Dokument-Nr. 206
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro
München, 10. August 1917

Regest
Der Bayerische Gesandte Freiherr von Ritter zu Groenesteyn hatte Pacelli in der Schweiz vertraulich mitgeteilt, dass er sich mit einer Protestantin erneut verheiraten möchte. Pacelli erläuterte ihm daraufhin die kirchliche Haltung dazu und die Bedingungen für eine Dispens wegen Religionsverschiedenheit und warnte ihn davor, dass er sich als Gesandter beim Heiligen Stuhl nicht in eine schwierige Lage bringe. Nunmehr erhielt Pacelli ein Schreiben des Freiherrn von Ritter zu Groenesteyn vom 5. August 1917, in welchem dieser ihn über seine Verlobung und bevorstehende Eheschließung mit jener Protestantin von Meyer unterrichtet und zugleich bittet, dem Papst die Nachricht und seine Bitte um den Apostolischen Segen zu übermitteln. Freiherr von Ritter zu Groenesteyn werde die Ehe im Geheimen schließen und danach privat den Mitgliedern der Kurie Mitteilung machen.
Betreff
Sul Signor Barone de Ritter
Riservata
Eminenza Reverendissima,
Il Signor Barone de Ritter de Gruenstein, Ministro di Baviera presso la Santa Sede, nel mio passaggio per la Svizzera mi confidò sotto il più assoluto segreto che egli, sebbene non avesse preso ancora una definitiva risoluzione in proposito, da qualche tempo pensava a contrarre un nuovo matrimonio (e fin qui non vi era nulla a ridire), aggiungendomi poi che egli si sentiva fortemente inclinato a sposare una Signorina, di cui allora non mi disse il nome, sventuratamente di religione protestante. Con molti particolari mi manifestò il vuoto che l'animo suo aveva risentito dopo la perdita dolorosissima della defunta Baronessa, mi narrò l'incontro avuto in Lugano colla detta Signorina, mi descrisse le qualità di lei che egli trovava naturalmente straordinarie, la somiglianza impressionante che presentava colla sua prima Consorte, ecc. ecc.; tutte notizie queste le quali, non differendo dalla storia comune a quanti passano a seconde nozze, non meritano di essere più dettagliatamente riferite all'Eminenza Vostra Reverendissima. Da parte mia, per ciò
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che riguardava la questione della religione della Signorina, su cui del resto l'ottimo e cattolico Signor Barone non aveva mancato di portare la sua attenzione, ammisi che la Chiesa, pur aborrendo da tali matrimoni, dispensa dall'impedimento di mista religione, quando vi siano giuste e gravi cause e si prestino le debite cauzioni; ma al tempo stesso gli feci notare col maggior garbo possibile la delicatezza della situazione, in cui egli, Ministro presso la Santa Sede, sarebbe venuto a trovarsi, specialmente allorché, finita la guerra, avrebbe fatto ritorno a Roma.
D'allora in poi il Signor Barone, né in varie lettere da lui indirizzatemi da Lugano, né in occasione di una sua recente visita a Monaco, mi aveva fatto più parola del suo progetto di matrimonio. Ora però ricevo una nuova sua lettera in data del 5 corr., in cui, fra le altre cose, si legge il brano che qui appresso trascrivo, traducendolo dal tedesco:
"Il mio fidanzamento, del quale Le parlai durante il viaggio per la Svizzera, è ora perfetto. Non si scandalizzi, La prego, per ciò che la mia fidanzata è protestante. Le ho già esposto i motivi per cui posso passar sopra a questa difficoltà religiosa, ed Ella mi conosce certo abbastanza per comprendere che ho ben riflettuto a questo lato della questione, che la mia fede non corre alcun pericolo, e che anzi potrò piuttosto
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avere occasione – Le dico ciò sub secreto confessionis – di essere utile all'altra parte. La mia sposa è di nobile, elevata natura e del tutto adatta per ridarmi, dopo le gravi sventure da cui sono stato colpito, la gioia della vita. È figlia di un Generale dell'Annover caduto in questa guerra e si chiama Signorina von Meyer.
La prego di partecipare la mia risoluzione a Sua Santità, perché non vorrei farne oggetto di una comunicazione officiale all'Emo Signor Cardinale Segretario di Stato. Con filiale devozione supplico il Nostro Santo Padre, affinché voglia degnarsi benedire la mia nuova unione, che io contrarrò assai presto segretamente, come si conviene ai tempi gravi ed alle circostanze personali.
Forse Le si presenterà anche l'occasione di scriverne una parola a Sua Eminenza.
Dopo la celebrazione del mio matrimonio, non mancherò di darne partecipazione nella consueta forma privata ai membri della Curia da me personalmente conosciuti."
Chinato al bacio della S. Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di rassegnarmi
dell'Eminenza Vostra Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
48r, in der oberen rechten Ecke hds. von unbekannter Hand, vermutlich vom Empfänger notiert: "R".
Empfohlene Zitierweise
Pacelli, Eugenio an Gasparri, Pietro vom 10. August 1917, in: 'Kritische Online-Edition der Nuntiaturberichte Eugenio Pacellis (1917-1929)', Dokument Nr. 206, URL: www.pacelli-edition.de/Dokument/206. Letzter Zugriff am: 26.04.2024.
Online seit 24.03.2010, letzte Änderung am 29.09.2014.