Dokument-Nr. 19293
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
[Berlin], 01. April 19281

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Trattative concordatarie colla Prussia (Nuova circoscrizione diocesana)
Nelle conferenze, per le trattative concordatarie, che hanno avuto ebbero luogo, come di consueto, in questa Nunziatura nei giorni 18 Marzo p. p. e 7 corrente, Aprile scorso, <112927> è stata discussa trattata <fu cominciata a trattare> la questione della circoscrizione delle diocesi in Prussia.
Per ciò che riguarda la parte orientale, ebbi già occasione di riferire in proposito all'E. V. R. col nei rispettosoi rapportoi N. NN. 35376, e del 9 Giugno 1926. Per c e N.  35396 e 35915, rispettivamente in data del 9 e del 13 Giugno e del 25 Agosto 1926, alludendo anche alla all'aspra, per quanto ingiusta opposizione dei circoli protestanti contro la erezione di una diocesi in Berlino. Ciò mi è Tale attitudine dei circoli anzidetti è stata fu nuovamente affermata dal Direttore ministeriale, Sig. Trendelenburg, il quale ha aggiunto se che, qualora si si volesse in includere nel effettuare <erigere> col Concordato detta
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diocesi, l'approvazione nedel medesimo nel Landtag riuscirebbe ancor più difficile. Non essendo, d'altra parte, possibile di adoperare il termine né di Amministratore Apostolico (Dispaccio Il Governo, tuttavia, non si opporrebbe a rendere del tutto autonomo il territorio dell'Amministrazione Apo affidato in perpetuo all'amministrazione del Vescovo di Breslavia dalla Bolla De salute animarum (n. XXXIII), ma da governarsi vi subdelegationis dal Preposto della Chiesa parrocchiale di S. Edwige. Circa la estensione di detto questo territorio, comprendente la maggior parte del Brandenburgo e della Pomerania, ebbi già occasione di pro parlare nel succitato Rapporto N. 35376. Si avrebbero così due amministrazioni ecclesiastiche territori ecclesiastici indipendenti, l'anzidettao e quellao dell'attuale Amministrazione Apostolica di Schneidemühl, che resterebbe pure nel suo stato attuale. Per ciò che riguarda concerne il nome, non essendo possibile di dei rispettivi Ordinari, non potendosi adottare quello di Amministratore Apostolico (Dispaccio N. 2521/26 del 4 Novembre 1926) né quello di Governatore ecclesiastico,
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come nel Cile, (sarebbe, infatti, del tutto impossibile in Germania di parlare di un Gouverneur von Berlin), ed anzi <e> non essendo stata accettata <dal Governo> neppure l'idea da me avanzata di chiamare l'Or usare per Berlino il l'espressione [di] "Vescovo di S. Edwige" (analogamente a quella di "Arcivescovo di Westminster" per Londra), sembraò che non rimarrebbe se non il termine se non il termine generale di Ordinarius o quello di Praelatus nullius (can. 319), (nullius) , per quanto esso possa sembrare inusitato <apparire non appropriato> <inusitato> per una regione così vasta ed una città così importante, quale è Berlino. <ed una Capitale come e per la capitale del Reich.> <e per una Capitale così importante, quale è quella del Reich.> il quale Questi ordinari, i quali dovrebbero naturalmente essere insignitoi della dignità episcopale, vale a dire come Vescovo titolare. D avrebbero le stesse facoltà ed obbligazioni e gli stessi obblighi che i Vescovi residenziali ne (can. 323); la differenza sarebbe quindi solo unicamente nel nome. D'altra parte la S. Sede avrebbe il gran l'incomparabile <il> vantaggio della piena libertà nella scelta del candidato, salvo la "clausola politica"; dal parte canto miao, infatti, ho dichiaratoai apertamente ai negoziatori prussiani, che il un compromesso in esame circa la elezione dei Vescovi vale varrebbe solotanto per le vere e proprie diocesi e che, dal mo dappoiché il Governo rif si opponevaone<va> alla legittima domanda della erezione di un Vescovato in Berlino, non poteva può <poteva> pretendere la estensione del suaccennato compromesso al presente caso. I negoziatori miei interlocutori hanno insistito insistettero <replicarono>
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osservando che il futuro Ordinario o Prelato nullius di Berlino avreb dovrebbe continuare ad essere, come l'attuale Vescovo ausiliare, anche per ragione della sua sostentazione, Preposto di S. Edwige e che esiste una Convenzione fra la Curia vescovile di Breslavia ed il Governo prussiano (di essa parla il Prof. Heckel nel suo recentissimo<e> lavoro "Die Besetzung katholischer Pfarrstellen fiskalischen Patronats in den Delegaturen Brandenburg-Pommern und Preussen links der Elbe und Havel" pubblicato nella Zeitschrift der Savigny-Stiftung für Rechtsgeschichte, pagg. 161-163), in virtù della quale detto Preposto deve essere nominato di previa intesa fra le due Autorità; lo stesso dovrebbe quindi valere per il futuro Ordinario o <l'anzidetto Ordinario o> Prelato. nullius.. Ho Rrisposito che simile Convenzione è stata conchiusa senza intervento od approv della S. Sede ed è quindi res inter alios acta, e che inoltre colla erezione di una Prelatura un territorio con giurisdizione separata la situazione rimanerrebbe completamente mutata; quell'accordo non è quindi applicabile. I negoziatori prussiani non hanno quindi più insistito e resterebbero , a quanto sembra, insistettero più e sembrarono soddisfatti colla sola "clausola politica".
