Dokument-Nr. 20106
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele
[Berlin], 18. März 19261

Schreiber (Textgenese)
PacelliPacelli
Betreff
Sull'opera "Das Wesen des Katholizismus" del Sac. Dr Carlo Adam, Professore di teologia dommatica nella Facoltà teologica della Università di Tübingen
La condanna di varie opere dei Sacerdoti Professori Hehn e Wittig, pronunciata nel Luglio dello scorso anno da cotesta Suprema S. Congregazione, ha suscitato in Germania un timore, del resto ben salutare, di nuove proscrizioni.
Una delle opere, per le quali ciò maggiormente si t paventa, è il libro del Sac. Dr Carlo Adam, Professore di teologia dommatica nella Facoltà teologica della Università di Tübingen, intitolato "Das Wesen des Katholizismus". La prima edizione apparsa in Augsburg coll'Imprimatur di quella Curia vescovile, per cura della Casa editrice Haas e Grabherr, come [volume] della parte della collezione Aus Gottes Reich pubblicata dael Verband der Vereine katholischer Akademiker zur Pflege der katholischen Weltanschauung. Esso era una raccolta di pubbliche conferenze lezioni (Publica) tenute dal detto Professore in Tübingen, e che, a quanto mi è stato riferito, fecero allora profonda impressione su cattolici e protestanti e vennero considerate come la più potente manifestazione di intellettuale cattolica, che si fosse avuta da decenni in quella Università protestante luterana. Una
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parte delle menzionate conferenze fu dall'Autoredam ripetuta nel Congresso degli accademici cattolici in Ulm, producendo pure <suscitando pure> con grande entusiasmo. . degli intervenuti. Il volume in discorso si è poi largamente diffuso fra i cattolici in Germania, destando e ha destato - così si afferma - vivo amore entusiastico per la Chiesa, producendo inestimabili frutti di bene. Una seconda edizione La Sulla nota Rivista dei PP. Gesuiti Stimmen der Zeit nel (fascicolo di dell'Ottobre 1924 ) pag. 50 e segg.) in un ne fece in un articolo del P. Przywara (pag.  548 e segg.) apparve <già> un'ampia recensione del libro in discorso, in sostanza assai (salvo lievi osservazioni) qualche osservazione secondaria) assai lusin molto favorevole e lusinghiera. Una seconda edizione accresciuta dell'opera, stessa sub rapidamente esaurita e venne curata dalla Casa editrice L. Schwann di Düsseldorf nello scorso anno ed è dedicata al Revmo Mons. von Keppler, Vescovo di Rottemburg, in occasione del venticinquesimo anniversario della sua consacrazio consacrazione episcopale.
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Avendo recentemente recentemente esaminato, alquanto il per quanto me lo hanno permesso i continui lavori di questa Nunziatura, il libro in parola nella suddetta seconda edizione, esso mi è sembrato teologicamente non profondo, una trattazione bensì scritto con stile attraente, con calore e con indubbio indubbio desiderio di ispirare amore verso la Chiesa. ed intenzione di bene; il che può spiegare il favore da esso incontrato.), Non tuttavia ma al tempo stesso teologicamente poco profondo; che anzi non mancano, tuttavia, a mio umilissimo avviso, espressioni oscure ed equivoche, od anche per sé ine inesatte od anche o false, sebbene <poi> non di rado chiarite <vengano> meglio chiarite o [ein Wort unlesbar] in altri passi dell'opera medesima. Tra di esse concezioni, delle tra le quali mi permetto di notare, a mo' d'esempio, le seguenti: 1º) Anche nell'opera in discorso si riscontrano le traccie [sic] della singolare teoria , dell'Adam circa la fede <(>già altre volte proposta dall'Adam,<)> di una immediata comprensione di Dio rivelante (cfr. pag. 64), sebbene corretta in altri passi, <quantunque in seguito corretta,> del libro, e massime nel quarto capitolo. ("Die Stiftung der Kirche im Licht der Verkündigung Jesu"). 2º) A pag. 61 l'Adam<utore> <insegna che colla ragione naturale si può conoscere Iddio <soltanto> come "principio e fine <ragione> di tutte le cose", ma non come "vivente", e, d'altra parte, egli> sembra quasi porre sullo equiparare la rivelazione coll'atosmistischer  [sic] Seinseindruck" dello Scholz e colle "rivelazioni" delle altre religioni. 3º) A pag. 248-249 egli scrive che "la Chiesa crede ad un processo di evoluzione della conoscenza della verità soprannaturale. Essa
