Dokument-Nr. 16069
Centoz, Luigi an [Pizzardo, Giuseppe]
Berlin, 31. Dezember 1926
Regest
Im Auftrag Pacellis übersendet der Nuntiaturauditor Centoz dem Substituten im Staatssekretariat Pizzardo ein Schreiben eines gewissen Herrn Esleben aus Düsseldorf, bei dem es sich um den Versuch eines Betrugs oder der Erpressung zu handeln scheint. Dennoch hält Pacelli es nach Aussage Centoz' für angebracht, dem Staatssekretariat das Schreiben zur Kenntnis zu bringen. Die Nuntiatur hat selbstverständlich nicht auf das Schreiben geantwortet. Anschließend vertraut Centoz dem Substituten seinen Kummer bezüglich des Artikels im Osservatore Romanos vom 5. Dezember 1926 an, in dem behauptet wird, Kommunisten und Sozialdemokraten förderten die Pornographie. Er verweist auf sein entsprechendes Telegramm vom 10. Dezember, das offiziell von Pacelli unterzeichnet ist, an Gasparri. Centoz wandte sich in dieser Angelegnheit an den Mitarbeiter im Auswärtigen Amt Graf von Zech-Burkersroda, der gemeinsam mit Herrn Meyer für die vatikanischen Angelegenheiten zuständig ist. Der Graf hält die Ermahnung an die Redaktion der Zeitung durch das Staatssekretariat für ausreichend und eine Richtigstellung für nicht notwendig. Centoz wies ferner darauf hin, dass der Osservatore Romano nicht beabsichtigte, die Sozialdemokratische Partei zu beleidigen, genauso wenig wie die Abgeordneten der Deutschen Demokratischen Partei und der Deutschnationalen Volkspartei, die mit ihr gestimmt hatten. Weiterhin teilt Centoz mit, dass er sich in Abwesenheit der Prälaten Kaas und Schreiber an den Zentrumsabgeordneten Lammers wandte, um die Einschätzung eines Politikers zu erhalten. Dieser sagte vertraulich, dass er dem Artikel des Osservatore Romano komplett zustimmt, und er bot an, auch die Einschätzung von Reichskanzler Marx einzuholen. Am folgenden Tag teilte Lammers mit, dass Marx, der laut Centoz für seine linken Einstellungen bekannt ist, den Artikel als eine einfache Notiz der Redaktion des Osservatore Romano und nicht als Äußerung des Heiligen Stuhls betrachtet, weshalb keine weiteren Schritte notwendig sind. Der Auditor erachtete die Angelgeneheit damit genauso wie Pacelli nach seiner Rückkehr nach Berlin als abgeschlossen. Nun erreichte die Nuntiatur am Vortag ein starker Protest des preußischen Ministerpräsidenten Braun, der Mitglied der SPD ist, gegen den genannten Artikel des Osservatore Romano. Centoz möchte keine Nachforschungen darüber anstellen, warum und von wem die Affäre erneut lanciert wurde. Wenngleich Pacelli nicht gänzlich damit einverstanden war, hielt der Auditor es für seine Pflicht, Pizzardo vertraulich darüber zu informieren. Centoz kündigt an, dass der Nuntius einen Bericht über die Angelegenheit verfassen wird, sobald ihm die Einschätzung von Prälat Kaas oder einem anderen hochrangigen Zentrumspolitiker vorliegt.[Kein Betreff]
S. E. Rev.ma Mons. Nunzio mi ha affidato l'incarico di trasmettere all'Eccellenza Vostra Rev.ma la qui acclusa lettera di un certo Sig. G. Esleben, di Düsseldorf. Sembra trattarsi, come apparisce, di una truffa, di un ricatto; Mons. Nunzio ha creduto nondimeno di far giungere tale scritto, per conoscenza, alla Segreteria di Stato. Dalla Nunziatura nessuna risposta evidentemente è stata inviata al firmatario della lettera.
Voglia ora l'E. V. consentirmi di confidarLe una pena, un vero dispiacere provati in questi giorni.
Trattasi del noto commento dell'"Osservatore Romano" al voto dei socialisti nel Reichstag circa il progetto di legge contro le pubblicazioni oscene...&&&
Come mi feci un dovere di comunicare rispettosamente con teleg. del 10 cad. mese all'Emo Superiore, non mancai di assumere a tale riguardo quelle informazioni che mi fu possibile di avere. Mi rivolsi, al Ministero degli Esteri, al Sig. Conte Zech specialmente incaricato col Signor Meyer, che era assente in quel giorno, degli affari riguardanti la S. Sede. (Il Sotto-Segretario di Stato Sig. von Schubert ed altri si trovavano a Ginevra).
