TEI-P5
Dokument-Nr. 2284
Eminenza Reverendissima,
Mi pervennero l'altro ieri sera ad ora tarda i due veneratitelegrammi, coi quali l'Eminenza Vostra Reverendissima mi ordinava di iniziare subito con questo Incaricato d'Affari della Repubblica dei Sovieti
, Sig. Bratman-Brodowski
, le trattative
per il regolamento della situazione della Chiesa
cattolica in Russia
, senza attendere l'arrivo dell'Ambasciatore
.
Ieri mattina mi recai senza indugio al Ministero degli Esteri e pregai il Capo del protocollo Sig. von Gülich
di far conoscere al detto Signore il mio desiderio di avere
quanto prima un abboccamento con lui. Verso l'una pomeridiana mi fu comunicato che egli mi
avrebbe visitato il giorno seguente, vale a dire oggi alle ore 10½ antimeridiane.
Il Bratman-Brodowski (ebreo, a quanto mi ha confidato il Sig. von Gülich, come l'Ambasciatore Krestinski) è venuto infatti da me stamane alle ore 10¾. Conoscendo egli poco la lingua francese, la conversazione si è svolta in tedesco. Gli ho significato che la S. Sede mi aveva dato l'incarico di trattare colla Rappresentanza della Unione delle Repubbliche Federate dei Sovieti in Berlino sulla situazione ecclesiastica in Russia, e gli ho mostrato al tempo stesso il FoglioReverendissima1 allegato al venerato
Dispaccio N. 30628; egli lo ha preso ed osservato, ma, non
comprendendo la lingua italiana, me lo ha restituito senza averlo potuto leggere. Mi ha
detto poi essere a lui nota la intenzione manifestata dalla S. Sede nello scorso mese
di Maggio (data del sullodato Foglio) che i negoziati avessero luogo in Berlino, ma ha
aggiunto che, malgrado ciò, il Governo di Mosca aveva invece chiesto che continuassero in
Roma, ritenendo che questo fosse il luogo più adatto a tale scopo. Da parte mia ho risposto
constarmi con certezza che la intenzione della S. Sede era rimasta immutata, e gli ho
spiegato le ragioni per cui Essa non può trattare attraverso l'Ambasciata presso il
Quirinale. In seguito a ciò il Bratman Brodowski ha dichiarato che non aveva istruzioni, ma
che era pronto a trasmettere al suo Governo le mie comunicazioni. Gli ho allora consegnato
in un foglio scritto a macchina, senza intestazione nè firma, il riassunto in lingua tedesca
del pensiero della S. Sede (cfr. Allegato), illustrandolo di viva voce e facendo rilevare al mio interlocutore la grande
importanza della concessione dell'invio, previe le necessarie assicurazioni e garanzie, di
un Delegato Apostolico
. Il Rappresentante dei Sovieti ha notato
tuttavia che il riconoscimento de jure è per il Governo di Mosca di fronte ai vari
Stati la condizione preliminare per i negoziati; al che ho opposto, <in>2 base alle notizie contenute nel Pro-memoria annesso al succitato Dispaccio N. 30628, avere il
Sig. Mikhailoff
dichiarato in Roma al Rev. P. Tacchi Venturi
il 22 Febbraio ed il 9 Aprile del corrente anno che "i Sovieti
sono pronti ad incominciare le trattative per regolare la situazione giuridica della Chiesa
cattolica in Russia, anche senza avere prima ottenuto il riconoscimento de jure",
dichiarazione ripetuta dall'Ambasciatore Jurenieff
al Rev. P. Simonetti
. Il Sig. Incaricato d'Affari ha replicato che ciò dovevasi
intendere delle trattative per giungere al detto riconoscimento; ma alla mia volta gli ho
fatto notare
Oltre a ciò gli ho dato, sempre in conformità del menzionato Pro-memoria, alcune spiegazioni circa il punto relativo al libero esercizio del culto nelle chiese.
Infine, per evitare i ritardi cui mi accennò questo Ambasciatore
di Spagna
(cfr. Rapporto N.
30700), ho pregato il Sig. Incaricato d'Affari di farmi avere con sollecitudine
la risposta del Governo, adducendo come ragione il bisogno che ho di tornare presto a Monaco
per gli affari della Nunziatura. Egli mi ha assicurato che avrebbe spedito oggi stesso a
Mosca per posta aerea la mia comunicazione, osservando però che la risposta medesima non
sarebbe potuta giungere, nella più favorevole ipotesi, se non Lunedì della prossima
settimana.
Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
Online seit 18.09.2015, letzte Änderung am 01.02.2022.
Dokument-Nr. 2284
Pacelli, Eugenio
an Gasparri, Pietro
Berlin, 25. Juni 1924
Regest
Pacelli teilt mit, dass er zur Einleitung der Verhandlungen über die Aufnahme diplomatischer Beziehungen zwischen der Sowjetunion und dem Heiligen Stuhl den Protokollchef im Auswärtigen Amt von Gülich um Vermittlung mit dem sowjetischen Geschäftsträger Bratman-Brodowski bat. Dieser hatte ihm einen Besuch abgestattet und die Absicht seiner Regierung mitgeteilt, die Verhandlungen mit dem Heiligen Stuhl nicht in Berlin, sondern in Rom führen zu wollen. Bratman-Brodowski erklärte sich aber gleichzeitig bereit, die schriftlichen Mitteilungen Pacellis nach Moskau weiterzuleiten. Der Nuntius erklärte ihm, dass angesichts des ungeklärten Verhältnisses zwischen dem Heiligen Stuhl und Italien Verhandlungen mittels der russischen Botschaft beim italienischen Staat an der Kurie auf Ablehnung stoßen. Kritischer Punkt der Unterredung war die verlangte rechtliche Anerkennung des sowjetischen Staats durch den Heiligen Stuhl als Bedingung für die Aufnahme von diplomatischen Beziehungen. Der Heilige Stuhl hält dies für verfrüht. Eine Antwort seiner Regierung erwartet Bratman-Brodowski nicht vor dem 30. Juni.Betreff
Sulle trattative per il regolamento della situazione della Chiesa cattolica in
Russia
Mi pervennero l'altro ieri sera ad ora tarda i due veneratitelegrammi, coi quali l'Eminenza Vostra Reverendissima mi ordinava di iniziare subito con questo Incaricato d'Affari della Repubblica dei Sovieti