Quindi, Essi espressero, dopo di ciò, espresse il desiderio della costituzione di una provincia ecclesiastica nella Germania orientale, la quale comprenderebbe Breslavia, come da elevarsi a Sede metropolitana, le diocesi suffraganee di Ermland
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Per ciò che concerne <venire ora al>la parte occidentale, i I Revmi Vescovi della provincia ecclesiastica di Colonia (Colonia, Münster, Paderborn e Treviri), nonché quelli di Osnabrück e di Hildesheim, i quali pure fanno parte a intervengono, a norma del can. 285, al Concilio provinciale di Colonia, si riunirono in Münster il 22 Febbraio, 1927 <1927 in Münster, ove formularono relativamente alla questione della nuova circoscrizione delle diocesi il Voto, di cui l'E. V. troverà mi do premura <ho l'onore d'inviare> copia qui acclusa all'E. V. (Allegato I). Essi comincia ronono cominciarono giustamente coll'osservare che la circoscrizione effettuata cento anni or sono in base alle Bolle "De salute animarum" e "Impensa Romanorum Pontificum" non corrisponde più alle mutate, difficili e complicate circostanze attuali. Le circostanze. Le diocesi della quattro diocesi della provincia ecclesiastica di Colonia comprendono oltre otto milioni di cattolici, ed anche assai esteso è il loro territorio, come pure quello di Osnabrück e Hildesheim. I Revmi Vescovi
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stimanovano quindi che debba dovesse tendersi ad ottenere un aumento del numero delle diocesi. Nell'archidiocesi di Colonia si fa sentire la necessità della costituzione costituzione dei territori di Aqui Aquisgrana ed e di Essen in distretti ecclesiastici autonomi; nella diocesi di Münster lo sviluppo della situazione ecclesiastica porta alla erezione della di un Vescovato nella parte renana della medesima in proprio Vescovato ed alla dismembrazione del territorio diell'Oldenburg; nella diocesi di Paderborn all'autonomia del la parte territorio <del territorio> sassone, compreso il territorio dell' l'Anhalt; nella diocesi di Treviri ad un nuovo regolamento dei confini diocesani nella regione ad est del Reno; nella diocesi di Osnabrück alla costituzione del territorio delle Missioni della Germania settentrionale in Vescovato; nella diocesi di Hildesheim alla annessione di alcune parti della diocesi di Fulda ed a rettifiche di confine nel nord.
