichtlich der Ordenshochschulen und das fehlende Vertrauen in ihn als Nuntius. Ferner macht er einige Anmerkungen zur von Pizzardo erbetenen Ausgabenaufstellung für 20.000 Lira, die dieser Pacelli zugesandt hatte, und erläutert erneut, wie teuer die Lebenshaltungskosten in Deutschland und wie unzureichend seine finanziellen Mittel sind. Auch für die vom Heiligen Stuhl gewünschten Feierlichkeiten zum Krönungsjubiläum des Papstes ist er auf finanzielle Unterstützung angewiesen. Zum Schluss weist der Nuntius noch auf zwei seiner Anfragen hin, die bisher ohne Antwort geblieben sind, und drückt sein Bedauern darüber aus, dass Luigi Maglione nicht zum Erzbischof von Neapel ernannt wurde.
[Kein Betreff]
Carissimo Monsignore
Innanzi tutto gradisca i miei più vivi, sinceri, affettuosi auguri, in occasione delle SS. Feste Natalizie e del nuovo Anno. Prego il Signore soprattutto affinché La mantenga in buona salute; è questa per me la più grande, ed anzi la sola preoccupazione, quando penso a Lei; tutto il resto non può andare per Lei che ottimamente, tanto dal punto di vista spirituale che da quello temporale.
Ho avuto le somme per Mons.  Testa. Avevo già trovato una occasione sicura per Muenster, che, come Ella sa, è ben vicino ad Essen, e mi proponevo di servirmene per inviare il relativo pacco. Ma ora egli mi scrive che si propone di venire egli stesso a Monaco per ritirarla; rinunzio quindi alla occasione anzidetta.
Ho ricevuto proprio ora le istruzioni del Concordato. Non posso dirLe1 (parlo a Lei, ed a Lei solo2, sempre colla massima apertura e franchezza) che esse mi abbiano fatto precisamente piacere. Mi duole soprattutto che si sia rinunziato senz'altro al punto delle alte scuole di filosofia e di teologia per gli Ordini e le Congregazioni religiose, punto <, a mio avviso, assai importante per la Chiesa e>3 ove, se si teneva fermo, il Governo avrebbe certamente ceduto. Non so (o piuttosto lo sospetto) chi ha fatto credere che esse potranno avere col tempo il titolo di vescovili!! Ad ogni modo fa non del tutto piacere di constatare che la S. Sede crede piuttosto ad altri che al Nunzio.
In una Sua precedente lettera Ella mi diceva di inviarLe una Nota delle spese provvedute colle Lire 20.000 da Lei inviatemi.4 La invio qui acclusa, notando: 1º che il carbone e legna non sono che una parte; l'altra parte era stata già da tempo acquistata da me; non so però se, malgrado tutte le economie che faccio, basterà. 2º La pigione di Lire 840 per il <un>5 solo mese rappresenta uno speciale favore dell'amministrazione governativa per riguardo alla Nunziatura; credo tuttavia che sarà impossibile di evitare per il mese futuro un qualche aumento. 3º Nella Nota stessa non sono comprese le spese di ufficio, che
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calcolerò alla fine del mese e che ammontano già a circa Lire duemila. Come vede quindi, già mi trovo di nuovo in deficit. Alla fine del mese, poi, debbo recarmi di nuovo a Berlino e sarà quindi un'altra spesa. Da dove prendere il danaro?
L'assicuro, caro Monsignore, che il costo della vita è divenuto qui eccezionale, e ciò si unisce ad aumentare la tristezza e l'abbattimento, da cui sono oppresso per tante cause. I prezzi qui vengono tutti calcolati in marchi-oro e in questa unità essi sono per la maggior parte superiori a quel che erano i prezzi in marchi prima della guerra. Ora per fare un marco-oro si richiedono attualmente circa sei lire; il mio stipendio annuo di Lire 40.000 si riduce quindi a circa 7.000 marchi. Mi dica Lei come si può vivere convenientemente e decorosamente con tale somma! Un Signore, venuto dal Belgio, mi diceva proprio stamane che la vita è qui tre volte più cara che a Bruxelles. Il Console di Spagna mi diceva che, se il Governo non gli concede l'aumento richiesto, egli dovrà dimettersi e mi ha domandato di raccomandarlo all'Ambasciatore a Berlino, perché questo appoggi energicamente la sua istanza, giacché, mi ha detto, è per lui semplicemente questione di vita; eppure ha pesetas! Non Le nascondo che io mi servo dell'automobile soltanto in casi eccezionalissimi; altrimenti vado, in caso di bisogno, anche in tram; cosa, che (ricordo) mi fu proibita dall'Emo Superiore quando venni qui; ma come fare? – Mi è giunto il Dispaccio con cui si ordina di fare speciali festeggiamenti per l'Incoronazione del S. Padre. Io avevo fatto finora quello che avevo trovato essere qui la antica tradizione; ma sono naturalmente dispostissimo a fare di più secondo che lo permetteranno le difficili circostanze locali; ma saranno nuove spese, che io, caro Monsignore, Le dichiaro sin d'ora con tutta franchezza, calcolerò come spese d'ufficio, non potendo addossarmi pesi del tutto nuovi, mentre il mio stipendio è ridotto ai termini che Le ho sopra indicati. Qui del resto manca sinora persino il ritratto del Regnante Pontefice. Io, come Ella sa, ho potuto farlo eseguire per Berlino <senza alcuna spesa per la S. Sede>6; per Monaco ho scritto già ben due volte, tanto più che, come ho visto dai libri dei conti, tale spesa fu altre volte autorizzata dalla S. Sede; finora però non ho avuto alcuna risposta, ed anche qui Le confesso che io proprio non posso addossarmi
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una spesa non lieve, che non hanno sopportato gli altri Nunzi, allorché potevano andare tutti i giorni in carrozza.
Spero che Ella potrà farmi inviare da una persona qualsiasi del Vaticano le due semplici parole di risposta convenzionale, di cui La pregai nell'ultima mia a proposito dell'impiego del residuo delle Lire centomila per sussidi, da me distribuite secondo le istruzioni impartitemi.
Ho letto che è stato nominato il nuovo Arcivescovo di Napoli e me ne è vivamente rincresciuto per il caro Mons.  Maglione, che avrebbe potuto ricoprire assai degnamente quell'ufficio.
Per oggi La saluto con rinnovati vivissimi auguri e con sensi di inalterabile sincerissimo affetto.
Sempre Suo Affmo
+ Eugenio Pacelli
Fol. 28v, hds. am rechten Seitenrand neben Textpassage "L'assicuro, caro […] dimettersi e mi ha" von Pacelli notiert: "Tutti dicono che questi prezzi non potranno durare; ma intanto?"
1Hds. gestrichen von Pacelli.
2"ed […] solo" hds. unterstrichen, vermutlich vom Empfänger.
3Hds. eingefügt von Pacelli.
4Textpassage "In una […] inviatemi." hds. am rechten Seitenrand mit einem roten "+" markiert, vermutlich vom Empfänger.
5Hds. gestrichen und eingefügt von Pacelli.
6Hds. eingefügt von Pacelli.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an [Pizzardo, Giuseppe] vom 20. Dezember 1923, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 10798, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/10798. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 24.10.2013, letzte Änderung am 25.02.2019.