Il Sig. Conte Zech mi disse pertanto che avendo il Sig. von Bergen o cotesta Ambasciata Germanica protestato contro la nota dell'Osserv. R., ed avendo la Segreteria di Stato, come ne lo assicurai, dato un monito alla Direzione, del medesimo giornale, ciò gli pareva sufficiente. Egli non stimava quindi né necessario né opportuno di pubblicare una rettifica,
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tanto meno dopo che io gli dichiarai che la
Segreteria di Stato ed il Vaticano, come appare da sé con evidenza, non solo erano
completamente estranei a tale commento, ma erano i primi a deplorarne la forma meno che
felice ed opportuna. Feci altresì notare che l'Osservatore R., pur rilevando il fatto
del voto con simili espressioni, non aveva però affatto inteso di offendere il partito
social-democratico tedesco. Con esso avevano pure votato alcuni democratici ed alcuni deputati della Volkspartei.Nell'assenza dei Rev.mi Prelati Kaas e Schreiber, deputati al Reichstag, mi rivolsi eziandio all'egregio Sig. Lammers, ottimo cattolico, noto avvocato e deputato al Reichstag, per avere in proposito il parere di qualche uomo politico. Dopo aver letto il commento dell'O. R., egli mi disse confidenzialmente le seguenti parole: "Approvo pienamente quanto l'O. R. ha scritto; avrei detto lo stesso". Egli aggiunse: "per sua maggior tranquillità, voglio anche sentire confidenzialmente il Cancelliere stesso". Prese seco il numero dell'O. R. ed il breve appunto che avevo fatto in merito alla questione. L'indomani egli mi fece cortesemente sapere che l'affare era stato portato a conoscenza del Sig. Dr. Marx (noto per le sue tendenze verso la sinistra) il quale aveva espressamente dichiarato che non era il caso di dare seguito alla cosa, ben sapendo che il commento dell'O. R. era una semplice nota della redazione del giornale, cui il Vaticano era completamente estraneo. Tanto più non dovevasi far nulla dopo la protesta dell'Ambasciata, e la mia affermazione che la Segreteria di Stato aveva essa pure deplorato il poco felice commento ed aveva richiamato su ciò l'attenzione della Direzione del giornale.
Questi passi mi erano sembrati sufficienti.
L'Ecc.mo Mons. Nunzio, che informai della cosa subito dopo il
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suo ritorno a Berlino, si degnò di
approvare pienamente il mio modo di agire. Si credeva pertanto che l'incidente era
chiuso.Senonché, ieri mattina, 30 Dicembre, è arrivata alla Nunziatura una forte protesta per iscritto del Sig. Braun, Presidente del Consiglio della Prussia ed appartenente al partito social democratico [sic], contro il più volte ripetuto commento dell'O. R.
Mons. Nunzio stesso ne è stato penosamente sorpreso, pensando egli pure che tutto fosse sepolto. Non si vuol indagare donde e da chi sia stato portato l'affare così in alto... Si pensa solo che qualcuno, vedendo come il Ministero degli Esteri del Reich non aveva giustamente dato peso ad una così piccola questione, ha creduto di rivolgersi là dove la nota dell'O. R. non poteva non essere rilevata, e donde una protesta doveva certamente venire…
Benché Mons. Nunzio non ne fosse pienamente consenziente, ho creduto tuttavia mio dovere di riferire confidenzialmente quanto sopra a Vostra Eccellenza.
Non appena avrà sentito in merito alla suddetta protesta il parere del Rev.mo Mons. Kaas o di qualche altro ottimo deputato del Centro, Mons. Nunzio scriverà in proposito all'Emo Superiore.
Nel chiedere venia all'E. V. per averLe, con questa lunga mia lettera, rubato alcuni minuti di tempo, e nel rinnovarLe i migliori auguri per il nuovo anno, La prego di voler gradire i sensi di profonda venerazione con cui ho l'onore ed il bene di confermarmi
di Vostra Eccellenza Rev.ma
umo, devmo ed affmo
sac. Luigi Centoz
P. S.: Sarei ben grato all'E. V. se volesse compiacersi di porgere all'Emo Superiore, con i miei più rispettosi e devoti ossequi, i miei più fervidi auguri e voti.
D. L. C.