Betreff
Polemiche intorno all'azione pontificia per la pace nel 1917
Come è certam
ben
senza ben noto all'E. V. R., il Sig. Federico von Lama,
pubblicista cattolico, - sia in numerosissimi articoli di giornali, che
come in una a
un'ampia
pub
volume [una] più
un'ampia opera, la quale esce
esce in fascicoli, dal titolo Papst und Kurie in ihrer Politik
nach dem Weltkriege
-, si è occupato dell'azione pontificia per la pace nel 1917, e riferendosi al telegramma
del Governo inglese al Sig. Min Conte de Salis, Ministro della Granbretagna in Roma presso la S. Sede (Dispaccio N.
dell'E. V. N. 40956 del 24 Agosto 1917), alla conseguente mia Nota al
Cancelliere dell'Impero Sig. Michaelis del 30 di quello stesso mese ed alla risposta di
questo in data del 24 Settembre,
s. a., ha accusato il sunnominato Cancelliere di avere, per
odio avversione confessionale contro Roma, impedito
la l'ulteriore svolgimento del passo dell'Inghilterra per la
pace
19v
cui anche il Governo francese si era
associato. Alle affermazioni, sotto [var] vari punti di vista, a
mio umile avviso, esagerate ed inesatte -, del Sig. von Lama ha risposto
rispose il Sig. Michaelis in occasione
del
nella seduta del Sinodo provinciale protestante del Brandenburgo del
18 Settembre p. p., asserendo,
da parte sua,
, con evidente
falsità,
(secondo la relazione, (finora da
essolui non
rettificata), della Tägliche Rundschau, (come ebbi già a riferire nel rispettoso Rapporto N. 33653
del 23 di quello stesso mese), che
con evidente falsità
con evidente falsità,
che
confutata già dalla stampa cattolica,
che "la cosiddetta offerta di pace dell'Inghilterra fu
semplicemente una lettera di un benevolo e ragguardevole uomo privato di Londra".
L'anzidetta Tägliche Rundschau profittò [di] poi
di questa
pretesa
dichiarazione,
tale
affermazione,
asserzione,
delle dichiarazioni dell'ex-Cancelliere,
cui pretese di
attribuire una "importanza storica mondiale", per attaccare il von Lama quale
"istigatore senza scrupoli", "mentitore" e "falsario"ificatore", in seguito a che
questi ha sporto contro il giornale stesso pubblica querela. Essendo io venuto a conoscenza di ciò e sapendo
temendo che alla
S. Sede20r
riuscirebbe spiacevole
sgradevole se la l'anzidetta questione fosse di nuovo oggetto
di clamorosi dibattiti,
dinanzi al tribunale, ho procurato di far suggerire da terza
persona al Sig. von Lama di ritirare la sua querela, ma egli ha dichiarato
risposto che, di fronte a siffatti
simili
così gravi ingiurie, non
accettare qu
potrebbe farlo che
indurvisi soltanto "se la Nunziatura lo autorizzasse a dichiarare
pubblicamente essere desiderio della S. Sede che quell'argomento non venga
discusso discusso nuovamente e dinanzi al tribunale". Da parte mia non mi
A mio subordinato avviso, una siffatta dichiarazione non sarebbe scevra dal pericolo di far
supporre o che la S. Sede, abbia alcunché da temere
la cui azione (la cui opera è stata invece in ogni senso nobilissima e correttissima)
abbia alcunché da temere,
dalla pubblica conoscenza
verità
dei fatti
della verità
storicia
, o che Essa faccia causa
comune
sia unita abbia causa comune col summenzionato pubblicista.
Ad ogni modo ho ritenuto necessario di riferire subito all'E. V. con preghiera di
f volersi degnare di far pervenire a questa Nunziatura le Sue superiori
istruzioni al riguardo.20v
Siccome, poi, qualora la inopportuna
polemica avesse ancor seguito, vi sarebbe pericolo
ben probabile che si reclamasseerebbe di nuovo la pubblicazione
- con tanta difficoltà sinora impedita, come pure ben sa l'E. V. - dei
documenti sottoposti già alla Commissione parlamentare d'inchiesta, ho [richia]richiamato
già
ieri oggi stesso l'attenzione del Sig. Dr
Mayer, relatore nel Ministero per
degli Esteri per le questioni concernenti la S. Sede, che un
eventuale
eventuale
su tale possibilità, rilevando come un eventuale processo
giudiziario in seguito alla querela del von Lama non potrebbe mai, secondo gli usi
diplomatici, [esser] fornire pretesto
per
a siffatta pubblicazione, ma dovrebbe essere
basato
basarsi unicamente sugli atti già conosciuti, e che il processo medesimo dovrebbe eventualmente avere
esso anzi, se le circostanze lo richied consigliassero,
avdovrebbe
da
svolgersi a porte chiuse.
Chinato
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 11. Oktober 1925, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 18234, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/18234. Letzter Zugriff am: 27.07.2024.