Dokument-Nr. 17915
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 06. Oktober 1925

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Sulle trattative per il regolamento della situazione della Chiesa cattolica in Russia - Nuovo colloquio col Sig. Cicerin
Col mio rispettoso Rapporto N. 33686 del 1º corrente ebbi l'onore di riferire all'E. V. R. il colloquio avuto la sera [innanz] precedente vale a dire, il giorno stesso del suo arrivo a Berlino col Sig. Cicerin, Commissario del popolo per gli affari esteri della Repubblica dei Soviety, in occasione del pranzo da lui dato in suo onore dal Sig. Stresemann.
Oggi ho avuto di nuovo oc la possibilità di incontrarmi con lui in occasio un déjeuner dato dal Sig. Conte Ernesto zu Rantzau, fratello dell'Ambasciatore di Germania in Mosca, ed a cui era invitato un numero ristrettissimo di persone, fra cui il l'Ambasciatore, Sig. Krestinski, ed il Segretario dell' Ambasciatadei Soviety, Sig. Stange. In tal guisa mi è stato possibile d'intrattenermi più
33v
comodamente e dirò quasi più familiarmente col Sig. Copredetto Commissario del popolo. Il quale, mentre nel surricordato pranzo ufficiale aveva l'aria stanca e quasi noiata, oggi invece appariva fresco,cordiale, di buon umore. Vestito con con eleganza, ha fatto largamente onore - malgrado la malattia di diabete, da cui dicesi afflitto - alle squisite vivande, agli abbondanti e prelibati vini, offerti dal Conte tedescoed ha poi ammirato, dimostrando coltura e buon gusto, i preziosi oggetti, che adornano l'appartamento del nobile Conte tedesco. Con queste disposizioni anche nella conversazione avuta con me si è mo mostrato assai più cortese e cordiale. Riprendendo la conversazione della settimana scorsa, ho cominciato col chiedergli se sarebbe stato possibile l'invio di un Delegato Apostolico a Mosca, come la S. Sede ne ha in Giappone e negli Stati Uniti d'America; ed egli ha risposto essere
34r
più opportuno di regolare anzitutto la situazione legale della Chiesa cattolica in Russia, dopo di che sarebbe stato più facile d l'ammettere un simile Delegato. Ha aggiunto che ha scritto subito a Mosca, dopo il colloquio presso il il il colloquio della passata settimana, presso il Sig. Stresemann, per sollecitare la cosa, ed avendogli io fatto rilevare tutto l'interesse che ha il Governo stesso di giungere ad un accordo, mi ha assicurato che riconosceva ciò pienamente e che l'affare veniva trattato con ogni serietà e con desiderio di pervenire ad una sistemazione. raggiungere una intesa. Gli ho domandato altresì perché il Governo dei Soviety non ammetteva l'esercizio del culto cattolico nel rito orientale, ed avendo egli e poiché egli sembrava ignorare tale proibizione, gli ho ricordato il numero 7 dell'Appunto rimessomi dall'Ambasciata Ambasciatore Krestinskj Krestinski nello scorso Febbraio, in cui si stabilisce che "il culto cattolico viene esercitato nella lingua latina". Egli mi ha confessato di
34v
non essere [in grado] di dare spiegazioni su quell'argomento emi ha confidato soggiunto che quei punti erano stati preparati dal Sinodo della Chiesa "ortodossa" vivente, cui che il Governo dei Soviety erasi rivolto aveva consultato. in quDa parte mia ho aggiunto che ciò spiegava come i punti stessi portassero così visibilmente le tracce della dell'antica legislazione, dell'antico regime (anche per ciò che riguardava l'ex il rito orientale) quanto al rito rientale), ma che, se le restrizioni imposte ai cattolici sotto erano in qualche modo spiegabili sotto il regime zarista, in cui la Chiesa "ortodossa" era la religione dominante ed un instrumentum regni, il Governo dei Soviety, il quale aveva invece proclamato la separazione dello Stato dalla Chiesa, avrebbe dovuto dimostrare ispirarsi a concetti più moderni e dare alla Chiesa cattolica piena libertà.
Dopo Il Sig. Cicerin, da parte sua, dopo aver ripetuto che la questione più difficile a risolversi sarà quella della scuola, mi disse che varie delle proposte contenute nei più volte menzionati punti erano state dettate dal bisogno di
35r
escludere il polonismo; così pure del anche egualmente del caratteristico come opporsi alle tendenze polonizzatrici (lo stesso pretesto motivo o pretesto era pur sempre addotto pur dall'antico regime per giustificare [dett] le Tiranniche leggi di oppressione della Chiesa cattolica) e che per questo appunto, si era, ad esempio, voluto che il Metropolita fosse sottoposto immediatamente alla Santa Sede, affine cioè di es [eliminare] la Gerarchia polacca. Mi è stato facile di spiegargli, come la S. Sede, pur nutrendo giusta benevolenza verso la Polonia, nazione eminentemente cattolica, è essenzialmente sopranazionale; ed anche perciò essa non aveva mai pensato di sottoporre i Vescovi russi alla giurisdizione dei Prelati della Polonia. Il Sig. Commissario del popolo ha aggiunto che sacerdoti "avventurieri" menano agitazione nazionalistica ed ha potuto oggi dirmi il nome esatto del sacerdote, di cui mi parlò nel precedente colloquio, e che è il Rev. Bieloholowy,
35v
il quale svolgerebbe la sua attività nella Bianca Russia.
Nel chiudere terminare il collo Alla fine della nostra conversazione ho ripetutoal Sig. Cicerin, di che ho fiducia che, grazie a questi abboccamenti diretti, egli vorrà influire di far valere tutta la sua influenza, aff acciocché lae risp nuove proposte del Governo di Mosca costi [siano] accettabili per la S. Sede.
Chinato
33r, rechts oberhalb der Betreffzeile hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert:"C"; unterhalb des Datums hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert:"VIII".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 06. Oktober 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17915, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17915. Letzter Zugriff am: 22.12.2024.
Online seit 24.06.2016.