I Rev sullodati Revmi Ordinari affer-
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mavanono poi con dir ben a ragione che sarebbe una grave ingiustizia contro la Chiesa cattolica, se si volesse trattenere ed ostacolare il naturale e necessario sviluppo dell'amministrazione ecclesiastica cattolica in Prussia col riferirsi ad pretesto di eventuali correnti contrarie nella parte protestante della popolazione. Essi reclamavanono che, come dai cattolici non si solleva alcuna opposizione contro eventuali aumenti dei distretti amministrativi "evangelici" e dei corrispondenti posti di "soprintendenti generali", così venga deve essere dai protestanti pienamente rispettato l'incontestabile diritto della Chiesa cattolica di provvedere ai propri bisogni ed agli interessi della cura delle anime coll'aumento di diocesi e di delle Sedi vescovili. Il nuovo Il futuro Concordato dovrebbe quindi, a parere unanime dei Vescovi summenzionati Vescovi, fissare in massima il diritto della Chiesa alla fondazione di nuove diocesi, richieste dal ogniqualvolta essa sia richiesta dal troppo grande numero della popo degli abitanti o dalla troppo ampia
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estensione del territorio, in tal guisa che lo Stato non possa più, negandone la necessità od opportunità, frapporre impedimenti ad una nuova circoscrizione. Il Voto in esame discorso esame si astiene non <asteneva dall'>entrare nell'esame della a discutere la questione, in quale misura lo Stato in base alla secolarizzazione debba partecipare contribuire alla dotazione di eventuali nuove diocesi; esprimeva tuttavia la convinzione che lo Stato esso sia tenuto a prestare alla dotazione medesima nell'ambito degli obblighi derivanti dalla secolarizzazione anzidetta. I Revmi Prelati stimavanono che, se non si vuole voleva ritardare straordinariamente troppo la conclusione del Concordato, colla Prussia, non sarà sarebbe possibile di regolare in esso definitivamente la nuova circoscrizione di quelle diocesi. Propon evanogono Proponevano quindi, nell'ipotesi che il Concordato stesso riconosca in principio il diritto della Chiesa ad un corrispondente aumento delle diocesi, di creare intanto, come primo passo, nelle diocesi medesime, in quanto appaia necessario, Delegazioni distretti vescovili, a capo delle [sic] quali [siano al] si trovino Delegati vescovili, muniti di speciali facoltà, [c] e che eventualmente fungano anche da Vescovi ausiliari.
Avendo io manifestato ai negoziatori prussiani tali i surriferiti postulati dei Revmi Vescovi, essi manifestarono affermarono la impossibilità, da parte del Governo, di ammettere la illimitata libertà (che non si riscontra, del resto, in nessun altro Concordato) di fondare nuove diocesi, facendo e fecero a tal scopo notare come queste,
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dovendo, massime ai fini della riscossione delle imposte ecclesiastiche, avere i diritti delle pubbliche corporazioni a norma della Costituzione, avevano hanno bisogno dell' del riconoscimento dello Stato. Rilevarono, d'al d' dall'altro lato, la insormontabile difficoltà, a causa dei corrispondenti pesi finanziari, di creare ora tutte le nuove diocesi, suindicate, alle quali, di cui, del resto, gli stessi Revmi Vescovi avevano accennatono soltanto come ultimo termine di una evoluzione, che richiederà un notevole tempo di preparazione; dichiararono, tuttavia, che lo Stato prussiano sarebbe pronto a consentire alla erezione di una nuova diocesi in Aquisgrana; con che rimarrebbe sgravata l'Archidiocesi di Colonia, comprendente, secondo la statistica del Kirch ( del Kirchliches Handbuch für das katholische Deutschland , ([14.] XIV. Band, 1925 6-1927), pag.  428) 342) ben 3.424.378 3.368.354 cattolici. Si riservarono, nondimeno, di esaminare più accuratamente tutta la la intiera questione e di rimettermi poi un Appunto Memorandum al riguardo.
