Dokument-Nr. 1298
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[München], 22. Oktober 1924
Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelliBetreff
Sulla collaborazione dei cattolici coi socialisti in Germania – Crisi
governativa – Trattative per il Concordato col Reich
Innanzi tutto può affermarsi che detta collaborazione non ha avuto mai luogo né nella fase preparatoria alle elezioni né
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dopo la rivoluzione del Novembre 1918, durante le quali la
parte cattolica della popolazione in Germania, 18r
può arrecare meraviglia, se si consideri che, mentre la
forza di resistenza dei cattolici contro l'infezione socialista si fonda sulla convinzione della inconciliabilità delle medesime coi principi
della loro fede, i protestanti invece si lasciano almeno prevalentemente guidare piuttosto
da punti di vista politici, ad es., rinvigorimento del sentimento monarchico, tendenza
verso il ristabilimento dell'antica Prussia colla sua Se però i cattolici hanno evitato qualsiasi collaborazione
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e 12315. Le
elezioni, come si è già sopra accennato, avevano avuto per risultato un notevolissimo
aumento dei deputati socialisti, sebbene, grazie alla resistenza dei cattolici, essi non
avessero raggiunto la maggioranza. Dei 241 deputati 163 appartenevano ai socialisti maggioritari,
90 al Centro, 74 ai democratici, 43 ai tedesco-nazionali, 22 al partito
popolare tedesco e 22 al partito dei socialisti indipendenti o minoritari;
7 deputati non appartenevano a frazione alcuna. Le due frazioni socialiste
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sul corso degli avvenimenti, poiché questi
preciAlle sufferite difficoltà si rispose da altri che, in vista della immane sciagura, in cui era precipitato lo Stato ed il popolo tedesco, qualsiasi interesse di partito doveva essere posposto al bene della patria. A questo scopo dovevano convergere tutte le energie ed ognuno doveva fare quanto era in suo potere per risparmiare al Paese maggiori rovine. Ora non vi era dubbio che sarebbe di grandissimo vantaggio per il ristabilimento dell'ordine e della sicurezza dello Stato, se il Centro avesse partecipato al Governo. In
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tal caso infatti il
Governo medesimo, essendo composto dei socialisti maggioritari, del Centro e dei
democratici, avrebbe disposto di una maggioranza schiacciante (327 voti su 421)
nell'Assemblea Nazionale, e ciò avrebbe rinforzato validamente la sua posizione interna. Ma
anche le Potenze estere sarebbero state meglio disposte ad entrare in negoziati di pace con
un Gabinetto, che si basasse incontestabilmente sulla stragrande maggioranza del popolo germanico. Infine si notò che 20r
freno alcuno perseguito i loro scopi comuni e Questa seconda tendenza finì col prevalere in seno alla frazione, ed in seguito a ciò nel Gabinetto presieduto dal Cancelliere Scheidemann, socialista, entrarono a far parte tre Ministri del Centro (Erzberger, Giesberts e Bell).
Occorre riconoscere che una simile partecipazione al Governo distolse allora il gravissimo pericolo della formazione di una maggioranza socialista e democratica, la quale, avrebbe
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indipendenza che non
sotto l'antico regime monarchico.Il Gabinetto Scheidemann cadde il 20 Giugno 1919 nei critici giorni, i quali precedettero la firma del trattato di pace di Versailles. Di fronte all'atteggiamento intransigente dei democratici il Centro credette di dover acconsentire a formare una coalizione coi soli socialisti nel Ministero presieduto dal Cancelliere Bauer. Il capo della frazione Sig. Gröber spiegò così nella seduta del 21 di quello stesso mese tale attitudine nei seguenti termini: "Che cosa sarà del popolo tedesco, se noi ci rifiutiamo e l'Assemblea Nazionale non riesce più a formare un Governo? Noi abbiamo il dovere morale, la responsabilità dinanzi a Dio ed al popolo tedesco, la cui sorte ci è affidata, di sostenere questo popolo nei giorni della più profonda umiliazione e di salvare ciò che ancora si può. Perciò, se altri vengono meno, noi dobbiamo cercar di formare un governo coi soli socialisti."
