Betreff
Domanda della duchessa Maria di Mecklenburg
Vers
Il Il giorno 23 dello scorso mese di Settembre si presentò a questa Nunziatura
con una lettera di S. A. la Duchessa Maria di Mecklenburg il Rev. Guglielmo
Heermann, curato in Ludwigslust, per significarmi che la detta Signora si trovava in
difficili condizioni finanziarie, avendo fattocontratto
debiti
perrilevantinumerosi debiti, e mi chiedeva di ottenerle dal S. Padre onde
rimediareportar rimedio a tale stato di cose, la somma di sessanta mila
marchi. La menzionata Duchessa, nata principessa di Windisch-Graetz, [era] è vedova
del duca Paolo di Mecklenburg, il quale si convertì convertì, nonostante ognimalgrado [ardui] gravi [ein Wort unlesbar]
ardui ostacoloi,
alla fede cattolica alla fede cattolica, ed è mortocui rimase fedele sino alla sua morte avvenuta il
17 Maggio 1923. Il duc figlio, duca Enrico Borwin (notoconosciuto dalla S. Sede per la causa matrimoniale trattata
in Romain Roma negli scorsi anni), e la duche figlia, duchessa Maria
Antonietta, ambedue cattolici, conducono
hanno tengono notoriamente,– ed– ed il sunnominato curato me lo confermò apertamente, –
senza reticenze – una vitauna condotta immorale. La Duchessa Maria, come mi
disse lo stesso Rev. Heermann, è di carattere imperioso e collerico (in una
visita da essa fattami in Monaco nel Novembre 1922, a me sembrò anzi non del
tutto equilibrata);;– [ein Wort unlesbar] riceve da
qual-65v
che tempo un appannaggio di ventiquattro mila marchi
annui, dopo di che ha ripreso a condurre una vita abbastanza sontuosa; i debiti suaccennati
risalirebbero, almeno nella più gran parte, al periodo
anteriore. Il Rev. Heermann aggiunse che, qualora non si rimediasse a
asimile statoriuscisse a rimediare a siffatta situazione e la Duchessa venisse
perseguita giudizialmente dai creditori, ciò provocherebbe un grave scandalo con danno dei
cattolici in quel territorio della Diaspora.
Dalpartecanto miao
risposi che, per quanto mi riu fosse penoso di apprendere le difficoltà in cui si trovaversa Sua Altezza, non mi trovavo, pur con mio vivo rincrescimento,
in grado di [farne] [tra] umiliare al S. Padre una simile do
richiesta,di tanto rilevante somma, conoscendo, da una lato, le ristrettezze
economiche della S. Sede, e, dall'altro, gli enormi ed
urgentied urgentissimi bisogni, cui ai quali il Sovrano Pontefice
deve attualmente provvederesopperireprovvedere in ogni parte del mondo.per il bene
supremodelle anime.
In seguito a ciò, la
Duchessa66r
ha risolutorisolse di far perorare la sua causa direttamente in Roma dal più
volte menzionato ecclesiastico e mi pregòchiese quindi, alcuni giorni fa, telefonicamper telefonoicamente di f rilasciare al medesimo una raccomandazione per una Udienza
pontificia privata. Non volendo prendere
su di la
responsabilità della cosa, la consigliaipregai di rivolgersi piuttosto al
Revmo Ordinario, che è il Vescovo di Osnabrück,eil quale è al corrente di tutto, e solo dopo nuove insistenze mi
dich dissi pronto ad aggiungere qualche parola alla
raccomandazione
la mia qualche parola ad una eventuale commendatizia del
medesimo. Ieri infatti mi è stata trasmessa dal Rev. Heermann,
la letteragià sul punto di partire per Roma, la relativa lettera di quella
Curia vescovile, cui ho apposto soltanto
alcunepoche e generali parole.una assai breve e generale raccomandazione.
Tanto ho creduto mio
dovere di riferire, per ogni buon fine, riservatamente
all'E. V. R., mentre, chinato
65r, oberhalb des Briefkopfes hds. von
unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten,
notiert:"C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 04. Oktober 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 16990, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/16990. Letzter Zugriff am: 22.12.2024.