Dokument-Nr. 15318
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 18. Juni 1924

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Sulla questione del rimborso dei marchi al Belgio
Mi perv pervenne regolarmente il venerato Dispaccio dell'E. V. R. N. 31160 in data del 2 corrente, relativo alla questione del rimborso dei marchi al Belgio.
Giunto a Berlino la mattina del 13 corrente, mi recai subito dal Sig. Cancelliere del Reich, affine di trattare la cosa innanzi tutto confidenzialmente con lui in modo strettamente riservato e confidenziale circa la detta vertenza ed investigare in tal guisa, se e come fosse possibile di fare presso il Governo germanico un passo nel senso desiderato dal Governo belga. Esposi al Sig. Marx con ogni cura lo stato della questione e cercai di dimostrargli i vantaggi, che i quali, sia nelle quest nei negoziati per le riparazioni (come aveva dichiarato a V. E. cotesto Sig. Ambasciatore del Belgio), che sotto l'aspetto politico, sarebbero ridondati alla Germania nel caso di una favorevole soluzione della incresciosa controversia. Il Sig. Marx mostrò di apprezzare tali argo-
138v
menti; aggiunse però che egli non era informato conosceva intorno lo stato della pratica la q la vertenza e mi promise perciò quindi che avrebbe assunto con ogni discrezione e prudenza le necessarie informazioni.
Nel pomeriggio di ieri, infatti, il Sig. Cancelliere mi ha mise esso al corrente dell'affare. Ha c Cominciò ato col dirmi che la S. Sede, dietro richiesta <domanda> (come qui si [crede] <crede>) di Mons. Nunzio Apostolico del Belgio, si era già da prima rivolta al Governo germanico per mezzo dell'Ambasciatore Sig. von Bergen, al quale cui il Ministero degli Esteri aveva già inviato sin dal 2 corrente ampie e dettagliate istruzioni. , in cui era definitivamente fissato nelle quali era consegnato Il Sig. Marx mi ha esposto il punto di vista della Germania. Poiché l'E. V. avrà ha già senza dubbio avuto notizia delle medesime dal sullodato Ambasciatore, mi astengo dal darne qui relazione. Il Sig. Marx ha avuto inoltre occasione di parlare in questi giorni direttamente anche coi Signori Bergmann e Schroeder, i quali, avevano hanno, come è noto all'E. V., negoziato negoziarono sull'argomento col Governo belga in Bruxelles negli anni 1921 e 1922. Il Governo del Reich ritiene che non ha alcuna obbligazione giuridica al rimborso anzidetto, il quale non fu ammesso nem-
139r
meno dell'Intesa nella Conferenza della pace, e stima che una concessione su questo punto al Belgio non solo non gioverebbe più alla Germania nelle trattative per le riparazioni, ora che il piano degli esperti <ha> regol<ato>erà l'intiero complesso dei pagamenti, ma che anzi le nuocerebbe [anzi] parimenti nei riguardi dell'Inghilterra e della Francia. , in quanto che produrrebbe sfavorevole impressione, se la Germania, la quale afferma che i pagamenti ad essa imposti sorpassano la sua capacità economica, accettasse <accettasse> invece un altro grave peso non compreso nel trattato di pace. L'interesse quindi, che essa poteva un tempo avere al riguardo, e che indusse il Sig. Erzberger a firmare la Convenzione prima Convenzione, non ratificata però dal Parlamento, è ora svanito. Il Ministero degli Esteri di Berlino ritiene stima quindi impossibile di riprendere ora attualmente le trattative circa una det la questione in discorso. Ha aggiunto infine che il <Il Sig. Cancelliere ha infine aggiunto che lo stesso> Governo belga sembra di aver abbandonato abbandonato le sue richieste in materia, giacché durante <tutte> le lunghe recenti trattative per <circa> le riparazioni il rappresentante del Belgio<, Sig. Franchi,> non ha fatto <menom> <fatto menomamente> menomamente parola di tale <questo> argomento.
Sebbene in tal guisa l'attitudine del Governo del Reich sembrasse già definitivamente fissata nel senso delle <colle> suddette istruzioni al Sig. von Bergen, ho voluto te nondimeno <tentare di ottenere> tentar di lasciare <che rimanesse> aperta la via ad una <un'>azione della S. Sede in momento più favorevole. Ho fatto perciò rilevare al Sig. Cancelliere
Alla mia volta ho fatto rileva<to>re risposto al Sig. Cancelliere che, come, dato anche pure dato anche sebbene che la Germania ritenga di non abbia avere un obbligo giuridico per il rimborso dei marchi, in quanto che esso non è incluso nel trattato di pace, rimane innegabilmente pur sempre almeno una obbligazione morale o di onore; il che è stato il Sig. Marx ha pienamente riconosciuto. Ho quindi soggiunto che, quand'anche quand'anche la Germania non potesse creda di non poter più ottenere vantaggi sperare, con una concessione nella presente materia, vantaggi nel regolamento delle riparazioni, ha
139v
pur tuttavia sempre il massimo interesse di avere per l'avvenire colla vicina o Regno del Belgio Nazione belga buone relazioni, al che contribuirebbe essenzialmente la soluzione di una controversia, cui il Belgio [come] senza dubbio dà sempre grande importanza, come prova il passo stesso testé compiuto presso la S. Sede. Anche ciò ha ammesso finito coll'ammettere il Sig. Cancelliere, il quale mi ha detto che, dopoché la questione del piano degli esperti sarà stata definitivamente e formalmente conchiusa (vale a dire, a quanto può prevedersi, nell'Agosto o Settembre prossimo), è sarà quindi [rimasto] eliminato il suaccennato pericolo, può potrebbe potrà riprendersi la discussione della ques del rimborso dei marchi, e nulla allora osterebbe osterebbe allora a che la S. Sede interponesse i Suoi buoni uffici al riguardo.
Nel riferire quanto sopra all'E. V. m'inchino
138r, links unterhalb des Datums hds. von unbekannter Hand notiert, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten: "C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 18. Juni 1924, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 15318, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/15318. Letzter Zugriff am: 06.05.2024.
Online seit 18.09.2015.