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Lo stesso punto di vista fu mantenuto dal Centro, allorché fece di nuovo parte del Gabinetto
formato il 29 Marzo 1920 dal Cancelliere socialista Müller. Il capo della
frazione, Sig. Trimborn, "La nostra entrata e la nostra permanenza nella coalizione non significa alcuna alleanza di idee colla socialdemocrazia; si tratta, né più e né meno, che di una collaborazione provvisoria pratica per salvare l'esistenza stessa della patria. Noi siamo, ora come prima, pienamente coscienti del profondo abisso, che separa il Centro dal socialismo. Il Centro si basa sulla concezione cristiana del mondo, il socialismo sulla dottrina materialistica. Il socialismo proclama la lotta di classe, noi la conciliazione degli interessi tra tutte le classi e professioni… Nel campo della scuola,
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così importante per il bene temporale ed
eterno degli individui, come per l'avvenire del popolo e della patria, la socialdemocrazia
vuole la scuola obbligatoria di Stato E parimenti così si espresse nella stessa occasione il deputato Herold:
"Molti sono malcontenti che il Centro ha formato il Governo colla socialdemocrazia, ma ciò è stata una necessità politica. Per il Centro rimarrà sempre
E l'attuale Cancelliere del Reich, Sig. Marxnell'Assemblea del partito del
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(egli
esclamò) rinnegato il suo carattere di partito popolare cristiano, allorché subito dopo la
riunione dell'Assemblea Nazionale entrò nella coalizione con socialisti e democratici,
rimanendo in essa almeno di fatto sino ad oggi? Di che si
trattava in detta coalizione? Non di una alleanza, non di una fusione, non della unione
estintiva di un partito nell'altro; non di una comunanza di idee, ma semplicemente di una
comunanza di lavoro, 22v
La coalizione dell'Assemblea Nazionale, composta, come si è accennato, dei socialisti maggioritari, del Centro e dei democratici, venne
Il Gabinetto Fehrenbach cadde il 5 Maggio del seguente anno 1921, allorché si rifiutò di accettare l'Ultimatum
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di Londra. Il 10
dello stesso mese si formò Nel secondo Gabinetto Wirth, il quale si formò dopo la decisione della questione dell'Alta Slesia ed in seguito alla uscita dei democratici dal
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minister" il Gessler) vi erano due socialisti.. Avvenne
tuttavia che nel corso
Succedette il Ministero Cuno, di cui non fece parte alcun socialista, ma che dovette dimettersi dopo il crollo della politica della "resistenza passiva"nella Ruhr. Nell'agosto 1923 Stresemann, appartenenteal partito popolare tedesco, costituì il Ministero della "grande coali-
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zione", nel quale entrarono, oltre il Centro, anche i
socialisti, che ebbero quattro portafogli. Tale Ministero però, formato di elementi così
eterogenei, non aveva alcuna stabile coesione intrinseca; onde i socialisti ben presto ne uscirono
(6 Ottobre 1923) e furono sostituiti da Ministri borghesi, finché il 23 Novembre
cadde l'intiero Gabinetto. Dopo vari inutili tentativi l'attuale Cancelliere Sig. Marx
creò un Governo di minoranza, composto dei partiti borghesi di mezzo (partito popolare
tedesco, Centro e democratici).Così, dopo la rivoluzione, il Centro, mosso da motivi senza dubbio gravi di politica interna ed estera, ha più volte fatto parte del Governo insieme ai socialisti. Una simile collaborazione – ed in genere la orientazione del partito
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molti dei quali, come è ben noto alla
S. Sede (cfr. Dispaccio N. 34510 del 20 Settembre scorso e Rapporto
N. 31358 del 3 corrente), sono passati ai tedesco-nazionali; essa è stata anziuna delle ragioni principali per cui il partito popolare
bavarese si staccò ed è rimasto sino ad oggi separato dal Centro. Al quale riguardo tuttavia
La questione della collaborazione del Centro col partito socialista è stata dibattuta in modo speciale in questi giorni, allorché il Cancelliere Marx propose al principio del corrente mese un al-
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largamento dell'attuale Gabinetto di minoranza,
rivolgendosi al tempo stesso ai socialisti ed ai tedesco-nazionali. Egli espresse
"Io ho sempre ritenuto
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gramma ben definito tutti i partiti
del popolo tedesco, i quali vogliano cooperare per un migliore avvenire della Nazione. Il Governo del Reich, cui mi trovo a capo dalla fine dello scorso anno, è un Governo di minoranza, costretto ad appoggiarsi
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il pensiero di una comunanza popolare (Volksgemeinschaft), abbracciante tutte le
forze e tutte le classi del popolo tedesco, le quali hanno dimostrato col fatto di voler
lavorare alla salvezza della Nazione ed alla ricostruzione della patria sul terreno
dell'Non si può negare che non sarebbe stato possibile in questi ultimi anni di salvare la Germania dal caos economico e sociale e di assicurare la politica del Governo relativamente al rapporto dei periti ed agli accordi di Londra senza l'appoggio decisivo della frazione socialista. Considero perciò come mio dovere di rivolgermi al partito socialista per invitarlo a partecipare al Governo. D'altra parte, l'interesse patrio esige egualmente che le forti energie nazionali ed economiche
