Dokument-Nr. 17344
Cremonesi, Carlo an Pacelli, Eugenio
Vatikan, 17. Juni 1929

Regest
Der Almosenpfleger des Päpstlichen Wohltätigkeitsdienstes Cremonesi macht Pacelli auf einen ehemaligen Alumnen des Collegio San Giuseppe in Rom, Fausto Cartoni, aufmerksam, der aus einer angesehenen römischen Familie stammt und sich in Berlin aufhält. Cartoni geriet auf die schiefe Bahn und möchte nun auf den rechten Weg zurückkehren. Er soll allerdings eine Strafe wegen eines vorsätzlich herbeigeführten Bankrotts verbüßen. Cremonesi empfahl Cartoni in Absprache mit dessen Onkel, dem Rechtsanwalt Clavarino, ein Gnadengesuch beim italienischen Justizminister Ròcco einzureichen. Die Antwort darauf steht noch aus. Cartoni besteht nun darauf, dass Cremonesi ihn bei Pacelli vorstellt, damit der Nuntius bei den italienischen Behörden in Berlin interveniert. Der Almosenpfleger möchte dies nicht ohne die ausdrückliche Genehmigung Pacellis tun. Cremonesi möchte den Nuntius auch nicht um Intervention bitten, sondern er zeigt ihm den Fall lediglich an. Er bittet mit Verweis auf Paccllis priesterlichen Eifer lediglich um eine Zusage, Cartoni zu empfangen. Der Almosenpfleger ist sich sicher, dass es Pacelli im Gegensatz zu ihm leicht ist, die notwendigen Informationen einzuholen und die Angelegenheit zu regeln. Sollte der Nuntius die Erlaubnis erteilen, wird Cremonesi an Cartoni schreiben, damit er sich vorstellt, wenn nicht, dann wird er es ihm verbieten.
[Kein Betreff]
Eccellenza Revma
Vive a Berlino un povero giovane, già alunno del Collegio S. Giuseppe e di rispettabilissima famiglia Romana, certo Fausto Cartoni. Uscito di Collegio, ove si era distinto per pietà, fu travolto nel male ed io lo perdetti di vista. Tempo addietro è tornato a scrivermi, a raccontarmi tutta la sua vita avventurosa e a mostrarmisi seriamente pentito e disposto a tornare sulla buona via. C'è di mezzo una condanna, che egli dovrebbe scontare in Italia per accusa di fallimento doloso. Ma, ad onta di ciò, per quanto io possa giudicare dalle lettere stesse, e da informazioni assunte, ho ragione di credere che il Signore abbia parlato
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suo cuore [sic] e mi sono creduto in dovere di prestargli qualche aiuto. D'accordo con un suo zio, l'avv.  Clavarino, ho raccomandato una domanda di grazia, che egli ha avanzato al Ministro di grazia e giustizia. Nell'attesa che questa ebbe corso, il povero giovane insiste che io lo presenti all'E. V. Rma, perché, a sua volta, interponga i suoi autorevoli uffici presso le autorità italiane in Berlino. Non ho ardito di farlo, senza prima chiedergliene la dovuta autorizzazione. Neppure ardisco insistere perché me la conceda, e mi limito solo a sottoporle il caso, pregandola di un cenno di risposta. Voglia perdonarmi la libertà, che mi prendo
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perché conosco il suo zelo sacerdotale. Posso assicurarle che i sentimenti del povero giovane di fondo sono buoni e che non abuserebbe certo della sua bontà.
All'E. V. del resto non sarebbe difficile, come a me, che sono lontano, assumere informazioni, per regolarsi al riguardo. Se avrò un suo biglietto di autorizzazione, gli scriverò di presentarsi, altrimenti glielo vieterò.
Mi perdoni intanto e gradisca i miei più distinti ossequi, mentre, baciandole con venerazione il S. Anello, mi onoro rassegnarmi con profonda stima
[Devotmo]
+ Carlo Cremonesi
Empfohlene Zitierweise
Cremonesi, Carlo an Pacelli, Eugenio vom 17. Juni 1929, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17344, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17344. Letzter Zugriff am: 29.03.2024.
Online seit 20.01.2020, letzte Änderung am 01.02.2022.