Betreff
Circa la soppressione o diminuzione degli assegni per il Clero
Mi è ieri pervenuto il venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 25768 in data
del 27 Gennaio p. p. relativo alla soppressione o diminuzione degli assegni per
il Clero.
Occorre distinguere due diverse specie di contributi dello Stato: quelli
corrisposti dal Reich e quelli pagati dai singoli Paesi.
Il Governo del
Reich durante la straordinaria inflazione degli ultimi tempi concesse sussidi
agli ecclesiastici, le cui rendite beneficiali non erano sufficienti. Come, tuttavia,
Mons. Fritz, Arcivescovo di Friburgo, comunicò nella sua Pastorale del 13 Dicembre scorso
(cui accennò anche l'Osservatore Romano del 13 Gennaio p. p.), il Reich per
mancanza di danaro ha cominciò sin dal suddetto mese di Dicembre ad a ridurre
i suoi contributi ad un terzo, per poi diminuirli ancora ed infine farli cessare del
tutto.6v
Da parte loro, anche i singoli Paesi o Stati hanno
ridotto, sebbene in varia misura, gli assegni per il Clero, come del resto anche quelli dei
funzionari governativi. - Ciò si è verificato, ad esempio, nel Baden, secondo che risulta
parimenti dalla succitata Pastorale. Quel Revmo Arcivescovo, da me interrogato al riguardo,
mi ha significato con lettera del 21 Gennaio p. p. che egli ha trattato personalmente la cosa in un colloquio avuto il
27 Novembre col Presidente del Baden, il quale però, pur essendo buon cattolico, gli
ha dichiarato che lo Stato per mancanza di mezzi non può aiutare il Clero. In conseguenza
di ciò Mons. Fritz emanò la più volte menzionata Pastorale, affine di esortare i fedeli
ad al a generose elargizioni a favore dei sacerdoti ed indurli al pronto
pagamento delle imposte ecclesiastiche. "Tale scopo, conclude egli nell'anzidetta lettera, è
stato raggiunto, ed il sostentamento del Clero è assicurato almeno sino al prossimo Maggio,
salvo straordinarie impreviste 7r
circostanze". Nella medesima
Pastorale, tuttavia, mi è sembrato inopportuno l'aver il menzionato Arcivescovo presentato i
contributi governativi al Clero curato (prescindendo naturalmente dalle
parrocchie già di patronato governativo) quasi come puramente graziosi e quindi liberamente
revocabili, mentre che lo Stato stesso
(giusta quanto ho avuto più volte occasione di rilevare nei miei rispettosi Rapporti), in
seguito alla secolarizzazione, che tolse alla Chiesa cattolica beni di inestimabile valore,
i quali sarebbero stati più che sufficienti a soddisfare tutti i suoi bisogni, non può
sottrarsi equamente all'obbligo di corrispondere convenienti prestazioni finanziarie per i
Ministri del Culto culto. Ciò ho delicatamente rilevato nella mia accusa di
ricevimento a Mons. Fritz, pur aggiungendo che la Chiesa è senza dubbio sempre disposta
a tener ragionevolmente conto della difficile situazione finanziaria dello Stato.
In
Prussia (secondo che rilevo dal Bollettino ufficiale
ecclesia-7v
stico della diocesi di Osnabrück (23 del
25 Gennaio scorso) [sic] le rendite dei parroci, secondo
una comunicazione del Ministro del Culto in data del 28 Dicembre s. a.aumentanocoi Marchi-oro 2.200 ai 3.480.