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nora un partito di opposizione
di fronte a tutti i Ministeri, che hanno governato la cosa pubblica in Germania dopo Weimar. Con tanto maggior
soddisfazione saluto quindi la decisione presa da circoli competenti di questo partito di
non tenersi più in disparte, ma di percorrere insieme a noi la via, che sola, a mio avviso,
può salvare la Germania. Comprendo che forti ostacoli e tenaci resistenze dovranno essere
vinti per poter far trionfare questaidea della comunanza popolare. Un'altra specie di vera comunanza
popolare è però per me inconcepibile, ed io confido che in vista delle impellenti necessità
dell'ora presente La
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messo ancor più al vivo le due opposte correnti, che
dividono i cattolici, anche in seno al partito stesso del Centro. Nella evidente impossibilità, infatti, di attuare praticamente il pensiero, proposto
dal Cancelliere, della "comunanza popolare" abbracciante tutti i partiti dai
tedesco-nazionali ai socialisti, alcuni membri del Centro hanno sostenuto la tesi della
formazione di un "blocco borghese",includente i tedesco-nazionali, contro la socialdemocrazia; questa tesi è seguita 27v
Wirth. In ogni caso la propensione
verso i socialisti non sarà di vantaggio per il popolo tedesco. La vera politica borghese di
destra può imperare soltanto se anche i tedesco-nazionali partecipano al governo". Altri membri del Centro sono invece nemici dichiarati dell'entrata dei tedesco-nazionali nel Ministero, e tendonoinvece piuttosto a ricostituire l'antica cosiddetta "piccola coalizione" (Centro-democratici-socialisti), affine di poter fare su questa base una politica nettamente repubblicana. Un giornale del Centro, anzi, il "Neues Reich" (4 Ottobre corrente) giunse
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di questa tendenza di
sinistra è l'ex-Cancelliere Dr. Wirth, 28v
Le sedute della
frazione del Centro, in cui venne dibattuta la questione
dell'allargamento della coalizione, sono state discussesono riuscite estremamente agitate; il Wirth 29r
Centro sarebbe ridotto in un
simile Gabinetto, ad una
minoranza al servigio dei nazionalisti, compromettendo così la sua situazione indipendente, – che il Gabinetto stesso,
qualorai democraticine fossero usciti,avrebbe avuto nel Reichstag una maggioranza di soli dieci oquindici voti e
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tafogli, e 30r
La mattina del 17 corrente alle
ore 11 antimeridiane fui ricevuto dal Signor Cancelliere, il quale mi espose le
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ni più specialmente il Sig. Cancelliere. Gli
spiegai invece come il Concordato bavarese, già firmato,
attendeva la ratifica del Landtag, la quale non potrà aver luogo, se
non dopoché il Sig. Ministro del Culto avrà terminato i negoziati pendenti coi protestanti;
questi infatti, per votare a favore del Concordato medesimo (ed il loro appoggio è necessario onde raggiungere la
maggioranza) esigono che sia contemporaneamente regolata altresì la loro situazione. D'altra
parte, il Württemberg ha già ordinato con speciale legge del 3 Marzo c. a. (su cui compii già il dovere di riferire all'E. V.) i rapporti fra lo
Stato e le varie confessioni religiose; la Sassonia sta 31r
per mezzo di un Concordato, altri, come i socialisti, nel senso
della separazione 31v
ne al riguardo, giacché una volta che gli Stati
particolari avranno, ognuno per suo conto, regolato per via concordataria o legislativa, tale
materia, verrà meno ogni fondamento per addivenire alla conclusione del Concordato in
questione. Il Sig. Cancelliere mi rispose che, [essendo] al Reich, a norma della Costituzione germanica, il diritto di fissare i principi relativi ai
diritti ed ai doveri delle società religiose, esso ha interesse di impedire che i singoli Stati procedano per
conto loro, e mi promise quindi che avrebbe preso in mano la questione, sottoponendola al Gabinettoprima delle prossime sedute. Rammentai allora al Sig. Marx che
già sin dal Novembre 1921 avevo presentato al Dr. Wirth, allora Cancelliere e Ministro degli
Esteri del Reich, uno schema contenente i desideri della S. Sede in proposito. [32r
testo già fissato del
Concordato bavarese potrebbero servire di base per le trattative, nelle quali sarebbe
altresì necessario di esaminare e di definire i limiti della competenza fra il Reich
e gli altri Stati particolari della Germania. Il Sig. Marx convenne pienamente in tali
concetti.La questione del Concordato col Reich fu difatti proposta dal Sig. Cancelliere all'intiero Gabinetto nella seduta del giorno seguente Sabato 18 corrente. Tutti i Ministri si dichiararono favorevoli a che, prescindendo da qualsiasi considerazione di crisi governativa, i lavori interni preparatori fossero immediatamente cominciati ed alacremente proseguiti. Ciò mi venne confermato in occasione di un déjeuner dato in mio onore dal
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il Ministro di Germania a Berna Dr.
Müller e il Revmo Mons. Ludovico Kaas, deputato al Reichstag.Chinato