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Detto Memorandum, portante la firma del Prof. Dr. Heyer e la data del 12 Maggio 1927, mi fu da lui rimesso, d'[incarico] il giorno 22 di quello stesso mese ed importava un rimaneggiamento abbastanza particolareggiato dei confini diocesani in Prussia. Affine di V. E. ne troverà una copia qui compiegata unita (Allegato II) insieme alla traduzione italiana (Allegato III). Sembrandomi indispensabile di avere in proposito il parere del Voto del Revmo Episcopato prussiano, lo inviai senza indugio il detto menzionato Memorandum all'Eminentissimo Signor Cardinale Bertram, pregandolo e lo pregai al tempo stesso, di invit affine di evitare ritardi nelle trattative, di convocare a tal uopo <al più presto> una riunione straordinaria conferenza. In una questione, infatti, così complicata, e nella quale in vari punti gl'interessi delle varie diocesi sono assai divergenti, il parere separato dei singoli Vescovi non avrebbe condotto ad alcun risultato pratico; appariva quindi necessario che essi si riunissero, discut discutessero insieme la cosa e giungessero così in tal guisa ad un possibilmente ad un
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parere collettivo. Avendomi Il sullodato Eminentissimo mi rispose tuttavia che per varie circostanze, la con simile conferenza [speciale] non avrebbe potuto aver luogo prima dell'8 Agosto, sia perché vari Vescovi si trovavano impegnati coi viaggi, già da tempo fìssati, per l'amministrazione della S. Cresima, sia perché avre i Revmi Ordinari avrebbero voluto avere il un tempo necessario sufficiente per riflet esaminare maturam accuratamente la materia e prepararsi maturamente maturamente alla discussione. Non mi rimase quindi che di sospendere le trattative su questo punto coi Commissari prussiani, coi quali vennero intanto dibattuti altri argomenti, tra cui la questione scolastica (Rapporto N. 37821 del 19 Luglio scorso 1927). V. E. troverà qui uniti, il Voto della <compiegati, nella traduzione italiana, (Allegato IV), e co sia il Voto <comune> dei Revmi Vescovi riuniti in> il voto sia della Conferenza vescovile di Fulda, comunicatomi dall'Eminentissimo Cardinale Bertram con Foglio in data del 13 Agosto 1927 (Allegato IV), sia come pure quelli speciali: dell'Emo Cardinale Schulte, Arcivescovo di Colonia, il quale non poté per [un] causa
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di malattia intervenire alla Conferenza episcopale (Allegato V), del Revmo Arcivescovo di Friburgo (Allegato VI), del Revmo Vescovo di Paderborn (Allegato VII), del Revmo Vescovo di Warmia <o Ermland> (Allegato VIII) e del Revmo Amministratore Apostolico di Schm Schneidemühl (Allegato IX).
In seguito a ciò, la questione della nuova circoscrizione delle diocesi in Prussia fu nuovamente oggetto di lungh issimee e [snervanti] lunghe e minuziose discussioni nelle conferenze del coi Commissari prussiani tenutesi nei giorni 10 Settembre, 13 e 15 13 e 15 Dicembre 1927, e 24 Febbraio c. a., nonché di copiosa corrispondenza epistolare del sottoscritto coi singoli Revmi Vescovi interessati, ai i cui desideri e proposte ho procurato di sostenere nella maggior misura possibile di fronte ai l Commissari governativi. Governo.
Il Ministero del Culto ha riassunto, per parte sua, il risultato delle discussioni medesime in una appunto proposta (Allegato X), rimessami [alcuni giorni] ieri [sera] <ieri, e> di cui compio il dovere di dare qui appresso la traduzione italiana:
"Le parti del territorio della città di Francoforte sul Meno appartenenti sinora alla diocesi di Fulda vengono unite a quella di Limburgo
"L'attuale circoscrizione diocesana della Chiesa cattolica in [Pr] Prussia rimane conservata,
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ad eccezione dei seguenti mutamenti:
"In Aquisgrana viene sarà nuovamente eretta una Sede vescovile. ed il e lL'attuale Capitolo coll collegiale è verrà <viene> <verrà> mutato elevato a Capitolo cattedrale e sarà composto da ed avrà un Preposto, da cinque canonici effettivi, quattro canonici onorari ed otto vicari. La detta diocesi abbraccierà [sic] il distretto governativo di Aquisgrana ed i circondari di Grevenbroich, Gladbach, M.-Gladbach, Rheydt, Krefeld (città e campagna) e Kempen, ed apparterrà alla provincia ecclesiastica di Colonia.
La diocesi di Münster cede alla diocesi di Aquisgrana il territorio la sua parte del menzionato circondario di Kempen alla diocesi di Aquisgrana ed alla diocesi di Os Osnabrück il territorio di Oldenburg. a quella di Osnabrück. A questa ultima diocesi verranno uniti anche i territori di Missione finora amministrati dal Vescovo di Osnabrück; essa diverrà suffraganea dell'Archidiocesi di Colonia.
