Betreff
Proteste del Governo prussiano contro il Concordato fra la
S. Sede e la Polonia
Stamane il Consigliere ministeriale Sig. Denk, Incaricato d'Affari di Prussia in
Monaco, mi ha consegnato una Nota (St. M. N I 4242) in data
del 2 corrente, nella quale il Governo prussiano muove rimostranze contro il Concordato
recentemente concluso fra la S. Sede e la Polonia.
Confesso all'E. V. R. che sono stato
unqualche momentoin dubbio, se respingere puramente e semplicemente
simile Nota; [siccome] tuttavia
un tale atto avrebbe costituito una potuto essere
considerato come un affronto verso il Governo e rendere così ancor più difficili le i già
tanto delicati rapporti colla Prussia, non ho osato di compierlo
senza l'autorizzazione di V. E. Ho nondimeno
fatto notare al Sig. Denk che io non sono compe-52v
tente in questo
argomento e non avrei quindi potuto accettare una
discussione al riguardo.
La Nota pretende di affermare che il nuovo Concordato colla Polonia non è d'accordo colla
Bolla De salute animarum del 16 Luglio 1821. "Come la S. Sede (aggiungepoi) ripetutamente e propriamentein tempo recentissimo ha solennemente dichiarato, – i
Concordati conchiusi fra essa ed i
Governi costituiscono Convenzioni bilaterali, che obbligano le due Parti per sé e per i
successori e non possono in alcun modo essere rotte ad iniziativa di una uno solo
dell dei contraenti. In piena conformità con d tale principio il Governo
prussiano ha sempre considerato come le disposizioni della Bolla concordata De salute
animarum come giuridicam un vincolo giuridico e, anche nelle più
difficili circostanze del
temp
periododei tempi dopo la guerra, si è adoperato ha fatto ogni
sforzo per adempiere gli obblighi assunti, in particolar
modo53r
le dotazioni, così come esse erano fissate nella Bolla e
venivano richieste dalla S. Sede". Non ho bisogno di mostrare all'E. V., quanto
poco fondata
esatta
sia una
tal
siffatta
af
asserzione e quanto numerose siano
invece
state le inadempienze del Governo prussiano,
come è
– trattandosi di cosa
ben nota
a V. – essendo cosa ben risaputa e che trovasi, del resto, anche accennata nella Nota da me diretta al
Ministro del Culto in Prussia, Sig. Boelitz in data del 25 Giugno 1924
(cfr. Rapporto N. 30734 del 26 s. m.)., Il Sig. Ministro
Presidente continua – di mostrare all'E. V. quanto poco esatta sia una siffatta
asserzione e quanto numerose notevoli siano invece state, nel corso di un
[sol] nel corso di oltre un secolo, le inadempienze del Governo prussiano, il
quale ora invece si atteggia a così scrupoloso esecutore e
vindice degli obblighi concordatari.
"Che Il
Sig. Ministro Presidente prosegue osservando che, se la S. Sede, per regolare la
situazione ecclesiastica nel nuovo Stato polacco, desiderava di dipartirsi dalle anzidette
vigenti Convenzioni, il Governo prussiano avrebbe atteso
53v
che Essa, prima della
conclusione delle trattative già da tempo iniziate colla Polonia, avrebbe dato modo al Governo prussiano di
pronunziarsi al riguardo. Questa attesa sembra al Governo prussiano tanto più giustificata, in quanto che i confini diocesani stabiliti nella Bolla De salute animarum non coincidono in nessun
modo colle frontiere dello Stato prussiano, e, che i mutamenti delle frontiere medesime verificatisi durante un secolo dalla emanazione della Bolla,
non avevano dato alla S. Sede motivo ad una modificazione della medesima.
La Nota passa poi a muovere obbiezioni contro la diocesi di "Slesia", e si diffonde
più specialmente circa l'articolo 26 del Concordato colla Polonia, in virtù della quale
i la questione dei beni ecclesiastici situati in Polonia, e appartenenti a persone giuridiche estere, deve [essere] riservata ad una speciale Convenzione. "La struttura della diocesi di
Breslavia [ein Wort unlesbar] è basata,
secondo gli accordi54r
della Bolla De salute animarum, sulla
mutua integrazione, da una parte,di beni ecclesiastici situati della massima parte al di fuori della Prussia e, dall'altro, di dotazioni dello Stato. Qualsiasi turbamento di questa connessione
mette necessariamente in pericolo la capacità di esistenza della diocesi e della del
suo esteso territorio di Diaspora. Lo
Allo Lo Stato prussiano deve quindi dare importanza decisiva a ciò che tali situaz condizioni,
come esse [ven] vennero già stipulate, rimangano immutate, e dovrebbe del pari
rifiutarsi a supplire agli eventuali deficit finanziari, i quali possono sorgere daun nuovo unilaterale regolamento ordinamento. Di fronte
a ciò sembra al Governo prussiano che la riserva prevista nell'articolo 26 non offra
sicura garanzia, essendo evidente che lo Stato polacco, una
volta in possesso del Concordato, ha un interesse notevolmente
minore di prima di togliere il regolamento di54v
questo
punto dal campo dell'arbitrio. La conclusione del Concordato colla Polonia senza aver
reg sistemato i beni ecclesiastici appartenenti a persone estere sorprende
tanto più, in quanto che la S. Sede di fronte al Governo cecoslovacco ha respinto in
massima l'adattamento delle diocesi ai confini dello Stato fino a che non fosserofosse accuratamente regolata la situazione dei beni
ecclesiastici dell'archidiocesi di Strigonia. Dall'attitudine presa ora rispetto alla Polonia il Governo
cecoslovacco potrà cercare di valersi, come precedente, a
danno della Prussia". – La Nota termina rinnovando l'espressione
delle rimostranze del Governo prussiano contro il Concordato in discorso ed esprimendo la fiducia, in vista
dellesuoi amichevoli rapporti colla S. Sede, che questa provvederà a rimediare ai lamentati
inconvenienti.
Chinato
52r, links oberhalb der
Betreffzeile hds. in roter Farbe von unbekannter Hand, vermutlich von einem
Nuntiaturangestellten, notiert:"C".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 03. April 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 17918, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/17918. Letzter Zugriff am: 08.01.2025.