Betreff
Sulle trattative per il regolamento della situazione della Chiesa cattolica in Russia -
Nuovo colloquio col Sig. Cicerin
Col mio rispettoso Rapporto N. 33686 del 1º corrente ebbi l'onore di riferire all'E. V. R. il colloquio
avuto la sera [innanz] precedente vale a dire, il giorno stesso del suo arrivo a Berlino col
Sig. Cicerin, Commissario del popolo per gli affari esteri della Repubblica dei
Soviety, in
occasione del pranzo da lui dato in suo onore dal Sig. Stresemann.
Oggi ho
avuto di nuovo oc la possibilità di incontrarmi con lui in occasio un déjeuner
dato dal Sig. Conte Ernesto zu Rantzau, fratello
dell'Ambasciatore di Germania in Mosca, ed a cui era invitato un numero ristrettissimo di persone, fra cui
il l'Ambasciatore, Sig. Krestinski, ed
il Segretario dell' Ambasciatadei Soviety, Sig. Stange. In tal
guisa mi è stato possibile d'intrattenermi più33v
comodamente
e dirò quasi più familiarmente col
Sig.
Copredetto Commissario del popolo. Il quale, mentre nel surricordato pranzo ufficiale aveva l'aria stanca e quasi noiata, oggi invece appariva fresco,cordiale, di buon umore. Vestito con con eleganza, ha
fatto largamente onore - malgrado la malattia di diabete, da cui dicesi afflitto - alle
squisite vivande, agli abbondanti e prelibati vini, offerti dal Conte tedescoed ha poi ammirato, dimostrando coltura
e buon gusto, i preziosi oggetti, che adornano l'appartamento del nobile Conte tedesco. Con queste disposizioni anche nella conversazione avuta con me si è mo mostrato assai più cortese e cordiale. Riprendendo la conversazione della settimana scorsa, ho cominciato col chiedergli se sarebbe stato
possibile l'invio di un
Delegato Apostolico a Mosca, come la S. Sede ne ha
in Giappone e negli Stati Uniti d'America; ed egli ha risposto
essere34r
più opportuno di regolare anzitutto la situazione
legale della Chiesa cattolica in Russia, dopo di che sarebbe stato più facile d
l'ammettere un simile Delegato. Ha aggiunto che ha scritto subito a Mosca, dopo il colloquio presso
il
il il colloquio della passata settimana, presso il
Sig. Stresemann, per sollecitare la cosa, ed avendogli io fatto rilevare tutto l'interesse che ha il Governo stesso di giungere ad
un accordo, mi ha assicurato che riconosceva ciò pienamente e che l'affare veniva trattato
con ogni serietà e con desiderio di pervenire ad una
sistemazione. raggiungere una intesa. Gli ho domandato altresì perché il Governo dei Soviety non ammetteva l'esercizio del
culto cattolico nel rito orientale, ed avendo egli e poiché egli sembrava ignorare tale proibizione, gli ho ricordato il numero 7 dell'Appunto rimessomi dall'Ambasciata Ambasciatore
Krestinskj Krestinski nello scorso Febbraio, in cui si
stabilisce che "il culto cattolico viene esercitato nella lingua latina". Egli mi ha confessato
di34v
non essere [in grado] di dare spiegazioni su quell'argomento emi ha confidato soggiunto che quei punti erano stati preparati dal Sinodo
della Chiesa "ortodossa" vivente, cui che il Governo
dei Soviety erasi rivolto aveva consultato.
in quDa parte mia ho aggiunto che ciò spiegava come i punti stessi portassero così
visibilmente le tracce della dell'antica legislazione,
dell'antico regime (anche per ciò che riguardava
l'ex
il rito orientale) quanto al rito rientale), ma che, se le restrizioni imposte ai cattolici sotto erano in qualche modo spiegabili sotto il regime zarista, in cui la Chiesa "ortodossa"
era la religione dominante ed un instrumentum regni, il Governo dei Soviety, il quale
aveva invece proclamato la separazione dello Stato dalla Chiesa, avrebbe dovuto
dimostrare ispirarsi a concetti più moderni e dare alla Chiesa cattolica piena libertà.
Dopo Il Sig. Cicerin, da parte sua, dopo aver ripetuto che la questione più
difficile a risolversi sarà quella della scuola, mi disse che varie delle proposte contenute nei più volte menzionati
punti erano state dettate dal bisogno di35r
escludere il polonismo;
così
pure
del
anche
egualmente
del
caratteristico come opporsi alle tendenze polonizzatrici (lo stesso pretesto
motivo o pretesto era pur sempre addotto pur dall'antico regime per giustificare [dett] le Tiranniche leggi di oppressione della Chiesa cattolica) e che per questo appunto, si era, ad esempio, voluto che il
Metropolita fosse sottoposto immediatamente alla Santa Sede, affine cioè di es [eliminare] la Gerarchia
polacca. Mi è stato facile di spiegargli, come la S. Sede, pur nutrendo giusta
benevolenza verso la Polonia, nazione eminentemente cattolica, è essenzialmente sopranazionale; ed anche perciò essa non aveva mai pensato di sottoporre i Vescovi russi alla giurisdizione dei
Prelati della Polonia. Il Sig. Commissario del popolo ha
aggiunto che sacerdoti "avventurieri" menano
agitazione nazionalistica ed ha potuto oggi dirmi il nome esatto
del sacerdote, di cui mi parlò nel precedente colloquio, e che è il Rev.
Bieloholowy,35v
il quale svolgerebbe la sua attività nella
Bianca Russia.
Nel
chiudere
terminare
il collo Alla fine della nostra conversazione ho ripetutoal Sig. Cicerin,
di
che
ho fiducia che,
grazie a questi abboccamenti diretti,
egli vorrà influire di far valere tutta la sua influenza, aff acciocché
lae risp nuove proposte del Governo di Mosca costi [siano] accettabili per la S. Sede.
Chinato
33r, rechts oberhalb der Betreffzeile hds. von unbekannter Hand,
vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert:"C"; unterhalb des Datums hds. von
unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert:"VIII".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 06. Oktober 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17915, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17915. Letzter Zugriff am: 22.12.2024.