La Sede vescovile di Paderborn sarà elevata ad arcivescovile a e metropolitana ed il rispettivo Capitolo cattedrale a Capitolo metropolitano. Alla provincia
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ecclesiastica di Paderborn apparterranno, oltre l'Archidiocesi di Paderborn, le diocesi di Hildesheim e di Fulda. L'archidiocesi di Paderborn cede alla diocesi di Fulda il distretto del Commissariato di Heiligenstadt e del decanato di Erfurt.
Le parti del territorio della città di Francoforte sul Meno appartenenti sinora alla diocesi di Fulda passanoeranno a quella di Limburgo. Come Fulda, così aAnche la diocesi di Limburgo viene verrà staccata (come quella di Fulda) dalla provincia ecclesiastica di Friburgo, [ma] ed unita a quella di Colonia.
La Sede vescovile di Breslavia viene sarà eretta a ad arcivescovile e metropolitana ed il rispettivo Capitolo cattedrale a Capitolo metropolitano. Il distretto della Delegazione di Berlino sottoposto finora al Vescovo di Breslavia viene viene verrà costituito in Prelatura indipendente, il cui Ordinario risiede in S. Edwige in Berlino. Parimenti per i territori residui occidentali di territorio dell'Archidiocesi di Gnesen-Posen e della diocesi di Culma, retti attualmente da un Amministratore Apostolico, viene sarà istituita una Praelatura nullius con sede in Schneidemühl.
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Il territorio di Pomesania, appartenente già alla diocesi di Culma ed ora governato dal Vescovo di Ermland come Amministratore Apostolico, viene verrà unito alla diocesi di Ermland, la quale rimanerrà anche in avvenire esente dalla potestà metropolitana.
La erezione di una nuovae diocesi o di una nuovae provinciae ecclesiastiche, che apparissero eventualmente necessariea in avvenire, od altre modificazioni della circoscrizione diocesana rimangono riservate ad un futuro al accordo supplementare. Questa forma Questo accordo non si richiede per mutamenti locali di confini diocesani, i quali vengono attuati semp semplicem unicamente nell'interesse della cura locale delle anime". in un determinato luogo."
Alla surriferita proposta mi sia lecito di aggiungere subordinatamente le seguenti brevi osservazioni:
1°) Tutti i I punti [menzionati] in essa contenuti hanno avuto il consenso dei Vescovi interessati, da me riservatamente interrogati al riguardo. Soltanto l'Arcivescovo ed il Capitolo metropolitano di Friburgo col suo Capitolo metropolitano, come risulta già dall'Allegato VI
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e mi è stato poi confermato con nuove dichiarazioni in data del 27 Dicembre 1927 e del 2 Gennaio c. a., è sarebbe contrario al distacco delle diocesi di Fulda e di Limburgo dalla quella provincia ecclesiastica. Egli chiede, tuttavia, che, qualora la del Reno superiore. Qualora, tuttavia, la S. Sede decidesse un tale cambiamento, egli chiede che venissega chiesto domandato previamente il consenso del Governo del Baden, affine di evitare il pericolo che lo esso Stato questo altrimenti si dichiari sciolto dagli obblighi [contenuti] fissati nelle Bolle di circoscrizione de per la Provincia ecclesiastica dell del [ein Wort unlesbar] superiore degli anni 1821 e 1827 e sospenda o diminuisca le prestazioni finanziarie alla Chiesa cattolica. - Invece i Revmi Vescovi di Fulda e di Limburgo sono a nulla hanno da opporre a che le loro diocesi, staccate da detta provincia, <Friburgo,> vengano unite, come si è accennato, rispettivamente alla erigenda Pro provincia ecclesiastica di Paderborn ed a quella di Colonia.
Il Revmo Vescovo di Münster, pur non essendo contrario alla separazione del territorio dello Stato di Oldenburg dalla sua diocesi ed alla unione di esso a quella di Osnabrück, insinua tuttavia anche egli l'opportunità di una previa intesa conl quel Governo di quello Stato.
