Betreff
Sulle trattative per il regolamento della situazione della Chiesa cattolica in Russia -
Nuovo colloquio col Sig. Cicerin
Col mio rispettoso Rapporto N. 33686 del 1º corrente ebbi l'onore di riferirecompii il dovere di riferire all'E. V. R. il colloquio
avuto la sera [innanz] precedente vale a dire, il giorno stesso del suo arrivo a Berlino col
Sig. Cicerin, Commissario del popolo per gli affari esteri della Repubblica dei
Soviety, la sera precedente, <30 Settembre p. p., ->
va vale a dire, il giorno stesso del suo arrivo a Berlino - in
occasione del pranzo da lui dato in suo onore dal Sig. Stresemann.
Oggi ho
avuto di nuovo oc la possibilità di incontrarmi con lui in occasio un déjeuner
datointimo offerto dal Sig. Conte Ernesto zu Rantzau, fratello
dell'Ambasciatore di Germania in Mosca, ed a cui era invitato un ristretto numero ristrettissimo di persone, fra cui
il l'Ambasciatore,dei Soviety, Sig. Krestinski, ed
il Segretario dell'la stessa Ambasciata,dei Soviety, Sig. Stange., ed il Conte von Zech di questo Ministero degli Esteri. In tal
guisa mi è stato possibile d'intrattenermi più33v
comodamente
e dirò quasi più familiarmente col
Sig.
Cocolpredetto
summenzionato Commissario del popolo. Il quale, mentre nel surricordatosurricordato pranzo ufficiale aveva l'aria stanca e quasi
pressoché <quasi> noiata, oggi invece appariva fresco,ecordiale, di buon umore. Vestito con con eleganza, ha
fatto largamente onore - malgrado la malattia di diabete, da cui dicesi afflitto - alle
squisite vivande, agli abbondanti e prelibati vini, offerti dal Conte tedescoed ha poied ha poi minuziosamente osservato ed ammirato, dimostrando coltura
e buon gusto, i preziosi oggetti, che adornano l'appartamento del nobile Conte tedesco. Con
In queste disposizioni d'animoanche nella conversazione avuta con meil Sig. Cicerin si è mo mostrato anche
con me assai più cortese e cordiale. Riprendendo la conversazione della settimana scorsa,sera anzidetta, ho cominciato col chiedergli se sarebbe stato
possibile l'invio, - del quale fu questione lo scorso anno, - di un
Delegato Apostolico a Mosca, come la S. Sede ne ha, ad esempio,
in Giappone e negli Stati Uniti d'America; ed egli ha risposto
essere34r
più opportuno di regolare anzitutto la situazione
legale della Chiesa cattolica in Russia, dopo di che sarebbe stato più facile d
l'ammettere un simile Delegato. Ha aggiunto che hadi aver scritto subito a Mosca, dopo il colloquio presso
il
il il colloquio della passata settimana, presso il
Sig. Stresemann, per sollecitare la cosa, ed avendogli io fatto rilevare tutto l'interesse che ha ilquanto vantaggioso sarebbe per [sic] Governo stesso di giungere ad
un accordo, mi ha assicurato che riconosceva ciò pienamente e che l'affare veniva trattato
con ogni serietà e con desiderio di pervenire ad una
sistemazione. raggiungere una intesa. Gli ho domandato altresì perchéper qual motivo il Governo dei Soviety non ammetteva l'esercizio del
culto cattolico nel rito orientale, ed avendo egli e poiché egli sembrava d'ignorare tale proibizione, gli ho ricordato il numeropunto 7 dell'Appuntodel Promemoria rimessomi dall'Ambasciata Ambasciatore
Krestinskj Krestinski nello scorso Febbraio, in cui si
stabilisce che, così concepito: "iIl culto cattolico viene esercitato nella lingua latina". EgliIl Sig. Cicerin mi ha confessato
di34v
non essere [in grado] in grado di daremi spiegazioni su quell'arquesto argomento ed
mi ha confidato soggiunto che quei punti erano stati preparati dal Sinodo
della Chiesa "ortodossa" vivente, cui che il Governo
dei Soviety erasi rivolto aveva consultato.
