Betreff
Viaggio a Berlino – Situazione politica generale – Varie questioni speciali
Come ebbi già l'onore di annunziare col mio rispettoso Rapporto Nr. 20867 del 12 corrente, la sera di Martedì scorso 14, in conformità dell'autorizzazione impartitami dall'E. V. R., partii da Monaco per Berlino, ove mi sono rimasto sino a ieri Venerdì sera, affine di prendere contatto col nuovo Governo del Reich. In modo particolare ho avuto occasione di intrattenermi col Cancelliere Sig. Wirth e col Ministro degli Esteri Signor Rosen.
Il Sig. Cancelliere, nativo del Baden, cattolico convinto e praticante,
amico è (come si afferma) amico di Erzberger ed appartiene all'ala sinistra del Centro. Pur professando sinceramente i principi cattolici, egli è del numero di coloro, che praticamente nel campo soprattutto delle riforme sociali si studiano di andare il più possibile incontro ai socialisti. Il Wirth mira così ad attirare a sé i maggioritari e ad impedire che si uniscano in un blocco unico cogli indipendenti ed ai
e coi comunisti. Egli avrebbe ben volentieri affidato il portafoglio degli Esteri all'attuale
al Sig. von Bergen, Ambasciatore 20v
presso la S. Sede, od al Sig. von Rosenberger, Ministro di Germania a Vienna; ma né l'uno né l'altro sono disposti ad accettare. L'attuale Ministro degli Esteri, Sig. Rosen, la cui nomina è stata caldeggiata dal Presidente del Reich Sig. Ebert, rappresentava testé la Germania all'Aia. Nato a Gerusalemme, allorché suo padre era colà Console tedesco, egli conosce molte lingue orientali; è di religione protestante, ma [coniu] ha per moglie una ebrea; politicamente (come
secondo come egli stesso mi ha detto) non mi
è iscritto
appartiene ad alcun partito, ma è noto che, mentre prima della rivoluzione non disdegnava i favori dell'Imperatore, cui era persona grata, subito dopo l'avvento del nuovo regime si é avvicinato molto ai socialisti. Le informazioni, che ho potuto raccogliere da varie fonti, concordano nel dipingerlo come uomo di poco carattere, opportunista ed ambizioso; di maniere cortesi ed abile diplomatico di carriera, egli non sembra però meritare quella fiducia personale, che potevasi avere nel di lui predecessore Dr Simons, il quale, malgrado le sue deficienze politiche e diplomatiche, era uomo di provata e riconosciuta onestà. Il Ministro dell'Interno, Gradnauer, al cui Dicastero sono affidate 21r
anche le questioni concordatarie,
per il Reich, è ebreo e socialista, due qualità, invero, poco rassicuranti e che non raccomanderebbero molto la di lui persona; tuttavia il Signor Wirth mi ha assicurato che è uomo fino ed educato e che, a suo avviso, non creerà creerà eventualmente troppe difficoltà nelle questioni suddette.
Ebreo è anche il Ministro della ricostruzione Rathenau, noto per i colloqui da lui avuti nei giorni scorsi a Wiesbaden col Ministro francese Loucheur;
Loucheur; appartiene al partito democratico e dicesi sia uomo di valore e molto ricco. Nel Gabinetto è rimasto come Ministro del Lavoro il sacerdote Brauns. L'attuale Governo si propone, come ebbi già a riferire nel mio ossequioso Rapporto N. 20616 dell'11 Maggio scorso, di far sinceramente ogni sforzo per eseguire gli enormi impegni assunti dalla Germania coll'accettazione dell'ultimatum, sia per ciò che concerne i pagamenti, come in ciò che riguarda il disarmo; sinora ha pienamente mantenuto i suoi obblighi, superando difficoltà gravissime, massime per in il già iniziato disarmo delle guardie civiche bavaresi. Ma la posizione del Gabinetto
,(minata dai partiti di destra a cui le nuove imposte progettate ed a cui i nuovi progetti d'imposte suscitanoeranno potenti nemici fra i grandi finanzieri ed industriali) è debole e, come mi hanno ripetutamente affermato il Cancelliere ed il Ministro 21v
degli Esteri, se la spinosissima questione dell'Alta Slesia non avrà una soluzione soddisfacente, il Governo Ministero non potrà mantenersi. Secondo che, infatti, ho appreso riservatamente, – allorquando il Governo
la Germania si risolse a firmare l'ultimatum, l'Ambasciatore inglese Lord d'Abernon lasciò [almeno] chiaramente sperare che in tal caso l'Inghilterra avrebbe agito sulla Francia, affinché venissero subito tolte le sanzioni [fatte] l' dello scorso Marzo sul Reno e per l'Alta Slesia fosse presa una decisione secondo giustizia (il che s'intendeva nel senso di attribuire ai polacchi i soli distretti di Pless e di Rybnik). Fu così che il Governo allora in formazione riuscì a persuadere i capi di vari partiti a votare per l'accettazione. Se ora queste promesse non si attuassero, il Governo
Ministero si verrebbe ad a trovare in una situazione insostenibile e non gli rimarrebbe che ritirarsi, anche perché non crede che colla perdita dell'Alta Slesia gli riuscirebbero, a suo parere, impossibili gli imposti
sarebbero possibili più possibili i pagamenti fissati per le riparazioni. Il Signor Cancelliere mi ha parlato pure del movimento di unione dell'Austria alla Germania. Egli disapprova come inopportuni i recenti plebisciti; in principio, però
tuttavia, è favorevole a detta unione, sebbene riconosca che essa non sia per ora attuabile e che dal punto di vista economico rappresenterebbe per la Germania un 22r
grave
grave peso. Ritiene che l'Austria, come è stata costituita dal trattato di pace, non sia vitale e deplora che una popolazione eminentemente cattolica sia condannata a lenta ma certa rovina.