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Il Revmo Vescovo di Osnabrück opina che, finché è pienamente d'accordo che, fintantoché non sia possibile di costituire una nuova diocesi abbracciante tuttoa il territorio la regione delle Missioni della Germania settentrionale,, questione punto questo, che, a suo parere, deve tenersi s pr presente con sede, ad es., in Amburgo, occorrerebbe <essa> questa sia intanto di incorporar la e <incorporata> al suo territorio diocesano. il territorio medesimo alla sua diocesi . di Osnabrück. Questo punto non tocca tant però ad eccezione dello Schleswig-Holstein, per sé il Concordato colla Prussia, perché tratt è territorio di altri Stati (Amt trattasi di territorio, la maggior parte del quale appartien appartiene fa parte di altri Stati. Prega tuttavia che si tenga presente e si appoggi a tempo opportuno la proposta della erezione dell'anzidetta diocesi. - Il medesimo Prelato è pure favorevole alla unione di Oll Oldenburg alla sua diocesi e non si oppone a che questa venga a venga a far parte entri ndella provincia ecclesiastica di Colonia.
Col regolamento riguardante la città di Francoforte viene rimane risoluta la una spinosa questione, già da lungo tempo agitata e sulla quale anche su cui l'E. V. si degnò di richiamareò la mia attenzione col venerato Dispaccio N. 1943/27 dell'8 Luglio 1927.
A causa della opposizione del Revmo Vescovo di Ermland (ed anche condivisa altresì dael Governo prussiano) per <per futili> motivi politici) di rinunziare alla sua esenzione, la [prussiana] erigenda
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[ein Wort unlesbar] Sede metropolitana di Breslavia non avrebbe alcuna diocesi come suffraganee, alcuna diocesi, ma soltanto che due semplici <come suffraganee soltanto le due> Prelature di (Berlino e di Schneidemühl). Non ho mancato di far rilevare ai Commissari prussiani l'anormalità di unaa simile progetto. <costruzione.> <costruzione.> <costru> <[ein Wort unlesbar]> <costruzione.> <soluzione.> posizione ecclesiatica. A mio umile avviso, allo scopo di avere una completa organizzazione in provincie ecclesiastiche delle diocesi della Prussia, <in tre Provincie ecclesiastiche (occidentale = Colonia, centrale = Paderborn, orientale = Breslavia), occorrerebbe> occorrerebbe forse di insistere perché la diocesi di Ermland - l'unica che rimarrebbe altrimenti <rimarrebbe> come immediatamente soggetta alla S. Sede - facesse parte della anzidetta progettata provincia. <provincia di Breslavia.>
Egualmente, siccome i cattolici di Berlino a mio subordinato parere, siccome i cattolici di Berlino <questa Capitale> risentiranno come ingiustificato e<d> quasi umiliante che Berlino non sia <sede di una> eretta a diocesi, ma a semplice Prelatura, sarebbe, a mio subordinato parere, opportuno di rinnovare ancora la richiesta della erezione di una diocesi, affinché, in caso negativo, la intiera odiosità ricada sulla sul Governo ed apparisca ancor più chiara <evidente> la fanatica intolleranza dei [pr] <di alcuni circoli> protestanti.
2°) Poiché l'attuale <il suesposto> il surriferito proposto <nuovo> regolamento della circoscrizione diocesana è ben lungi dal soddisfare tutti i bisogni della organizzazione amministrazione ecclesiastica e della cura delle anime, de e siccome, d'altra parte, sembra pressoché impossibile per ora di ottenere di più, ho chiesto ho chiesto ai ho fatto <feci> presente ai Signori Commissari la necessità che constassei in modo sufficiente non trattarsi di un ordinamento [ein Wort unlesbar] ma di doversi il presente <l'attuale> ordinamento considerare come definitivo, ma soltanto come un primo passo il quale doveva deve lasciare aperto l'adito ad un ulteriore svolgimento. A tale pensiero A tale domanda ha voluto corrisp soddisfare l'ultimo passo della surriferita della proposta governativa.