in qual riguardo.Da parteAlla mia volta ho aggiuntoosservato che ciò spiegava come i punti stessi portassero così
visibilmente le tracce della dell'antica legislazione,
dell'antico regime (anche per ciò che riguardava
l'ex
il rito orientale) quanto al rito rientale), ma che, se le tante restrizioni imposte aigià ai cattolici sotto erano in qualche modo spiegabilicomprensibili sotto il regime zarista, in cui la Chiesa "ortodossa"
era la religione dominante ed un instrumentum regni, il Governo dei Soviety, il quale
aveva invece proclamato la separazione dello Stato dalla Chiesa, avrebbe dovuto
dimostrare ispirarsi a concetti più moderni e dare alla Chiesa cattolica piena libertà.
Dopo Il Sig. Cicerin, da parte sua, dopo aver ripetuto che la questione più
difficile a risolversi sarà quella della scuola, mi disseha detto che varie delle proposte contenute nei più volte menzionati
punti erano state dettate dal bisogno di35r
escludere il polonismo;
così
pure
del
anche
egualmente
del
caratteristico come opporsi alle tendenze polonizzatrici (lo stesso pretesto
motivo o pretesto era pur sempre
pur costantemente addotto puranche dall'antico regime per giustificare [dett] le Ttiranniche leggi di oppressione delladella Chiesa cattolica) e che per questo appunto, si era,si voleva, ad esempio, voluto che il
Metropolita fosse sottoposto immediatamente alla Santa Sede, affine cioè di es [eliminare] escludere la Gerarchia
polacca. Mi è stato facile di spiegargli,fargli presente come la S. Sede, pur nutrendo giusta
benevolenza verso la cattolica Polonia, nazione eminentemente cattolica, è essenzialmente sopranazionale; ed anche perciò essa non aveva mai pensato
giusta ed equanime verso <ed ha> <ed animata da> eguale
sollecitudine per> tutti i popoli, è perciò <e che> non era
<è> certamente nelle Sue intenzioni di sottoporre i Vescovi russidella Russia alla giurisdizione dei
Prelatidegli Ordinari della Polonia. Il Sig. Commissario del popolo ha
aggiunto che sacerdotiecclesiastici "avventurieri" menano
agitazione nazionalisticamenano agitazione nazionalista ed ha potuto oggi dirmi con maggior precisione il nome esatto
del sacerdote,
(non ucraino),, di cui mi parlòebbe a lamentarsi nel precedente colloquio,(cfr. il citato Rapporto N. 33686) e che è il Rev.
Bieloholowy,35v
il quale svolgerebbe la sua attività nella
Bianca Russia.(non nella Ucraina).
Nel
chiudere
terminare
il collo Alla fine della nostra conversazione ho ripetuto
espresso <pregato>ail Sig. Cicerin,
di
che
ho fiducia che,
grazie a questi abboccamenti diretti,
egli vorrà influire di far valere tutta la sua influenza, aff acciocché
lae risp nuove proposte del Governo di Mosca costi [siano] costituiscano una base di
trattative <base di trattative> accettabilie per la S. Sede.
Discutere<Entrare in> ulteriori dettagli - del essi sono
stati, <trovansi, del> resto, esposti già <già> sufficientemente
<esposti indicati> nell'<a> ultima <recente> Nota al
Sig. Ambasciatore Krestinski - non <mi è stato> riusciva
[ora] possibile, per non essere <manifestamente> il Sig. Cicerin
<abbastanza> al corrente dei medesimi.
Chinato
Chinato
33r, rechts oberhalb der Betreffzeile hds. von unbekannter Hand,
vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert:"C"; unterhalb des Datums hds. von
unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert:"VIII".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 06. Oktober 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17915, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17915. Letzter Zugriff am: 22.12.2024.