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insegna un progresso della fede e ciò non solo in senso soggettivo, ma anche oggettivo", mentre che i teologi cattolici (cfr. Dieckmann S.J, Tractatus de Ecclesia, 1925, ed. II, n. 815 e segg.) insegnano affermano non potersi ammettere un progresso dommatico oggettivo, ma soltanto soggettivo. È ben vero <giusto> tuttavia <di notare> <anche qui> che nel periodo seguente egli corregge <rettifica> l'anzidetta <in qualche modo> la surriferita asserzione. 4º) Sebbene i teologi cattolici (cfr. Dieckmann, op. cit. vol. I n. 591-595) non neghino che la grazia divina operi anche in coloro, che sono fuori della Chiesa, tuttavia nondimeno l'Adam parmi, sembra, se non m'inganno, se non erro, esaltare eccessivamente la santità nelle società religiose acattoliche (pagg. 186-187). D'altra parte, pur nell' suo amore che egli esprime <manifesta> verso la Chiesa, sembrami parmi che insisterea troppo sulle sulle di lei "debolezze" ed "imperfezioni" di essa sulla qui in terra. Essa apparisce "coperta di polvere per il lungo cammino; la di lei andatura è talvolta snervata (schlapp) e stanca" (pag. 252). "Credenti moralmente guasti, cattivi sacerdoti, Vescovi e Papi - sono le piaghe aperte, ulcerose, non giammai rimarginabili sulla carne del mistico Cristo... Come il suo maestro non è venuto per i sani, ma per i malati, così la Chiesa La Chiesa nel mondo avrà sempre malati, punti malati nel capo e nelle membra" (pagg. 239-240). 5º) A pagg. pag. 216 egli
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e segg. egli sembra porre la coscienza subbiettiva del fedele <credente> al di sopra dell'autorità della Chiesa: "La maestà della sua coscienza decide in ultima analisi in <in> tutte le questioni della sua fede e della sua morale, nell'intero ambito della sua condotta spirituale. Essa decide da sé nella <<nel>la> questione, se il cattolico possa essere mai <essere in qualche caso> autorizzato a non prestar <negare> obbedienza alla Chiesa". 6º) Sebbene i Dottori Cattolici ammettano che le risposte dottrinali della S. Congregazioni confermate dal Sommo Pontefice <in forma mere communi> non siano per sé infallibili, tuttavia parmi che l'Autore (pag. 243) troppo generalmente affermi che esse "possono errare <errare> ed hanno errato", aggiungendo <(a mio umile avviso <parere> non <men> rettamente)> che per conseguenza il consenso interno ad esse dovuto non ha un carattere essenzialmente diverso da qul quello che noi prestiamo anche "alla parola di una Autorità umana degna di fiducia"<.>, il che, <se non m'inganno,> non and<sar>ebbe   in armonia col Decreto Lamentabili di cotesta Suprema (3 Luglio 1907) prop. 7 e 8.
In data del 5 Febbraio p. p. l'Emo Sig. Cardinale Schulte, Arcivescovo di Colonia, mi significava di aver notato rilevato che l'Imprimatur della la seconda edizione aum   accresciuta del libro dell'Adam, pubblicata come si è detto più sopra, in Düsseldorf (Archidiocesi di Colonia), portava soltanto l'Imprimatur dato già dalla Curia vescovile di Augsburg per la prima edizione, ma non aveva senza aver avuto, come sarebbe stato necessario, una nuova approvazione (cfr. can 1392). Il sullodato L'Eminentissimo si era aveva perciò richiamato l'attenzione della Casa editrice L. Schwann circa tale siffatta omissione, ordinando che il libro fosse senza indugio sottoposto alla censura della Curia arcivescovile e vietando che alcun esemplare del medesimo venisse venduto, prima che questa avesse dato il suo giudizio. Con ulteriore foglio in data del 9 d. m. il sullodato Cardinale mi ha comunicata partecipava <comunicava> la risposta della Casa editrice della Casa editrice, in cui essa dichiara essere essa, dopo aver esposto che detta penosa omissione è era avvenuta per pura inavvertenza e si ed è <si dichiara<va>> pronta ad ottempera[sic] pienamente alle surriferite prescrizioni. L'Emo,
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mi ha al tempo stesso interessato a portar ciò a conoscenza di cotesta Suprema S. Congregazione, aggiungendo di aver incaricato due censori per l'esame dell'opera.
Nel compiere pertanto tale incarico, m'inchino
come mi significava <partecipava infine> con altre lettere del 9 corrente, ha deputato <incaricato> <nominato> due Censori ad hoc, che egli in altra lettera del 9 corrente qualificava come "assai coscienziosi e del tutto competenti", i quali hanno già dato <presentato> il loro Voto. L'E. V. R. troverà qui acclusa tale succitata lettera insieme ai relativi Allegati che è stato che il Sig. Cardinale Schulte ha già comunicato <trasmesso subito> all'Autore per le necessarie correzioni. L' Egli spera che in tal guisa <"questo> "il libro probabilmente di molto valore, <di straordinario pregio,> purificato<gato> da tutti gli errori e difetti, riuscirà sempre più ad onore della scienza teologica e della nostra santa Chiesa, a cui esso vuol servire". L'E. V. R. troverà qui acclusa la succitata lettera insieme ai relativi Allegati.
Chinato
67r, links oberhalb des Adressaten hds. von unbekannter Hand, vermutlich von einem Nuntiaturangestellten, notiert: "C".
1Ursprünglich angegebenes Datum "17 Marzo 1926" hds. von Pacelli korrigiert.
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Merry del Val, Raffaele vom 18. März 19261, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 20106, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/20106. Letzter Zugriff am: 23.04.2024.
Online seit 29.01.2018.