3°) Durante la discussione i Signori Commissari, sempre <bramosi e preoccupati> bramosi di mantenere<, ed anche <possibilmente> di accrescere,> il rango e la importanza delle Facoltà teologiche presso le Università dello Stato, chiesero non solo che i gli studenti di teologia delle le erigende diocesi o Prelaturae di Aquisgrana non potessero erigere Seminari propri, e <ed inoltre> che i chierici appartenenti alle medesime fossero fossero [così] tenuti a frequentare i corsi
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nelle Facoltà teologiche della diocesi, da cui venivano staccate. Così i chierici della nuova diocesi di Aquisgrana avr avrebbero dovuto essere obbligati a compiere il i loro studi filosofico-teologici in Bonn, e quelli della Prelatura di Berlino in Breslavia. Il Prof. Heyer, appoggiandosi riferendosi al § 3 del can. 1354, notò come la prescrizione, che ogni diocesi abbia un proprio Seminario, non è assoluta, rilevò gli svantaggi di <dei piccoli> Istituti insufficienti per numero di alunni e con deficienti <per> mezzi d'insegnamento, e ricordò altresì la istituzione dei cosiddetti Seminari interdiocesani e regionali., in uso anche in Italia. Da parte mia, conoscendo avendo presenti i gravi difetti della formazione dei giovani chierici [ein Wort unlesbar] nelle Facoltà dello studenti di teologia nelle Università dello Stato, mi opposi con ogni energia a tale limitazione della libertà dei tale restrizione della libertà dei Vescovi, i quali, - dissi - se pure non possono avere quand'anche non possano erigere <fondare> un Seminario proprio, debbono almeno avere il diritto d'inviare di potere inviare i loro chierici ove essi meglio credono. Su ta Su questo punto i Signori Commissari no dovettero cedere; non ho potuto tutt invece ottenere, almeno per ora, [che] la facoltà per le nuove diocesi o Prelature di avere un proprio Semi-
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nario completo, e perciò nel summenzionato Memorandum del Prof. Heyer (Allegati II e III) si legge: "Specialmente il non aumento degli Istituti per l'insegnamento teologico in Prussia dovrà espressamente essere posto come condizione per il consenso dello Stato a favore di una nuova circoscrizione". V. E. giudicherà quale definitiva attitudine convenga alla S. Sede di prendere di fronte a tale esigenza ,. la quale costituisce una grave restrizione della al riguardo. Mi permetto, tuttavia, di osservare essere <come potrebbe forse sembrare> per sé per sé più vantaggioso, che se, piuttosto che avere <erigere> un Seminario proprio con istruzione deficiente, [ci sia] gli Ordinari della nuova diocesi o Prelature <, piuttosto che erigere Seminari propri con istruzione deficiente,> invi inoassero <inviassero> i loro alunni nel nuovo Istituto filosofico-teologico eretto in Francoforte dai RR. PP. della Compagnia di Gesù, in Francoforte sul Meno, [ove] così potranno ricevere una buona ove i futuri sacerdoti riceverebbero una sana e solida formazione secondo il i l metod io scolastico prescrittio ed inculcat<o>i dalla S. Sede. Ma in questo caso tanto maggiore dovrebbe essere la cura da porsi nella buona scelta degli Ordinari medesimi.
Chinato
Nella seduta di Venerdì 24 Febbraio scorso i Signori Commissari domandarono p specific <giunsero perfino a domandare <(contrariamente anche <altresì> alla primitiva loro proposta - cfr. Rapporto N. 36039 dell'8 Settembre 1926)>> che anche <per> la <esistente> diocesi di Osnabrück si rinunziasse al diritto<, ad essa soltanto indubbiamente spettante,> di avere un proprio Seminario (sebbene di fatto abbia [soltanto] non
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soltanto il <attuato, sol all'infuori del>l'ultimo anno del Seminario pratico o Priesterseminar ) - cfr.  Rapporto N. 39175 del 28 Marzo p. p.), di avere <fondare> <avere> un proprio Istituto filosofico-teologico, osservando <e<d> rilevarono <appoggiarono tale> pretesa <col> rileva<re>ndo che quel coll'asserire che quel Revmo Vescovo<, Mons. Berning,> manda ben volentieri i suoi chierici presso la facoltà teologica dell'Università di Münster. Respinsi con indignazione tale richiesta, affermando <risolutamente una siffatta pretesa <richiesta,> aggiungendo <dichiarando>> che non avrei potuto nemmeno trasmettere <trasmetterla> alla S. Sede <e deplorando che i Signori Commissari mettano così innanzi sempre nuove <ed inammissibili> esigenze; essi> una così enorme pretesa; i Signori Commissari si videro perciò costretti a ritirarla. <ritirare la loro proposta.>
Chinato
329r, oben mittig hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
1Oberhalb der Datumszeile hds. von Pacelli eingegeben und gestrichen: "Aprile 1927".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 01. April 19281, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 19293, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/19293. Letzter Zugriff am: 12.05.2024.
Online seit 20.01.2020.