Più misera è la situazione nell'Hessen,come parimenti risulta Bollettino ufficiale ecclesiastico della Diocesi di
Magonza del 12 Dicembre s. a., "i Ministri dell'Interno e delle Finanze hanno
comunicato alla a quella Curia vescovile che le anticipazioni dello Stato, sulle
quali in queste ultimi tempi erano essenzialmente basati gli assegni degli ecclesiastici,
sarebbero notevolmente ridotte dal 1° Dicembre e man mano diminuite, sino a venire del tutto sospesi al più tardi
col 1° Ottobre 1924... Gli assegni anzidetti ammonterebbero
rappresentereb rappresentavano quindi dal
15 Dicembre soltanto la metà di quelli corrisposti finora... Si avrà per conseguenza un periocome per tutti gli stipendiati, un periodo di estrema economia. Per provvedere in qualche modo ai bisogni più
urgenti, debbono essere riscosse in maggior misura le imposte
ecclesiasti-8r
che, le quali non si
esigevano finora che in modo assai
limitato. In una conferenza, cui
hanno parteciparonoto preso parte le competenti Autorità del Reich, dello
Stato ed ecclesiastiche, si è stato
nel modo fortemente insistito su tale necessità, e si è
risoluto che a partire dal 1° Aprile 1924 le imposte
anzidette, così generali che locali, debbano essere
riscosse in oro
Marchi valore oro..." Per sopperirerimediare poi almeno in parte al deficit degli stipendi sino al 1° Aprile
1924, è
si si è dovuta introdurre, d'accordo colle Autorità del Reich e dello Stato,
una imposta ecclesiastica suppletiva per il passato anno 1923".
Anche in Baviera il
Governo è venuto nella determinazione di diminuire gli assegni degli ecclesiastici, ed il
relativo progetto venne discusso il 29 Gennaio p. p. nella Commissione delle
finanze del Landtag (cfr. l'allegato N. 30 del
Bayerischer Kurier). Gli onorari degli Arcivescovi, dei Vescovi e dei Capitoli
subiranno la stessa riduzione che quelli
dei fun-8v
zionari dello Stato. Per ciò poi che si riferisce
agli assegni per il Clero avente cura d'anime, il progetto prevedeva una diminuzione
anche maggiore che per gl'impiegati governativi, ed anzi in alcuni casi tale da rendere impossibile la vita agli ecclesiastici.
[dimostrazione] che Il Sig. Ministro del Culto Dr. Matt cercò di
difendere affermando che, per quanto penoso possa
essere un simile provvedimento, lo Stato non può dare ciò che non ha, ed aggiungendo che gli
assegni anzidetti avrebbero potuto essere migliorati per mezzo delle
imposte ecclesiastiche. Ma il progetto governativo, che fu trovato insufficiente anche dai deputati democratici Eisenbeiss e
Arnold, sollevò vive proteste p da parte specialmente dei deputati Canonico Wohlmuth
e Sig. Held. Quest'ultimo respinse anche l'affermazione del Ministro, che cioè lo Stato ha
obblighi giuridici verso gl'impiegati, ma non verso gli ecclesiastici, e dimostrò la
impossibilità di procurare danaro al Clero i necessari mezzi mediante più elevate
imposte ecclesiastiche, massime ora che9r
nelle campagne i
patrimoni sono tal già talmente gravati, che nulla ormai resta per ulteriori
altri pagamenti. Il Governo si vide perciò costretto a promettere che il Ministero delle
Finanze esaminerebbe di nuovo la cosa, lasciando sperare un contributo dai 200 ai 300 mila
marchi-oro.
In complesso sembra potersi affermare che il
Clero,
mas particolarmente i semplici vicari c
cooperatori parrocchiali (Hilfsgeistlichen), versano
in grande penuria nei territori della Diaspora, mentre che altrove la loro
situazione, almeno per ora, può dirsi tollerabile
tollerabile.
Quanto poi alle suddette
soppressioni o diminuzioni di assegni, sarebbe altresì da considerare, se non convenga che la
S. Sede presenti su tale oggetto, alle Autorità governative, al
suo in termini degni e rispondenti all'attuale difficile situazionefinanziaria,ed al momento opportuno, le necessarie
rimostranze riserve eventualmente necessarie per impedire che simili procedimenti, sebbene
di carattere per sé transitorio, non costituiscano un precedente per
l'avvenire. Mentre pertanto sottopongo tale rifles-
9v
sione al superiore giudizio dell'E. V., m'inchino
6r, links oberhalb
der Betreffzeile hds. von unbekannter Hand notiert, vermutlich von einem
Nuntiaturangestellten: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 02. Februar 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 15219, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/15219. Letzter Zugriff am: 28.12.2024.