Ieri mattina mi recai senza indugio al Ministero degli Esteri e pregai il Capo del protocollo Sig. von Gülich

Il Bratman-Brodowski (ebreo, a quanto mi ha confidato il Sig. von Gülich, come l'Ambasciatore Krestinski) è venuto infatti da me stamane alle ore 10¾. Conoscendo egli poco la lingua francese, la conversazione si è svolta in tedesco. Gli ho significato che la S. Sede mi aveva dato l'incarico di trattare colla Rappresentanza della Unione delle Repubbliche Federate dei Sovieti in Berlino sulla situazione ecclesiastica in Russia, e gli ho mostrato al tempo stesso il Foglio
85v
dell'Eminenza Vostra 




86r
che tale non poteva essere il senso di quelle
parole, avendo il P. Tacchi Venturi espressamente significato nello stesso colloquio
del 22 Febbraio al Sig. Mikhailoff che la S. Sede giudicava prematuro il riconoscimento
in discorso. E poiché il Bratman Brodowski insisteva ancora, ripetendo l'argomento
dell'attitudine invariabilmente tenuta dal Governo dei Sovieti con tutte le altre Potenze,
dalle quali ha già ottenuto od è in via di ottenere il riconoscimento de jure, gli ho
dimostrato come la S. Sede non può essere trattata alla stessa stregua e cogli stessi
criteri degli Stati, i quali sono guidati da scopi politici o da interessi economici e
commerciali.Oltre a ciò gli ho dato, sempre in conformità del menzionato Pro-memoria, alcune spiegazioni circa il punto relativo al libero esercizio del culto nelle chiese.
Infine, per evitare i ritardi cui mi accennò questo Ambasciatore


Chinato umilmente al bacio della Sacra Porpora con sensi di profondissima venerazione ho l'onore di confermarmi
Di Vostra Eminenza Reverendissima
Umilissimo Devotissimo Obbligatissimo Servo
+ Eugenio Pacelli Arcivescovo di Sardi
Nunzio Apostolico
1↑Hds. gestrichen, vermutlich vom Verfasser.
2↑Hds.
eingefügt, vermutlich von Pacelli.