Oltre la situazione politica generale, nei miei colloqui
nelle mie conversazioni da me avuti
e col Sig. Cancelliere sono stati toccati i seguenti punti:
1º) Sulla questione del Concordato ho in sostanza ripetuto i concetti già accennati nel mio rispettoso precedente Rapporto N. 20493 del 2 Maggio scorso, massime per le
in ciò che concerne le sue eventuali ripercussioni che
essa
si avrebbero per l'
nei riguardi dell'amministrazione ecclesiastica del bacino della Sarre (argomento questo che, per buona sorte, non manca mai di produrre negli uomini di Stato g della Germania viva impressione, f e che occorre quindi mantenere intatto in tutta la sua forza).
2º) Prevenendo le istruzioni impartitemi dall'E. V. coll'ossequiato Dispaccio N. B=21845 del 15 corrente, giuntomi stamane, ho deplorato le indiscrezioni avvenute in questi ultimi tempi nella stampa, notando quanto esse danneggino la stessa Germania, cui tolgono la fiducia delle altre Potenze, disposte come
eventualmente disposte 22v
ad intervenire in suo favore. Il Sig. Wirth mi ha assicurato che avrà particolarissima cura, perché simili inconvenienti non si ripetano. Quanto alla nota Commissione d'inchiesta, la quale avrebbe dovuto ora continuare l'esame dei documenti concernenti l'azione della S. Sede per la pace nel
nell'estate del 1917, si è ottenuto, grazie soprattutto alle premure dell'ottimo deputato Revmo Mons. Kaas, che essa rimandasse l'
sine die lo studio di questo punto.
3º) Ho vivamente raccomandato, per espresso desiderio dell'Emo Sig. Cardinale Bertram,
(col quale mi sono incontrato in Berlino)
,
a) che il Governo del Reich intervenga esso pure nel gravissimo affare della espropriazione espropriazione dei beni della diocesi di Breslavia situati nella Czeco-Slovacchia, cui riferivasi il mio rispettoso cifrato N. 386 del 15 corrente, e che, come si espresse il sullodato Eminentissimo, avrebbe per la diocesi medesima conseguenze, d catastrofiche;
b) che sia prontamente risolta la questione della nuova organizzazione dell'assistenza religiosa dei militari in Germania, che
la quale formava altresì oggetto dell'ossequiato Dispaccio dell'E. V. N. B = 21445 del 31 Maggio scorso. Le proposte dell'Episcopato furono da me presentate al Governo germanico con Nota ufficiale diretta al Sig. Ministro degli Affari Esteri sin dal 16 Febbraio scorso, 23r
ma sinora non ho ricevuto alcuna risposta. L'Emo Bertram pensa, non senza fondamento, che il ritardo sia dovuto agli ostacoli frapposti presso il Reichswehrministerium dal Vicario generale dell'Ufficio Castrense
del
Ve
Vescovo
del Vescovo Castrense Sac. Dr Schwamborn, il quale aspira ad essere nominato a questa carica e che si vedrebbe ora col nuovo ordinamento sfuggire l'agognata mitra.
4º) Ho comunicato al Sig. Cancelliere confidenzialmente e per cortesia l'imminente ripristinamento della diocesi di Meissen in Sassonia, già deciso dalla S. Sede.
Finalmente ho avuto col Sig. Ministro del Culto prussiano Dr. Becker un colloquio circa il difficile argomento delle reciproche relazioni fra i futuri progettati Concordati per la Baviera, per il Reich e per la Prussia; ma su ciò mi riservo di riferire a suo
suo tempo opportuno all'E. V. con separato Rapporto.
Intanto, chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 18. Juni 1921, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 11390, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/11390. Letzter Zugriff am: 24.11.2024.
Online seit 14.05.2013, letzte Änderung am 10.03.2014.